Copertina
Autore Bjørnstjerne Bjørnson
Titolo Al di là delle forze umane
SottotitoloPrima parte
EdizioneIperborea, Milano, 2010, n. 182 , pag. 102, cop.fle., dim. 10x20x0,9 cm , Isbn 978-88-7091-182-4
OriginaleOver ævne. Første stykke
EdizioneGyldendal, Copenaghen, 1883
TraduttoreGiuliano D'Amico
LettoreGiorgia Pezzali, 2010
Classe classici norvergesi , teatro norvegese
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Pagina 11

ATTO PRIMO


(Una stanza umile con pareti rivestite di legno. Alla parete di destra due finestre, una sopra l'altra; a quella di sinistra una porta. Verso il proscenio, a destra, un letto con la testiera orientata verso la porta. Accanto al letto un tavolino con bottiglie e tazze. Un comò, sedie, ecc.)


SCENA PRIMA


(La signora Klara Sang, vestita di bianco, è sdraiata sul letto coperto da un copriletto bianco. Sua sorella, Mrs. Hanna Roberts, è presso una delle finestre.)

MRS. HANNA ROBERTS: Come splende il sole sulle betulle! E che belle fronde!

SIGNORA KLARA SANG: Non senti profumo di ciliegio selvatico, Hanna?

HANNA: Sto guardando. Del ciliegio, qui?

KLARA: Non puoi vederlo da li, ma c'è. L'aria fresca del mattino porta l'odore dritto a noi.

HANNA: Io però non riesco a sentirlo.

KLARA: Ah, dopo una pioggia così sento anche la brezza più leggera.

HANNA: E odore di ciliegio?

KLARA: Sì, e molto forte! ... Chiudi la finestra in basso, per favore.

HANNA: Come vuoi. (Esegue.)

KLARA: Chi ha detto che dovremmo temere una frana?

HANNA: Il vecchio... il capitano del battello che ci ha portato qui. Continuava a piovere, e allora ha detto: "È pericoloso. Dopo piogge così lunghe il terreno cede su queste montagne."

KLARA: Stanotte non ho pensato ad altro. Qui ci sono state molte frane. Una volta... sì, prima che ci trasferissimo qui... una frana si portò via la chiesa.

HANNA: La chiesa?

KLARA: Non era dove è adesso. Era molto più in là.

HANNA: È per questo che l'hanno spostata qui, vicino al muro del giardino?

KLARA: Sì. In estate, quando le finestre della chiesa sono aperte, dal letto sento Adolf che canta sull'altare. La porta qui deve essere aperta, come pure quella del soggiorno... e naturalmente anche la finestra del soggiorno deve essere aperta. Canta in modo delizioso. Quando entrambe le porte sono aperte vedo anche la chiesa. Vieni a vedere! È per questo che il letto è qui.

HANNA (si avvicina): Klara, come ti sei ridotta!

KLARA: Hanna!

HANNA: Perché non mi hai scritto?

KLARA: In primo luogo l'America è molto lontana, e poi... ne parleremo un'altra volta.

HANNA: Ieri non ho capito la tua risposta, quando ti ho chiesto del dottore.

KLARA: Adolf era in casa, così ho evitato l'argomento. Non abbiamo un dottore.

HANNA: Non avete un dottore?

KLARA: È venuto qualche volta... abita molto lontano... ma è stato inutile. Adesso è un mese intero che sono a letto senza dormire...

HANNA: Un mese intero senza dormire? Ma è impossibile!...

KLARA: E... tra poco sarà un mese e mezzo!... Come vedi il dottore non è servito a niente. Non ti pare? Mio marito gli ha chiesto cosa avessi e lui ha dato un brutto nome alla mia malattia. Adolf non me l'ha detto, quindi non lo so. Da quel giorno non lo abbiamo più cercato.

HANNA: Non starai parlando un po' troppo?

KLARA: A volte non parlo per giorni interi. Altre volte parlo continuamente. Non riesco a fare altrimenti. Ma tra poco Adolf tornerà dalla passeggiata mattutina. E avrà con sé dei fiori per me.

HANNA: Posso coglierne qualcuno per te, se vuoi.

KLARA: No. Ce ne sono alcuni che non tollero. Lui sa quali sono. Hanna, parlami del tuo incontro con i ragazzi, sul battello. Vorrei davvero sentire com'è andata!

HANNA: Ieri c'era una tale confusione.

