Copertina
Autore Edwin A. Abbott
Titolo Flatlandia
SottotitoloRacconto fantastico a più dimensioni
EdizioneAdelphi, Milano, 1993 [1966], gli Adelphi 50 , Isbn 978-88-459-0-82-8
OriginaleFlatland A Romance of Mani Dimensions [1882]
TraduttoreMasolino d'Amico
LettoreRenato di Stefano, 1994
Classe classici inglesi , fantascienza , giochi
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Indice

Prefazione di Masolino d'Amico           9

Prefazione del curatore alla
second edizione riveduta, 1884          23

PARTE PRIMA. Questo mondo               29

1.  Sulla natura di Flatlandia          31
2.  Sul clima e le abitudini
    della Flatlandia                    34
3.  Sugli abitanti della Flatlandia     37
4.  Sulle donne                         41
5.  Sui nostri metodi
    per riconoscersi a vicenda          48
6.  Sul Riconoscimento a Vista          54
7.  Sulle figure irregolari             61
8.  Sull'antica pratica della Pittura   66
9.  Sul progetto di Legge
    per il Colore Universale            70
10. Sulla repressione
    della Rivolta Cromatica             75
11. Sui nostri Preti                    80
12. Sulla dottrina dei nostri Preti     83

PARTE SECONDA. Altri mondi

13. Com'ebbi una visione
    della Linelandia                    93
14. Sui miei vani tentativi di spiegare
    la natura della Flatlandia          99
15. Su di uno Straniero venuto
    dalla Spacelandia                  106
16. Sui vani tentativi dello
    Straniero di rivelarmi a parole
    i misteri della Spacelandia        110
17. Come la Sfera, avendo tentato
    invano con le parole, fece
    ricorso ai fatti                   121
18. Come venni in Spacelandia,
    e quello che vi vidi               124
19. Come, per quanti altri misteri
    della Spacelandia la Sfera mi
    mostrasse, io continuassi a
    desiderarne di più; e quello
    che ne venne                       130
20. Come la Sfera m'indusse a una
    visione                            139
21. Come tentai di insegnare la
    Teoria delle Tre Dimensioni al mio
    nipotino, e con quale esito        143
22. Come in seguito cercai di
    diffondere la Teoria delle Tre
    Dimensioni con altri mezzi, e
    quali furono i risultati           146

Un luogo è un linguaggio
di Giorgio Manganelli                  153

 

 

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Pagina 31 [ inizio libro ]

Chiamo il nostro mondo Flatlandia, non perché sia così che lo chiamiamo noi, ma per renderne più chiara la natura a voi, o Lettori beati, che avete la fortuna di abitare nello Spazio.

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Pagina 37

La massima lunghezza o lorghezza di un abitante adulto della Flatlandia si può calcolare all'incirca in ventotto dei vostri centimetri. Trenta centimetri può considerarsi un'eccezione.

Le nostre Donne sono delle Linee Rette.

I nostri Soldati e gli Operai della Classi Inferiori sono dei Triangoli con due lati uguali, ciascuno della lunghezza di ventotto centimetri circa, e un terzo lato, o base, così corto (spesso appena più lungo di un centimetro) da formare al vertice un angolo assai acuto e temibile. E specialmente quando le loro basi sono di tipo infimo (cioè lunghe non più della terza parte di un centimetro) è difficile distinguerli dalle Linee Rette, o Donne, tanto acuminati sono i loro vertici. Da noi, come da voi, questi Triangoli si distinguono dagli altri col nome di Isosceli, e così mi riferirò ad essi nelle pagine che seguiranno.

La nostra Borghesia è composta da Equilateri, ovvero da Triangoli dai lati uguali.

I nostri Professionisti e Gentiluomini sono Quadrati (classe a cui io stesso appartengo) e Figure a Cinque Lati, o Pentagoni.

Subito al disopra di costoro viene l'Aristocrazia, divisa in parecchi gradi, cominciando dalle Figure a Sei Lati o Esagoni per continuare, via via che il numero di lati aumenta, fino a ricevere il titolo onorifico di Poligonali, o dai molti lati. Infine, quando il numero dei lati diventa tanto grande, e i lati tanto piccoli, che la Figura non è più distinguibile da un Cerchio, si entra a far parte dell'ordine Circolare o Sacerdotale; e questa è la classe più elevata di tutte.

