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| << | < | > | >> |Pagina 9La poesia è una scienza esatta come la geometria. Gustave Flaubert Tutte le scienze esatte sono dominate dall'idea di approssimazione. Bertrand Russell Il difetto delle enciclopedie è che soffrono d'appendicite. Ramón Gómez de la SernaAll'inizio degli anni Trenta lo scrittore francese Raymond Queneau intraprende uno studio su una schiera di «paranoici reazionari e chiacchieroni rimbambiti» che chiama fous littéraires. Chi è un fou littéraire nell'accezione queniana? E' un autore edito le cui elucubrazioni (il termine non è usato in senso peggiorativo) si allontanano da tutte quelle professate dalla società in cui vive; dunque è il fautore di speculazioni, pubblicate quasi sempre a proprie spese, che non rimandano a dottrine anteriori e che non hanno avuto alcuna eco. In questo senso un fou littéraire non ha né maestri né discepoli. Data la varietà degli argomenti a cui si dedicano questi «pazzi letterari» (matematica e linguistica, medicina e botanica, ecc.), Queneau decide di presentare i loro deliri in un'opera intitolata Enciclopedia delle scienze inesatte. Proprio come l' Encyclopédíe de la Pléiade, di cui peraltro, ironia della sorte, Queneau assume la direzione nel 1951, anche la prima - l'enciclopedia «anomala» - è pensata dal suo ideatore divisa in due parti: una serie metodica e una serie storica. Per molti anni Queneau ricerca le tracce di questi eterocliti, come in seguito preferisce definirli, lungo chilometri di scaffali della Bibliothèque Nationale di Parigi, fino a scrivere un manoscritto di settecento pagine «impubblicabile e impubblicato, né finito né incompiuto», rifiutato, fra gli altri, dagli editori Gallimard e Denoël. In seguito alcuni brani di questo manoscritto confluiscono nel romanzo Les enfants du limon (1938).
Lo spirito in cui nasce la formidabile impresa queniana
è apertamente influenzato dal gusto per l'insolito, il
bizzarro, il singolare e dall'attenzione dedicata alla
follia, insieme alla «surrealtà» dei sogni, al gioco,
all'erotismo, al caso, all'arte primitiva, all'umorismo
nero, propri del movimento surrealista che Queneau inizia a
frequentare fin dal 1924 (nel 1925 è cofirmatario della
Déclaration du 27 janvier,
una sorta di manifesto-lampo sul senso della rivoluzione
surrealista sottoscritto dal gruppo al completo). Com'è
noto, André Breton considera i pazzi delle creature «vittime
della loro immaginazione» che dall'immaginazione attingono
un grande conforto e ne esalta, in uno slancio dai connotati
velatamente romantici, il desiderio di rivolta,
l'inosservanza delle regole della società borghese, il
rifiuto della censura, dell'autorità e della ragione.
E' guardando al progetto queniano di un' Enciclopedia delle scienze inesatte che abbiamo messo mano e cominciato a lavorare alla nostra Enciclopedia delle scienze anomale, pensata fin dall'inizio come una specie di «Wunderkammer» o «petit cabinet de curiosités» allestiti per documentare alcuni aspetti inusitati e sorprendenti che si accompagnano e vivacizzano il mondo della scienza - quella «normale», canonica. Come nei ricchi magazzini dei collezionisti dei secoli XV e XVI si accumulano oggetti meravigliosi, «artificiale, naturale, mirabilia» provenienti da ogni angolo del mondo, così nelle pagine di questa Enciclopedia trovano posto segnalazioni e frammenti di scienze e teorie che sfuggono, a vari livelli, all'ortodossia del pensiero scientifico dominante, sanzionato e riconosciuto dalle Accademie.
Le rarità della nostra collezione sono scienze (il
termine è usato in un'accezione «bassa», per indicare
semplicemente uno studio condotto in modo sistematico su un
particolare argomento o problema), il più delle volte
abbozzate in forma di «modesta proposta», frutto delle
farneticazioni di «mattoidi scienziati» (non solo francesi,
come quelli presi in esame da Queneau), ma anche, e qui
c'inoltriamo in uno spazio visibilmente «ludico-creativo»,
scienze partorite dalla sofisticata e dirompente inventiva
di scrittori e di artisti. E ancora: scienze o discipline
non riconosciute, marginalizzate e discriminate dalla
scienza codificata nei manuali universitari, o alternative a
quest'ultima; scienze dimenticate perché ritenute erronee,
scomparse, abortite; scienze occulte, magiche, ma anche
«potenziali», ovvero al confine di altre scienze.
A questo multiforme intreccio di «scienze anomale e improbabili» abbiamo affiancato altre voci - piccole bacheche che fanno mostra di sé nella nostra curiosa «stanza delle meraviglie» - attestanti una campionatura (necessariamente soggettiva) di teorie fantasiose, non di rado elaborate da scienziati di fama internazionale; di congetture e ipotesi strane, tanto insostenibili sul piano del ragionamento scientifico quanto, in alcuni casi, «belle» su quello della forza immaginativa; di materie d'insegnamento e cattedre istituite in università o accademie altrettanto inconsuete.
