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| << | < | > | >> |IndiceVII Introduzione La persona come tipo ontologico di Carlo Conni I. Lo sfondo metafisico 3 1. Le persone nel mondo materiale 4 Tre domande 15 Oltre la biologia 24 Una sintesi 27 Una posizione filosofica 33 2. L'idea stessa di costituzione 36 Un esempio di costituzione 43 La via dell'essenzialismo 49 Una definizione di costituzione 57 Avere proprietà in modo derivato 71 Conclusione 73 3. La prospettiva in prima persona 74 I fenomeni della prima persona 86 Le caratteristiche della prospettiva in prima persona 94 La necessità della prospettiva in prima persona 98 Uno sguardo ad altre teorie 109 Conclusione II. La teoria della costituzione spiegata 113 4. La teoria della costituzione delle persone umane 113 Che cos'è una persona umana 126 Proprietà mentali 130 Alcune tesi sulle persone umane 137 Il mio corpo/me stesso 144 Conclusione 145 5. L'identità personale attraverso il tempo 146 Altre teorie dell'identità personale attraverso il tempo 162 La teoria della costituzione dell'identità personale attraverso il tempo 174 Il trasferimento corporeo è impossibile? 179 Conclusione 181 6. L'importanza di essere una persona 183 Agenzia morale 194 Agenzia razionale 195 Alcune capacità cognitive e pratiche 198 Unità di coscienza 201 Conclusione III. La teoria della costituzione difesa 205 7. La coerenza dell'idea di costituzione materiale 208 Costituzione e incoerenza 219 Costituzione e mereologia 227 Costituzione e sopravvenienza 231 Conclusione 233 8. La coerenza della teoria della costituzione delle persone umane 233 La costituzione non è mera coincidenza 241 Il problema dei "quanti sono" e l'incoerenza linguistica 249 Esiste un "problema del feto"? 254 Un controesempio in offerta 259 Conclusione 260 9. A favore della teoria della costituzione 260 Sì, materialismo 264 Il dualismo e i suoi desiderata 267 Prendere le persone sul serio 271 Concorrenti materialistici 279 Conclusione 283 Indice analitico |
| << | < | > | >> |Pagina 31. Le persone nel mondo materiale«Ma che cosa, dunque, sono io?» si chiede, com'è noto, Descartes nelle Meditazioni. Prefigurando così lo scenario filosofico dei cinque secoli successivi, Descartes dà una risposta altrettanto famosa: «Una cosa che pensa. E che cos'è una cosa che pensa? Una cosa che dubita, che concepisce, che afferma, che nega, che vuole, che non vuole, che immagina anche, e che sente». Ma che tipo di cosa è una cosa che pensa? La risposta di Descartes, secondo il quale una cosa pensante è una mente immateriale, ha tuttavia perso fondamento lungo i secoli. Oggi i materialisti neocartesiani ritengono che la cosa pensante debba essere il cervello e procedono cercando di determinare il modo in cui particolari stati neurali possono corrispondere a stati mentali coinvolti nel pensare (come le credenze, i desideri e le intenzioni). Ma il pensante — la cosa che pensa, che ha una vita interiore — non è né una mente immateriale né un cervello materiale: è la persona. Il mio cervello è l'organo mediante il quale io penso, ma io, una persona inserita in un mondo materiale, sono il pensante. Così, laddove i cartesiani tradizionali vedono un problema mente/corpo e i neocartesiani un problema stati mentali/stati cerebrali, io vedo un problema persona/corpo. Che cos'è una persona umana e qual è la relazione fra una persona e il suo corpo? Questo è il problema che indagheremo. Secondo la soluzione che avanzerò, una persona umana è costituita da un corpo umano, ma una persona umana non è identica al corpo dal quale è costituita. Nonostante non sia l'unica filosofa contemporanea a ritenere che le persone siano costituite da corpi, con i quali tuttavia non sono identiche, mi approprierò per motivi di convenienza della definizione "teoria della costituzione" e la userò per spiegare il rapporto fra le persone e i corpi. Lo scopo della teoria della costituzione è mostrare che cosa distingua le persone da tutte le altre entità e come possiamo essere a pieno titolo delle entità materiali senza essere identici ai nostri corpi.