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Pagina 45

Non si deve certo pensare, con questo, che le nostre Donne manchino di affetto. Ma purtroppo nel Sesso Debole la passione del momento predomina su ogni altra considerazione. Questa è naturalmente una conseguenza inevitabile della loro infelice configurazione. Dato che esse non hanno nemmeno la più piccola pretesa di un angolo, inferiori in questo anche all'infimo fra gli Isosceli, ne segue che sono del tutto prive di facoltà raziocinanti, e non hanno né potere riflessivo, né giudizio, né capacità di previsione, né, quasi, memoria. Perciò, nei loro attacchi di collera non guardano in faccia a nessuno. Io stesso ho avuto esperienza di un caso in cui una Donna ha sterminato tutta la sua famiglia, e mezz'ora dopo, sbollita l'ira e spazzati via i cocci, ha chiesto dov'erano il marito e i figli.

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Pagina 48

Voi, che avete la fortuna di avere tanto l'ombra che la luce, voi che avete due occhi dotati della conoscenza prospettica e allietati dal godimento dei vari colori, voi che potete "vederlo" per davvero, un angolo, e contemplare l'intiera circonferenza di un Circolo nella beata regione delle Tre Dimensioni... come potrò mai render chiara a voi l'estrema difficoltà che incontriamo noi, in Flatlandia, per riconoscere le nostre rispettive configurazioni?

Ricordate quanto vi ho detto dianzi. Tutti gli esseri della Flatlandia, animati o inanimati, qualunque sia la loro forma, presentano "al nostro occhio" il medesimo, o quasi il medesimo aspetto, quello cioè di una Linea Retta. Se dunque tutti hanno lo stesso aspetto, come si farà a distinguere l'uno dall'altro?

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Pagina 65

Non che io sia pronto a sottoscrivere (oggi come oggi) le misure estreme adottate in alcuni Stati, dove un neonato il cui angolo presenti una deviazione dalla normalità di appena mezzo grado viene sommariamente eliminato all'atto della nascita. Abbiamo esempi di uomini tra i più nobili e capaci, uomini a volte di autentico genio, che si sono trovati a lottare, nei primi anni, contro deviazioni perfino di quarantacinque minuti primi, e anche più: e la perdita delle loro vite preziose sarebbe stata un danno irreparabile per lo Stato. L'arte poi della medicina vanta alcune delle sue conquiste più fulgide nelle compressioni, estensioni, trapanature, collegamenti, e altre operazioni chirurgiche o dietetiche grazie alle quali l'Irregolarità è stata curata in parte o del tutto. Auspicando pertanto una "Via Media", non vorrei stabilire una linea di demarcazione netta e assoluta; ma proporrei piuttosto che se, al momento in cui di solito il contorno si sta incominciando ad assestare, il responso della Commissione Medica dice che la guarigione è poco probabile, il rampollo Irregolare sia tolto di mezzo, pietosamente e in modo indolore.

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Pagina 84

È merito dei Circoli l'essere riusciti a sopprimere quelle antiche eresie che inducevano gli uomini a sciupare energia e passione nella vana credenza che la condotta dipendesse dalla volontà, dall'applicazione, dall'esercizio, dall'incoraggiamento, dalla lode, o da uqalsiasi altra cosa che non sia la Configurazione. Fu Pantociclo - l'illustre Circolo sopra ricordato come il soffocatore della Rivolta del Colore - il primo a convincere l'umanità che la Configurazionefa l'uomo; che se, per esempio, siete nato Isoscele, ma con due lati disuguali, finirete certamente male, a meno che non ve li facciate pareggiare; al quale scopo bisogna che andiate all'Ospedale Isoscele; allo stesso modo, se siete un Triangolo, o un Quadrato, o addirittura un Poligono, nato con qualche Irregolarità, bisogna che vi facciate portare in uno degli Ospedali Regolari per curare la vostra malattia; altrimenti finirete i vostri giorni nella Prigione di Stato, o sotto l'angolo del Boia di Stato.

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Pagina 140

«Guarda laggiù,» disse la mia Guida «nella Flatlandia tu hai vissuto, della Linelandia tu hai avuto una visione, con me ti sei innalzato alle altezze della Spacelandia; ora, per completare il quadro della tua esperienza, ti condurrò verso il basso, nelle più oscure profondità dell'esistenza, nel reame di Pointlandia, nell'abisso dell'adimensionale.»

«Osserva quella miserabile creatura. Quel Punto è un Essere come noi, ma confinato nel baratro adimensionale. Egli stesso è tutto il suo Mondo, tutto il suo Universo; egli non può concepire altri fuor di se stesso: egli non conosce lunghezza, né larghezza, né altezza, poiché non ne ha esperirenza; non ha cognizione nemmeno del numero Due; né ha un'idea della pluralità, poiché egli è in se stesso il suo Uno e il suo Tutto, essendo in realtà Niente. Eppure nota la sua soddisfazione totale, e traine questa lezione: che l'essere soddisfatti di sé significa essere vili e ignoranti, e che è meglio aspirare a qualcosa che essere ciecamente, e impotentemente, felici. Ascolta, adesso».

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