Volendo schematizzare e ridurre all'essenziale una
materia tanto fluida e complessa come quella qui trattata,
possiamo suddividere lo spazio della nostra indagine in due
principali aree di riferimento, non sempre peraltro
nettamente distinguibili:
Come si vede il nostro «temerario» progetto copre un
orizzonte molto più ampio di quello delineato da Queneau,
nostra iniziale fonte d'ispirazione. In quanto tale esso si
presenta - e non potrebbe essere altrimenti - in uno stato
ancora necessariamente provvisorio, non esaustivo. Del
resto, come insegna il gesuita Emanuele Tesauro, «chi più
sa, più conosce di non sapere, essendo limitato ciò che si
sa, e illimitato ciò che s'ignora».
Qual è il senso (ammesso ve ne sia uno) di una raccolta di perle incastonate in un «Sapere dissonante»? Da un lato il nostro atipico collezionismo, senza nulla concedere ai detrattori della scienza e ai nemici della razionalità, trova una giustificazione nel puro piacere di attraversare un territorio inesplorato, poco conosciuto e per certi aspetti avvincente come quello che possiamo chiamare del «meraviglioso scientifico», in ogni sua manifestazione, si tratti di un folle solutore della quadratura del cerchio o di un cercatore dell'elisir di vita eterna o ancora di uno scrittore nel pieno esercizio del suo divertimento letterario, come il Balzac della Patologia della vita sociale. Dall'altro crediamo che la ragione non ultima del nostro progetto vada ricercata nella funzione stimolatrice e tonica che, malgrado tutto, svolgono gli «indirizzi eterodossi». Questi, per dirla con Federigo Enriques, «se pure in essi prevalga la negazione sopra la costruzione positiva, obbligano gli studiosi a difendere il loro modo di proseguire la ricerca; mercé la lotta stimolano dunque una nuova valutazione dei problemi o dei metodi». Ha scritto al riguardo John Maynard Keynes: «Se vogliamo fare qualcosa di buono, dobbiamo apparire eterodossi, problematici, pericolosi e disubbidienti a coloro che ci hanno preceduto». Provocatoria affermazione che ne richiama un'altra, non meno seducente, di un tal Albert Einstein: «Se vuoi diventare un vero scienziato, pensa almeno mezz'ora al giorno in maniera opposta a quella dei tuoi colleghi». Non sappiamo se lo sforzo di mantenere unite in modo efficace le due anime - fantastico-queniana e similscientifica - della nostra Enciclopedia sia riuscito. Riprendendo un verso di Giulia Niccolai ci sentiamo di dire soltanto: «Forse che sì, forse Queneau!» |
| << | < | > | >> |RiferimentiBibliografia generale Abbott, Edwin Abbott, Flatlandia, Milano, Adelphi, 1995. Abrahams, Marc, The Best of Annals of Improbabble Research, New York, W.H. Freeman & Co., 1997. Accame, Vincenzo, Jarry, Firenze, La Nuova Italia, 1974. Accame, Vincenzo, Il segno poetico, Milano, Edizioni d'Arte/ Zarathustra, 1981. Acevedo, Manuel Otero, Fakirismo y ciencia. Germinación y crecimiento de las semillas por la voluntad del fakir, Madrid, Biblioteca de «La irradiación», 1921. Adams, Patch, Salute! ovvero come un medico-clown cura gratuitamente i pazienti con l'allegria e con l'amore, Milano, Urra, 1999. [Agrippa, Heinrich Corneliusl, De occulta philosophia, Colonia, Johannes Soter, 1533. Agrippa, Heinrich Cornelius, Della vanità delle scienze, Venezia, 1547. Agrippa, Heinrich Cornelius, Le cerimonie magiche, Roma, Atanòr, 1951. Agrippa, Heinrich Comelius, Il libro del comando. Magia cerimoniale. L'evocazione degli spiriti, Roma, Edizioni Mediterranee, 1977. Agussol, Silvestre, Le Problème de la quadrature du cercle résolu, Paris, Vve d'Argent, 1812. Ah-mada al-Tifasi, Il libro delle pietre preziose, Venezia, Marsilio, 1999. Alasci, Paolo, Enciclopedia delle Scienze occulte, Catania, Brancato, 1991. Albaigés, Josep M., La Facultad de Ciencias inútiles, dattiloscritto, 1998. Albani, Paolo, «Piccola antologia della stupidità», Tèchne, 4, 1992, pp. 79-97. Albani, Paolo, «Accademici informi, patafisici e oulipisti italiani. L'esperienza dell'Istituto di Protesi Letteraria», in: Eruli, Brunella (a cura di), Attenzione al potenziale! Il gioco della letteratura, Firenze, Marco Nardi Editore, 1994, pp. 125-144. Albani, Paolo, «Per una bibliografia dei giochi di e con le parole», Tèchne, 6, 1997, pp. 45-59. Albani, Paolo e Buonarroti, Berlinghiero, Aga magéra difúra. Dizionario delle lingue immaginarie, Bologna, Zanichelli, 1994. [...] | << | < | |