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| << | < | > | >> |Indice5 Prefazione di Marcella Danon 9 Introduzione 14 Microcosmo e macrocosmo 19 L'AMBIENTE CHE CURA 22 Curarsi al mare 24 Yoga del mare 26 Sequenza consigliata 28 I benefici dello yoga del Mare 29 Meditazione dei 7 chakra 29 Come si pratica la meditazione 33 Prana del mare 34 Respirare il prana del mare 35 Il mare dentro di noi 36 Bagno di sole orientale 38 Bagno di blu 41 Automassaggio dell'hara in spiaggia 42 Respirazione ombelicale 43 Automassaggio dell'hara 44 Qi Gong del sole 44 La pratica in poisizione seduta 46 La circolazione dello Yang Qi solare in posizione eretta 47 Curarsi in collina 47 Qi Gong 49 Nutrirsi del Qi dell'universo 49 Muovere la sfera del Qi 49 Il corpo antenna 51 Stretching zen 52 Esercizi di stretching zen 56 Esplorazione dell'ambiente con i 5 sensi 58 Bagno d'argilla 59 Come si fa 60 Danza della natura 61 Come si fa 63 Automassaggio nella natura 63 Automassaggio della mano 63 Automassaggio tao 67 I piedi, le radici del corpo 69 Curarsi in montangna 69 Alpi: i monti della salute 70 Bagno di foresta 71 Come si fa 74 Contatto con gli alberi 75 Raccogliere il Qi dell'albero 79 Walking, la camminata meditativa 80 Come si fa 81 I benefici della camminata meditativa 82 Armonia zen 83 Meditazione zen 84 Cammminata zen 86 Bagno di cascata 87 Come si fa 88 Benefici psicofisici 91 I maestri della meditazione nella natura 91 Sono al mondo per stupirmi! 91 Wilderness 92 Gaia, la Madre Terra 94 Bibliografia |
| << | < | > | >> |Pagina 5Prefazione
di Marcella Danon
Abbiamo dimenticato chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo. Ma forse questa dimenticanza ha un senso, serve a permettere a ognuno di noi di ricercare in prima persona le risposte a queste domande, raramente esplicitate, e in realtà alla base di ogni nostra scelta quotidiana. La sfida è quella di rompere quel bozzolo rassicurante fatto di comode abitudini, convenzioni, immagini preconfezionate di ciò che siamo e, soprattutto, di ciò che dovremmo essere, per dispiegare le ali verso orizzonti molto più vasti che si raccontano e si rivelano attraverso profumi, colori, sapori, emozioni, intuizioni e aneliti.
La realtà che conta davvero non si misura,
non si pesa, con si compra e non si vende. E
questo lo sa bene ogni ricercatore di salute, di
verità, di senso. Quando le illusioni dell'
Homo consumator,
«compra e sarai felice», cadono,
si risveglia il ricercatore che non si accontenta
più di 'avere' e ora vuole 'essere'.
La ricerca dell'essere non ha maestri, caso mai guide che hanno già dispiegato le ali. Non ha attrezzi costosi né percorsi astrusi, parte da dentro di sé con la decisione di aprire gli occhi alla realtà con curiosità, con attenzione, con predisposizione alla meraviglia. Se proprio si vuole un maestro, si può cercare l'aiuto di un bambino: i bambini sono grandi esperti nell'affacciarsi alla vita con filtri a maglie larghe. Se proprio si vuole un maestro è la Natura... la via maestra: una volta che riprendiamo a fare attenzione al mondo che ci circonda, è l'ambiente stesso che ci rivela quanto ha da darci, quanto ha da dirci, che ci racconta della nostra storia passata e c'invita a creare insieme la nostra storia futura. La ricerca dell'essere porta ad allargare i confini di quello che chiamiamo 'io', per riconoscere che il mondo in cui viviamo è in realtà un mondo di cui siamo parte, che 'io' non finisce al limitare della mia pelle di singolo individuo, ma include l'umanità intera, tutti gli altri animali (anche l' Homo sapiens è un animale), i fiori, il muschio, le conchiglie, i sassi, e poi anche i vulcani, gli iceberg, le acque dei mari e dei corsi d'acqua sotterranei. La ricerca dell'essere ci porta a sentirci progressivamente sempre più vicini al resto del creato, non perché lo abbiamo letto su un libro, ma perché lo sperimentiamo in prima persona, ritrovando la capacità di usare i cinque sensi, e forse anche molte altre sensibilità, ritrovando le strade che ci ricollegano al nostro inconscio ecologico, alla profonda e connaturata consapevolezza di avere sempre a che fare con il mondo che ci circonda. Non è un'esperienza intellettuale quella che ci riporta alla nostra natura più ampia, è un'esperienza vissuta al di fuori di schemi e preconcetti, con attenzione, con presenza e, sì, anche con gioia, per risvegliare le nostre energie più profonde, per rivitalizzarci, per guarirci da disarmonie fisiche, psichiche e spirituali, per risintonizzarci con la Vita, che nel frenetico ritmo quotidiano a volte sembra non riguardarci da vicino.
