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| << | < | > | >> |Pagina 180| << | < | > | >> |Pagina 7Prefazione di Peter AckroydLondra è un teatro di immagini. Un muro può diventare un palinsesto che intreccia passato e presente, dove affiorano barlumi e fantasmi di vecchie locandine nascoste a stento da manifesti più recenti. Il selciato che calpestiamo può mostrare come per magia i segni consumati di un milione di impronte. Londra è prima di tutto una città di pietra, dove i mattoni rossi che formano le classiche abitazioni urbane fanno da contraltare al granito, al marmo e all'onnipresente pietra di Portland. Oltre alla pietra, c'è l'acqua. Non a caso il Tamigi è uno dei temi dominanti dell'arte londinese. Il fiume è il vero centro urbano, il motivo stesso per cui esiste la città. Londra è fondata sull'acqua. La sua stessa presenza si riflette nell'acqua. È per questo che il Tamigi è sempre stato la cornice di tutto ciò che c'è di grandioso e di monumentale nella metropoli britannica. Tutti i grandi edifici della città si possono scorgere dal fiume, quando non sono stati costruiti sulle sue sponde. Come la London Eye, che si trova sul lungofiume, di fronte al palazzo di Westminster, sede del Parlamento. In alcune fotografie il Tamigi diventa una grande lingua di luce che unisce l'intera composizione, conferendo alla città un'aria poderosa e imponente. Londra replica di continuo se stessa, come un organismo vivente. Le sue membra vengono regolarmente abbattute, ma in luogo delle vecchie ne sorgono di nuove e ancora più magnifiche. Vi sembrerà di vedere intere file di edifici rasi al suolo e quindi ricostruiti, ma in realtà nulla del preesistente va davvero perduto. Le fondamenta dei palazzi demoliti germogliano nel sottosuolo e infondono la loro energia nei nuovi, quasi risorgendo a nuova vita. La sede dei Lloyd's è un esempio felice. Un edificio moderno, eretto sul sito di uno più antico, a sua volta costruito al posto di un altro più antico ancora. Non tutto è scomparso. I resti del precedente palazzo dei Lloyd's si possono riconoscere nel nuovo edificio; così da secoli esiste una continuità di spirito nei medesimi luoghi. Un altro esempio è il Parlamento. Un tempo dove ora sono le Camere sorgeva un'isola, dominata da un tempio dedicato ad Apollo, il dio tutore della giustizia. Nell'XI secolo, Edoardo il Confessore vi fece costruire il palazzo e un tribunale. Da allora quel luogo è sempre stato la sede dell'esercizio del potere nelle sue varie incarnazioni storiche. Sotto molti aspetti Londra è brutta. Ma la bruttezza può essere motivo d'interesse, perché può avere molto da raccontare. La città, dopo tutto, è stata costruita sul doppio mandato del potere e del denaro. Non pianificata nell'interesse dei cittadini. Ha un aspetto teatrale, dovuto a ostentazioni più di spavalderia che di bellezza; è contraddittoria, e in molti aspetti grossolana. In tutta la sua storia, lo sviluppo di Londra è stato improvvisato e imprevedibile. Non ha mai seguito una teoria o un'idea, né un pensiero coerente lo ha mai guidato. La città è semplicemente cresciuta, assecondando una tendenza organica opportunistica, aleatoria, mercantile. Eppure, proprio questa crescita ha regalato a Londra la sua identità e il suo destino. L'aspetto più straordinario della città è proprio questo, il suo essere in tutto coerente a dispetto di una natura provvisoria e arbitraria. Ogni architettura sembra parte di un disegno complessivo, di una volontà generale di esistere solo in questa e in nessuna delle altre forme possibili. È questo il suo spirito, l'imperativo territoriale che Londra incarna. In un modo o nell'altro, l'ambiente crea e influenza la vita che vi si svolge. Così la memoria dei secoli trascorsi si presenta con