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| << | < | > | >> |IndicePag. 7 Psicopatologia del bancone da bar 13 Il Bar Peso 22 Il Bar Fico 28 Il destino di Gaetano 37 L'incazzato da bar 43 Cronaca mondana 49 Come Amedeo combattè contro il Booz 58 Il ritorno delle vecchiette nell'angolino 61 I due cbe devono andare al cinema 64 Il sax del Nuvola Rossa 81 Il Bar della Pinna 92 Il neotecnico da bar 100 Il piccolo Franz (favola dolce) 105 L'UIB e l'UCV (L'Uomo Invisibile al Barista e l'Uomo Col Vocione) 108 Underground 119 Il Diditì, o il drogato da telefonino 125 Sigismondo e Vittorina 133 I bar più strani del mondo 138 Gli atleti 142 Il Paradiso in Terra 147 Il mistero del distributore automatico 151 La riparazione del nonno 160 Il bar di una stazione qualunque |
| << | < | > | >> |Pagina 7 [ inizio libro ]| << | < | > | >> |Pagina 38"Ci tassano, ci tassano, le strade sono piene di buchi e ci vorrebbe niente a ripararli ma si sa che certa gente non va mai in galera e gli allenatori hanno i loro preferiti, del resto per ritirare una raccomandata ci vogliono tre ore di fila, e chi paga?". Oppure: "I controllori di volo guadagnano dieci volte me, ma io devo pagare la tassa sui rifiuti anche per la spazzatura che fanno i marocchini, e per avere un idraulico o una TAC devo far domanda su carta bollata, e lo sa anche lei che da noi ormai comandano le donne e le auto blu, alla fine, chi le paga?". Quasi impossibili da stabilire. La sua ideologia ringhia e saltella su un ring che comprende razzismo e paternalismo, estetica nazista e repulisti staliniani, buonsenso e guerriglia, non nominando mai i nemici per nome ma chiamandoli appunto "quelli là" o vaporizzandoli in un vortice di insulti. Il suo odio indistinto è rivolto verso ogni forma di vita amministrativa, sociale e animale (ad esempio i cassieri degli sportelli e i ragazzi che vanno in discoteca, i cani che sporcano per strada). Perciò è difficile attribuirlo a uno schieramento politico, anche se ha i suoi amori, che sono per lo più beceri televisivi, tiranni del passato e chiunque abbia usato il mitra in maniera seriale. | << | < | > | >> |Pagina 49"Il videogame," prosegue il Tombolini, "accentua la tendenza prevalente di questa fine secolo, e cioè lo slittamento dell'offerta di variabili tecno-aleatorie verso aree giovanili con progressiva emarginazione e musealizzazione del "ludus" senile." In parole povere, si pensa sempre di più a giochi per giovani, che richiedono riflessi, lucidità e dominio delle lingue, mentre agli anziani vengono riproposte sempre le vetuste bocce, stecche e carte. Se il biliardo, infatti, non ha limiti di età, se il juke-box ha un apposito settore revival, e se anche un anziano può accostarsi a un flipper una volta spiegatagli la differenza tra tilt e ictus, il videogame comporta "un gap generazionale-neurologico non colmabile con un parziale adattamento al segmento simbolico". (Citiamo sempre il Tombolini.) | << | < | > | >> |Pagina 130- Mangia, mangia amico mio, è Natale - disse con gli occhi lucidi. Ma Ramón, sbocconcellati i primi chicchi, arruffò le piume della fronte e guardando negli occhi Sigismondo, capi quello che in verità aveva capito già da tempo, dal momento in cui era stata pronunciata quella frase fatale: "anatra all'arancia all'araba". Spalancò le ali con possenza di aquilotto, le richiuse sul petto e così severamente parlò: - Ho quarantasei anni, età non eccessiva per un pappagallo che, come forse sai, può vivere fino a cento. Ho trascorso un'infanzia felice, tra gli eucalipti di Santa Maria de la Mar. Tu lo ignori, ma ho avuto dodici figli da una pappagalla porta-ordini dell'esercito di stanza a Guantanamera. Tre di loro sono morti di morte naturale, quattro vivono in gabbia, ma cinque erano ricognitori del gruppo di assalto "Guevara" distintosi nelle guerre in Angola. Tutti sono scomparsi combattendo. | << | < | > | >> |Pagina 133Il proprietario perciò passa il suo tempo a confezionare cocktail che, non potendo servire a nessuno, è costretto a bere. Col tempo è diventato completamente alcolizzato, finché un giorno) dopo aver appeso alla porta del bar la scritta non si servono ubriaconi", si è chiuso fuori ed è morto congelato. Uno dei locali più strani del mondo è certamente l'Incontro, un single bar nell'isola micronesiana di Wailuhu. Il locale appartiene alla signora Wanono e