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| << | < | > | >> |Pagina 3 [ inizio libro ]Subject: La fine del giorno Date: 13 Novembre 1994, 05.12 920.12 PST) From: Norman To: MoniqueSabato sera, finalmente a casa. Dopo una giornata passata in giro con gli amici del quartiere e altri venuti da Berkeley, gente che conosco da quando avevo 14 anni. Tempo magnifico. Seduti sul tetto piatto di un albergo quasi sulla spiaggia, eravamo lí a goderci il piú bel tramonto a memoria mia da un mucchio di tempo. Con dolcezza e potenza l'immenso disco arancione affondava oltre l'orizzonte dell'Oceano Pacifico. Gli ultimi raggi del sole hanno tracciato una freccia luminosa dalla spiaggia fino all'orizzonte, come a indicare la direzione dove il giorno finiva. Alla fine, l'oscurità ha avvolto ogni cosa. Era davvero magnifico. Magnifico e non visto, pensavo. Perché di solito si pensa che se da una cosa non puoi trarre un profitto non serve a niente. E una perversione, riusciamo a considerare normale persino il clima che abbiamo a Los Angeles, ci neghiamo ogni possibilità di un'esperienza piú ricca, piú intensa. E' vero, devo anche riconoscere che quel bar sul tetto fa Margaritas eccezionali, che avranno contribuito a esaltare la mia verve filosofica. Ma che importa. Avrò sempre i miei tramonti. Per questo vivo vicino alla spiaggia: a un isolato di distanza. No, non che ci vada cosí spesso. Mi basta sapere che è là. E quando ci vado è come una fuga da questa oscena megalopoli desertica. Sarà pure catartico, ma per la mia sanità mentale è decisivo. Cazzo, il computer si è bloccato. Per un momento ho temuto di perdere questa lettera... Stavo per dire che apprezzo sempre piú questo nostro canale di corrispondenza. Da questo strano mondo di posta elettronica cominci a trasparire tu. Tu proprio non hai il vizio di sprecare le potenzialità dell'esperienza, come quasi tutti fanno. Un pensiero dolce tutto per te Norman |