La teoria della costituzione sostiene che qualcosa è una persona
in virtù del fatto di avere una capacità che chiamerò "prospettiva
in prima persona". Qualcosa è una persona umana se è una persona costituita da
un corpo, il quale, a sua volta, è un organismo di
un determinato tipo, cioè un animale umano. Secondo la teoria
della costituzione, la mente non è ciò che distingue le persone dalle altre
cose. Il fatto di avere stati mentali coscienti non stabilisce
confini fra persone e non persone. Molti mammiferi hanno stati
mentali di credenza o desideri, molti hanno stati coscienti. Ciò che
segna la differenza fra la persona e ogni altra cosa nel mondo è il
fatto che le persone dispongono di una proprietà mentale complessa: una
prospettiva in prima persona che permette loro di concepire gli stati mentali e
il corpo come i propri. Noi persone umane siamo animali in quanto siamo
costituite da animali, tuttavia, avendo una prospettiva in prima persona non
siamo "solo animali", siamo persone.
Tre domande Il mio tentativo di risolvere il problema persona/corpo offrirà delle risposte a tre interrogativi: (1) Che cosa sono io fondamentalmente? (2) Che cos'è una persona?
(3) Che tipo di relazione sussiste fra le persone umane e i loro corpi?
Il primo interrogativo è il "Che cosa sono io?" di Descartes. Si tratta di una questione ontologica. Qualsiasi risposta a questa domanda ha implicazioni sulle condizioni sotto le quali io esisto e persisto attraverso il tempo (seguendo Descartes, invito ogni lettore a provare a pensare a se stesso in prima persona). Tradizionalmente, sembrano esserci state due principali risposte alternative alla questione "Che cosa sono io?": una risposta immaterialistica, in linea con Descartes, secondo la quale ciò che io sono fondamentalmente è una mente immateriale, una sostanza indipendente connessa a un corpo; e una risposta materialistica, in linea con Aristotele, secondo la quale quello che io fondamentalmente sono è un animale materiale. Sebbene l'immaterialismo e ciò che chiamerò "animalismo" non esauriscano le alternative ontologiche via via proposte, sono comunque due dei principali punti di vista ai quali contrapporrò una visione alternativa. Si può pensare che Tommaso d'Aquino abbia offerto una terza alternativa. Seguendo Aristotele, Tommaso sostenne che l'anima è la forma del corpo (di un animale); ma, allontanandosi da Aristotele, affermò anche che è immateriale, alla morte si separa dal corpo ed esiste fuori dal corpo fino a quando si riunisce con esso nel momento della Resurrezione finale. Nonostante Tommaso non abbia identificato se stesso (o qualsiasi altra persona umana) con un'anima, il fatto di pensare che l'anima sia in grado di esistere indipendentemente da qualsiasi corpo lo colloca fra gli immaterialisti. Immaterialismo, animalismo e la mia teoria della costituzione offrono risposte ontologiche in competizione alla questione "Che cosa sono io?". Si tratta di risposte ontologiche in quanto ogni rivale cerca di stabilire che cosa io sono (e voi siete) fondamentalmente e di fornire quelle condizioni sotto le quali io (e voi) continuiamo a esistere. Ad esempio, se l'immaterialismo è corretto, ciò che io sono fondamentalmente è un'anima immateriale o una mente, e io continuo a esistere fino a quando una particolare anima o mente immateriale esiste. Se l'animalismo è corretto, allora ciò che io sono fondamentalmente è un organismo, e io cesserei di esistere se quel particolare organismo cessasse di esistere. Se la teoria della costituzione è corretta, allora ciò che io sono fondamentalmente è una persona, un essere con una prospettiva in prima persona, e io cesserei di esistere nel momento in cui questa prospettiva in prima persona non fosse più esemplificata. Secondo la teoria della costituzione, in quanto persona umana io sono costituita da un corpo umano, ma ciononostante la continuità della mia esistenza dipende dalla continuità della mia prospettiva in prima persona. | << | < | > | >> |Pagina 14Ho cominciato questa sezione ponendo tre interrogativi ai quali intendo rispondere nei prossimi capitoli. Un'ulteriore importante questione che finora non è stata citata è la seguente: "Qual è la relazione fra la mente e il cervello?". Trattandosi di una questione che negli ultimi decenni ha occupato molti filosofi, penso di dover spiegare per quali ragioni finora io abbia detto così poco in merito a tale problema. Non ho discusso della relazione fra la mente e il