Copertina
Autore Renata Adler
Titolo Fuoribordo
EdizioneGuanda, Milano, 1983, Prosa contemporanea
OriginaleSpeedboat [1976]
TraduttoreGiancarlo Buzzi
LettoreRenato di Stefano, 1995
Classe narrativa statunitense
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Pagina 9 [ inizio libro ]

ARROCCAMENTO


Nessuno morì quell'anno. Nessuno prosperò. Non ci furono nascite né matrimoni. Si scrissero diciassette deferenti satire - infrangendo un cliché e presumibilmente creando un genere. Si trattò di un sogno, naturalmente, ma molte fra le cose più importanti, secondo me, s'imparano nel sonno. Parlare, giocare a tennis, la musica, sciare, il modo di comportarsi, l'amore - uno ci prova al risveglio, si blocca magari un attimo, e poi è fatta. Ha colto il ritmo una volta per tutte, di notte, nel sonno. La città, naturalmente, può spezzarlo. E così l'insonnia. Moltissimi sono i ritmi che si urtano. La commessa, il padrone di casa, gli ospiti, gli astanti, sedici tipi diversi di circostanze sociali in una giornata. Ciascuna ha il potere di mettere in forse la tua intera esistenza. Troppa gente ha accesso al tuo stato d'animo. Alcuni sono indifferenti all'antipatia, o addirittura ci provano gusto. Nessuno di quelli che conosco io.

«E' una pura idiozia alzare le vele quando si ha il vento contro» diceva la moglie dell'industriale italiano dell'acqua minerale sul ponte del loro bel panfilo che era rimasto in porto tutta l'estate. «Perché te le giochi.»

Un grosso topo mi attraversò la strada l'altra sera nella Cínquantasettesima. Sbucò da sotto un recinto di legno di uno spiazzo vuoto vicino a Bendel's, indugiò per il traffico e poi sfrecciò sul marciapiede di quel quartiere elegante, rimase per un po' immobile nel buio, scomparve. E' il mio secondo topo in questa settimana. Il primo l'ho visto in un ristorante greco dove sotto tutte le finestre ci sono davanzali che ti arrivano alla vita.

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