Copertina
Autore Giulia Renata Maria Bellentani
CoautoreFrancesco Paolo Campione
Titolo Vastu
SottotitoloL'arte indiana dell'abitare
EdizioneApogeo, Milano, 2006, Urra , pag. 192, ill., cop.ril., dim. 21x26,3x1,6 cm , Isbn 978-88-503-2356-2
PrefazioneMarilia Albanese
LettoreSara Allodi, 2007
Classe paesi: India , architettura , religione
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Indice

Prefazione                            9

1. Origini                           13

Le prime tracce nella storia         13
La sapienza rivelata                 14
I testi hindu e buddhisti            17
I trattati del vàstu                 21

2. Persone e divinità                31

Il committente                       31
I professionisti del costruire       32
L'origine dell'architetto            38

3. Scelta e acquisizione             45

La scelta del sito                   45
Le qualità del terreno               48
L'acquisizione del sito              51

4. Misure e canoni                   55

Orientare, stabilire e limitare      55
Misurare                             58
Rapportare                           64
Ciò che resta, vàstu                 69

5. Il genio e i mandala              71

Diagramma                            71
Le presenze                          79
Il genio del vàstu                   88

6. Edificare in armonia              99

La dimora                            99
Abitare in equilibrio               100
Le forme                            109

7. Materiali                        121

Essenza e materia                   121
Il mattone                          124
Il legno                            127
La pietra                           130
Malta e intonaco                    135
Il suono                            136

8. Scultura                         139

L'arte come yoga                    139
L'architettura come scultura        142
Impilare il mondo                   144
La scultura come architettura       146

9. Auspici e commiati               151

La ritualità nell'edificare         151
Le fondazioni                       157
Conclusioni e nuovi inizi           165


Appendici                           171

Cartina dei luoghi dell'India       173
Cartina dei luoghi del
    Sud-Est Asiatico                175
Glossario                           177
Note per la pronuncia
    dei termini sanscriti           188
Fotografie                          188
Bibliografia                        189


 

 

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Pagina 55

4. MISURE E CANONI


            Se la misura della dimora è perfetta in ogni aspetto,
            allora ci sarà perfezione nell'universo.

            Mayamata XXII, 92



ORIENTARE, STABILIRE E LIMITARE

Il luogo è stato scelto e purificato. Lo si è liberato dai precedenti legami.

Il passaggio successivo è renderlo saldo, stabile e sicuro, adatto al costruire e all'abitare. Per fare questo si disegna sul terreno un quadrato orientato nelle direzioni cardinali, secondo la pratica denominata dinnirnaya, o pràcisàdhana, che contiene in sé, nei vari passaggi per ottenere il quadrato, la narrazione della cosmogonia secondo le filosofie dell'India.


Dal cerchio al quadrato

Pràcisàdhana "fissa la terra", la trae dall'ignoto, delimitandola, e gli dà stabilità; tale mutamento di stato è esemplificato dalla trasformazione del mutevole cerchio nell'adamantino quadrato. Il cerchio è mutabile e dinamico, immagine del flusso incessante.

Il quadrato è stabile e permanente, è immagine della perfezione celeste. "Fissare la terra" significa portarla dalla condizione d'instabilità alla stabilità.


«Prima di essere fissata la madre Terra era chiamata la "sempre vagante"» (Atharvaveda V, 2, 6); in seguito diviene colei che è definita dai quattro angoli (catussrakti; Satapatha Brhàmana VI 1-2, 29) o quattro punti (caturbhrsti; Rgveda X, 58).


Ciò che è caotico e senza forma fissa viene riordinato, gli viene dato un luogo. un tempo, una forma. In questa trasformazione il sito acquisisce non solo stabilità, ma anche identità: viene tratto dall'ignoto, dall'informe, sconosciuto e senza orizzonti noti, per divenire definito, determinato e limitato.

