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| << | < | > | >> |IndiceINDICE DELLE RICETTE 7 NOTA ALL'EDIZIONE 11 PREFAZIONE di Aldo Garzia 13 L'EVOLUZIONE DELLA CUCINA CUBANA 19 di Natalia Bolívar Aróstegui, Guillermo Jiménez Soler INTRODUZIONE 21 TAPPE STORICHE E CULTURALI 25 L'eredità alimentare degli indios cubani La colonizzazione spagnola La piantagione durante il periodo schiavista Il modello capitalistico (1899-1959) Il periodo rivoluzionario (1959-1996) I GRUPPI ALIMENTARI 33 I cereali Le leguminose Gli alimenti di origine animale I tuberi o viandas cubane Gli ortaggi e le insalate I condimenti, le spezie e i coloranti La frutta L'avocado e la banana LA CULTURA CULINARIA CUBANA 57 Il cibo e la religione Il regime nutrizionale I costumi a tavola I cubani e la crisi I PIATTI DELLA TRADIZIONE CUBANA 65 di Daisy Torres Delgado Appendice 139 INDICE DELLE RICETTE L'EVOLUZIONE DELLA CUCINA CUBANA Carne bovina macinata 27 Carne detta Ropa vieja 28 Tamal in foglie 34 Riso con pollo a la Chorrera 37 Fagioli neri alla Valdés Fauly 38 Porchetta arrosto su spiedo di guaiava 41 Pagro arrosto 42 Pesce marinato 43 Mojo 43 Buñuelo 45 Boniatillo 46 Frittura di malanga 46 Frittura di zucca 48 Banana a puñetazo 54 Fufù di banana 55 Banana en tentaciòn 56 I PIATTI DELLA TRADIZIONE CUBANA IL RISO 69 Riso bianco 71 Riso con carne di maiale 71 Riso con coniglio, con frutti di mare, con pesce, con crostacei, con pollo 72 Paella 73 Timballo di riso 74 Moros y Cristianos 75 Riso fritto 76 I FAGIOLI 77 ZUPPE, MINESTRE, PURÈ 78 Minestra di fagioli messicani 78 Minestra di fagioli 79 Minestra di fagioli bianchi 79 Minestra di ceci 80 Minestra di lenticchie 80 Purè di fagioli 81 Purè di fagioli bianchi 81 Purè di fagioli messicani 81 ALTRE ZUPPE, MINESTRE, PURÈ 82 Crema di pomodori 82 Zuppa di pomodori 82 Zuppa di pesce 83 Zuppa di pollo 84 Zuppa di carne 84 Zuppa di pesce alla creola 85 Crema di formaggio 85 Purè di piselli spaccati o soia gialla 86 Purè di cavolfiore con patate 86 Purè di lenticchie 86 [...] COKTAIL E BEVANDE 127 COKTAIL-APERITIVI 128 Mulata 128 Alexander 128 Isla de Pinos 129 Piña effervescente 129 Gato negro 129 Presidente 129 Ron collina 130 Achampanado 130 Alta Cocina 130 COKTAIL-ENTRETIEMPOS 131 Pinerito 131 Flamingo 131 Mar Caribe 131 Habana especial 131 Daiquiri Frappé 132 Daiquiri especial I 132 Daiquiri especial II 132 COKTAIL DIGESTIVI 133 Petalo 133 Peco de doncella 133 Paloma bianca 133 COKTAIL RINFRESCANTI 134 Sangria 134 Sangria tropical 134 Bull 134 Limonada clarete 135 Cuba libre 135 Esperanza 135 Baracoa 135 Cerveza especial 136 Punch di frutta 136 COKTAIL ALIMENTARI 137 Hasta luevo 137 Flipa 137 Punch 137 Apicultor 138 Punch al latte 138 Crème de vie 138 |
| << | < | > | >> |Pagina 21Figlio d'uomo alimenta il tuo ventre e riempi il tuo stomaco... (La Bibbia Ez 3,1-3)L'alimentazione a Cuba, la preparazione dei cibi e la decorazione, sono strettamente legate alle diverse strutture economico-sociali che si sono succedute nella storia dell'isola negli ultimi sei secoli. Negli oltre cinque secoli di storia conosciuta, la caratteristica che più risalta, nell'avvicinarsi all'evoluzione cubana, è che il paese ha potuto essere autarchico nella produzione alimentare solo durante il periodo dell'economia primitiva degli indios aborigeni e che la dipendenza dal mercato esterno è andata gradualmente aumentando. La gastronomia cubana contemporanea conserva ancora buona parte degli alimenti, in particolare quelli di origine vegetale, che gli indios aborigeni già coltivavano all'arrivo di Cristoforo Colombo e conserva intatti alcuni piatti, salvo l'aggiunta di qualche nuovo condimento.
