Copertina
Autore Dominique Bourdin
Titolo Cento anni di psicoanalisi
SottotitoloDa Freud ai gioni nostri
EdizioneDedalo, Bari, 2007, La scienza nuova 134 , pag. 250, cop.fle.sov., dim. 14x21x2,1 cm , Isbn 978-88-220-0234-1
OriginaleLa psychanalyse de Freud à aujord'hui [2000]
TraduttoreAnna Benocci Lenzi
LettoreGiovanna Bacci, 2007
Classe psicanalisi
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Indice

Prefazione                                                5


Parte prima   LA SCOPERTA FREUDIANA


Capitolo primo
Freud, il conquistatore di uno spazio ignorato            9

Prima della psicoanalisi                                 10
    Gli anni di formazione                               10
    Breuer e Anna O.                                     12
La nascita della psicoanalisi                            13
    L'invenzione freudiana: le associazioni libere       13
    La regola fondamentale                               15
    La simbolizzazione                                   16
    Le lettere a Fliess                                  17
    Il Progetto                                          20
L'interpretazione dei sogni                              21
    Resistenza e rimozione                               21
    Lo studio dei sogni                                  22
    L'auto-analisi di Freud                              22
    La regressione e i1 lavoro del sogno                 24
    Processi primari e processi secondari                28

Capitolo secondo
Questioni cliniche                                       31

Per quanto riguarda il sogno                             31
    Lapsus e atti mancati                                31
    Dora                                                 32
    La Gradiva                                           35
La sessualità infantile                                  35
    L'infantile nel sogno                                35
    Tre saggi sulla teoria sessuale                      36
    Il piccolo Hans                                      37
    La nevrosi infantile dell'uomo dei lupi              38
    I fantasmi originari                                 41
    I ricordi di copertura                               42
Transfert e contro-transfert                             43
    Il transfert                                         43
    La dinamica del transfert                            44
    Il contro-transfert                                  46
    Questioni di tecnica                                 47
Psicopatologia della vita quotidiana                     48
    Il motto di spirito                                  48
    La malattia nervosa dei tempi moderni                49
    La psicologia della vita amorosa                     50
La nevrosi ossessiva                                     52
    L'uomo dei topi                                      52
    Il carattere anale                                   53
    Religione e nevrosi ossessiva                        54
Dalla parte della psicosi                                54
    Il caso Schreber                                     54
    I rapporti con Jung e Bleuler                        56

Capitolo terzo
Allievi e collaboratori                                  57

    Dall'isolamento alla creazione
    dell'Associazione psicoanalitica internazionale      57
    La Società psicoanalitica di Vienna                  57
    Le sere del mercoledì                                58
    I primi congressi                                    60
    La creazione dell'Associazione internazionale        61
    Il viaggio in America                                61
    La rottura con Adler                                 62
    L'insegnamento                                       62
Jung                                                     63
    Il delfino                                           63
    Gli indugi di Jung                                   63
    Lo studio dei simboli e dei miti                     64
    L'inconscio collettivo e la rottura con Freud        65
    Il divenire del pensiero junghiano                   66
Karl Abraham                                             67
    Il fedele secondo                                    67
    Studi clinici, mitologici, estetici                  67
    Teoria degli stadi                                   68
    Da Abraham a Melanie Klein                           68
Ferenczi o l'audacia analitica                           69
    Un allievo fervente... e deluso                      69
    Le teorie audaci                                     70
    Fecondità clinica                                    71
    Le innovazioni teoriche                              72
Diversità e conflitti                                    73
    Pfister, Tausk, Groddeck e Binswanger                73
    Il comitato segreto                                  75

Capitolo quarto
Dal narcisismo alla distruttività                        77

Estetica                                                 77
    La creazione letteraria e il sogno da sveglio        77
    Leonardo                                             79
    Michelangelo                                         80
    Il tragico                                           81
Mito, religione, civiltà                                 83
    Racconti e miti                                      83
    Totem e tabù                                         84
    Attualità sulla guerra e la morte                    89
La metapsicologia nel 1915                               91
    L'introduzione del narcisismo                        91
    Le pulsioni                                          95
    Rappresentazioni di cose e rappresentazioni
    di parole                                            99
    Lutto e malinconia                                  105
    Altri testi metapsicologici                         106
L'introduzione della pulsione di morte                  107
    Al di là del principio di piacere (1920)            107
    Dalla parte della clinica                           110
    Paranoia e gelosia                                  112

