Copertina
Autore Ed. Bollati Boringhieri
Titolo Bollati Boringhieri 1957 | 1987 | 2007
Sottotitolocatalogo storico
EdizioneBollati Boringhieri, Torino, 2007 , pag. 648, cop.fle., dim. 13x19,2x3,2 cm , Isbn 978-88-339-1769-6
LettoreSara Allodi, 2008
Classe libri
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Indice


VII Nota dell'editore,
    di Romilda Bollati

 IX Cinquant'anni di libri e buone idee,
    di Francesco M. Cataluccio

XXV Sigle delle collane


  3 Catalogo bibliografico degli autori e dei collaboratori

535 Catalogo cronologico delle pubblicazioni

597 Indice dei titoli


 

 

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Pagina IX

Cinquant'anni di libri e buone idee

Francesco M. Cataluccio


Questo Catalogo storico, aggiornato al 31 dicembre 2006, viene pubblicato nel cinquantesimo anniversario della fondazione della nostra casa editrice. Mezzo secolo scandito in tre date:

- 1957, la nascita e lo sviluppo di una casa editrice, come la Boringhieri, che investì, in modo pionieristico, sulle scienze e la psicoanalisi, non trascurando gli studi di antropologia, etnografia ed economia e la pubblicazione di testi di classici del pensiero;

- 1987, la sua trasformazione in una casa editrice a tutto campo come la Bollati Boringhieri, che, accanto alle discipline già trattate, si arricchì con libri di storia, sociologia, filosofia, arte, fotografia, letteratura;

- 2007, la casa editrice di oggi, che pubblica un centinaio di novità all'anno, e prosegue la sua ricerca in continuità col passato e con curiosità e attenzione verso nuove articolazioni del sapere, come le neuroscienze e l'iconologia.

Questa è una storia di persone, idee, libri che attraversa un cinquantennio assai complicato della storia italiana e ha contribuito in modo significativo, ricercando l'unità di pensiero scientifico e umanistico, alla sua crescita culturale e al suo sviluppo, alla sua apertura all'Europa e al mondo.

Una vicenda che inizia, e si intreccia più volte, con quella della casa editrice Einaudi (fondata nel 1933) la più importante impresa culturale dell'Italia del Novecento. Da questa casa editrice sono nate prima la Boringhieri, poi l'Adelphi e poi ancora, in un certo senso, la Bollati Boringhieri.

La nuova casa editrice si costituisce riprendendo e sviluppando due filoni, e due collane, in apparenza molto lontani tra di loro e che non si erano inseriti solidamente nel corpo della produzione culturale einaudiana: a) la scienza (collana azzurra); b) lo studio del mito, del folklore e delle religioni (collana viola).

Il clima culturale dell'epoca, influenzato dalla filosofia crociana e da una dogmatica interpretazione del marxismo, non era il più favorevole allo sviluppo di un'editoria scientifica. L'idealismo e il marxismo censuravano di fatto l'osmosi tra le scienze.

Nella collana economica dell'Einaudi (Piccola biblioteca scientifico-letteraria), alla quale lavoravano sia Paolo Boringhieri che Giulio Bollati (assieme a Italo Calvino e Carlo Muscetta), agli inizi degli anni cinquanta, si pensava a libri di divulgazione scientifica e soprattutto a manuali e «testi per le scuole aziendali». L'apertura di un settore scientifico era stata un'ottima intuizione culturale ed editoriale della quale non si sapeva però bene che fare. E infatti veniva vissuta all'interno dell'Einaudi un po' come un «corpo estraneo»: i consulenti scientifici dell'Einaudi facevano riunioni a parte e, nel 1951, Giulio Einaudi costituì una società separata chiamata Edizioni scientifiche Einaudi e ne affidò la cura proprio a Boringhieri.

Gli interessi per gli studi di etnologia, che non riguardavano tanto il folklore, quanto il «lato oscuro dell'anima», erano il frutto della straordinaria personalità di Cesare Pavese che si era incontrato con Ernesto de Martino nell'idea di dar vita alla collana viola, che aveva iniziato le pubblicazioni nel 1948. Ma già nel 1942, durante la guerra!, era stato abbozzato il progetto, proprio a partire dalla proposta di de Martino di tradurre L'io e l'inconscio di Jung, di libri interdisciplinari sul mito. Anche con la collana viola ebbe a che fare il giovane Boringhieri. È proprio a lui, che era uno dei pochi all'interno dell'Einaudi a essere veramente interessato a questi argomenti che de Martino ormai orfano di Pavese, scrive amareggiato, nel 1952. «Io credo di dover concludere che non siamo riusciti a inserire pienamente la collana nel vivo degli interessi della cultura nazionale. Persino Calvino mi diceva celiando (ma era poi una celia?) che la collana viola era per lui la collana dei negretti. La verità è che la collana non è riuscita a vincere il nostro provincialismo culturale e, passata la prima ondata di moda e curiosità, i nostri lettori hanno tutta l'aria di voler ripiegare sulle posizioni tradizionali».

Paolo Boringhieri (1921-2006), figlio di una famiglia svizzera proveniente dall'Engadina, che possedeva a Torino una fabbrica di birra, aveva studiato ingegneria, ma era appassionato di filosofia. Nel 1949 venne assunto all'Einaudi dove si occupò della collana azzurra dedicata alla storia della scienza. Boringhieri era convinto che la modernizzazione della società italiana passasse attraverso la divulgazione della scienza ed era legato ideologicamente alle posizioni cattolico-comuniste dell'amico e collega Felice Balbo (del quale pubblicherà le Opere nel 1966). Qualcuno in Einaudi lo chiamava «il lavoratore cristiano».

Nel 1956, in seguito a una grave crisi finanziaria, Einaudi deciderà di compiere, come ebbe a dire in seguito, «una dolorosa amputazione» della sua casa editrice. Cedette a Boringhieri le collane delle quali si era occupato fino a quel momento. Si trattava di quattro collane per un totale di 110 titoli: la Biblioteca di cultura scientifica; una parte della Biblioteca di cultura economica; la cosiddetta «collana viola» (Collezione di studi religiosi, etnologici e psicologici); i Manuali Einaudi e i Testi per dirigenti, tecnici e operai (agraria, biologia, chimica, fisica, ingegneria, matematica, medicina, psicologia, scienze economiche).

Con questo capitale di titoli, la nostra casa editrice iniziò quindi, ufficialmente, la sua attività, a Torino (in via Brofferio, 3; per poi trasferirsi nell'odierna sede in Corso Vittorio Emanuele II, 86), in una data che può sembrare uno scherzo: il primo aprile del 1957. Fino al 1960, la casa editrice si chiamerà, per una parte della produzione, ancora Edizioni scientifiche Einaudi. È allora che, su consiglio proprio del suo ex compagno di stanza all'Einaudi, Giulio Bollati, Boringhieri inizia a porre sui suoi libri il nuovo marchio con il motto «Celum stellatum», con accanto la dicitura «Paolo Boringhieri». Un'incisione quattrocentesca con un cielo stellato: il simbolo di un meraviglioso ordine naturale delle cose che, tre secoli dopo, con Kant, diverrà anche il corrispettivo di un ordine morale e razionale al quale, sia per Boringhieri che per Bollati, tutti dobbiamo tendere. Ma quella moltitudine di stelle suggerisce anche una pluralità di saperi alla quale la nuova casa editrice si attenne dai suoi inizi.

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