Copertina
Autore Gesualdo Bufalino
Titolo Argo il cieco
Sottotitoloovvero I sogni della memoria
EdizioneSellerio, Palermo, 1990 [1984], Il castello 26
LettoreRenato di Stefano, 1992
Classe narrativa italiana
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Pagina 17 [ amori non rorrisposti ]

Gli amori non corrisposti, credetemi, sono i più comodi. Senza nessuno dei sapori di cenere e aceto che accompagnano gli effimeri unisono. Io, un po' l'avevo imparato dai libri, un po' mi faceva gioco persuadermene, per ritegno, musoneria, superbetta sufficienza di me. Sicchè, con la ragazza, mai che cercassi un buon incontro, un'intimità: «L'amo, ma lei che c'entra, la cosa riguarda me» avevo pensato a voce alta una domenica, mentre mi radevo nel bagno, e la frase m'era piaciuta, l'avevo scritta col dito sul cristallo appannato dal fiato, ripetendomela volentieri da allora, come un contravveleno che m'aiutasse a salvarmi dalle vipere della gelosia.

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Pagina 60 [ giovinezza, ragazzo, amore ]

Poichè bisogna sapere che io avevo molto viaggiato, anni prima, fra sangue e pianto, e le gambe mi dolevano ancora. Avevo perso la giovinezza come si perde un treno, e m'era restata la mente, al suo posto, una crepa profonda e nera, che inutilmente bendavo di frasche e mascheravo di fiori. Sapevo che stava sempre li, cicatrice d'inaccaduto, squarcio di non vissuto, che mi sentivo bruciare ogni sera sopra la guancia più d'uno sfregio di Zorro. Ebbene, ora la ruota pareva muoversi all'incontrario. A cavallo dei trent'anni mi sorprendevo ragazzo fra ragazzi a sperimentare i mai giocati giochi dell'amore e del caso in una luce di meraviglia.

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Pagina 78 [ tempo fermo ]

Scorrere in un tempo fermo, tuttavia, è possibile mai? E, viceversa, ricchi solo di parole, armati solo di parole, come sospendere il tempo? Scrivendolo, forse? Parole mi servivano, dunque: magari più aggettivi che sostantivi, Per contrastare l'ossificazione del mondo, gli oggetti senza qualità, i gesti senza passione...

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Pagina 79 [ amore/felicità ]

Che cosa curiosa: sono ciechi entrambi, amore e felicità, però non stanno bene insieme. L'amore non è certo una pace, nè vale a sospendere il tempo, bensì lo accorcia e dilata. Inoltre introduce nella mente un ingombro di larve eloquenti, un cinema pubblicitario e farnetico, con una voce che grida in perpetuo: tu, tu, tu!; e un'altra che replica colpo su colpo: io, io, io... Non ha nulla da spartire, l'amore, con un'idea di felicità. Salvo quando non è ancora giunto e lo aspettiamo dietri i vetri, coltivandone il vizio nella mente, e fiutandone da lontano il fiato come un allarme di primavera.

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Pagina 160 [ parole ]

... Una scrittura con falsetti, maniere, rugiade, citazioni occulte, goliarderie; ma non senza note sfogate, abbandoni, magari lacrime. Qualcosa che somigliasse alla mia stessa condizione di ora, di me sicofante e baro, di me bibliotecario del nulla, guardiano a spasso d'una incenerita Alessandria; supino qui, stanotte, a sessant'anni, ragionevole età per morire, non altrettanto per scrivere, in una matrimoniale d'albergo, dove aspetto l'alba sommando, come monete d'avaro, parole, con una penna esausta, sul rovescio bianchissimo d'una pianta di città. Parole, e dovrei dire paralipomeni del mio disastro, spurghi e fecce della memoria, ambascerie che portano pena e che domani l'inquisitore ascolterà con un orecchio murato di cerume e l'altro di cera. Parole, sì. E me n'ero costruito un glossario, quasi i ruoli d'un esercito: depravate, timide, tracotanti, dolorose; tutte ugualmente disciplinate fino alla nausea. In un luogo, non sto ora a dirti la pagina, ho combattuto alla loro testa in una variante della battaglia di Zama: dopo averle scelte in anticipo, metà a caso metà per calcolo; e averle disposte a quadrato, a testuggine; e averle stancate in evoluzioni da Grande Manovra. Manipolando i fatti a servizio d'esse, da esse facendo sprigionare i fatti. Tanto poco importano i fatti. Così, per la conclusione, non avevo già pronto un dossier di verbi, avverbi, deverbali, proverbi? Te ne offro, lettore, un estratto, tanto per ridere, chissà che non possa servirti: cartastraccia, disturbo, ex aequo, fiducia, lunario, peluria, persiana, piccione, placca, puntura, raggiro, rappezzare, ... 

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