cervello perché dubito che esista una singola relazione da studiare (come la relazione d'identità o di costituzione). Credo, invece, che il problema delle relazioni (probabilmente numerose) tra gli stati cerebrali e gli stati mentali sia una questione empirica che deve essere indagata una parte alla volta dai neuroscienziati. Il cervello è implicato in tutti gli aspetti della vita umana, ma descrivere esattamente in che modo lo è va ben oltre gli obiettivi della filosofia. Dopo aver riconosciuto sia l'importanza del cervello per la vita mentale che la nostra ignoranza dei dettagli circa le relazioni fra particolari stati cerebrali e particolari stati mentali (come, ad esempio, l'impressione che John ha di essere stato trattato in un modo non corretto dal suo principale, oppure la gelosia di Jack per il nuovo impiegato), mi ritengo soddisfatta di poter affermare che il cervello supporta gli stati mentali senza tuttavia azzardare altri dettagli. Invece di chiedermi: "Come fa la mente a adattarsi al mondo materiale?", mi chiederò: "Come fanno le persone a adattarsi al mondo materiale?", e riterrò sufficiente rispondere alle tre domande poste all'inizio del capitolo, limitandomi a porre a parte alcune questioni sulle relazioni fra stati cerebrali e stati mentali. La mia risposta, che intendo articolare in modo più approfondito, è che le persone sono costituite da corpi.Oltre la biologia Le persone sono animali umani, organismi con una lunga storia evolutiva. Per quanto simili sotto diversi aspetti ad altre specie siamo innegabilmente unici. Non siamo solamente il prodotto dell'evoluzione, ma, nel bene e nel male, abbiamo anche scoperto l'evoluzione e siamo capaci di intervenire nel processo evolutivo. Possiamo donare mammiferi, proteggere specie minacciate, disporre di cure mediche, fermare epidemie, produrre farmaci, utilizzare metodi di controllo delle nascite, impegnarci nell'ingegneria genetica e così via. E solo la specie umana possiede la filosofia, la scienza, l'arte e l'architettura o la capacità di trascrivere e immagazzinare eventi storici. Tuttavia, proprio sotto l'influenza di ciò che può essere chiamato "darwinismo metafisico" (opposto, per così dire, al darwinismo scientifico), sembra non essere corretto autoconferirsi qualche status speciale. | << | < | > | >> |Pagina 21Per quanto concerne la questione se siamo identici agli animali, ci sono almeno tre alternative che oggi sembrano plausibili (ometto la possibilità logica che non siamo affatto animali). Se alla domanda "Non siamo nient'altro che animali?" rispondiamo affermativamente:(a) possiamo pensare che non siamo nient'altro che animali e insieme negare il significato di dati come i seguenti: siamo i soli fra gli animali ad avere la capacità di modificare i propri scopi, di correggere e criticare ciò che facciamo, di ritenerci reciprocamente responsabili per quello che facciamo. Siamo i soli agenti morali (e la lista potrebbe proseguire), oppure: (b) possiamo pensare che non siamo nient'altro che animali, ma ritenere che sussista un gap tra organismi umani (quelli che sono, ad esempio, capaci di moditicare i propri scopi) e organismi non umani. Se rispondiamo negativamente: (c) possiamo pensare che il regno animale sia unificato distinguendo tra persone e organismi umani senza, tuttavia, negare la natura animale delle persone umane. L'opzione (a) è inaccettabile perché nega l'evidente discontinuità tra noi – con la cultura, i governi, le guerre, l'arte, la scienza, la religione e la tecnologia che ci sono propri – e gli animali non umani. Anche l'opzione (b) è inaccettabile perché, sebbene ammetta questa discontinuità fra noi e gli animali non umani, la colloca all'interno del dominio della biologia. Questo significa che gli animali umani non sono biologicamente continui con gli animali non umani, mentre, da un punto di vista biologico, gli animali umani (a prescindere dalla loro prospettiva in prima persona) sono biologicamente continui con gli animali non umani. L'opzione (b) sembra dunque stabilire un gap ingiustificato all'interno del regno animale. L'opzione (c), nella quale rientra la teoria della costituzione, è la sola che rimane. Essa lascia il dominio della biologia unificato. Tutti gli organismi, inclusi quelli che ci costituiscono, rientrano nel dominio della biologia. È anche possibile che ci sia una spiegazione biologica dello sviluppo di una prospettiva in prima persona, ma, indipendentemente dal fatto che esista