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Pagina 105
[ giovinezza, pavimento, boschi ]
... «Quell'uomo mi ricordava la
mia giovinezza, le camminate di ore
e ore con addosso abiti di prima
qualità in compagnia del
consigliere forestale Siegmund. Mi
ricordava lunghe discussioni sul
colore della selvaggina, sulle
quote da pagare per ogni animale
abbattuto, sulle malattie degli
alberi, sull'esportazione di
legname in Francia e in Italia, mi
ricordava la mia giovinezza più
avanzata. Mi addentravo
all'improvviso in molti temi
scientifici,» disse il principe «in
una politica ormai caduta in un
magnanimo oblio, in lunghi discorsi
rimasti in ogni caso segreti,
discorsi ormai estinti. Sentivo
l'odore di quei discorsi, di quei
temi, di quei boschi, di quei
vestiti, e l'odore dell'aria sulle
rive della Ache, l'odore del
Tirolo, del Salisburghese,
dell'Alta Baviera e dell'Alta
Austria, l'odore dei "boschi di
famiglia". Entravo con lo sguardo
nell'ufficio di una casa costruita
ai margini di un bosco del Tirolo,
dal rumore delle travi del
pavimento si capiva chi ci stava
camminando. Uno dice: "Arriva il
consigliere forestale!" oppure "Il
dottor Konstanz" o "la Maria". Poi
si apre la porta di una biblioteca
nella quale si trovano duemila
volumi uno accanto all'altro,
volumi di storia tutta sbagliata, a
cominciare da Descartes, Pascal,
Schopenhauer, fino ai fascicoli
dello "Schlern". Attraverso Henzig
il mio sguardo penetrava negli
immensi boschi fra la regione
dell'Inn e la pianura bavarese,
oppure si perdeva nell' "immensità
di un bosco" sloveno» disse il
principe. «Io penso che la quiete
che regna nella natura sia ora e
sempre la quiete infinita» disse il
principe.
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