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| << | < | > | >> |Pagina 13Do pienamente ragione al mio collega d'ufficio don Tulio Savastano, che stamane era quasi fuori di sé dall'entusiasmo, nel lodare il ricevimento che la signora Webster de Tejedor ha dato l'altra sera a buona parte dei suoi amici, nella sua residenza di Olivos. Chi innegabilmente intervenne di persona alla festa fu José Carlos Pérez, personaggio di grande peso sociale, soprannominato il Bauletto. Tipo dal collo taurino, tarchiato nell'abito aderente, piccolo ma agile e azzimato, una canaglia stile vecchia guardia, famoso per il suo brutto carattere e per le battutacce, il Bauletto è a buon diritto un personaggio Popolare, amato in tutti i circoli, specie dove ci sono ballerine e cavalli. Per il semplice fatto di portargli i libri, don Tulio gode di libero accesso alla casa del nostro eroe, dove è riuscito a infiltrarsi fin nelle stanze della servitú, senza risparmiare l'anticamera e la cantina. Per ora, il Bauletto gli concede tutta la sua fiducia e gli rivela, in confidenza, certe sue cose intime... Parlo con fondamento; appena scorgo don Tulio, lo assillo e non lo lascio in pace, finché non riesco a strappargli tutti i pettegolezzi della sera prima. Ecco l'ultima infornata. Stamattina don Savastano, per liberarsi in qualche modo di me, ha precisato: «Credere o crepare! Il Bauletto, per strano che possa sembrare, s'è stufato della Tubiana Pasman e ha messo gli occhi sulla signorina Inés Tejerina, che sarebbe la nipote carnale della signora Tejedor, quella che ha dato la festa. La Tejerina è una beltà di grande prestigio sociale ed è ricca e giovane. Le piace il Bauletto; certe volte mi verrebbe proprio voglia di andare all'Istituto Pasteur a farmi fare un'iniezione contro l'invidia. Ma il Bauletto sa quello che fa; vuole che le donne siano schiave del tiranno che ha nel sangue e per tenere la Tejerina al suo posto durante il ballo si mise a corteggiare Maria Esther Locarno, una parente povera della Tubiana, la cui gioventú, comunque ingrata, è ormai soltanto un lontano ricordo. La generale maldicenza sostiene che abbia anche altri e ben piú gravi difetti. Tutto questo lo so, perché me lo ha detto lo stesso Bauletto, mentre rispondeva a una lettera al Club della Box, e io gli passavo la lingua sull'affrancatura. «Tutto si svolse come una mossa del Gran Maestro scacchista Arlequin. La Tejerina era verde di rabbia e il Bauletto se la godeva un mondo, come se gli stessero facendo il solletico. Un particolare lo diverti: la María Esther non lo degnava d'uno sguardo. Da notare lo sproposito: la dama meno ambita della serata che fa la schifiltosa con un pretendente di lusso come il Bauletto. La Teierina cercò di controllarsi come poteva, perché dopo tutto le hanno impartito un'educazione raffinata; ma alle tre e un quarto del mattino non resistette piú e la videro scappare via di corsa, in lacrime. C'è chi dice che la colpa sia da attribuire al fatto che aveva alzato il gomito, ma un piú generale consenso concorda nel sostenere che piangeva per dispetto, perché lo ama.
«Quando sono andato a trovarlo il giorno
dopo ho trovato il Bauietto raggiante, che
faceva a gara a rimbalzare e saltellare sul
trampolino della sua piscina, che era un
piacere.»
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