o meno una simile spiegazione, per la teoria della costituzione la differenza tra una persona umana e un organismo privo di una prospettiva in prima persona è una questione di differenza ontologica. La validità della teoria della costituzione non dipende, quindi, dal fatto che questa differenza ontologica sia il riflesso di una differenza biologica. Mi aspetto, dunque, che biologi e biochimici ci informino adeguatamente sulla vita organica come, ad esempio, sulla formazione di aminoacidi e proteine, la replicazione delle cellule, l'ereditarietà di determinati tratti e così via, ma oltre alla vita considerata a questo livello, esiste una vita personale, la vita che costituisce la nostra biografia. La nostre vite personali sono rese possibili dalle nostre vite organiche, ma non sono né esaurite né adeguatamente spiegate dai fatti su cui lavorano i biologi professionisti. Pensare che le nostre vite personali, con gli eventi che ne costituiscono le biografie (incluse ma non limitate alla storia fisiologica) non possano venire spiegate o descritte in termini solamente biologici è del tutto compatibile con l'ipotesi che avere una vita personale sia il risultato della selezione naturale. Supporre che qualsiasi prodotto della selezione naturale debba essere compreso solo in termini biologici ci porta a commettere quella che viene denominata "fallacia genetica": la fallacia di assumere che ciò da cui proveniamo determini ciò che siamo. Personalmente, capire ciò che siamo mi interessa molto di più che sapere da dove veniamo e credo che, fondamentalmente, siamo persone. Ciò che chiamo "vita personale di una persona" comprende anche la sua vita organica. Non ci sono vite differenti ma una sola vita personale integrata. Il rapporto fra una lesione a un organo e la conseguente paura di una lunga convalescenza è una connessione causale all' interno di una vita personale. (La distinzione che sto tracciando tra la vita personale e la vita organica non ha niente a che fare con la distinzione fra mente e corpo o fra stati psicologi e stati fisici.) Quando un organismo costituisce una persona, una vita organica si incorpora in una vita personale. Una persona umana possiede una singola vita con un aspetto organico (consistente nelle attività degli organi e delle loro cellule). | << | < | > | >> |Pagina 24Una sintesiLa mia spiegazione delle persone umane è composta da due elementi: l'idea di costituzione e l'idea di una prospettiva in prima persona. Queste due idee verranno illustrate dettagliatamente per poter rispondere alle tre questioni che ho posto in precedenza: (1) Che cosa sono io fondamentalmente? (2) Che cos'è una persona? (3) Qual è la relazione fra le persone umane e i loro corpi? La risposta che verrà fornita a ognuno di questi interrogativi ci permetterà di rispondere alla seguente questione: Io sono fondamentalmente una persona. –> Una persona, umana o non umana, è un essere dotato della capacità di una prospettiva in prima persona. —>
Una persona umana è una persona interamente costituita da un corpo
che è un organismo umano, un animale della specie
Homo sapiens.
Una persona umana è quindi un essere che (i) ha la capacità di una prospettiva in prima persona e (ii) è costituito da un organismo umano. Lo scopo di questo libro è offrire un'approfondita presentazione di questa ipotesi nei termini di una prospettiva sulla persona umana coerente e superiore a quelle rivali. Come vedremo nel capitolo 2, la costituzione intesa come relazione fra una persona umana e il suo corpo, non è ristretta solo alle persone e ai corpi. La costituzione è una relazione pervasiva che possiamo rintracciare ovunque. L'idea generale di costituzione è la seguente. Quando diverse cose si trovano in determinate circostanze, nuove cose – nuovi tipi di cose dotati di nuovi tipi di potere causale – iniziano a esistere. Quando un pezzo di tessuto si trova in determinate circostanze, una nuova cosa (una bandiera) inizia a esistere. Le bandiere hanno un tipo di potere causale diverso da quello di un pezzo di stoffa. Una bandiera, proprio in quanto bandiera e non semplicemente un pezzo di stoffa, può suscitare reazioni di avversione o di commozione. La costituzione è una relazione rintracciabile ovunque. Pezzi di carta costituiscono denaro e cartamoneta, pezzi di stoffa costituiscono bandiere, blocchi di bronzo costituiscono statue. La costituzione, però, non si applica solo agli artefatti e ai simboli ma anche a oggetti naturali come