forza nello sviluppo del futuro. Il passato e il presente sono li, stretti in un abbraccio come una coppia di amanti. E le immagini di questo volume ne testimoniano l'indissolubile unione. | << | < | > | >> |Pagina 9Introduzione di Richard BryantSul ponte di Westminster William Wordsworth, 1770 -1850 La Terra non ha nulla di più bello da mostrare; Di animo ottuso è colui che ignora Una veduta così commovente nella sua maestà: Questa città ora indossa come una veste La bellezza del mattino; silenti, spogli, Giacciono navi, torri, palazzi, teatri e templi, Aperti sulla campagna e sul cielo, Lucenti e scintillanti nell'aria limpida. Mai sole immerse in tanta bellezza Valli, colline e rocce col suo primo splendore; Mai vidi, né provai, una sì profonda quiete! Il fiume scorre docile a suo piacere: Oh Dio diletto! Le stesse case sembrano addormentate E tutto quel cuore potente giacere immoto! L'esperienza di fotografare Londra per me non ha avuto eguali. Visitando altre città, anche grandi, mi sono sempre fatto prendere e lasciare. Il mio legame è stato di solito intenso, ma breve e passeggero: una sala da concerto a Roma, un'università a Singapore, o magari una casa a città del Messico. Dovevo accontentarmi di catturare elementi sparsi piuttosto che l'essenza di un unico carattere, di cogliere un dettaglio e non il senso del luogo. L'essere incaricato di immortalare il vero cuore di Londra è stato in prospettiva un compito fantastico. Ci sono tante Londra. Era la mia città da anni eppure è stata anche, e in maniera del tutto inaspettata, un'esperienza nuova e originale. Passarvi il tempo in alcuni giorni è stato come far visita a un amico di lunga data, e con lui ritrovare vedute familiari ed esplorare dettagli già conosciuti. In altri momenti mi sono sentito quasi alla stregua di un turista, intento a girovagare nei suoi grandi spazi con occhi spalancati. Questa Londra è un paesaggio alieno, bizzarro e nel contempo invitante; soprattutto è viva, e spero che la percepiate in tutta la sua varietà. La sua grandezza assoluta e la sua diversità sono qualcosa di straordinario. Quanto più andavo avanti nel progetto, tanto più sembravano emergere nuove possibilità. La vastità di Londra è, nel vero senso della parola, incommensurabile. Vasta, vibrante, e davvero multiculturale, Londra è una delle città più eccezionali del mondo. Un cuore gigante che da secoli batte per il commercio, la finanza, il mercato, l'innovazione, la politica, la cultura e l'arte. Gli edifici di Londra sono i registri di tutta la sua storia, di tutta la sua vita. E Londra continua a evolversi, ora più velocemente che mai. Anche in strada con la macchina fotografica in mano sono riuscito a stento a tenerle il passo. Comunicare attraverso le fotografie è un lavoro che ormai ho nel sangue. La maggior parte viene d'istinto, eppure il momento dello scatto è la conclusione di un lungo processo di pianificazione e di preparazione, dalla fase di selezione dei soggetti alla scelta del momento e delle condizioni atmosferiche, dall'organizzazione del set, all'accesso ai luoghi e alla complicata varietà di permessi e approvazioni che ogni volta bisogna richiedere. Gli edifici – le strutture costruite dall'uomo – sono soggetti magnifici. L'intenzione di queste fotografie è stata quella di ritrarli mettendoli in relazione ai più ampi contesti urbani. Ho tentato anche di catturare l'essenza estetica dei vari spazi architettonici interni ed esterni, servendomi del linguaggio dei colori, delle strutture, della luce e dell'ombra. È questo desiderio di trasmettere la sensazione dello spazio e della forma a rendere così spesso l'architettura l'oggetto naturale del mio entusiasmo, e a indurmi a fissare con la fotografia quanto vedo a occhio nudo. In aggiunta c'è