Capitolo quinto
Elaborazioni teorico-cliniche                           117

Le seconda topica. Testi teorici                        117
    L'Io e l'Es (1923)                                  117
    La negazione                                        123
    Inibizione, sintomo, angoscia                       125
    Il Compendio                                        127
Psicologia collettiva                                   128
    Psicologia delle folle                              128
    La critica delle idee religiose                     131
    Il pessimismo freudiano?                            134
Le perversioni                                          137
    Il masochismo                                       137
    Il feticismo                                        139
Nevrosi e psicosi                                       141
    La distinzione tra nevrosi e psicosi                141
    La scissione                                        142
La sessualità femminile                                 145
    La femminilità precoce                              145
    Il continente nero                                  147
    Altri punti interrogativi sui processi libidici     148
La terapia                                              148
    Quali analisti?                                     148
    Il processo analitico e i suoi obiettivi            149
    La verità nell'analisi                              149
Mosè                                                    151
    Le circostanze                                      151
    La tesi dei due Mosè                                151
    Scissione e trauma                                  152
    Le circostanze                                      152
    Trasmissione delle idee religiose                   152
    Giudaismo e Cristianesimo                           152
La malattia e l'esilio                                  153
    La malattia                                         153
    La sistemazione a Londra                            153


Parte seconda   GLI AUTORI POSTFREUDIANI


Capitolo sesto
Reich e il freudo-marxismo                              157

Wilhelm Reich (1897-1957)                               157
    L'analisi del carattere                             157
    L'orgasmo e la liberazione sessuale                 157
    L'orgone                                            158
Destini del freudo-marxismo                             158
    In Ungheria e in Russia                             158
    Marcuse (1898-1979)                                 159
    Psicoanalisi e cultura                              159

Capitolo settimo
La psicoanalisi americana                               161

Hartmann e la Psicologia dell'Io                        161
    La comunità psicoanalitica americana                161
    Hartmann (1894-1970)                                161
    Influenza della Psicologia dell'Io                  162
Psicoanalisi dei bambini                                163
    Margaret Mahler (1897-1985)                         163
    Bettelheim (1903-1990)                              164
    Erikson (1902-1994)                                 166
    Psicoanalisi della prima infanzia e salute pubblica 167
Kohut e il transfert narcisistico                       169
    L'ascolto del narcisismo                            169
    Il self e il self-oggetto                           169
    Kohut e Freud                                       170
Stato dei luoghi                                        170
    Il linguaggio di azione e l'intersoggettività       170
    L'influenza kleiniana                               171
    La pressione medica, scientifica e sociale          172
    La psicoanalisi in America Latina                   172

Capitolo ottavo
La psicoanalisi in Inghilterra                          175

Melanie Klein (1882-1960)                               175
    Una pioniera della psicoanalisi dei bambini         175
    Pulsione di morte e fantasmi del bambino            176
    La posizione schizo-paranoide                       178
    La posizione depressiva                             179
    Le difese maniacali                                 180
    L'identificazione proiettiva                        180
    L'invidia                                           181
Anna Freud                                              182
    La figlia di Freud                                  182
    Le linee di sviluppo                                183
    I meccanismi di difesa                              184
    Normale e patologico                                185
    Il bambino nella società                            186
Le grandi controversie                                  186
    Gli avversari                                       186
    I meccanismi                                        187
    Soluzioni istituzionali                             187
Il gruppo degli Indipendenti o middle group             188
    Posizioni comuni                                    188
    Michaél Balint (1896-1979)                          189
    John Bowlby (1907-1990)                             190
    Ronald Fairbairn (1889-1964)                        190
    Diversità delle ricerche                            191
Winnicott                                               193
    Un franco-tiratore inimitabile                      193
    «Un neonato, non esiste»                            194
    L'illusione primaria                                195
    Il quadro analitico e il contro-transfert           196
    Il self                                             196
    Il timore del crollo                                197
    Oggetto e spazio transizionali                      197
I post-kleiniani                                        198
    Hanna Segal                                         198
    Herbert Rosenfeld                                   199
    Donald Meltzer                                      199


    Martha Harris ed Esther Bick                        200
Wilfred Bion                                            200
    I piccoli gruppi                                    200
    L'apparato per pensare i pensieri                   201
    Il lavoro di astrazione e di formalizzazione        201
    L'attacco dei legami                                202

Capitolo nono
La psicoanalisi in Francia                              203

Inizi lenti e difficili                                 203
    Resistenze mediche                                  203
    La creazione della Società psicoanalitica
    di Parigi (SPP)                                     204
    Durante la guerra                                   205
    Orientamenti                                        206
    La scissione                                        206
    E altrove in Europa?                                209
Il pensiero di Jacques Lacan                            210
    L'apporto di Lacan                                  210
    Il significante e le tre categorie strutturali      211
    Scissione e forclusione                             215
    Pulsioni, affetto, desiderio                        216
    Modificazioni nella metapsicologia                  218
    La terapia, i suoi fini e la formazione dello
    psicoanalista                                       219
    A proposito dell'epistemologia                      221
    Il movimento lacaniano                              222
Correnti teoriche attuali della psicoanalisi francese   226
    Dalla parte del Quarto Gruppo                       226
    Béla Grunberger                                     228
    Didier Anzieu                                       228
    Jean Laplanche                                      232
    André Green                                         234

