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Pagina 11
Da vecchi si diventa
invisibili:
in una sala
d'aspetto, tutti in fila, entra una ragazza che
cerca qualcuno. Fa il giro con gli occhi e quando arriva a te, ti salta come un
paracarro. La vecchiaia comincia allora. Si entra, già da allora, in quella
azienda a orario continuato, qual
è il calendario; il risveglio al mattino diventa
uno scarto metafisico; il movimento nella strada si aggiunge come l'avvertimento
che per gli
altri
il tempo è scandito dagli orari.
Bisogna, per prima cosa, mettere in sospetto le proprie opinioni, comprese
quelle piú radicate, per rendere disponibile qualche
casella del cervello. È faticoso perché i punti di
realtà si vanno rarefacendo e le opinioni rappresentano l'ultima parvenza della
verità.
Come a guardare controluce il negativo di una
vecchia fotografia: quel giorno in cui facevo,
dicevo, guardavo... Il bianco e nero invertiti
stravolgono la realtà, che si allontana. La vecchiaia è la scoperta del piccolo
quale dimensione sovrumana. Chi pensi alla fortuna o alla
Provvidenza, sempre s'inchina alla vita che
domani farà a meno di lui. Non è un pensiero
sconsolato, ma di conforto: la memoria, estrema forma di sopravvivenza.
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