anche il puro piacere del colore poiché la qualità cromatica per me è la più importante di tutte. Penso che debba essere avvincente, seducente, quasi tattile. La tonalità rende il piacere della fotografia estremamente sensuale. Ci si può far trascinare dalla qualità dei toni chiari e sedurre dal fascino ambiguo degli scuri. Ed entrambi, insieme, aggiungono forza alla composizione. Ciò che cerco di esprimere con un'immagine è suggerito per la maggior parte proprio dalla composizione, che può indurre inconsciamente chi guarda a osservare la qualità dello spazio e della forma da un punto di vista emotivo, oltre a ribadire il senso delle dimensioni e delle proporzioni. Prima di intraprendere questo progetto, avevo compiuto con gradualità il passaggio dalla fotografia analogica a quella digitale. Quando Charles Miers mi propose di realizzare questo libro, sentii che era l'occasione giusta per buttarmi anima e corpo nell'arte del digitale. Ripercorrendo passo dopo passo l'intero processo, ho rinnovato l'approccio al mio lavoro. Il mezzo digitale mi ha concesso una più ampia libertà nel catturare l'atmosfera senza tempo di questa grande metropoli, e ha migliorato la qualità delle immagini molto più di quanto mi sarei immaginato all'inizio. Semplicemente, non sarebbe stato possibile ottenere foto di questo tipo con la pellicola. Oggi può essere difficile lavorare in un luogo come Londra, e l'esperienza infatti non è stata immune da disavventure. Il primissimo giorno di lavoro, in South Bank, la polizia mi fermò insieme al mio assistente per interrogarmi, in zelante ossequio alle disposizioni del Terrorism Act. Alcuni mesi dopo, in un parco reale – in un momento in cui la luce dell'alba aveva un tono speciale – ci trovammo improvvisamente accerchiati da una pattuglia di poliziotti armati. Una volta ritirata l'attrezzatura fotografica e dissipata ogni tensione, ci scambiammo scherzosi pareri su quali fossero i migliori caffè della zona per una colazione all'inglese consumata di buon mattino. Alcuni permessi hanno richiesto una trafila burocratica eccezionale, e purtroppo alcune delle condizioni poste si sono rivelate inaccettabili, al punto da impedire il lavoro. Quella di richiedere somme sempre più alte per l'accesso ai luoghi e la possibilità di scattarvi fotografie è una tendenza nuova e diffusa. Ma nella maggior parte dei casi coloro che ci hanno ospitati si sono dimostrati persone deliziose, con cui abbiamo avuto la possibilità di stringere nuove amicizie e da cui spesso abbiamo ricevuto l'invito a tornare. Da molti che vivono all'estero Londra è percepita come una città umida e nuvolosa. Pochi si rendono conto di come le sue condizioni atmosferiche siano le più varie, diverse e peculiari. Ho prestato molta attenzione affinché ciò si riflettesse nelle immagini, mostrando le differenti tonalità di luce che colorano la città, dalla nebbia al gelo e dalla pioggia al sole. Spesso gli stranieri si fanno beffe dell'ossessione tutta britannica per il tempo, ma nel mio caso la stessa ossessione ha avuto una rilevanza fondamentale. Io che ho avuto il privilegio di esplorare Londra vi presento ora i suoi luoghi più speciali, con il solo rammarico che lo spazio di un libro è necessariamente limitato: ci sarebbero ancora tante cose che avrei voluto mostrarvi. L'operazione più difficile è stata scartare immagini cui tenevo molto per inserirne altre che sembravano migliori. Spero che il risultato susciti la stessa percezione tangibile di una città eccezionale presente nei versi di Wordsworth. Questa è la città che io vedo e che, soprattutto, ho cercato di immortalare, restituendola in tutta la sua varietà e la sua ricchezza. Per mostrare a voi che esistono molte Londra diverse. E una più bella dell'altra. | << | < | |