Capitolo decimo
Metodologie contemporanee e dibattiti attuali           241

Il quadro e le tecniche                                 241
    La teoria della terapia                             241
    Psicoanalisi gruppale e terapie familiari           242
    Lo psicodramma analitico                            245


Studi clinici                                           246
    Il trauma, l'allucinatorio e il negativo            246
    Nevrosi e psicosi                                   248
    Casi-limite e disturbi del comportamento            249
    La psicosomatica                                    250
    La psicopatia. La violenza                          251
Settori di studio e cantieri in corso                   251
    La psicoanalisi dei bambini. L'adolescenza          251
    Maschile, femminile                                 253
    Psicoanalisi, arte, letteratura                     254
    Aperture della psicoanalisi                         255
    La storia e l'avvenire della psicoanalisi           256

La psicoanalisi in Italia                               257
Appendice di Sabina Lambertucci Mann                    257

Panorama della psicoanalisi in Italia                   257
Appendice di Sabina Lambertucci Mann
Panorama della psicoanalisi in Italia                   257
Dalle origini alla nascita delle Società di psicoanalisi257
La seconda generazione di analisi                       261
Terza generazione                                       262
Paesaggio psicoanalitico contemporaneo                  267
Alcuni punti della ricerca psicoanalitica italiana      270
Breve excursus: analisti e contributi analitici         271

Lessico                                                 277

Bibliografia                                            303

Indice dei nomi                                         331

 

 

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Pagina 5

Prefazione


Destinata a tutti gli studenti che hanno bisogno di dati e punti di riferimento sulla psicoanalisi, così come ad un pubblico più vasto che desidera comprendere il pensiero contemporaneo oltre che la posizione degli apporti del metodo psicoanalitico nel trattamento delle sofferenze psichiche, questa opera vorrebbe essere:

— una chiara e maneggevole sintesi, che si sforza di mettere in relazione gli elementi tra loro e di stabilire dei collegamenti in grado di sostenere e guidare la comprensione di concetti e preoccupazioni talvolta complessi;

— uno studio preciso che fornisca i nomi, le date, le definizioni e le spiegazioni di cui lo studente può avere bisogno. Lessico e indice permettono di trovare in ogni momento l'informazione necessaria;

— una suggestiva iniziazione a quel «pensiero disturbante» che fa sì che l'inconscio, oggetto della psicoanalisi, possa solo disturbare il nostro pensiero, metterci fuori strada, ma allo stesso tempo aprirci orizzonti inaspettati e insperati, che raggiungono ed esplicitano una dimensione di esperienza che per noi è intima ed essenziale;

— una esposizione esatta e chiara delle tesi essenziali delle più importanti correnti psicoanalitiche attuali, così come delle tecniche psicoanalitiche (il metodo psicoanalitico precede e sostiene sempre le teorizzazioni che non ne sono altro che le applicazioni e i supporti);

— una presentazione succinta ma documentata dei principali dibattiti che hanno attraversato la storia della psicoanalisi o che sono attualmente in corso.

Il testo è completato da un approfondito Lessico, a fine volume, che spiegherà ai lettori meno specialisti il significato dei termini più tecnici.

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Pagina 9

Capitolo primo

Freud, il conquistatore di uno spazio ignorato


Sigismund Freud, detto Sigmund, nacque a Friburgo, in Moravia, nel 1856, paese che la sua famiglia abbandonò per Vienna, quando il bambino aveva tre anni, per problemi finanziari del padre, il negoziante ebreo Jakob Freud. La struttura della famiglia era particolare in quanto suo fratello maggiore Emanuele, nato da un precedente matrimonio, aveva vent'anni più di lui, ed era dunque per età molto vicino alla giovane mamma Amalia, seconda o forse terza moglie di Jakob Freud, che era decisamente più vecchio. Un altro personaggio importante della prima infanzia di Freud fu la sua Nania, balia cattolica che gli raccontava innumerevoli storie e leggende, ma che fu licenziata per furto. Dobbiamo ricordare, infine, lo zio Giuseppe, altro punto nero dell'ambiente nel quale viveva il bambino, che fu compromesso in un traffico di falsari.