il caso in cui filamenti di DNA costituiscono dei geni. (Alcuni filosofi sostengono che particolari stati cerebrali costituiscono credenze. Non condivido tale affermazione anche se devo riconoscere che l'idea di costituzione si presta a fornire sostegno a questa ipotesi.) Il fatto di ricorrere all'idea di costituzione al fine di comprendere le persone umane non è da addurre, quindi, in modo particolare, a queste ultime. Tuttavia, considerazioni sulla natura generale della costituzione possono condurci lontano dalla comprensione della relazione fra corpi e persone. La relazione persona/corpo differisce da tutte le altre relazioni di costituzione in quanto le persone possiedono un aspetto interiore: possono cioè valutare, riflettere su se stesse in quanto se stesse, cosa che una statua o altri oggetti non personali non possono fare. L'aspetto interiore è quella caratteristica che definisce le persone, quel fondamento che, come vedremo nel capitolo 3, costituisce la prospettiva in prima persona. Grazie a questa prospettiva non solo si può pensare al proprio corpo in modo personale (tipicamente, in italiano, con i pronomi "io", "me", "mio"), ma anche disporre di una nozione di se stessi come se stessi. Una persona non solo ha una prospettiva ma possiede anche una concezione di se stessa come quell'essere che è la sorgente di una simile prospettiva. Molti animali non umani hanno delle prospettive (determinate forse dalla posizione dei loro organi di senso, ad esempio gli occhi in quanto sorgenti del loro campo visivo), ma solo le persone hanno una concezione di se stesse come aventi una tale prospettiva. Solo le persone hanno una concezione di se stesse da un punto di vista in prima persona. In breve, lo scopo di questo libro è approntare una spiegazione delle persone umane che, pur riconoscendo la loro natura animale, al tempo stesso indaghi quelle componenti che ci rendono così speciali. La prospettiva in prima persona – in qualunque modo essa si determini, per selezione naturale, per cause accidentali o altro – determina il sussistere di una differenza tipologica tra esseri che la possiedono ed esseri che ne sono privi. Questo libro è appunto un tentativo di sviluppare tale concezione in modo articolato. Vorrei evitare l'immaterialismo di chi pensa che una mente immateriale, un'anima, sia necessaria per spiegare la nostra natura così speciale. D'altro canto, vorrei evitare il riduzionismo di chi pensa che le persone in realtà non facciano parte delle tipologie fondamentali di cose che attualmente esistono, o che ogni cosa che esiste, incluse le persone, debba essere adeguatamente compresa in termini sub-personali. Si tratta dunque di navigare tra l'immaterialismo e l'animalismo come tra Scilla e Cariddi. Questa concezione della persona umana è in senso ampio "naturalistica". Non invoca né presuppone l'esistenza di anime immateriali o di esseri soprannaturali. La capacità di avere una prospettiva in prima persona è verosimilmente solo un prodotto della selezione naturale come l'abilità nel parlare una lingua. Questa concezione è compatibile con il materialismo per quello che concerne l'ordine naturale, e se questo ordine è effettivamente tutto ciò che esiste, allora è una concezione della persona umana compatibile tout court con il materialismo. Inizierò con tre assunzioni di base. Primo, questo mondo è interamente un mondo materiale, quindi le persone umane sono esseri materiali. Secondo, gli esseri materiali perdurano attraverso il tempo, essi non sono semplicemente somme di parti temporali. Terzo, l'identità deve essere concepita come identità stretta: se x e y possono differire in una proprietà, allora x non è identico a y. A tutti coloro che rigettano almeno una di tali assunzioni di base, vorrei suggerire di provare a considerare questo libro un tentativo di accertare quanti problemi potrebbero essere risolti riguardo alle persone proprio sulla base di queste assunzioni fondamentali. | << | < | > | >> |Pagina 30La mia posizione filosofica generale è un pluralismo ontologico. Ci sono molti, molti tipi di cose. La base di questo pluralismo è un materialismo ampio. Nulla nel mondo materiale è costituito da materia non-fisica, qualsiasi cosa possa essere. Si tolgano gli atomi fisici e si toglierà ogni cosa dell'ordine naturale. Ma dopo aver fatto questa affermazione intendo andare oltre. Dal mio punto di vista, infatti, gli atomi fisici hanno un significato ontologico minore rispetto ai