Ed è proprio questa la causa di tanto malessere odierno: la profonda
solitudine interiore data dalla perdita del senso di connessione e
compartecipazione con il mondo, con la Natura, con la Vita.
Italo Bertolasi ha già dispiegato le sue ali. Con la profondità culturale dell'antropologo, la passione del viaggiatore e la creatività dell'artista si fa guida in questo percorso di apertura alla natura, proponendo attività originali e facilmente attuabili individualmente, in famiglia, in gruppo. Dopo aver studiato per vent'anni le culture sciamaniche himalayane, cinesi e giapponesi, che, come tutte le culture sciamaniche, hanno sempre mantenuto viva la consapevolezza della profonda connessione tra noi e il mondo; dopo aver compiuto diversi pellegrinaggi in Asia e aver vissuto in prima persona rituali sciamanici a stretto contatto con le forze rivitalizzanti della Natura, oggi attinge dalla sua esperienza e la traduce in attività adatte ai nostri tempi e alla cultura occidentale: c'invita a prendere il mondo per mano, a toccarlo, abbracciarlo, esplorarlo e ascoltarlo. Alberi, rocce, sabbie, venti e acque; terre colorate, foglie, nuvole e piccoli abitanti dei prati e dei boschi; il nostro sguardo si apre nuovamente sulla Vita, di cui damo parte, per ritrovare tutta la sua multiforme ricchezza e varietà, per riscoprire particolari mai notati, peculiarità mai immaginate, sfumature mai osservate, per cui improvvisamente una singola pietra diventa un pezzo di universo da scoprire e non un oggetto inerte da scansare con il piede con indifferenza. L'attenzione all'esterno acutizza l'attenzione all'interno: voci e sensazioni dimenticate riaffiorano alla consapevolezza e trovano finalmente modi di esprimersi, fuori dalle convenzioni, fuori dai limiti ristretti che abbiamo imposto alla nostra vita quotidiana. Il contatto con l'energia della Vita, che scorre nelle invisibili nadi di questo nostro meraviglioso pianeta vivente, risveglia forze sopite della nostra natura umana e individuale, spalanca le porte alla nostra innata sensualità, così repressa in quest'epoca di pretesa sfacciata sessualità, allenando nuovamente la nostra capacità di percepire sensazioni delicate, sfumature, emozioni antiche o profondamente nuove. Il 'bagno di foresta', una delle esperienze descritte e proposte da Italo Bertolasi in questo percorso di riscoperta di sé e del mondo, è paragonabile a un corso di degustazione di vini, in cui s'imparano a cogliere e decodificare infiniti messaggi già presenti in partenza, ma che il nostro palato non sapeva come registrare e assaporare.
Abbiamo dimenticato come goderci la vita,
come prendercene cura e, di conseguenza,
come prenderci cura di noi, che è la stessa cosa. Abbiamo dimenticato chi
siamo, da dove veniamo e dove andiamo.
Siamo Terra. Non 'terra' per dire 'poco più di niente', ma Terra con la 'T'
maiuscola: siamo parte integrante di questo lussureggiante
pianeta verde-azzurro, siamo «cellule del
suo sistema nervoso», suggerisce lo scienziato inglese
James Lovelock
in una divagazione filosofica in uno dei primi libri in cui presenta la teoria
di Gaia, prima conosciuta come 'ipotesi Gaia'.
Veniamo da una storia di 5 miliardi di anni, come minimo, e prima ancora dalle profondità insondabili dell'universo. E andiamo... dove decideremo di andare. Trascinati verso drastiche trasformazioni ambientali, innescate dalla nostra scarsa attenzione al contesto, non controllabili e non necessariamente favorevoli alla nostra specie; oppure verso un futuro costruito consapevolmente e intelligentemente insieme con tutto ciò che siamo, insieme con i nostri compagni umani e non umani e a tutte le diverse componenti dell'eco-sistema planetario di cui siamo parte.
Più rapidamente ci svegliamo a questa consapevolezza più vasta della nostra
natura, individuale e umana, e del suo potenziale creativo, più menti e cuori
saranno attive nell'elaborare futuri possibili e rispettosi dell'insieme.
Un libro come questo è un contributo concreto in questa direzione. Un libro non
solo da sfogliare e da ammirare, ma un libro da vivere, per migliorare la
qualità della nostra vita e della nostra azione nel mondo.
