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Pagina Copertina
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Non è strano perciò che sui
sentieri dell'amore più audace,
dell'amore inteso come
trasgressione violenta, si siano
avventurati anche alcuni autori del
Surrealismo, con manifesti ed
enunciazioni e anche con romanzi
come questo "Irene", attribuito dai
più a Louis Aragon, che Albert
Camus giudicava uno dei più bei
libri nel settore dell'erotismo.
Ma non è mancato chi ha definito
"Irene" « uno dei quattro o cinque
più bei testi poetici prodotti dal
movimento surrealista ».
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Pagina 25
[ giorno ]
Non svegliatemi, per dio, maiali,
non svegliatemi, attenti, che mordo
vedo rosso. Che orrore di nuovo il
giorno di nuovo lo schifo la
precarietà l'amarezza. Voglio
rientrare nel mare cieco basta con
i lampi che significato hanno
queste continue bufere vogliono che
io viva la vita del tuono al posto
delle orecchie mi hanno messo delle
lamiere ogni volta che il mio petto
respira i miei minatori fuggono
lungo gallerie di angoscia presto
presto a gara.
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Pagina 34
[ casino ]
Le facezie in famiglia a
proposito di quell'onorando
edificio mi avevano fatto conoscere
il nome della via in cui esso si
trovava. Lo scovai facilmente nel
quatiere più povero della città, un
quartiere operaio, di cui le
autorità municipali non avevano da
sorvegliare la moralità, dal
momento che i suoi abitanti "non
erano borghesi". Era un quartiere
di case vuote. Durante il giorno
uomini e donne lavoravano nelle
fabbriche. In una via che piegava
bruscamente trovai la casa, che
sulla strada aveva soltanto due
finestre a inferriate e una porta
massiccia, borchiata, al fondo di
un lungo muro grigio. Un'autentica
galera, se non avesse avuto il suo
lampione. Avevano appena finito di
pranzare. La vicemadama, una
spilungona, si scusò di presentarmi
soltanto tre ragazze: due erano
impegnate, due altre facevano la
siesta. Uno scipito odore di
cucina aleggiava sulla pelle delle
ragazze. Un triste agosto allo
scalogno. Tetro. La più grassa
delle tre faceva la vezzosa con una
sciarpa, sembrava una grossa merda
tremolante. Di un biondo putrido.
E manine corte che dopo il pranzo
non erano state lavate. Doveva
rimpinzarsi, quella. In quanto
alla seconda, era quel che si dice
una sognatrice, perché era
provvista di una larga mascella che
si chiudeva male. I suoi piedoni
da fantesca erano visibilmente
tormentati dalle scarpe troppo
piccole. Doveva avere i calli.
Preferivo la terza. Senza l'acqua
ossigenata che, malamente
applicata, lasciava indovinare alla
radice dei capelli un segreto
relativo, sarebbe stata castana.
Una testolina da gatta che ha
fornicato con un topo, sopra un
lungo corpo mal curato che doveva
avere il sapore della fosfatina
Fallieres, non mi lasciò
insensibile. Del resto, da un paio
d'ore ero rigido come un paiolo.
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Pagina 81
[ fessura, vertigine ]
Così piccola e così grande! È
qui che sei a tuo agio, uomo
finalmente degno del tuo nome, è
qui che ti ritrovi in proporzione
ai tuoi desideri. Questo luogo,
non temere di accostarvi il viso, e
già la tua lingua, chiaccherona,
non riesce a star ferma, questo
luogo di delizia e d'ombra, questo
"patio" di ardore, nei suoi confini
madreperlacei, che bella immagine
del pessimismo. O fessura, fessura
umida e vellutata, caro abisso di
vertigine.
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Pagina 91
[ amore, vita ]
Come si disorienta una vita!
Gli anni fuggono e lasciano l'uomo,
dopo tante peregrinazioni e
metamorfosi, assolutamente simile,
identico a sé stesso,
nell'occasione di una piccola
similitudine morale, di una
circostanza che ci porta a
ricordare. È proprio vero che si
ama una sola volta nella vita? Ho
incontrato gente che lo pensava. A
volte anch'io l'ho creduto. Adesso
respingo con veemenza questo
concetto inumano. Eppure anch'io
pongo l'amore tanto in alto. È
tutto quel che amo. È quello che
doma ogni cosa. Quello che fa
abbandonare ogni cosa al mondo, ed
è giusto che sia così.
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