molteplici tipi di cose che gli stessi atomi costituiscono. Se supponiamo che la portata di significato ontologico più grande spetti al potere causale di una cosa, allora una cosa costituita è ontologicamente più significativa di ciò che la costituisce. Se x costituisce y, allora y possiede tutto il potere causale di x più qualche nuovo tipo di potere causale proprio di y. Parlando metaforicamente, una cosa costituita circoscrive e oltrepassa ciò che la costituisce.La mia motivazione a questa indagine è duplice. Primo, intendo prendere seriamente l'apparente diversità delle cose che ci circondano. Le persone sono un tipo di cose, i corpi umani ne sono un altro. Le statue rappresentano ancora un altro tipo di cose, i blocchi di pietra un altro ancora e così via. Mentre gli approcci riduttivi tendono ad appiattire la realtà a un singolo tipo di portatore di proprietà (particelle fondamentali), io intendo fare giustizia della quasi infinita varietà di cose che possono essere trovate nel mondo. Se ho ragione, allora, da un lato ogni individuo particolare nel mondo naturale è completamente costituito da uno o più aggregati di particelle materiali senza tuttavia essere identico a questi aggregati che lo costituiscono. Dall'altro lato, gli oggetti a noi familiari della vita di ogni giorno (costituiti da aggregati di particelle) sono portatori di tipi di proprietà diverse dalle proprietà riconosciute dalla fisica. Come vedremo, la visione delle persone umane che difendo – non-riduttiva ma materialistica – è conforme a questa immagine generale. La seconda parte della mia motivazione sorge dall'analisi della relazione fra persone e corpi. Le proposte che sono state avanzate per questa relazione mi sembrano tutte insoddisfacenti, come ad esempio le seguenti: (a) sono necessariamente identico al mio corpo poiché, metafisicamente, non potrei esistere separatamente da esso; (b) sono contingentemente identico al mio corpo, anche se, metafisicamente, posso esistere separatamente da esso (di fatto, però, non esisto né mai esisterò separatamente da esso); (c) sono distinto dal mio corpo, cioè, sono un essere immateriale o una combinazione di un corpo materiale con una mente immateriale. Per quanto concerne (a), la sua versione più plausibile è l'animalismo, che ho iniziato a criticare in questo capitolo e continuerò a farlo nei capitoli 5 e 9. Quanto a (b), ho argomentato altrove contro la coerenza dell'ipotesi dell'identità contingente, ovvero l'idea che x e y, sebbene di fatto identici, potrebbero non essere stati identici. Mentre riguardo a (c) mostrerò nei capitoli 5 e 9 come la teoria della costituzione riesca a salvare molto di ciò a cui tengono gli immaterialisti senza tuttavia dover trovare a elementi immateriali un posto nel mondo naturale. Spero, comunque, nello sviluppo e maggiore articolazione della teoria della costituzione, di poter fornire un'alternativa convincente a queste tre ipotesi.
In ciò che segue, articolerò in dettaglio le nozioni generali sulla
base delle quali è costruita la teoria della costituzione delle persone
umane, specificamente: la costituzione (capitolo 2) e la prospettiva
in prima persona (capitolo 3). Questi capitoli sono abbastanza tecnici,
specialmente il capitolo 2: chiunque si ritenga soddisfatto di
una comprensione più intuitiva di queste idee può sorvolare senza
timore questi capitoli, anche se le idee di base di
costituzione-senza-identità e di prospettiva in prima persona sono di interesse
generale e hanno una notevole rilevanza anche al di fuori dell'uso che ne
viene fatto dalla teoria della costituzione. Sulla base di queste nozioni, nel
capitolo 4 presenterò la teoria della costituzione delle persone umane. Il
capitolo successivo discuterà l'assillante questione
dell'identità personale attraverso il tempo all'interno di un confronto fra la
teoria della costituzione e altre teorie. Il capitolo 6 indagherà i modi in cui
le persone differiscono dalle non persone allo
scopo di sostenere l'ipotesi che le persone umane non sono soltanto animali. Le
restanti parti del libro approfondiranno il problema
del rapporto fra la persona e il corpo mediante un'estesa difesa da
alcune obiezioni alle idee fondamentali di costituzione-senza-identità
(capitolo 7) e alla teoria della costituzione delle persone umane (capitolo 8).
L'ultimo capitolo cerchera di illustrare la superiorità
della teoria della costituzione sulle teorie rivali.
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