Milarepa, mistico e poeta tibetano | << | < | > | >> |Pagina 9IntroduzioneGea, Gaia. La dea Terra con tutte le sue creature viventi: dai grandi mammiferi acquatici ai muschi 'abbracciati' sensualmente a querce secolari. Madre Natura. Questa nostra Terra, sana e 'sacra', dove la creazione si manifesta con una varietà infinita di esseri e destini. Con i suoi grandi spazi selvaggi: deserti, foreste, montagne e oceani. Dove tutto vive e respira. In questo vero 'paradiso', tinto dalle luci delle albe e dei tramonti che scandiscono il ritmo di giorni e notti eterne, noi camminiamo per il tempo della nostra vita. Meravigliandoci sempre, come fosse la prima volta, dello splendore del sole, del fiorire delle primavere e della bellezza di paesaggi profumati dagli alberi, dalle rocce, dal cielo con le sue nubi e dai mari. L'amore per la natura, atto di nostalgia e del ricordo di antiche libertà, che ogni tanto ricompare in ognuno di noi, ci ricorda l'antica unione uomo-Natura. Una relazione di amicizia e fratellanza che san Francesco d'Assisi ha testimoniato nel Cantico delle creature, poesia commovente che rivela lo stupore di fronte allo svelarsi dei tesori della creazione: «Messer lo frate sole... sora luna e le stelle: in celu...frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo... sora acqua la quale è molto utile et umile et pretiosa e casta... frate focu... sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba».
Il
Cantico
ci esorta a riavvicinarci alla natura
con dolcezza fraterna. E, oggi, di fronte alla
minaccia della distruzione dell'ambiente e
della nostra stesa esistenza, ci invita a un esame di coscienza: «Che cosa
faccio per mantenere pura l'aria e l'acqua? Che cosa faccio
per proteggere la vita delle altre creature?
Che cosa faccio per amare la Terra madre e sorella?»
Uomo e Natura: quest'interdipendenza oggi è compromessa dai nostri modelli di sviluppo che proclamano una crescita illimitata e senza regole, giustificata con l'idea della 'non umanità' della natura, che con i suoi cataclismi e la sua inerte indifferenza sembra voglia opporsi al nostro sogno di dominio.
Così si continua a ferire la Terra, a sfruttarne
in modo devastante le risorse, a stravolgerne
gli habitat e così a condizionarne il futuro. La
visione antropocentrica ha così ridotto Madre
Natura a un supermarket di oggetti senz'anima che l'uomo può comperare o
rapinare senza scrupoli. «Isolando l'uomo dal resto
della creazione l'umanesimo occidentale non
ha più conosciuto limiti al suo potere, si è
messo a distruggere sé stesso» ci ricorda l'antropologo Claude Lévi-Strauss.
Aggiunge Alan Watts, uno dei maggiori studiosi e divulgatori delle religioni
orientali: «L'uomo e il mondo partecipano dello stesso e unico processo
naturale, ma noi ci comportiamo come
intrusi e saccheggiatori in territorio nemico
[...] La persona si trova a essere un oggetto, isolato fra tanti altri in un
mondo che non conosce più la gioia».
Il nostro egoismo e la nostra stupidità, l'inconsapevolezza, ci fanno vivere su questa Terra come degli esuli, degli orfani. E hanno prodotto gravi danni: il superinquinamento ambientale, la scomparsa di molte specie animali e vegetali, la desertificazione di ampi territori che fino a ieri erano polmoni della Terra. Per garantirci un futuro e proteggere, assieme alla nostra stessa vita, quella di mille altre creature, si dovrà cambiare visione.
Ci dice lo scrittore Gianni De Martino nella
prefazione del mio libro
Ecoterapia:
«Rovesciando nettamente l'antica e ben nota posizione, secondo la quala la
natura madre divina doveva salvarci, ora siamo noi a essere
sollecitati a curare e salvare la Terra. Il nodo più difficile e più attuale è
nel ritrovare, insieme alla consapevolezza, il proprio cuore
primordiale, naturalmente aperto all'innumerevole esistere».
Questo nuovo libro si propone come una guida per riportarci tra le braccia
di Madre Natura. Ci invita a camminare a 'piedi nudi', in
modo rispettoso e sensitivo, in quei 'giardini segreti' dove ancor si conserva
il mondo selvatico. Nel cuore di un bel bosco, nei silenzi di
una spiaggia marina, al sorgere del sole, o
lungo un sentiero che ci conduce a uno stagno contornato da colline.