Il rituale equivale alla creazione del cosmo dal caos, riproduce il modo in cui le forme del fenomenico giungono all'esistenza, è mimesi del processo di manifestazione del mondo. Contemporaneamente, segna anche il percorso di ritorno verso l'annullamento delle singolarità nella perfezione dell'assoluto. Con pràcisadhana si dà al luogo un'esistenza definita e, stabilita questa esistenza, la si porta all'ordine dell'Assoluto. Nella serie di passaggi necessari per delimitare il luogo, tracciandovi un quadrato orientato, tempo e spazio non solo vengono coordinati, traendoli dall'instabile, ma il loro movimento viene anche cristallizzato nella forma perfetta, stabile, del mandala quadrato che contiene e risolve in sé tutte le antinomie cosmiche.

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Pagina 69

CIÒ CHE RESTA, VASTU

La grande attenzione data alla rimanenza dell'operazione, alla quantità di spazio non omogeneamente distribuita non è un semplice capriccio matematico, ma espressione di una peculiare riflessione sul significato stesso dell'abitare, insita nel termine vàstu.

Derivato da vas, "abitare, risiedere", vàstu nomina il luogo ove si risiede; ma vàstu è anche il residuo, ciò che avanza dopo una divisione o che rimane dopo un sacrificio. Perché è il resto, l'imperfezione, la rimanenza, cioè che non è stato riordinato e riassorbito nel divino, è la dimensione in cui l'uomo abita e in cui tutte le cose sussistono.

Nello stato di perfezione assoluta non c'è alcuna esistenza. Se tutto coincidesse, la vita sarebbe riassorbita nell'infinito che è oltre la manifestazione. Se non ci fosse il residuo, se tutto fosse perfetto, tutto ritornerebbe all'Assoluto e nulla esisterebbe in questa màyà, cioè in questo illusorio mondo misurabile in cui noi uomini conduciamo le nostre vite, via via purificandoci, via via rendendo più sottile il nostro vàstu, il nostro "residuo", fino ad annullarlo, affrancandoci quindi dall'esistere terreno per ritornare all'unione con la sorgente prima.


«Nome e forma sono nel residuo. Il mondo è nel residuo. Indra e Agni sono nel residuo. L'universo è nel residuo. Il cielo, la terra e tutta l'esistenza sono nel residuo» (Atharvaveda XI, 1-2).

È il residuo ciò che contiene l'intera esistenza.

È il residuo, ciò che resta, che permette all'esistenza di perpetrarsi; esso è il germe degli avvenimenti e delle cose future; il valore residuo di oggi condiziona gli avvenimenti di domani, per questo motivo nelle formule matematiche dell'architettura (le ayadisadvàrga) viene preso in considerazione solo il resto, il vàstu: esso è la "realtà concreta" e il movente del destino.


Il legame fra vàstu ed esistenza è tale che il termine vastu, a esso strettamente collegato, significa proprio "cosa realmente esistente", "sostanza, oggetto reale", è l'esistente nella nostra dimensione quotidiana, ciò che esiste materialmente nella nostra realtà. Vastu è ciò che esiste nel vàstu grazie al vàstu, ovvero grazie a quella imperfezione, quella rimanenza non trasmutata nel sacrificio, quella quantità non equilibrata nell'operazione, quel mondo di contrari ove noi risediamo alla ricerca di un senso e di un percorso.

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Pagina 105

Il bagno

Sede dell'acqua, sacro elemento di purificazione e rinascita, apportatrice di benedizioni divine, l'Est è la direzione ideale per le abluzioni e, quindi, è la direzione indicata per il bagno.

Volendo seguire attentamente le indicazioni del mandala nella zona orientale della casa andrebbero lavabo, doccia e vasca da bagno affinché il gesto del lavarsi sia anche completo rinnovamento delle proprie energie, ma non i servizi igienici che dovrebbero essere posti al Nord-Ovest, come tutto ciò che è pesante, oppure, meglio ancora, al Sud. L'indicazione relativa agli orientamenti può essere seguita anche all'interno di un'unica stanza, seguendo non soltanto le regole ispirate dalla tradizione, ma anche le proprie necessità e personali intuizioni.