possono entrarci solo i single, cioè persone non sposate, o che vicono da sole. L'isola Wailuhu ha in tutto tre abitanti. La signora Wanono e i coniugi Jim ed Helena Weihulani, che si sono conosciuti proprio all'Incontro, quarant'anni fa, Perciò da quarant'anni nessuno entra più nel bar, ma la signora Wanono lo tiene aperto. "Non si sa mai," sostiene "una sera a qualcuno potrebbe fermarsi l'auto sotto la neve e potrebbe cercare rifugio qui e aver bisogno di una buona zuppa di fagioli e di un po' di compagnia." La dedizione della signora Wanono al suo locale è ammirevole, tanto più che su Wailuhu non ci sono strade, né automobili, non nevica mai e non esistono fagioli. Il bar più affollato del mondo è sicuramente la birreria Infierno di Tijuana, nel Messico. Si è calcolato che il locale, che non supera i settanta metri quadrati, nelle sere di punta possa contenere fino a tremila persone. L'arredamento del bar è quanto mai spartano: ci sono dieci barili di birra per servirsi e dieci barili di birra vuoti per pisciarci dentro. Il fatto che da undici anni nessun camion di birra sia stato visto rifornire il locale, comincia a seminare qualche inquietudine tra i clienti. Il bar più grande del mondo è il Ristoro della Balena. Vi si serve solo plancton ed è aperto giorno e notte. E noto anche con il nome di Oceano Pacifico. Il bar più piccolo del mondo era il graziosissimo KyuShiu di Osaka, ma purtroppo nel 1994 cadde nel caffè di un cliente e non è mai più stato ritrovato. Il locale sado-maso più efferato che si conosca è in una strada malfamata di East Chicago. Appena si entra la luce è calda e confortevole, il barista è gentilissimo, i camerieri sorridono in continuazione. Entraineuse di mezza età, in scialletti di lana e vestaglie, intrattengono i clienti. Tra i tavoli ci si scambiano le foto delle famiglie, si parla di pesca, di lotterie e di adesivi per dentiere. A mezzanotte c'è il numero del "Grande letto". I clienti vengono invitati da una nonnetta vestita di cuoio a mettersi il pigiama, dopodiché vengon loro cantate ninnananne fino al sopore. Chi era preparato a una notte ricca di eccessi, esce sconvolto, perché non c'è dark-room che possa uguagliare la strepitosa malvagità di ciò che gli viene fatto li dentro. Il bar più alternativo del mondo non è ancora stato scoperto, ma potete individuarlo da una particolarità. Mentre i bar conservatori hanno un solo schermo televisivo, i bar alternativi ne hanno da dieci a duecento, per sottolineare la grande indipendenza e autonomia dei clienti dal mezzo televisivo. | << | < | > | >> |Pagina 165 [ fine libro ]- E' difficile parlare con un uomo che ha gli occhiali neri, - pensò il vecchio - non si vede mai cosa pensa davvero. Forse l'ho annoiato. O forse il mio discorso lo ha toccato. Sembra che a certuni parlar di speranza metta paura. Eppure a me questa gente che parte e torna mette allegria. Sì, saran avidi, nervosi, pigri, disordinati, cialtroni, si spingono e si rubano il posto ma hanno diritto di provarci un'altra volta, han diritto di cercarsi un posto migliore, o di tornare a casa e ricominciare. Sì, ricominciare almeno una volta prima di rassegnarsi. Non è molto, ma è qualcosa.Una famiglia gli passò davanti di corsa, il treno stava arrivando. Un bambino correva goffo, trascinando un triciclo rumoroso. La bimba teneva la mano sul cappello di paglia per non perderlo. Il padre aveva un gilè da pescatore a trenta tasche e naturalmente non trovava più il biglietto. La madre lo perquisiva rimproverandolo. Il barbone, guardando la scena; rise. Il nero addormentato si svegliò sbadigliando come un leone. Il vecchio aveva finito la birra, si asciugò la fronte e usci, un po' barcollante, sulla pensilina del primo binario. Venendo dall'aria condizionata del bar, fu come tuffarsi nel brodo. Vide il Silenzioso che si avviava verso l'uscita. Gli sembrò che non avesse più la valigia, ma non ci fece troppo caso. Era troppo incantato a guardare la gente. Gli sembrava di aver scoperto qualcosa, qualcosa di importante che gli sarebbe servito per quello che gli restava da vivere. "Se avessi con me un quaderno ce lo scriverei sopra" pensò.
"Oggi, stazione di Bologna, due agosto di un anno vicino
al duemila, ore dieci e venti del mattino, tutti sono
allegri perché partono, e faccio finta di partire anch'io."
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