KLARA: Ed eravate tutti stanchi. Pensa, i ragazzi dormono ancora! Dalle sette di ieri sera alle sette di stamattina! Che gioventù!

HANNA: Ne avevano bisogno. Io invece riesco a dormire solo qualche ora per notte. Eppure non sono stanca.

KLARA: Ma no, capita a tutti, sotto il sole di mezzanotte. Si diventa nottambuli... Ma i ragazzi? Non sono carini?

HANNA: Sono così innocenti! Ma non ti assomigliano, e non assomigliano neanche a Sang, a parte gli occhi, ma questo non l'ho notato subito.

KLARA: Racconta, racconta!

HANNA: Se vi assomigliassero li avrei certamente riconosciuti. Anche se non vi vedo da quando eravate giovani. Ricordatelo! Li ho visti salire a bordo, e li ho visti anche dopo, sebbene viaggiassero in seconda classe...

KLARA: ... Non potevano permettersi di più, poveretti!

HANNA: ... e non li ho riconosciuti. Poi, un mattino, ero sul ponte di poppa, e loro correvano avanti e indietro, sotto di me, cercando di scaldarsi. Ogni volta che mi venivano incontro, notavo i loro occhi. Mi sembrava di conoscerli. Poi dei gabbiani si sono abbassati sulle loro teste, Rakel si sbracciava per allontanarli. Si era spaventata, perché le strillavano nelle orecchie. Ma quel gesticolare con le braccia... era proprio il tuo. E allora ho riconosciuto anche gli occhi! Erano quelli di Sang.

KLARA: Sei scesa da loro?

HANNA: Certo! "Vi chiamate Sang?" ho chiesto. Non hanno avuto bisogno di rispondere. Avevo già capito. "Sono la zia Hanna dall'America", ho detto. Ed eravamo tutti molto commossi.


(Piangono entrambe.)


KLARA: Rakel ti aveva scritto di venire da me? È così?

HANNA: Sì. E per questo dobbiamo ringraziarla. È stata davvero cara! Li ho subito portati in prima classe e ho avvolto Rakel in un grande scialle: stava gelando. A Elias ho dato una coperta.

KLARA: Cara Hanna!

HANNA: Ma poi, ascoltami — adesso viene il bello! — in quel momento un vento gelido ha cominciato a spirare dietro di noi, verso il fiordo. Eravamo proprio sotto un'alta montagna, nuda e grigia. È apparso uno stormo di gabbiani, alcuni stridevano sopra di noi. E faceva tanto freddo. C'erano alcune misere case sulla costa... erano le prime dopo parecchie miglia di navigazione. Solo monti e scogli! Ecco il Nordland, ho pensato. Qui sono cresciuti questi ragazzi infreddoliti. Non lo dimenticherò mai! Tremendo!

KLARA: Ma no, non è tremendo.

HANNA: Klara! ... Lo dici tu, che sei ridotta a letto! Ti ricordi come eri prima, felice e vitale? ...

KLARA: Sì, sì! ... Non so proprio da dove cominciare a spiegarti. Oh, mio Dio!

HANNA: Perché non mi hai chiesto aiuto? Io avrei potuto aiutarti. Avrei potuto evitare che ti esaurissi così. Perché non mi hai detto la verità? Me l'hai sempre nascosta... Rakel è stata la prima a dirmi come stavano le cose.

KLARA: Sì, sì! ... È così... non poteva essere altrimenti.

HANNA: Perché?

KLARA: Se vi avessi scritto la verità, vi sareste precipitati qui... Io non voglio aiuto. Non serve.

HANNA: Quindi hai mentito?...

KLARA: Sì, certo. Ho mentito sempre... e a tutti. Cos'altro avrei potuto fare?

HANNA: Ma non capisco proprio! Non capisco!

KLARA: Hanna, tu hai detto «esaurirsi». Hai detto che avresti potuto evitarlo. Hai mai conosciuto persone esaurite che fossero in grado di chiedere aiuto? O che sapessero come resistere al loro male?

NANNA: Ma se me lo avessi detto prima?

KLARA: Non sai cosa stai dicendo!

HANNA: Allora spiegamelo... se puoi!

KLARA: No, non posso così in una volta... Forse per gradi.

HANNA: Per cominciare, è vero che non condividi la sua fede? È strano! È questa la ragione?

