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| << | < | > | >> |IndiceIntroduzione di Renato Vallanzasca 9 www.ildue.it 13 Mensa o cucina? 15 Per onestà intellettuale 17 A tavola con i padrini 19 Anche il cibo può guarire 23 Il carrello, questo sconosciuto 25 Dall'ordinamento penitenziario 27 Che cos'è il pacco 28 Vitto: differenze tra Italia e Svizzera 30 Cos'è il 41 bis e come si mangia 32 Le tabelle vittuarie 34 Gli strumenti indispensabili 35 I coltelli 37 Le grattuge 40 Il cartoccio 41 Gli ultimi faranno i primi 43 Come si fa la spesa 45 L'arte di arrangiarsi - racconti dalla 'Malastalla" 87 Il forno si è bruciato 89 Il frigo 92 Pizza al forno di legna 93 Il maialino del sardo 94 Spaghetti alla tutù pirata 95 Secondi e secondini 99 Aggiungi un posto a tavola 131 Il pane 133 Rape o rapine? 135 A cena con l'amico 135 Che cosa rimane del piacere 136 Il cane 140 Il mangiatore di mele 140 Il ristorante 142 Sognando una cena 144 Il rinfresco sognato 145 Il centro clinico 147 Siamo alla frutta 149 Glossario 165 Tabelle vittuarie 169 Indice delle ricette 181 Ringraziamenti 185 |
| << | < | > | >> |Pagina 15Non è come nei film americani. Non c'è una mensa comune. In carcere si mangia in cella, chiusi, con orari da ospedale. Se va bene si è in quattro, se va male in sei, otto e così via. Ma questo è un altro problema. Il fornello per riscaldare è generalmente a 30 centimetri dallo scarico della turca. I coltelli non esistono. La materia prima (quello che si può acquistare da "dentro"), in generale è scadente. Sarà che i cattivi debbono essere di bocca buona. In carcere chi ha qualcuno che glielo manda, mangia "dal pacco" (roba amorevolmente cucinata da qualcuno, a casa, e rigorosamente autorizzata previo controllo). Funghi vietati. Vino "vero", pure. Alcolici, ovviamente, non se ne parla. Per gli altri c'è il "carrello": quel che passa il convento, l'Amministrazione Penitenziaria. Oppure quello che ci si cucina. In carcere si recupera, si inventa, ci si arrangia. A volte con risultati sorprendenti.Vi spieghiamo qualcosa di tutto questo. di E.P. | << | < | > | >> |Pagina 77Pasta fredda esotica di L. M.Ingredienti per quattro persone: tempo di lavorazione: circa 30 minuti 80 gr di pasta tipo ditalini (per persona) 1 melone intero 1 scatoletta di mais 3 ciuffi di prezzemolo Prendere una pentola, riempirla d'acqua e metterla sul fornello, mandarla ad ebollizione. Nel frattempo prendere il melone, tagliarlo a fette e a sua volta tagliarlo a dadini, tritare il prezzemolo il più fine possibile. Appena l'acqua nella pentola bolle, inserire la pasta e portarla a cottura, scolare la pasta e metterla in un contenitore di plastica, aspettare qualche minuto per farla raffreddare dopodiché aggiungere il melone fatto precedentemente a dadini, aggiungere il mais e il prezzemolo tritato, amalgamare il tutto, per finire aggiungere o un filo d'olio extra o un filo di aceto balsamico (dipende dai gusti) precedentemente comprato in domandina. Fatto questo chiudere il contenitore e metterlo nel frigorifero comune per almeno un paio di ore. Questa ricetta mi riporta all'estate del 2004: mi alzai la mattina con la voglia di pasta e melone e mi rimase la voglia anche al lavoro, sono un operatore della Out & Sider per Telecom, appena finii il mio turno volai tra i raggi per arrivare alla mia cella e mettermi all'opera. Preparo il tutto stuzzicando qua e là dadini di melone e chicchi di mais, finita la ricetta le vado a mettere nel frigorifero comune, lavo tutto e me ne ritorno al call center per il turno pomeridiano. Finito il turno, volo di nuovo per i raggi e arrivo alla mia amata cella, insieme al mio concellino apparecchiamo la tavola, piatti, posate, bicchieri ecc. e mi avvio a prendere il contenitore nel frigorifero comune, ma amara sorpresa il contenitore non c'è