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| << | < | > | >> |Pagina 79| << | < | > | >> |Pagina 5Bisogna ammettere che il termine Elasmotherium non possiede un suono in grado di evocare un mondo di fantasia; così è stato battezzato un grosso erbivoro estinto intorno a 350.000 anni fa, simile a un rinoceronte ma in grado di galoppare come un cavallo grazie a lunghe gambe "equine". Eppure quella creatura preistorica potrebbe aver generato il mito dell'essere a cui i latini hanno attribuito il nome molto più aggraziato di "unicorno". Nel 2016, infatti, nel sito di Kozhamzkarm, in Kazakistan, è stato rinvenuto un cranio di elasmoterio che risaliva "appena" a 29.000 anni fa, quando l' Homo Sapiens esisteva ormai da tempo e poteva averlo incontrato, per poi tramandarne un ricordo destinato a deformarsi nel corso dei millenni. Per Plinio il Vecchio l'unicorno aveva la testa di cervo, i piedi di elefante, la coda di cinghiale e la forma di un equino, ed era un animale molto pericoloso, come probabilmente il suo predecessore preistorico. Soltanto nel medioevo l'Unicorno si è guadagnato il suo aspetto definitivo, quello di un cavallo bianco piccolo ma maestoso, dotato di un appuntito alicorno, un corno spiraliforme simile a un dente di narvalo. Costituiva un perfetto incrocio tra qualcosa di esistente e noto a tutti - il cavallo - e qualcosa proveniente dal mondo della fantasia - l'alicorno; una sorta di trait-d'union tra queste due dimensioni considerato simbolo di coraggio, di generosità, di vittoria e di purezza, al punto che soltanto una vergine era in grado di avvicinarlo. Per queste sue virtù è stato spesso effigiato nell'iconografia araldica e compare tra l'altro negli stemmi dell'Inghilterra, del Canada, della Lituania, degli Estensi, dei Borromeo e di contrade e rioni di Siena e Ferrara. Molti lo hanno cercato per impadronirsi del suo corno, che la tradizione vuole in grado di guarire da ogni veleno, ma nessuno è mai riuscito a vederlo, se non personaggi di fantasia, dalle protagoniste dei dipinti di Raffaello e Luca Longhi ad Harry Potter, a Paperino (nel memorabile "Sentiero dell'Unicorno" di Carl Barks), a Martin Mystère, di cui sono da anni l'umile biografo, ai personaggi dei cartoni di My Little Pony. Paolo Barbieri, maestro internazionale dell'illustrazione fantastica, ha portato avanti questa lunga e impegnativa tradizione realizzando le evocative immagini che vi apprestate ad ammirare. Ai draghi, agli elfi, alle molte magiche creature - gatti compresi - che popolano il mondo incantato delle sue illustrazioni, si sono aggiunti gli unicorni, che volano talvolta leggeri, talvolta possenti, talvolta inquietanti e paiono pronti a uscire dalle pagine del volume per raggiungere il nostro mondo materiale e prendere il posto del prosaico elasmoterio. A tutti auguro una buona e incantata visione. | << | < | > | >> |Pagina 18| << | < | > | >> |Pagina 42| << | < | > | >> |Pagina 50| << | < | > | >> |Pagina 70| << | < | > | >> |Pagina 75Unicorno, Liocorno, Alicorno, Monocero: sono alcuni dei tanti nomi che identificano uno dei più famosi animali leggendari di sempre. L'origine dell'unicorno si colloca agli albori della storia con quella che è ritenuta una delle culture più antiche del pianeta, originatasi millenni fa nella valle del fiume Indo, fino a far sconfinare questa leggenda negli antichi miti della Cina. Nelle varie epoche, la magia dell'Unicorno si è rafforzata grazie a simbolismi e allegorie che lo hanno via via trasformato da animale iracondo a essere puro che poteva essere "domato" solo da una fanciulla vergine. Nel susseguirsi dei secoli, sono state organizzate delle vere e proprie spedizioni per riuscire a scovare questo essere leggendario e i ritrovamenti "misteriosi" dei denti del Narvalo, così simili alle descrizioni del corno tortile, non fecero altro che rafforzare l'aura magica che andava a permeare questa creatura.
Anche nella storia dell'arte, troviamo parecchi esempi che dimostrano la fascinazione
che questo animale ha esercitato su molti artisti; basta ricordare La Donzella con
Unicorno di Leonardo da Vinci, La Dama con Liocorno attribuita a Raffaello, La Vergine
con Unicorno del Domenichino e tante altre rappresentazioni visibili in arazzi,
incisioni e antiche carte da gioco.
In questo libro, io ho cercato di discostarmi da quelle che sarebbero potute essere citazioni "enciclopediche" dei vari contesti storici in cui l'Unicorno è stato mitizzato, cercando piuttosto di avvicinarmi a una visione fantasy che sconfinasse nel miraggio, in cui una forma magica potesse essere scambiata per un'altra più reale. In un certo senso, mi sono immaginato che gli Unicorni stendessero una sorta di velo sulla loro reale natura, per poter mimetizzarsi agli sguardi curiosi e bramosi degli esseri umani. Ed è proprio grazie a questo libro che io ho cercato di vedere oltre quel velo magico per portare ai vostri occhi quella che, chissà, potrebbe essere una delle tante nature di questi animali leggendari. E così ecco che, se guardate bene, quello "Non è un fiore" ma un Unicorno.
Quel Lampione "Non è un Lampione", quella Sirena "Non è una Sirena", quella
Farfalla "Non è una Farfalla" e quel Pavone "Non è un Pavone".
In fondo, anche la matita con cui ho creato le basi per i bozzetti e i disegni di questo
libro forse non è una matita, ma una chiave speciale per il portale che apre alle mie
Fantasy Visions.
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