Le meditazioni e gli altri facili e piacevoli esercizi indicati per il
vostro benessere riscoprono le antiche cure
alpine con gli elementi: acqua, terra, sole, aria. Cure ideate dai precursori
della medicina naturale: Vincent Priessnitz e il sacerdote Sebastian Kneipp,
padri dell'idroterapia; Arnold Rikli e il frate Taddeo di Wiesent, divulgatori
del naturismo, dell'elioterapia e aeroterapia.
E ancora i naturopati Manuel Lezaeta Acharan e Luigi Costacurta.
Ripropongo alcune meditazioni orientali che ho studiato e praticato durante i miei lunghi pellegrinaggi in Oriente per esplorare «la natura primordiale dentro di noi, di cui la natura selvatica e incontaminata è l'aspetto geografico, fisico, comune a tutti noi». Questo nuovo fitness ecologico riunisce così idee e cure d'Oriente e Occidente: è anche un elogio alla lentezza del vivere per ritrovare i nostri ritmi naturali e un'occasione per ascoltarsi nel profondo nello spazio silenzioso della meditazione, che è un'entrare, sano e coraggioso, nella natura selvatica dentro e fuori di noi. Come ci spiega il maestro Krishnamurti: «La meditazione non è un itirarsi dalla vita, ma un processo di comprensione di se stessi. E quando si comincia a comprendere se stessi allora sopraggiunge la tranquillità [...] Nel momento in cui questo silenzio si manifesta allora vi è uno straordinario stato di creatività [...] Quel silenzio è la vera meditazione: e in quel silenzio l'eterno si manifesta». L'invito è allora di dedicare un po' di tempo, durante le nostre vacanze al mare o in montagna, all'arte di osservare, camminare e godere quell'altro mondo che trabocca al di là delle nostre città. Per stupirci come bimbi meravigliati. Per rinforzarci e risvegliare la nostra consapevolezza che può aprire il cuore a una maggior comprensione di noi stessi e di quello che ci circonda. Gli esercizi e i 'giochi' consigliati ci invitano ad abbandonarci fiduciosi alla natura e al nostro sentire animale: identificandoci con le entità della natura selvaggia e condividendone la grandezza. Potremmo allora sederci a gambe incrociate su un prato verde per meditare, osservando la montagna davanti a noi, che nella sua maestà c'ispira sentimenti di serenità e distacco, appoggiarci a un albero per riarmonizzarci con un 'massagio arboreo', praticare lo yoga del mare.
Potremmo avvicinarci a una cascata per assorbirne il
prana,
l'energia, e fare un bel 'bagno di cascata', o ancora fare il
Qi Gong
del sole dopo una camminata meditativa per poi
lasciarci danzare mossi dal vento. L'ambiente
naturale si può allora trasformare in una palestra o in un tempio.
Meditare, cioè ascoltarsi in profondità con purezza e coraggio, in mezzo alla natura, che ci culla e sostiene, ci farà ritrovare la nostra parte migliore. Che è «il tuo corpo selvatico, senz'artifici, non condizionato, espressivo, sensuale, apertamente sessuale, estatico» (Gary Snyder). In mezzo alla natura selvaggia può emergere anche la nostalgia di antiche libertà. Perché, come ci vuol ricordare Bruce Chatwin: «La selezione naturale ci ha forgiati dalla struttura delle cellule cerebrali alla struttura dell'alluce per una vita di viaggi a piedi in una torrida distesa di rovi e di deserti. Se è così, se la nostra 'patria' era il deserto e se i nostri istinti si sono forgiati nel deserto allora si può capire perché le ricchezze ci logorano e i pascoli più verdi ci vengono a noia». La meditazione nella natura fatta di camminate e di immersioni nei suoi campi di forza (i boschi, i deserti d'alta montagna, le acque 'madri' del mare e delle cascate) ci riporta negli antichi luoghi di forza dove si rivela il caos, la complessità, l'eros e l'ignoto della creazione. Dove assieme all'interezza del sistema selvaggio che si rivela può manifestarsi anche il nostro corpo selvatico, con tutti i suoi potenziali. In un bel bosco ci si può riarmonizzare, ridiventando bambini. «Quando questo è raggiunto,» si legge nella prefazione del libro di Eugen Herrigel Lo zen e il tiro con l'arco, «l'uomo pensa come la pioggia che cade dal cielo, pensa come le onde che corrono sul mare, pensa come le stelle che illuminano il cielo notturno, come le foglie verdi che germogliano sotto la brezza primaverile. Infatti è lui stesso la pioggia, il mare, le stelle e il verde. Quando l'uomo ha raggiunto questo grado di sviluppo spirituale è un maestro zen della vita [...] Le sue mani e i suoi piedi sono il pennello, e il mondo intero è la tela su cui dipingere la sua vita per settanta, ottanta, novant'anni.» | << | < | |