Tutti questi personaggi appaiono direttamente o indirettamente nei sogni che Freud accettò di rivelare al pubblico nel 1900, per sostenere le sue idee sull'interpretazione dei sogni: conosciamo, dunque, non soltanto gli avvenimenti, ma la maniera attraverso la quale essi hanno segnato la realtà psichica del bambino, con la rilettura che ne fece Freud al momento della sua auto-analisi, una parte della quale ci è rivelata con L'interpretazione dei sogni (1900). Un'altra fonte diretta ci è fornita dall'abbondante corrispondenza di Freud durata tutta la vita. Le Lettere della giovinezza ci fanno scoprire l'adolescente e in seguito il giovane ricercatore. L'innamorato si rivela, nelle lunghe lettere, a Marta, la fidanzata, durante i quattro lunghi anni nei quali rimasero separati, questo fino a quando Freud non trovò i mezzi finanziari necessari per sposarsi, facendo il neurologo e rinunciando alla ricerca. Le ipotesi di ricerca furono esposte a Fliess, un amico otorinolaringoiatra dalle idee alquanto audaci, che si interessava alla bisessualità degli esseri umani e che costruì teorie complesse sui cicli vitali dell'uomo e della donna.

La fonte indefinibile di ogni studio fatto sulla vita di Freud rimane tuttavia la biografia in tre volumi redatta dal suo discepolo, Ernst Jones, la Vita e opere di Freud. Anche se i biografi moderni possono trovare lacune o proposte azzardate – Jones aveva preferenze e gelosie nei riguardi degli altri discepoli di Freud – l'opera rimane un insieme di conoscenze che permette non solo di rappresentare la storia personale di Freud, ma anche i primi decenni del movimento psicoanalitico.


Prima della psicoanalisi

Gli anni di formazione

Freud frequenta Medicina e diventa biologo specialista nello studio del sistema nervoso – le «neuroscienze» agli esordi. Dei brillanti studi al liceo, conserva un interesse per la cultura greca e le opere classiche. Se si paragona volentieri ad Annibale, il generale cartaginese, è Cervantes, l'autore del Don Chisciotte, che gli fornisce la possibilità di identificarsi in maniera eccelsa, poiché Freud e Silberstein, un suo amico, firmavano le lettere che si inviavano con il nome dei due cani, Cipio e Berganza, che figurano in una interessantissima novella di Cervantes – racconto che mette particolarmente in evidenza la questione dell'identità femminile.

Fu la lettura di un poema di Goethe, Sulla natura, che fece decidere il giovane Freud, ancora esitante sul suo orientamento professionale, ad indirizzarsi verso la medicina. Alla fine degli studi, entrò nel laboratorio di fisiologia del sistema nervoso di Brόcke, ricercatore verso il quale manifestò sempre un grande rispetto. Freud, condivide l'ideale scientifico del suo tempo, di stampo positivista e piuttosto scientistico (concepì sempre il funzionamento psichico come il funzionamento fisiologico in termini energetici, ed il riferimento al principio di costanza dell'energia, posto da Fechner, fu una chiave importante della sua opera). Gli studi sul sistema nervoso di animali non evoluti, le osservazioni preziose sui disturbi del linguaggio che comparivano nelle diverse forme di afasia, uno studio comparato delle paralisi isteriche e delle paralisi dovute a lesioni nervose, dimostrano la fecondità di quel periodo di ricerca neurologica. Freud si occupò anche degli effetti della cocaina, ma turbato da ciò che era successo al suo amico Fleisch, anche lui impegnato in tali ricerche e diventato dipendente da quella droga, tardò a pubblicare i suoi studi facendosi superare da un altro ricercatore.

Nella Vienna cosmopolita ma antisemita del 1890, il mestiere del ricercatore non permetteva di vivere. Occorreva una rendita personale. L'università rimaneva chiusa ai giovani talenti, soprattutto se erano ebrei. Freud poteva, quindi, guadagnarsi da vivere e farsi una famiglia solo lavorando come medico specialista delle «malattie nervose». Fu così che, senza aver avuto molti contatti con la psichiatria propriamente detta, Freud si interessò all'isteria.

Uno stage a Parigi, da Charcot, fu di capitale importanza. Freud ottenne una borsa di studio per trascorrere sei mesi alla Salpκtrière, dove, durante le lezioni pubbliche, costituite dalla presentazione di malati, Charcot scatenava e calmava, a suo piacimento, spettacolari crisi isteriche. Abbiamo dettagli precisi di quel soggiorno, grazie alle lettere di Freud alla fidanzata Marta. In privato, Charcot ammetteva il carattere sessuale delle crisi e delle patologie isteriche, ma non ne faceva cenno nelle sue pubblicazioni. Cercò di definire con l'ipnosi la spiegazione fisica, da lesione, dell'isteria e le «presentazioni di malati» che facevano scaturire «lezioni di morale» divennero celebri; non contestava la teoria, allora dominante della degenerazione, o quella di Janet, medico e filosofo, addetto al suo laboratorio, che vedeva nelle isterie e nelle «psicoastenie» forme di debolezza della sintesi psichica, dunque dei malati fondamentalmente deficitari. Se Charcot fu un uomo dello sguardo che faceva vedere, Freud fu un uomo dell'ascolto, capace di capire.