piu, ribalto il frigorifero ma niente. Molto arrabbiato chiedo al mio concellino se ne sa qualcosa ma nega, non sa, fa l'incredulo e si arrabbia pure lui, per farla breve la mia amata pasta si è tramutata in una scodella con latte e Fitness. Il problema è che sono andato avanti per ben altre tre volte a rifare questa benedetta ricetta e ridendo e scherzando non sono mai riuscito a mangiarla, oltretutto smenandoci anche i contenitori di plastica. Un giorno di riposo dal lavoro, deciso più che mai a trovare il colpevole, rifeci la ricetta, la misi nel frigorifero comune e mi imboscai. I miei sospetti si fecero concreti, era il mio concellino che in preda a veri e propri raptus di fame si mangiava tutto e per la paura di essere beccato buttava via anche i contenitori. Beccato in flagranza di reato tra mille e mille scuse, riuscii a fargli promettere che da quel momento in poi lui si sarebbe occupato esclusivamente della pulizia della cella, oltretutto fino a quel momento era stato latitante per le pulizie. Peccato che il mese dopo lo hanno trasferito! | << | < | > | >> |Pagina 78Pennette al radicchionaro di T. S.La ricetta "pennette al radicchionaro" viene fornita per tre persone, ma aumentando le dosi in proporzione possono cimentarsi anche nelle "stanze" con più coinquilini. Per l'occorrenza serve mezza cipolla e un cespuglio di radicchio rosso, due uova, parmigiano reggiano grattugiato, mezza busta di panna cucina, sale e pepe, quattro cucchiai di olio extravergine e una noce di burro. Per prima cosa si taglia la cipolla e si inizia a far dorare in una padella, quindi si versa il radicchio tagliato a strisce fino ad ottenerne la cottura; in una teglia si versano due tuorli e un albume, la mezza panna cucina, il parmigiano reggiano (o grana padano) in abbondanza, sale e pepe amalgamando il tutto con una forchetta. Mettere la pentola con acqua salata sui fornelli e quando si raggiunge la bollitura versare due etti e mezzo di pennette, una volta che sono cotte (si consigliano molto al dente) scolarle e farle saltare nella padella doce si trova il radicchio, versare sopra l'amalgama della teglia per condire il tutto e finalmente versare nei piattti. Non leccatevi i baffi, si perde in raffinatezza, in compenso asciugatevi le labbra con un tovagliolo e beveteci sopra un bicchiere di vino bianco fresco al punto giusto. Buon appetito da Tino. | << | < | > | >> |Pagina 129Tutto è cominciato in un pomeriggio d'inverno di qualche anno fa, tra le mura domestiche della casa di mio suocero, il quale, colto da una improvvisa voglia di mangiare una delle sue invenzioni, mi propone un panino del tutto originale. Voi direte, cosa ci può essere di originale in un panino? Noto che si dirige verso il forno e da lì tira fuori un contenitore con delle melanzane fritte, fin lì tutto normale, dopo di che va nella dispensa e dal cassetto del pane prende una pagnotta pugliese, siamo ancora nella norma, se non fosse che sempre dalla dispensa prende un barattolo tipo condiriso, ma non era condiriso, era marmellata alle arance! Con molta cura taglia il pugliese in due e comincia a spalmare la marmellata, con altrettanta cura distende le melanzane fritte, dopo di che mi guarda e dirigendosi verso l'oliera mi dice "ci vuole il tocco finale" e con mano sicura sparge tutto il pane con il pepe. Per un istante ho creduto che mio suocero fosse impazzito, che volesse farmi uno scherzo. Mi sono reso conto che non scherzava solo quando ha addentato con forza il panino. Ragazzi! Non chiedetemi come fa un insieme di gusti completamente opposti ad accostarsi con tale armonia, ma credetemi è veramente buono!
Provare per credere
Ingredienti per 4 persone 1 pane pugliese 1 kg di melanzane fritte 1 barattolo di marmellata alle arance pepe
Buona merenda!
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