Copertina
Autore Jorge Amado
Titolo Teresa Batista stanca di guerra
EdizioneEinaudi, Torino, 1989 [1975], Tascabili 10 , Isbn 978-88-06-11639-2
OriginaleTeresa Batista Cansada de Guerra [1973]
TraduttoreGiuliana Segre Giorgi
LettoreRenato di Stefano, 1991
Classe narrativa brasiliana
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Pagina 9 [ inizio libro ]

Dal momento che lo chiede con tanta buona grazia, giovanotto, io le dico: con le disgrazie basta incominciare. E quando sono incominciate, non c'è niente che le faccia fermare, si estendono, si sviluppano come una merce a buon mercato e di largo consumo. L'allegria, invece, compare mio, è una pianta capricciosa, difficile da coltivare, che la poca ombra, che dura poco e che richiede cure costanti e terreno concimato, né secco né umido, né esposto ai venti, insomma una coltivazione che viene a costar cara, adatta a quelli che son ricchi, pieni di soldi. L'allegria va conservata nello champagne; mentre la cachaça tuttalpiú consola delle disgrazie, quando consola. La disgrazia è una pianta dal legno resistente; a ficcarne un germoglio nella terra, non c'è bisogno di occuparsene, cresce da sola, frondeggia ne son piene le strade. Nel cortile dei poveri, poi, amico mio, la disgrazia nasce in quantità, non si vede altra pianta. Se un tizio non ha la pelle indurita e la schiena incallita con calli di dentro e di fuori, è inutile che ricorra agli encantados, non c'è ebó che tenga. E le dico un'altra cosa, mio bel signore, non per darmi delle arie né per lodare a tutti i costi i poveri diavoli, ma percbé è la pura verità: non c'è che il popolino che abbia razza e coraggio sufficienti a far fronte a tante disgrazie e continuare a vivere lo stesso. E adesso che ho parlato e nessuno mi ha contraddetto, sarò io a domandare: perché le interessa, fratellino, di conoscere le disavventure di Teresa Batista? Forse che lei può metter rimedio alle vicende passate?

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