KLARA: No... sì, è una storia lunga! ... Ma non è questo il motivo. Abbiamo due personalità molto diverse... anche se neppure questa è la causa. Se Sang fosse come gli altri uomini, ostinato e prepotente... oh, forse non avremmo avuto problemi... forse! Ma molto prima che mi conoscesse, tutte le sue forze – e ne ha, puoi crederci! – erano concentrate sul lavoro; il lavoro era amore, sacrificio. Era molto, molto bello! Sai che tra noi non c'è mai stata una brutta parola? Mai una «scenata»? E tra poco saranno venticinque anni che siamo sposati. Lui splende sempre di gioia domenicale. Per lui è domenica tutto l'anno.

HANNA: Dio mio, come lo ami!

KLARA: È troppo poco dire che lo amo. Io non esisterei senza di lui. Come avrei potuto oppormi? ... O meglio, a volte ho dovuto, quando si andava troppo al di là delle nostre forze.

HANNA: Cosa vuoi dire?

KLARA: Te lo spiegherò poi. Ma chi può mettersi contro la bontà pura? Contro il puro sacrificio per gli altri? Contro la gioia pura? E chi può opporsi a lui, quando la sua fede infantile e il suo potere sovrannaturale trascinano tutti?

HANNA: Sovrannaturale, dici?

KLARA: Non l'hai sentito? I ragazzi non ti hanno detto?...

HANNA: ... cosa? ...

KLARA: ... che Sang, quando prega nell'intimo, ottiene ciò che ha chiesto?

HANNA: Vuoi dire che fa miracoli?

KLARA: Sì!

HANNA: Sang?!

KLARA: I ragazzi non te l'hanno detto?

HANNA: No!

KLARA: Ma è davvero strano!

HANNA: Non ne abbiamo proprio parlato.

KLARA: Ma allora non hanno... oh, hanno pensato che lo sapessi! Sang... è chiamato il «pastore dei miracoli», sì, in tutto il paese! Hanno pensato che lo sapessi! Sono così timidi, i ragazzi!

HANNA: Ma fa miracoli? Miracoli?

KLARA: Quando l'hai visto, non hai avuto la sensazione di qualcosa di sovrannaturale?

HANNA: Non avrei mai usato questa parola... ma ora che l'hai detta... lui fa un effetto... come potrei definirlo... spirituale? ... Un effetto molto strano. Come se non fosse di questo mondo!

KLARA: E infatti non lo è! L'hai detto!

HANNA: Proprio così!

KLARA: Sai che io posso stare raggomitolata con le gambe contro il petto, strette tra le braccia... ho paura a mostrartelo, perché potrebbe tornarmi... posso rimanere così per giorni, quando lui è via, senza riuscire a muovermi. È terribile, credimi! Una volta... lui era in montagna – oh, quei viaggi in montagna! – e io sono rimasta così nel letto per otto – dico otto – giorni. E non appena è apparso sulla porta, io l'ho guardato, lui mi ha guardata, e le braccia e le gambe hanno cominciato a sciogliersi. Lui è venuto e mi ha accarezzato, e mi sono sdraiata come adesso. E poi è stato così... ogni volta, ogni volta! Basta che lui sia nella stanza e la mia rigidità scompare!

HANNA: Strano!

KLARA: Poi dei malati, sinceri credenti – e non è successo una volta, ma centinaia di volte! – sono guariti quando è andato a pregare da loro!

HANNA: Guariti sul serio?

KLARA: Guariti completamente! E ai malati da cui non poteva andare, perché erano troppo lontani – le distanze qui sono enormi! – ha scritto che in quel dato giorno e in quella data ora avrebbe pregato per loro, e che loro avrebbero dovuto pregare con lui... e in quel momento hanno cominciato a migliorare! È vero! E potrei raccontarti di molti altri casi!

HANNA: Straordinario! ... Non mi hai mai scritto di queste cose!

KLARA: Vi conosco bene! Credi che avrei potuto esporlo ai vostri dubbi? ...

Qui vive la vedova di un pastore... oh, devi vederla! Sta proprio qui accanto. È la persona più nobile che io conosca! ... È rimasta paralizzata per quindici anni, prima che arrivassimo qui, venticinque anni fa. Ora va ogni domenica in chiesa! E tra poco compirà cent'anni.

HANNA: L'ha guarita lui?

