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Pagina 9
[ inizio libro ]
Intorno alla morte di Quincas Acquaiolo perdura a
tutt'oggi una certa confusione. Dubbi da chiarire,
particolari assurdi, contraddizioni fra le deposizioni dei
testimoni, lacune varie. Non sono chiari neppure l'ora e il
luogo del decesso, né le ultime parole del defunto. La
famiglia, appoggiata da vicini e conoscenti, si mantiene
intransigente sulla versione della tranquilla morte
mattutina, senza testimoni né apparato né ultime parole:
morte verificatasi quasi venti ore prima dell'altra,
propalata e commentata, avvenuta nell'angoscia della notte,
quando la luna si disfece in mare e cose misteriose
avvennero sulla banchina del porto di Bahia. La morte, cui
per il vero presenziarono testimoni al disopra di ogni
sospetto, ampiamente commentata per vicoli e stradette, con
la frase finale che, ripetuta di bocca in bocca, rappresentò
per quella gente, più che una semplice frase di commiato da
questo mondo, una testimonianza profetica, un messaggio il
cui contenuto profondo è tutto da scoprire (come avrebbe
scritto un autore delle nuove leve).
Tanti testimoni al disopra di ogni sospetto, fra i quali
Mastro Manuel e Quitéria-dall'Occhio-Spalancato, donna di
una sola parola. E tuttavia c'è ancora chi nega ogni
autenticità, non solo alla frase famosa, ma a tutti gli
avvenimenti di quella notte memorabile, quando, in ora
dubbia e circostanze controverse, Quincas Acquaiolo si gettò
nel mare di Bahia, e partì per sempre, per un viaggio senza
ritorno. Così è il mondo: popolato di scettici negatori,
legati, come buoi alla stanga, all'ordine, alla legge, ai
procedimenti abituali, alle carte da bollo.
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