Già a partire dalla seconda metà del XVI secolo, dal momento cioé della
scomparsa virtuale degli indigeni a causa delle violenze, delle malattie, del
nuovo ordine politico di sottomissione e della distruzione della loro
organizzazione economica, l'approvvigionamento di alimenti è dipeso dalle
importazioni.
La produzione alimentare è sempre stata subordinata ad altre produzioni agricole (tabacco, caffè, zucchero) destinate al mercato estero, a cui Cuba si è vista obbligata a sacrificare i propri capitali, le terre, le braccia e l'iniziativa. La presenza degli alimenti sulle tavole cubane - e di quelli che più piacciono - non corrisponde a criteri di comprovata razionalità, fondati sui maggiori vantaggi economici che sarebbero potuti derivare da un più appropriato sfruttamento delle caratteristiche del suolo e del clima, o sull'ottimizzazione dei fattori nutritivi.
Le opzioni nell'approvvigionamento alimentare sono
rimaste legate a interessi commerciali di potenze straniere e, poiché la
tormentata vita politica del paese negli ultimi centocinquant'anni è stata
caratterizzata da profondi cambiamenti che periodicamente hanno trasformato la
struttura del suo commercio con l'estero e hanno stravolto le abituali modalità
d'acquisto degli alimenti più comuni, il cubano ha dovuto dedicare alla cucina
la parte migliore della sua creatività e costanza per conservarne le tradizioni
e le caratteristiche più marcate.
L'alimento di maggior diffusione tra la popolazione cubana, presenza obbligata nella capanna contadina come nell'abitazione più lussuosa, è il riso - di origine asiatica - che, un felice giorno, si incontra in un modo peculiarmente cubano con i fagioli neri o rossi, con il contorno di un tubero o della banana fritta. Tuttavia, l'alimento più apprezzato è la carne bovina, cucinata principalmente in varianti tipiche; mentre la carne suina è riservata alle grandi occasioni. I condimenti più comuni sono il pomodoro, il peperone, l'aglio, la cipolla e il vino bianco secco. La cena è coronata da un dessert fatto in casa a base di tuberi o frutta originari dell'isola, da una tazza di caffè nero molto forte e, infine, dall'immancabile «Avana», il cui aroma e la cui fragranza gli hanno giustamente procurato la fama di miglior sigaro del mondo. Ogni commensale è testimone delle diverse tappe che, condizionate dagli eventi politici e dalla congiuntura internazionale, hanno caratterizzato la nostra storia determinando le attuali tendenze e abitudini gastronomiche. Tappe contrassegnate da diversi fattori: a. dalla fine dell'economia domestica degli indios; b. dalla colonizzazione spagnola con la conseguente assunzione della cultura alimentare della madrepatria; c. dall'inizio del sistema fondato sulla schiavitù per la produzione di zucchero di canna e dalla numerosa presenza degli africani; d. dall'indipendenza dalla Spagna alla fine del secolo scorso, contemporaneamente alla comparsa del modello capitalista e alla forte dipendenza dagli Stati Uniti; e. dalla sostituzione della dipendenza dagli Stati Uniti con un sistema socialista, dall'influenza del commercio con l'Unione Sovietica e da un radicale sistema egualitario di distribuzione della ricchezza. Attraverso queste tappe, la posizione geografica privilegiata dell'isola costituisce un fattore di influenza specifica. Cuba, infatti, è situata all'ingresso del Golfo dei Caraibi, il cui mare separa i due subcontinenti americani e può contare su un accesso facilitato dalla corrente del Golfo, un vero e proprio fiume che scorre dalle zone settentrionali dell'Atlantico fino alle sue riparate baie naturali. Ne è derivata una popolazione molto eterogenea, sia da un punto di vista etnico che culturale. La sua composizione demografica è caratterizzata in primo luogo dalla presenza dei discendenti degli spagnoli, dai discendenti degli schiavi provenienti da numerose regioni africane di diversa cultura, oltre che da un certo numero di cinesi di Canton, antilliani e altre minoranze che, più che in altre aree del mondo, si sono mescolati, dando origine a un meticciato molto particolare. In tal modo la variegata composizione demografica, la favorevole ubicazione geografica, le flotte che trasportavano le ricchezze dell'impero spagnolo e che, per tre secoli, sono state alla fonda nei suoi porti, il contrabbando, il Mar dei Caraibi, segnato dalla presenza di colonie di vari paesi europei, hanno dato vita a un popolo aperto a molteplici incroci di culture e civiltà. Le vestigia