Durante il soggiorno a Parigi, Freud ebbe, d'altra parte, contatti con la medicina legale e le ricerche allora in corso sul maltrattamento e gli abusi sessuali. Fu influenzato anche dalla scuola di Nancy, riunita intorno a Bernheim, che studiava sistematicamente le possibilità terapeutiche della suggestione ipnotica. Freud si trovò dunque per la sua formazione, all'incrocio tra la scienza tedesca, inerente la biologia del sistema nervoso, e le ricerche di punta della psichiatria francese.


Breuer e Anna O.

La comunità ebraica di Vienna era attivamente solidale. Un medico ebreo più vecchio di Freud, Josef Breuer, lo aiutò non solo a sistemarsi, ma anche finanziariamente, favorendo il costituirsi della sua clientela.

Breuer aveva in terapia una giovane isterica, Anna O., che aveva sintomi spettacolari: «assenze» psichiche durante le conversazioni, contratture della mano, impossibilità a parlare la lingua materna mentre poteva esprimersi in inglese, disgusto davanti a tutte le bevande, cambiamenti imprevedibili di umore...

Breuer applicò su di lei la tecnica dell'ipnosi. Ogni giorno addormentava Anna invitandola a parlare di ciò che le occupava la mente, cosa questa che la impegnava nei momenti di «assenza»: lei raccontava tristi fantasticherie, lasciava che i suoi stati di animo si esprimessero e, al risveglio, si sentiva sollevata. Un momento decisivo in quella terapia basata sulla parola – che la ragazza chiamava anche «pulizia del camino» – sopraggiunse quando Anna si ricordò di un episodio che l'aveva scioccata senza che lei avesse potuto dire niente: la sua governante aveva lasciato bere il suo cagnolino, detestato da Anna, in un bicchiere.

Il racconto fatto sotto ipnosi fu riferito con emozione e segni espressivi di disgusto. Al risveglio, Anna chiese da bere: era stata guarita da quel sintomo che Breuer e Freud chiamarono, dal termine greco catharsis, abreazione, purificazione dalle emozioni violente e dai disturbi attraverso la rappresentazione e la verbalizzazione. Il punto di partenza era il concetto stesso di Aristotele per il quale lo spettacolo tragico era una catharsis che liberava gli uomini dalla violenza distruttrice delle loro passioni.

I due medici non compresero, tuttavia, nella stessa maniera il fenomeno attraverso il quale Anna era stata meglio. Per Breuer, se il sintomo scompariva grazie all'ipnosi, significava che era in un secondo stadio, «ipnotico» (stato vicino al sonno), che Anna aveva vissuto di nuovo l'episodio che si era rivelato traumatico: l'isteria era dunque una debolezza dell'unità psichica e i sintomi erano le tracce e gli effetti di quei momenti di dissociazione. Freud non era invece soddisfatto né della tecnica dell'ipnosi, della quale non si sapeva come agiva, né di quella spiegazione; fu distinguendo la sua tecnica di trattamento da quella di Breuer, e in particolare nel cercare di ottenere lo stesso risultato, senza ricorrere all'ipnosi, che arrivò a formulare nuove ipotesi.

Prima di presentarle, è importante fare riferimento alla fine del trattamento di Anna anche se non è facile distinguere, nell'esposizione di questo caso essenziale, i fatti veri da quelli della leggenda. Durante le visite quotidiane, Breuer si interessò, dunque, al caso di quella paziente, giovane abbastanza graziosa. Sua moglie ne avrebbe avuto il sospetto. Breuer non vi fece tuttavia molto caso, fino al giorno in cui lo stesso comportamento di Anna evidenziò l'ambiguità di quelle visite frequenti: in occasione di una violenta ricaduta, Anna accusò male al ventre e tutti i sintomi tipici di una gravidanza isterica, non nascondendo il desiderio di avere un bambino dal dottor Breuer. Quest'ultimo, spaventato dalla violenza delle emozioni che aveva scatenato, interruppe il trattamento. La leggenda ci dice che fuggì correndo, e che condusse immediatamente sua moglie a fare un viaggio nel corso del quale avrebbero concepito un bambino – questa volta reale. Ma la nascita della bambina di Breuer tre mesi, e non nove mesi, dopo quel viaggio smentisce questa interpretazione.

