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| << | < | > | >> |IndiceIntroduzione 7 Caro lettore 10 Chi ben comincia... 13 Pane e... fantasia 22 Salsette, olive, sottaceti & Co 31 Pasta, riso e dintorni 45 W la zuppa 63 Belle come il sole 75 Insolite insalate 84 Energia verde 105 Carne e (poco) pesce 155 Pausa dolce pausa 184 Indici 207 |
| << | < | > | >> |Pagina 7Se abitate in una di quelle cittadine piacevolmente sonnolente tanto amate da Slow Food, sarete probabilmente così fortunati da avere l'imbarazzo della scelta quanto a posti per la vostra pausa del mezzogiorno: trattorie, vinerie, mangerie & Co di ottima qualità. Beati voi. Questo libro non vi servirà: non compratelo.
Per moltissimi invece, soprattutto nelle grandi città, la
pausa pranzo, diritto naturale del lavoratore moderno, è
una tragedia. Questo libro allora vi servirà: compratelo.
Gran parte dell'offerta gastronomica del mezzogiorno (bar, trattorie, ristoranti...) è pessima: pastasciutte scotte, troppo condite e pesanti, miserrimi panini mollicci al prosciutto plastificato, generalmente preparati al volgere del Novecento e lasciati "in bellavista" a languire e mortificarsi (e a mortificare di conseguenza noi, quando li mangiamo), tristi "insalatone" senza capo né coda, vera accozzaglia di ingredienti di dubbia qualità. Questo mangiare è triste, pesante, poco salutare e, soprattutto, non è buono! Eppure già da qualche anno un serpeggiante movimento di carbonari ha iniziato a reagire a questo stato di cose. La pausa pranzo "fai da te" è ritornata in auge. Siamo sempre di più a prepararci a casa qualche cosa da mangiare durante la sospirata pausa: un panino con le verdure grigliate, un'insalata leggera, una frittatina con le erbe profumate. È, per dirla alla milanese, il ritorno della "schiscetta", cioè della mitica "gavetta" cara a tanta iconografia operaia e militaresca: quel contenitore di alluminio (ma ora ne esistono di molto chic in acciaio) in cui il poveraccio di turno, operaio o milite che fosse, "schisciava" (cioè schiacciava) il suo mangiare. "Schiscetta" e "schiscettare" (mangiare dalla suddetta schiscetta, verbo da me spudoratamente inventato e coniugato poi fantasiosamente) sono termini che compaiono spesso in questo libro: quindi familiarizzate con loro. Al giorno d'oggi la situazione è molto cambiata: chi "schiscia" non lo fa necessariamente per risparmiare ma, soprattutto, per non soggiacere agli obbrobri della ristorazione media del mezzogiorno. Prepararsi cose che piacciono veramente, più sane e più buone di qualunque altra offerta della ristorazione, ha anche un'innegabile connotazione emotiva: è prendersi cura di sé, volersi coccolare, rifiutarsi di essere complici di un modo di mangiare omologato e omologante. Ci vedete, noi "schiscettanti", al parco o magari seduti sulla panchina sotto l'ufficio, all'ombra di un qualche spelacchiato alberello. Abbiamo l'aria contenta e rilassata e guardiamo con incredulità i "pastasciuttari" che, entrando nel solito bar per la solita pasta scotta, si accingono ad auto-infliggersi l'ennesima delusione gastronomica.
Ma non siamo saccenti né "razzisti", garantisco - cerchiamo anzi di
propagare il verbo e di portare nuovi amici sulla nostra panchina: "sei
schiscettato oggi?" è una frase che risuona sempre più spesso per gli uffici
milanesi e,
mutatis mutandis,
in tutta Italia, mi dicono.
Un "ideario", più che un ricettario... In questo libro ho voluto raccogliere le mie ricette "da schiscetta" preferite. Da anni, infatti, io stesso giro con la mia postina a tracolla e, se l'apriste, ci potreste facilmente trovare una qualunque schiscetta: un'insalata di carote alla tunisina, delle polpette con pinoli e uvetta e magari, se decido di strafare, anche un bel pezzo di castagnaccio con le mele. Sono per la maggior parte ricette semplici e poco impegnative, idee e suggerimenti flessibili, non dogmi gastronomici. A volte si tratta solo di comprare gli ingredienti "giusti" e combinarli poi con fantasia. Sono piatti "vagabondi" e senza patria: sapori italiani si alternano a influenze straniere, giocosamente e senza prendersi troppo sul serio. Ecco dunque l'insalata di rinforzo napoletana, il guacamole messicano, gli spaghettini "cinesi" al sesamo, la frittata con la verza e la salsiccia. Tantissime verdure, qualche proposta carnivora e di pesce, una manciata di idee per panini, qualche semplicissima minestra, una buona dose di cose dolci: è una cucina leggera, gustosa, allegra, improvvisata, pensata, sana, profumata, contenta, energizzante, colorata, appassionata, curiosa. È la cucina della nuova pausa pranzo. | << | < | > | >> |Pagina 22Forse, di tutte le preparazioni che si prestano a diventare grandi schiscette, il caro, vecchio, affidabile, inaffondabile "panino" rappresenta la soluzione più veloce e versatile. Anything goes: non ci sono regole. Quindi, pane e... qualunque cosa. Nella mia top ten: pane e frittata, pane e salame, pane e cioccolata, pane, burro e acciughe e poi - the best - pane, sale e olio: laudato sii fratello pane!
