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| << | < | > | >> |IndiceParte prima - La letteratura pornografica 1.1. Opere generali 1.2. L'Ancien Régime: l'osceno contro i potenti 1.3. L'Ottocento vittoriano 1.4. Surrealismo, trasgressione, massificazione: l'esperienza novecentesca Parte seconda - Il porno di massa 2.1. Nella clandestinità: cinema, fotografia ed editoria sino agli anni '60 2.2. L'avvento dell'hard core ('60-'70) 2.2.1. Rivoluzione sessuale e pornografia 2.2.2. Le inchieste governative 2.2.3. Gli anni del pomo-chic 2.3. Il porno sotto attacco 2.3.1. Voci critiche da sinistra 2.3.2. Tradizionalisti e conservatori 2.3.3. Le femministe antiporno 2.3.4. La reazione liberal 2.3.5. Femminismo pro-sex 2.4. Il mondo delle luci rosse 2.4.1. Storia e critica dell'hard core 2.4.2. Sociologia, economia e sessuologia del porno 2.4.3. Miti allo specchio: biografie e autobiografie |
| << | < | > | >> |Pagina 5È passato ormai un quarto di secolo da quando Peter Burke apriva il suo Cultura popolare nell'Europa moderna prendendo a prestito da due antropologi la definizione del termine "cultura" come "un sistema di significati, atteggiamenti e valori condivisi, unitamente alle forme simboliche (azioni, manufatti) in cui essi si esprimono e si traducono". Tale impostazione doveva molto a esperienze precedenti, dalle Annales ai teorici del matrimonio storia/antropologia alla "storia dal basso", e, per quanto riguardava la scelta dell'oggetto di ricerca, sembrava riassumersi nel concetto che le "pratiche basse" sono capaci di manifestare - per lo meno sul piano simbolico - i "segni" che costruiscono/rappresentano le culture tanto quanto le pratiche alte, suggerendo inoltre che dal "basso" tali segni si dispiegano a volte con modalità particolarmente significative. In quello stesso periodo Carlo Ginzburg accarezzava il progetto "di scrivere un libro su L'alto e il basso" con una "combinazione di telescopio e microscopio", ovvero proiettando su un lungo periodo "una serie di particolari indagati da vicino". Insomma, emergeva l'esigenza di confrontarsi creativamente con zone e oggetti di ricerca tradizionalmente trascurati - diciamo pure non ritenuti degni di interesse - nella convinzione che essi avessero molto da rivelare; ma ciò sembrava anche richiedere il superamento della dicotomia basso/alto, ovvero un confronto ravvicinato con le "pratiche basse" in questione: occorreva ribadire "la necessità di far uscire la social history of ideas dal momento della ricostruzione etico-politica, psicologica e bibliografica per ancorarla al terreno della ricerca documentaria, secondo una prospettiva che tenga conto del contesto sociale e del sostrato materiale dell'ideologia". La considerazione è di Renato Pasta e riguarda il programma di ricerca di Robert Darnton. Ho scelto la citazione con ragione: in tempi recenti Darnton ha concentrato molto del suo interesse nella letteratura clandestina di orientamento pornografico, appunto nella persuasione che essa sveli meccanismi e atteggiamenti significativi, che getti cioè nuova luce sulle condizioni culturali che hanno prodotto la Rivoluzione. Ma a mio parere la scelta di Darnton è dovuta anche a un altro motivo, che ha a che fare con lo status che la pornografia occupa nell'immaginario del tardo '900 e che reitera il principio sopra proposto: i "segni" prodotti dalle "pratiche basse" sono tanto più significativi quanto più sono oggetto di controversia e disputa. È questo il motivo per cui l'ascesa della pornografia hard core nell'ultimo trentennio si rivela un fenomeno sociale, politico e culturale di estrema rilevanza: nella sua pratica dirompente - ed esplicitamente "bassa" - implica discorsi sulla struttura del desiderio e della sessualità, sulle relazioni tra i sessi, sulla natura della famiglia, sollecitando così reazioni che sembrano portare alla luce i valori e le simbologie più recondite presenti, nella loro pluralità e a volte nel loro profondo contrasto, della nostra società. In questo senso - e ovviamente da una posizione di confronto "diretto" con tale pratica - ho preparato la seguente bibliografia, che non pretende affatto di essere esaustiva, ma che è concepita come una guida per un primo approccio alla questione. Ho tentato di privilegiare la letteratura in lingua italiana, pur riconoscendo che il dibattito e gli studi più rilevanti sono stati prodotti nel mondo di lingua inglese. Ho diviso la biblio in due parti. La prima riguarda la letteratura dall'età moderna a quella contemporanea, argomento che sembra aver però esaurito forza polemica. La seconda, più ampia, riguarda i confronti recenti; mi pare anche che i titoletti dei capitoli e dei paragrafi costituiscano un orientamento più che sufficiente (il resto lo si trova nelle schede stesse). | << | < | > | >> |Pagina 71.1. Opere generali
David Loth, Pornografia e censura. L'erotismo in letteratura (1961),
tr. it. Sugar, Milano 1962.
Storia incrociata dello sviluppo della letteratura erotica e dei meccanismi
di censura dall'antichità all'America dei '50, costruita su una
caratterizzazione del pornografo come artista, eroe e ribelle.
Montgomery Hyde, Storia della pornografia (1964), tr. it. Dellavalle,
Torino 1970.
Storia della pornografia "pesante" e clandestina, da un punto di vista
prudentemente apologetico.
Piero Lorenzoni, Erotismo e pornografia nella letteratura italiana.
Storia e antologia, Il Formichiere, Milano 1976.
Rivendicazione della propensione culturale italiana all'erotismo, in
un'ottica che distingue saldamente l'erotismo "alto" dalla pornografia "bassa".
Walter Kendrick, The Secret Museum. Pornography in Modern Culture (1987),
University of California Press, Berkeley-Los Angeles 1996.
Storia culturale del porno, dagli affreschi di Pompei alla nascita dell'hard
core. Rilevante l'Afterword dell'ultima edizione, dedicato agli anni '80-'90.
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