Quello che è sicuro è che l'interruzione del trattamento non risolse lo stato di salute immediato di Anna, e che Breuer fu per molto tempo reticente davanti alle sollecitazioni di Freud a pubblicare quel caso clinico. Anna rimase nubile con il vero nome di Berta Pappenheim ed ebbe per tutta la vita momenti più difficili di altri – elemento questo che recentemente è servito come argomentazione nella polemica americana contro la psicoanalisi. Essa fu capace, tuttavia, di affermare la propria personalità e i propri progetti: è lei la fondatrice principale del mestiere di assistente sociale.

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Pagina 13

La nascita della psicoanalisi

L'invenzione freudiana: le associazioni libere

Freud non era soddisfatto dell'interpretazione che Breuer aveva dato ai disturbi di Anna O., anche se riteneva essenziale ciò che quella terapia aveva portato alla luce. Per parecchi anni, spinse Breuer a pubblicare insieme a lui gli Studi sull'isteria che avrebbero presentato il caso di Anna, alcuni esempi di terapie, così come una riflessione sui princìpi della psicoterapia. Il libro finì per essere pubblicato nel 1895, ciascun collaboratore firmò separatamente il proprio contributo. Dopo la pubblicazione degli Studi, i rapporti tra i due uomini si raffreddarono notevolmente.


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Gli "Studi sull'isteria"

L'opera si compone di tre parti. Una comunicazione preliminare firmata sia da Breuer che da Freud, riprende un testo pubblicato due anni prima, che presenta «il meccanismo psichico dei fenomeni isterici».

Una seconda parte presenta storie di malati:

• Anna O. il cui trattamento fu raccontato da Breuer; nel 1909, la prima delle Cinque conferenze sulla psicoanalisi fornisce una versione freudiana dello stesso caso clinico.

• Emmy von N., una madre di famiglia, una donna imperiosa di una quarantina di anni che Freud trattò con l'ipnosi.

• Lucy R., giovane governante, che soffriva di rinite cronica e di allucinazioni olfattive (un odore di cibi bruciati) che si rivelarono essere una forma di conversione isterica.

• Katharina, una giovane contadina incontrata da Freud durante un soggiorno in montagna: fu solo nell' après-coup, che sorprendendo un rapporto sessuale tra lo zio e la cugina, comprese, durante la pubertà, ciò che le era capitato diverse volte (nel racconto di Freud, si trattava dello zio; le ricerche storiche confermarono che l'autore del tentativo incestuoso era stato lo stesso padre di Katharina).

• Elisabeth von R., 24 anni, soffriva di forti dolori alle gambe che la rendevano quasi invalida, dopo essere stata a lungo la badante del padre, ormai deceduto. Fu lei che, in un momento subito represso, si era augurata di sposare il cognato improvvisamente rimasto vedovo. I suoi sintomi manifestavano la colpa inconscia che dominava ormai la sua vita.

L'opera termina con contributi teorici, uno di Breuer e uno di Freud, dedicato alla «Psicoterapia dell'isteria», nel quale presenta la sua tecnica.

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Freud rinunciò all'ipnosi: era un progetto oscuro, che non era possibile giustificare; non tutti i pazienti si prestavano a sostenerla. Ma allora come far ritornare alla memoria i ricordi significativi? Freud poteva discutere, o agire tramite la suggestione, mettendo la mano sulla fronte della paziente, rassicurandola sul fatto che la prima idea che le fosse venuta sarebbe stata quella giusta. Ma nessuna tecnica era soddisfacente.

Fu una paziente che Freud trattò con l'ipnosi, Madame Emmy von N., che lo mise sulla strada giusta. A più riprese, durante il trattamento, e in particolare quando riportava un racconto che la angosciava o la emozionava, gridava: «Non muovetevi! Non dite niente! Non toccatemi!». Freud accettava di rispettare l'ingiunzione. D'altra parte, anche fuori dall'ipnosi ed in particolare durante i massaggi che le erano stati prescritti, Emmy von N. parlava liberamente soprattutto se non veniva interrotta, e le sue proposte contribuivano a formare il quadro della sua vita familiare e della sua malattia. Era dunque possibile ritrovare ciò che il medico ignorava — mentre la malata lo sapeva senza riconoscerlo, o addirittura lo aveva dimenticato — a patto che i pensieri seguissero liberamente il loro corso, senza interruzione né censura. Erano nate le associazioni libere («dite tutto ciò che vi viene in mente»).