KLARA: Solo pregando e facendo pregare lei! Perché, sai, lui sa come pregare! E poi c'è Ågåt Florvågen. È il caso più strano. Ai nostri occhi era morta. Lui ha messo la mano nella sua, e l'altra sul suo cuore per riscaldarlo, e lei ha ricominciato a respirare. Ora vive insieme alla vecchia vedova del pastore... proprio qui vicino! ... Potrei star qui fino a domani a raccontare e raccontare. C'è un'aura di luce intorno a lui, che si estende su migliaia di fedeli in tutto il paese, ed è qualcosa di unico. La voce si è sparsa a tal punto che non abbiamo più un giorno di pace.

HANNA: Ma posso vedere anch'io questo... di cui parli... mentre sono qui?

KLARA: Sicuro come io sono sdraiata qui e non posso alzarmi che sui gomiti.

HANNA: Ma perché il miracolo non funziona con te, Klara? Perché lui non ti ha guarito già molto tempo fa?

KLARA: ... C'è un motivo preciso, per questo...

HANNA: Ma non vuoi dirmelo?

KLARA: No... cioè sì. Ma non ora.

Apri la finestra! Sto soffocando qui dentro. Un po' più d'aria, Hanna!

HANNA: Ecco. (Apre la finestra in alto.)

KLARA: Adolf dovrebbe arrivare a momenti. È fuori da parecchio tempo, oggi. Se solo potessi sentire il profumo dei fiori. Dopo la pioggia ne devono essere sbocciati tantissimi. Presto saranno le sette; sì, sono quasi le sette.

HANNA (guarda il suo orologio): Sì, è vero.

KLARA: Da quando sono a letto, so sempre che ore sono... ma non sento nemmeno un alito di vento... sarà forse calato? ... Perché non mi rispondi?

HANNA: Non ti ascoltavo. Non riesco a riprendermi dallo stupore.

KLARA: È l'evento più straordinario accaduto nel paese. E forse anche nella nostra epoca.

HANNA: Ma cosa dice la gente? I contadini cosa pensano di Adolf?

KLARA: Credo che in un altro posto avrebbe fatto venti o anche cento volte più scalpore. Ma se deve accadere, questo è il posto giusto!

HANNA: Ma Klara! Un miracolo è un miracolo... o no?

KLARA: Sì, in teoria è così. Ma qui la natura ci porta oltre i confini dell'ordinario. È al di là di ogni limite. La notte dura quasi tutto l'inverno. Il giorno quasi tutta l'estate... allora il sole è all'orizzonte, di notte e di giorno. L'hai visto durante la notte? Lo sai che dietro la bruma marina appare tre e a volte anche quattro volte più grande? E le sfumature cromatiche che proietta nel cielo, sul mare e sui monti? Vanno dal più intenso rosso infuocato al più delicato giallo pallido... e i colori dell'aurora boreale nel cielo d'inverno! Anche se sono più tenui, hanno qualcosa di selvaggio, un'inquietudine, un cambiamento continuo! E le altre meraviglie della natura! Stormi di uccelli a milioni, "banchi di pesci lunghi come da Parigi a Strasburgo", qualcuno ha scritto. Vedi quelle montagne a picco sul mare? Non hanno eguali. E l'oceano Atlantico si infrange su di esse. Le idee del popolo vanno di conseguenza. Sono prive di confini. Le loro leggende, le loro fiabe sono i mattoni di una nazione, una torre su cui hanno issato i ghiacci del polo nord. Sì, tu ridi! Ma ascolta le leggende di questi luoghi, Hanna! Parla con la gente e capirai perché i loro cuori cercano il pastore Adolf Sang! Ha la fede perfetta per loro! È arrivato qui con un grande patrimonio e lo ha dato via quasi tutto. Così doveva essere! Era la parola di Dio! E ora, quando percorre decine di chilometri per pregare accanto a qualche povero malato, i loro cuori si aprono, la luce penetra subito in loro! ... A volte l'hanno visto in mezzo al mare durante una tempesta terribile; era solo su una barca piccola piccola, magari con uno o entrambi i ragazzi, dato che li porta con sé da quando avevano sei anni! Dopo aver fatto un miracolo, va in un'altra casupola di pescatori... e ne fa un altro! La gente se lo aspetta, in un certo senso. E c'è di più! Se non avessi fatto resistenza, sì, chissà cosa sarebbe stato di noi, dei ragazzi, forse lui non sarebbe neanche più vivo... per non parlare di me. Io sono finita.

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