di questo mondo trovano nella tavola e nelle tendenze gastronomiche dei cubani d'oggi importanti testimonianze. Esiste un piatto antico che mostra l'evoluzione della cucina cubana e le diverse influenze culturali, in quanto le origini vengono fatte risalire agli indios precolombiani; esso costituisce una sorta di esempio archeologico della nostra storia gastronomica. L' ajiaco è una specie di brodo o zuppa spagnola, che gli indios condivano con abbondante peperone, ajì appunto, da cui deriva il nome del piatto, e preparavano principalmente con tuberi e altre verdure a cui aggiungevano cereali quali il mais, carne di diversi animali e spezie. Attraverso le diverse epoche, i suoi componenti hanno subito un processo di modifica o sostituzione, con l'aggiunta d'ingredienti provenienti dalle altre culture che si sono impiantate sul tessuto preesistente; queste modifiche tuttavia non hanno cancellato l'essenza del piatto originale. Con il passare del tempo, lo sterminio degli animali utilizzati dagli indios ha portato alla sostituzione di quelle carni con carne bovina, più affine alle abitudini europee, prodotta nei paesi dell'America continentale, soprattutto sotto forma di carne secca, affumicata e salata. Anche la carne suina, sotto forma d'insaccati prodotti in Spagna, ha assunto un suo ruolo in questo processo di sostituzione d'ingredienti. Ai tuberi originali degli indios se ne sono aggiunti poco a poco altri portati dall'Africa, come l' igname, o altri prodotti come la banana. Oltre al peperone si cominciarono a utilizzare spezie provenienti da tutti gli angoli della terra, dal Mediterraneo, dall'Asia, dall'America. | << | < | > | >> |Pagina 67Il mio intento, nello scrivere questo libro, è stato quello di divulgare la conoscenza della cucina tradizionale del mio paese, ma non solo; infatti, oltre a piatti propriamente cubani, ho voluto includere alcune ricette comunemente in uso a Cuba che vengono ormai considerate alla stregua di quelle tradizionali. Sulle tavole cubane solitamente si trovano minestre di fagioli di vario tipo, piatti di pesce o di carne, ortaggi arrostiti, insalate e dolci, ma ciò che ci è veramente indispensabile, oltre al riso bianco, del quale si fa un uso molto simile a quello che in Italia viene fatto del pane (che pure è consumato a Cuba), è la classica tazzina di caffè forte a fine pasto. Nei capitoli che seguono, le ricette non sono ordinate secondo la successione delle portate (primi, secondi, ecc.) bensì secondo gli ingredienti utilizzati. Una caratteristica della cucina cubana sta nel fatto che molti dei nostri alimenti rientrano nella categoria dei cibi "energetici". Questa particolarità ha origine nella nostra storia. Le diverse culture culinarie si sviluppano a partire dalle differenti risorse naturali dei vari territori. Così, all'arrivo dei colonizzatori spagnoli, a Cuba era già sviluppata una ricca cultura alimentare, che fu trasmessa oralmente ai conquistatori, attraverso un certo numero di ricette, il cui valore non sempre fu riconosciuto. Lo sfruttamento spietato del lavoro coatto determinò la scomparsa degli indiani nativi dell'isola, che spinse i colonizzatori a importare schiavi cinesi e africani. Alla mescolanza etnica seguì ben presto quella culinaria, con l'importazione di nuovi cibi fino ad allora sconosciuti. Oggi Cuba attraversa una profonda crisi economica, che ha comportato la penuria di molti ingredienti necessari alla preparazione di alcuni piatti che saranno illustrati nel seguito del libro. Credo che sia appropriato definire la cucina un'arte che dipende dalla creatività del cuoco ed è per questo che ho cercato di trasmettere, attraverso questo libro, le mie esperienze personali e i miei gusti. Il mio lavoro si rivolge a tutti coloro che intendono avvicinarsi alle tradizioni del popolo cubano.
Consiglio di leggere l'introduzione a ogni capitolo prima di avventurarsi
nella preparazione dei piatti. Nell'intento di adattare le ricette cubane al
gusto degli italiani è stato necessario modificare parzialmente le dosi e a
volte gli ingredienti (in funzione della reperibilità sul mercato italiano). Un
esempio tipico delle differenze tra i gusti è la presenza nei piatti cubani di
quantità di aglio e altri condimenti di gran lunga superiori a quelle abituali
nella cucina italiana. Anche nei dolci l'uso dello zucchero è molto maggiore, al
punto da renderli difficilmente apprezzabili per il gusto italiano.
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