La regola fondamentale

Θ importante capire bene che si tratta della regola fondamentale della psicoanalisi. Lasciar ritornare alla mente, e dire a qualcuno, scelto o investito del ruolo del terapeuta, tutto quello che si pensa, così come viene, senza la preoccupazione di essere criticato razionalmente o per convenienza, è ciò che permette di ritrovare non soltanto i ricordi dimenticati, che spesso sono alla base dei sintomi che portano all'analisi, ma anche di scoprire aspetti di se stessi e del proprio funzionamento psichico abitualmente occultato o sottovalutato. Le associazioni libere sono così al tempo stesso la fonte e la condizione per scoprire i processi inconsci, la tecnica che si impone per accedervi e la caratteristica essenziale della terapia. Gli altri elementi del dispositivo analitico che successivamente si imposero un poco alla volta (posizione distesa, analista fuori dalla vista di colui che parla, sedute con ritmo regolare e ripetute più volte alla settimana) divennero, dunque, al servizio delle associazioni libere e del processo analitico. Occorre notare che si tratta di una imposizione paradossale, poiché il paziente è invitato, ed e un ordine, a parlare in tutta libertà, cosa questa che invita ad una spontaneità che si oppone all'obbligo di formulare; la difficoltà della regola sta naturalmente nell'esigenza di dire tutto, di superare, dunque, vergogne e inibizioni, e di formulare anche i pensieri aggressivi che riguardano il terapeuta, cosa che contribuisce al sovrainvestimento affettivo di quest'ultimo. Il silenzio diventa trasgressione, questo non vuol dire che ogni parola sia immediatamente di natura associativa; stranamente, la volontà di parlare liberamente presuppone il superamento di innumerevoli resistenze e priorità.

Da parte dell'analista, la regola che fa pendant con le associazioni libere è quella dell'astenersi: questo non significa necessariamente un silenzio rigido, ma presuppone che l'analista si astenga da ogni giudizio e da ogni consiglio, che non intervenga sugli elementi reali della vita del paziente e non influenzi le sue decisioni. L'idea di neutrale benevolenza, anch'essa paradossale, proviene da questa esigenza interna della terapia: lasciare che le associazioni libere fioriscano senza interferenze. Θ così che la psicoanalisi nata dalla suggestione ipnotica si definisce immediatamente in opposizione a quest'ultima: si tratta di staccarsi da ogni idea di suggestione e di costruire un contesto che permetta di non ricorrervi più.

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Pagina 48

Psicopatologia della vita quotidiana

Il motto di spirito

Lo studio del sogno o le considerazioni sul transfert hanno portato Freud a fare continui resoconti sulla parte più specifica di una terapia e di quella che quotidianamente si presenta.

Fin dal 1902, un lavoro importante fu dedicato al motto di spirito, studiandone sia le modalità che gli effetti psichici. Il motto di spirito è un risparmio del dispendio psichico perché permette di scaricare l'eccitazione, evitando l'inibizione; esso implica la presenza di un terzo preso come testimone e la sua intenzionalità è spesso tendenziosa e particolarmente aggressiva. Lo studio della sua tecnica mette in evidenza processi di spostamento e di condensazione in atto (come nel sogno). Esso è da distinguere dal comico che non implica né la stessa economia di mezzi, né la stessa intenzionalità, allo stesso modo dell'humor, al quale Freud consacra nel 1932 un lavoro.


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«Familionario»

Freud inizia lo studio sul motto di spirito citando un personaggio di Heine, Hirsch-Hyacinth, che assegnava biglietti della lotteria gloriandosi dei rapporti che aveva con il ricco barone Rotschild e che finiva per dire: «Ero seduto vicino a Salomon Rotschild che mi ha trattato come un suo pari in un modo assolutamente familionario».

L'effetto mentale scompare se si evita di condensare la formula per esplicitarla: Rotschild mi ha trattato in maniera assolutamente familiare cioè come un milionario è capace di fare. La forma del motto di spirito gli è dunque indispensabile ed è essa che, esprimendo l'intenzione, la maschera provocando il riso o il sorriso e che permette l'effetto economico e l'ottenimento di piacere provato dall'apparato psichico. Si veda anche il commento di Lacan, in Il seminario, libro V, Le formazioni dell'inconscio.

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La malattia nervosa dei tempi moderni

Lo studio della cultura (o della civiltà, perché è delicato tradurre il termine tedesco di Kultur) occupa un posto particolarmente importante nella seconda metà dell'opera freudiana.

