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| << | < | > | >> |Indice5 Il sogno di volare 59 La poetica delle ali 89 La caduta immaginaria 112 I lavori di Robert Desoille 130 Nietzsche e lo psichismo ascensionale 171 Il cielo azzurro 188 Le costellazioni 198 Le nuvole 212 La nebulosa 218 L'albero aereo 244 Il vento 260 La declamazione muta |
| << | < | > | >> |Pagina 5Il sogno di volareAi piedi ho quattro ali d'alcèdine, ne ho due per mallèolo, azzurre e verdi, che per la salsèdine curvi sanno errori dedurre. Gabriele D'Annunzio, Undulna 1 La psicanalisi classica ha spesso manipolato la conoscenza dei simboli come se i simboli fossero dei concetti. Si potrebbe addirittura affermare che i simboli della psicanalisi siano i concetti fondamentali della sua indagine. Una volta interpretato un simbolo, una volta individuato un significato 'inconscio', esso diventa un semplice strumento di analisi e non si ritiene di doverlo studiare nel suo contesto e nelle sue varietà. In questo modo, per la psicanalisi classica, il sogno di volare è diventato uno dei simboli più chiari, uno dei 'concetti esplicativi' più comuni: simboleggia, così si afferma, i desideri libidinosi. Sembra che si tratti di un segno che non inganna e pertanto porta a un'immediata stigmatizzazione delle confidenze più innocenti. Siccome il sogno di volare è particolarmente nitido e preciso, siccome confessarlo, cosa alquanto innocente, non incontra alcuna censura, nel corso dell'analisi dei sogni, sarà spesso l'espressione verbale decifrata per prima; chiarirà con un'improvvisa luce un'intera situazione onirica. Un metodo che fornisca un senso definito e definitivo a un simbolo specifico si lascia sfuggire diversi aspetti del problema, in particolare il problema dell'immaginazione, come se l'immaginazione fosse la mera assenza di un'attività affettiva persistente. La psicanalisi classica si sottrae per almeno due versi al dovere della curiosità: non rende conto del carattere estetico del sogno di volare, non rende giustizia agli sforzi di razionalizzazione che agiscono e che deformano questo sogno fondamentale. Ammettiamo pure, insieme con la psicanalisi, che la libido onirica giunga alla propria soddisfazione facendo volare il sognatore. In che modo questa impressione sorda, confusa, oscura riceverà le immagini graziose del volo? In che modo nella sua monotonia essenziale, si adornerà di pittoresco al punto da offrire racconti interminabili di viaggi alati? Rispondere a questi due quesiti, apparentemente molto puntuali, vuol dire fornire un contributo sia ad un'estetica dell'amore sia ad una razionalizzazione dei viaggi immaginari. Con il primo quesito ci si pone di fatto un nuovo punto di vista rispetto all'estetica della grazia. Questa estetica non si esaurisce con una descrizione visiva. I bergsoniani sanno bene che la traiettoria graziosamente ricurva si deve percorrere con un movimento simpatetico e intimo. In questo modo, ogni linea graziosa rivela una sorta di ipnotismo lineare: accompagna la nostra rêverie garantendole la continuità di una linea. Oltre a questa intuizione imitativa che obbedisce, esiste sempre un impulso che comanda. A colui che contempla la retta graziosa, l'immaginazione dinamica suggerisce la sostituzione più folle: sei tu, sognatore, che rappresenti la grazia in evoluzione. Senti dentro di te la forza graziosa. Prendi coscienza di essere una riserva di grazia, di essere un potere di volo. Comprendi che possiedi, dentro alla tua stessa volontà, come una giovane foglia di lavanda, delle volute involute. Con chi, per chi, contro chi sei grazioso? Il tuo volo è forse una liberazione, un rapimento? Gioisci della tua bontà e della tua forza? Della tua abilità o della tua natura? Volando la voluttà è bella. Il sogno di volare è il sogno di un seduttore che seduce. Su questo tema si assommano l'amore e le sue immagini. Approfondendolo dunque vedremo come l'amore produca immagini. Per venire a capo del secondo quesito, dovremo rivolgere la nostra attenzione alla facilità con la quale il sogno di volare viene razionalizzato. Nel corso del sogno stesso, questo volo è incessantemente commentato dall'intelligenza del sognatore; viene spiegato con i lunghi discorsi che il sognatore rivolge a se stesso. L'essere volante, nel corso del suo sogno, si dichiara inventore del proprio volo. In questo modo, viene a formarsi nell'anima del sognatore una coscienza chiara dell'uomo che vola. Meraviglioso esempio per approfondire, dentro al sogno, la costruzione logica e obiettiva delle immagini del sogno. Quando si segue un sogno così ben delineato quale quello del volo, ci si rende conto che il sogno può avere 'una certa coerenza' e un'intensità affettiva nella sua passione amorosa. Fin d'ora, ancor prima di fornire delle prove, bisogna rendersi conto che la psicanalisi non dice tutto quando insiste sul carattere libidinoso del volo onirico. Il volo onirico ha bisogno, come tutti i simboli psicologici, di più interpretazioni: un'interpretazione passionale, un'interpretazione estetizzante, un'interpretazione razionale e oggettiva.
Beninteso, le interpretazioni di carattere organico si dimostrano ancor più
inadeguate per seguire i risvolti psicologici insiti nel sogno di volare. Non
desta forse stupore il fatto che un
erudito folclorista quale è stato P. Saintyves si accontenti di
spiegazioni limitate? Secondo lui, il sogno della caduta è legato a «contrazioni
intestinali molto particolari» provate durante
la veglia «ruzzolando giù da una scala». Scrive tuttavia: «Durante la mia
adolescenza, quando mi svegliavo in mezzo a un
sogno di questo tipo (un volo meraviglioso), provavo quasi
sempre una sensazione di benessere respiratorio». Questo benessere esige
un'analisi psicologica. Occorre rifarsi a una
psicologia diretta
dell'immaginazione.
Nel corso dell'indagine sul sogno di volare, avremo un'ulteriore
prova che la psicologia dell'immaginazione non può svilupparsi attraverso
forme statiche,
deve costituirsi su forme in deformazione, insistendo sui principi dinamici
della deformazione. La psicologia dell'elemento aereo è la meno 'atomica'
fra le quattro psicologie che si occupano dell'immaginazione materiale. È
essenzialmente
vettoriale.
Ciascuna immagine aerea ha necessariamente un
avvenire,
un vettore di volo. Se esiste un sogno in grado di rivelare il carattere
vettoriale
dello psichismo, è proprio il
sogno di volare.
E non tanto per il movimento immaginato, quanto per il suo carattere sostanziale
intimo. Attraverso la sua
sostanza,
il sogno di volare, infatti, soggiace alla dialettica della leggerezza e
della pesantezza. Proprio per questo fatto, il sogno di volare contiene due
aspetti contrapposti: è al tempo stesso il volo leggero e il volo pesante.
Attorno a questi due caratteri ruotano tutte le dialettiche
della gioia e del dolore, dello slancio e della fatica, dell'attività
e della passività, della speranza e del rimpianto, del bene e del
male. Gli incidenti più diversi, che occorrono nel corso del volo, troveranno in
ogni caso dei principi di coesione. Non appena ci si concentri
sull'immaginazione materiale e sull'immaginazione dinamica, le leggi della
sostanza e del divenire psichico rivelano il loro primato rispetto alle leggi
della forma: lo psichismo che si esalta e lo psichismo che si stanca si
differenziano fra loro in un sogno apparentemente monotono come
quello di volare. Torneremo su questa dualità fondamentale
del volo onirico quando ci occuperemo delle sue varietà.
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