Il problema però non è quasi mai il "dentro", ma il "fuori": trovare del
pane buono è un miracolo.
Note a random sul pane Per migliorare del pane mediocre, vi rimando a pag. 17. Il pane di Altamura è uno dei migliori pani d'Italia. Se siete così fortunati da trovare del vero pane di Altamura lasciatelo maturare per un paio di giorni prima di mangiarlo: perderà umidità e ne acquisterà in sapore. La michetta vera (parlo per i milanesi) è un pane difficile da fare e che deperisce in fretta (come la baguette francese): consumatela in fretta, dopo l'acquisto. Niente scelta qui: la michetta vuole, reclama, impone il salame.
Il pumpernickel tedesco (di segale e semi vari), scuro, aromatico, compatto,
è buonissimo con i formaggi, i salumi e il salmone affumicato. Si conserva per
giorni in frigorifero ed è un grande asso nella manica.
ODE AL PANE E SALAME OVVERO IL RE DEI PANINI
Ma come, vi chiederete, una ricetta per pane e salame? No, lo ammetto,
questa pagina è solo una scusa per celebrare uno dei
più grandi piaceri della vita.
I protagonisti Il pane – non un pane qualunque ma, assolutamente e rigorosamente, soltanto la michetta milanese: nessun altro pane è contemplabile. La vera michetta, oramai in via di estinzione, è croccante e dorata-scura fuori, vuota all'interno. Come ho detto poco fa, non è un pane facile da fare, soprattutto quando il tempo è umido; si deteriora in fretta e ha vita breve: da quando si è completamente raffreddata, dura solo poche ore, poi la crosta perde quella sua magica fragranza e croccantezza. Quindi ne sconsiglio l'acquisto in estate, in certe lugubri giornate novembrine e quando non potete comunque consumarla in fretta.
Il salame - anche qui, sono molto campanilistico: il salame di
Varzi dop, quello Piacentino dop, quello Brianza dop (devo
ammettere però che anche quello di Felino è eccellente). Il salame va tagliato
soltanto al momento del consumo, a fette spesse e rigorosamente con il coltello:
il salame tagliato al super con l'affettatrice è tristissimo.
Come lo preparo io Questa è una schiscetta di lusso, da dividere con un caro amis, con una bela tusa o con un bel fiö - chiedo venia ai non lombardi che dovranno cercare, o indovinare, il significato di questi termini. In una bella giornata primaverile, adocchio una panchina invitante. Ho appena comprato dal prestinè due belle michette. Da casa mi sono portato un pezzo di salame avvolto nella carta oleata, un coltello e un piccolo tagliere di legno. Mi accomodo per bene e taglio il salame a fette: ogni fetta va spellata singolarmente. C'è chi rovescia prima il budello per facilitare poi la spellatura: a me, un salame così ridotto è sempre sembrato nudo e sconveniente. I passanti, soprattutto a Milano, che va veramente di fretta, mi guardano "strano". Ignoro. Taglio le michette a metà e accomodo sulla parte piatta, quella senza la cupolina, un bel "giro" di salame. Chiudo e offro al mio fortunato ospite. Assemblo poi l'altro panino. Adesso, uno dei momenti più belli: schiaccio la michetta per poterla addentare: mi riempio puntualmente di briciole ma sono contento. Ci vorrebbe un bicchiere di rosso corposo, ma poi chi lavora più. Mi accontento dell'acqua. Si gusta, tra un morso e l'altro, ci si scambia qualche parola, ci si bea. | << | < | > | >> |Pagina 163IL POLLO FREDDO DELLA MAMMA DI SILVIASilvia è la mia amica-sorella, scelta e amata dai tempi del liceo. Io e lei siamo grandissimi maestri di scemenze verbali e buone forchette. Un giorno le chiesi se avesse una qualche ricetta stuzzicante: dopo circa un mese mi vidi arrivare questa e-mail, delirante in puro stile Silvia, il pollo marinato (lei dice "fritto" per la quantità d'olio, suppongo) di sua mamma, ottima cuoca. Come tutte le ottime cuoche, la mamma di Silvia non si cura delle quantità — ci ho pensato io. Vi passo il testo onginaie, poi io "traduco". Dopo un po' di ricerche fra ricettari, ho scoperto che si tratta di un vecchio modo di trattare le carni bianche fortemente radicato nella nostra cucina popolare, soprattutto in quella piemontese. È un piatto freddo grandioso e gustosissimo, per reagire alle arsure estive.