Lo spazio dedicato all'acqua può avere anche una presenza di fuoco, in particolare nel Sud-Est, come lo scaldabagno o, semplicemente una candela per rendere più accogliente e suggestivo l'ambiente. Fuoco e acqua non sono solo antitetici come siamo soliti pensare: ambedue purificano e correlano al divino, e il loro legame è tale che Fuoco, Agni, è chiamato anche Apàmgarbha, in quanto figlio delle acque.


Attività e presenze del Sud

Il meridione è collegato alle attività più fisiologiche dell'abitare: cucinare, mangiare, digerire, combattere, trasformare. È il lato destro del Purusa prostrato, è la sua parte più attiva nel mondo materiale. Nella zona più orientale il meridione è collegato all'elemento Fuoco, che come Agni qui risiede annoverato fra gli dèi del mandala; mentre l'area occidentale, il Sud-Ovest, è correlabile all'elemento terra.

La presenza di Agni fa sì che questa zona sia da dedicarsi a tutte le attività che richiedono energia e trasformazione: gli antichi vastusàstra indicano l'area del Sud-Est valida per le cucine e anche, a scala urbana, per i fabbri e attività simili; i testi moderni la ricordano come adatta anche a tutte le apparecchiature elettriche, in particolar modo se producono luce o calore.

Il Sud-Ovest, collegato alla terra, è invece l'ideale per sostenere mobili e apparecchiature pesanti.

Il Sud è anche l'ubicazione ideale per un giardino roccioso, con magari anche delle piante grasse ad allontanare Yama con i propri aculei e che in quest'area trovano la propria posizione idonea non solo su base simbolica ma anche climatica.


La cucina

Il Sud-Est è secondo la tradizione la posizione ideale per la cucina. Il consiglio si basa sulla mistica presenza del dio Fuoco, ma rispecchia anche un'attenzione pratica: questo è il punto dell'abitazione che gode dell'illuminazione migliore, caratteristica di fondamentale importanza per permettere una sicura preparazione del cibo.

Anche l'interno della cucina può essere organizzato armonizzando l'arredo con l'equilibro del vàstu, ponendo ogni elemento nel luogo che gli è proprio, eventualmente sopperendo con colori e dettagli alle incongruenze, adattando lo schema ideale alle peculiarità dell'appartamento e alle caratteristiche delle persone chi lo abitano. In particolare porre i fornelli nella sezione di Agni è sì omaggiarlo, ma anche rafforzarlo e questo può risultare controproducente se già è presente in famiglia un suo eccesso, mago come temperamento focoso. Il modello ideale proposto dal vàstumandala va infatti sempre interpretato e rivisto alla luce delle situazioni particolari.

Vicino alla cucina, ma in posizione più interna, va posta la dispensa. L'utilità di questa indicazione è evidente, ma ha anche un fondamento mistico: permette di conservare gli alimenti sotto l'influsso di Savitr, il Vivificatore, affinché si impregnino della sua corroborante energia e vengano preservati da ogni impura contaminazione. Bisogna però evitare di conservare qui anche i medicinali, ai quali è ben più adatto il Nord-Est, regno di Soma.


La sala da pranzo

Da Púsan, il Nutritore, nell'area meridionale va posta la sala da pranzo: vicino alla cucina, come vuole il buon senso comune e come conferma la vocazione della zona, ancora sotto l'influsso di Agni che, nelle sue varie forme aiuta anche la digestione, tanto che essa viene considerata opera di agni, fuoco digestivo. Inoltre la valenza di morte e comunicazione che c'è nell'area aiuta l'alimento nella sua trasformazione, nel suo cambiamento di stato.

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