Θ importante sapere che la sua tesi essenziale – «la nostra civiltà è costruita sulla repressione delle pulsioni» – è formulata fin dal 1908. Assemblaggio di pulsioni parziali, la pulsione sessuale è presente nell'uomo liberato dalle costrizioni della periodicità e mette a disposizione del lavoro culturale una straordinaria quantità di forze. Essa ha in effetti la capacità di «spostare il proprio scopo senza perdere essenzialmente in intensità. Si chiama capacità di sublimazione quella capacità di scambiare lo scopo che è all'origine sessuale con un altro che non è più sessuale ma che, psichicamente è affine al primo»

La pulsione sessuale può tuttavia subire una fissazione che la rende inutilizzabile per la sublimazione e che può produrre anomalie. La forza originaria della pulsione è con molta probabilità più o meno intensa a livello costituzionale, a seconda degli individui, e il sostegno consacrato alla sublimazione vi è fluttuante. Una certa dose di soddisfazione diretta della pulsione sessuale sembrerebbe indispensabile, così come un eccesso di frustrazioni può far comparire sintomi patologici. La morale sessuale civilizzata ammette come unico scopo solo quello sessuale autorizzato per la riproduzione legittima, fatto inaccessibile per molti individui. Perversioni e omosessualità (quando lo scopo sessuale è stato distolto dal sesso opposto) sono le scappatoie riservate ad alcuni, spesso a costo della marginalizzazione, se la pulsione sessuale è abbastanza debole possono reprimerla ma a costo di un dispendio eccessivo di forze e di una generale inibizione; l'inibizione è anche ciò che causa l'esigenza di repressione delle pulsioni, al di là delle relazioni socialmente legittime, e l'esigenza di astinenza ha ripercussioni negative sia sugli individui che sulle forze che essi possono dedicare alla civiltà.

Freud giustifica così un indebolimento delle esigenze costrittive della morale sessuale e dell'educazione che riguarda i giovani (ignoranza delle ragazze, masturbazione dei giovani) nei confronti di una sessualità sana, supporto necessario per le vere sublimazioni.


La psicologia della vita amorosa

Nel primo dei Contributi alla psicologia della vita amorosa (1910), Freud studia «Un particolare tipo di scelta d'oggetto nell'uomo». Si tratta di uomini che si innamorano solo quando si verificano certe condizioni: 1) una donna sulla quale un altro uomo, marito, fidanzato o amico può far valere dei diritti; occorre dunque che sia creata una rivalità tra uomini; 2) una donna che ha una cattiva reputazione per quanto riguarda la vita sessuale e della quale si può dubitare che sia degna di fiducia. Tali donne suscitano in certi uomini sentimenti molto intensi, passionali e compulsivi. Non solo le considerano esseri di grande valore, ma il loro amore si prefigge lo scopo di salvare la donna amata.

Θ a una fissazione relativa alla madre che bisogna ricollegare una tale passione. Quando il bambino scopre che deve la vita ai genitori, che gli hanno dato la vita, il fantasma di salvarli a sua volta spesso si fa avanti, assicurando in tale maniera l'indipendenza e l'acquisizione di un valore uguale al loro. Se si tratta di salvare il padre, si tratta prima di ogni altra cosa di un sentimento di sfida, facilmente spostabile su qualche grande uomo. Se è la volontà di salvare la madre che lo preoccupa, il tono è spesso più tenero, e il senso scivola inconsciamente verso l'idea di fare con lei un bambino. «Il figlio dimostra la sua riconoscenza sviluppando il desiderio di avere dalla madre un figlio, simile a lui stesso: così nel fantasma di salvare, egli si identifica completamente con il padre». Al tempo stesso, tramite il fantasma di essere il proprio padre vengono soddisfatte le aspirazioni all'autonomia e la tendenza alla sfida (questo è quanto Paul-Claude Racamier ha chiamato l'Antiedipo). Anche il desiderio di salvare il padre si accompagna, talvolta, a sentimenti di tenerezza, camuffandosi nel desiderio di un figlio che sia come il padre. Per questa ragione la tendenza a salvare la donna costituisce un tratto essenziale di questo tipo di amore.

Due anni dopo, in un altro articolo, si interessa alla «più generale svalutazione della vita amorosa». Questa volta, Freud studia l'idealizzazione della donna amata, e la svalutazione concomitante di sé che può arrivare fino alla deliberata umiliazione. Si riferisce al caso particolare della scissione tra la corrente erotica della libido e la corrente della tenerezza: certi uomini possono adorare solo da lontano la donna amata, rispettandola al punto che le loro passioni sessuali si ritrovano inibite, e possono desiderare solo donne che disprezzano. Vediamo come questi contributi allo studio della vita amorosa cerchino di spiegare le componenti della libido e della scelta degli oggetti di amore, distinguendo in particolare tra la corrente della tenerezza e le mozioni erotiche che derivano tutte dal primario attaccamento ai genitori durante la prima infanzia. In un ultimo articolo, pubblicato nel 1918, vengono analizzate le forme del tabù della verginità in certe culture, dimostrando così anche i paradossi dell'attrazione sessuale.

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