PS. In quel periodo stavamo valutando se fare un corso di spagnolo...
Da: Silvia A: Ste Data: 15 settembre 2005 Jo me soj acorta de avèr fotocopiado ela ricetta de los pollos frio de la mia mamita! Perçiò te lo puedo inviar immantinente anche se non me muevo da aqui! Ella se intitola "El polo frio" olè! Apronta unas marinadas con: 1 taza de ojo, 1 e 1/2 de aceite (che poi forse in spagnuelo vuol dire olio, ma tu prendila come suona, està a dir ACETO), los chiodos de garofanos, los granos de peipe, el ajio schiasciado, rosmarin, timos y alloros. I limones affettados con bucias y, por finìr, 2 carotes a fetinas y 2 cebollas, siempre a fetinas!
Taja el polo a piezis, metti en la marinadas por 12 ores circas.
Enfila en forno y cuoçilo. Fai rafredar y degustàs!
Cioè: in una pentola pesante e spessa, munita di coperchio, mettete del pollo a pezzi (io uso delle sovracosce con la pelle, che poi si butta ovviamente: 1,3 kg circa). Salatelo, massaggiando per benino il sale sulla carne. Unite poi: 2 cipolle e 2 carote a fette non troppo sottili, una costa di sedano a fettine (mia aggiunta), qualche gambo di prezzemolo (mia aggiunta), una testa d'aglio, schiacciando/ammaccando gli spicchi, 4 foglie di alloro fresche, qualche rametto di rosmarino e di timo, 2 foglie di salvia, un limone affettato, un cucchiaio di grani di pepe nero leggermente ammaccati e 2 chiodi di garofano. Emulsionate a parte 200 ml di olio e 100 ml di aceto. Versatelo sul pollo e mescolate bene, con le mani. Versateci del vino bianco secco: il pollo deve essere quasi interamente coperto dal liquido (mia aggiunta). Se potete, fatelo riposare in frigo, coperto, per tutta la notte, altrimenti procedete con la ricetta. Mettete sul fuoco e portate a bollore, coperto. Collocate ora sulla carne della carta da forno inumidita, pressando leggermente. Incoperchiate e cuocete in forno già caldo (125°) per un'ora e mezzo circa, o fino a che il pollo è tenero e si stacca dall'osso. Fatelo raffreddare nel liquido. Rimuovo quindo la pelle del pollo e gli aromi lasciando, alla bell'e meglio, carote, sedano e cipolle: acetose e unte sono buonissime. Il pollo può stare in frigo per due-tre giorni. | << | < | > | >> |Pagina 207Chi ben comincia... 13 Il mio kit di sopravvivenza ovvero della dispensa 13 Trucchi per una schiscetta eccezionale 17 Come resuscitare il pane 17 Come resuscitare le verdure 17 Come conservare l'insalata 17 Come preparare uova sode perfette 18 Come pelare i peperoni 18 La maionese 19 La vinaigrette 20 Pane e... fantasia 22 Ode al pane e salame ovvero il re dei panini 22 Ciabatta con porchetta, sedano e barbabietola 24 Baguette, asparagi e prosciutto cotto 25 Baguette, frittata e asparagi 25 L'avocado in tre panini 26 Il pan bagnà ovvero l'estate in un panino 26 Un panino a settembre 27 Un quasi pan bagnà invernale 28 Pane arabo con feta grigliata 28 Pitta con hummus, rucola e carote grattugiate 29 Pumpernickel con aringhe marinate e sesamo 29 Pumpernickel con spuma di sardine 29 Coney Island 30 Salsette, olive, sottaceti & Co. 31 [...] | << | < | > | >> |Pagina 213Acciughe Peperoni con salsa di acciughe, noci e fontina 137 Polpettone con capperi e acciughe 170 Albicocche Crema di albicocche, yogurt e finto caramello 188 Ananas Ananas, arancia, banana e frutti della passione 202 Arance Ananas, arancia, banana e frutti della passione 202 Arance e succo di mandarini (e a volte cannella) 204 Torta ebraico-spagnola di arance e mandorle 195 Vellutata di broccoli, arancia e peperoncino 67 Vellutata di carote, arancia e zenzero 68 Aringhe Aringhe marinate col limone, l'aglio e il peperoncino 180 Aringhe marinate con l'aceto, il vino bianco e la cannella 179 Pumpernickel con aringhe marinate e sesamo 29 Asparagi Asparagi e maionese 106 Baguette, asparagi e prosciutto cotto 25 Baguette, frittata e asparagi 25 Insalata brusca di asparagi con il pecorino 106 Soldatini di asparagi e speck 107 Avocado Avocado in tre panini 26 Guacamole 43 Baccalà Esqueixada de bacalao 180 Banane Ananas, arancia, banana e frutti della passione 202 Banana loaf 184 [...] | << | < | |