Copertina
Autore Charles Bukowski
Titolo Storie di ordinaria follia
SottotitoloErezioni Eiaculazioni Esibizioni
EdizioneFeltrinelli, Milano, 1978 [1975], Universale economica 816 , pag. 342, dim. 110x180x18 mm
OriginaleErections, Ejaculations, Exhibitions and General Tales of Ordinary Madness [1967]
TraduttorePier Francesco Paolini
Classe narrativa statunitense
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Indice


  9  La piú bella donna della città
 16  Kid polvere-di-stelle
 23  La vita in un casino del Texas
 32  Sei pollici
 43  La macchina da fottere
 56  Tre donne
 64  Dodici scimmie volanti cbe non
     volevano fornicare come si deve
 71  25 barboni cenciosi
 81  Cavalli, mica cavoli
 87  Altra storia di cavalli
 93  Nascita, vita e morte di un giornale
     underground
115  Vita e morte all'ospedale dei poveri
125  Il giorno in cui parlammo di
     James Tburber
134  Una sirena scopareccia
142  Noie alla batteria
147  Un'amabile storia d'amore
158  Fica a stufo
165  Il principiante
170  Una sorcia bianca
175  Una calibro 9 per pagare l'affitto
182  In galera col nemico pubblico n. 1
188  Un matrimonio di rito Zen
202  Ritorno i casa
208  Addio Watson
214  Il mio soggiorno al villino del poeta
221  Gli stupidi cristi
232  Troppo sensibile
237  Violenza carnale
242  O con amore o niente
249  Quattro chiacchiere in pace
255  Ho ucciso un uomo a Reno
264  Pazzia notturna per le strade
272  Rosso come un giaggiolo
279  Occhi come il cielo
285  Tanti elogi da Watter Lowenfels
293  Appunti sulla peste
299  Un brutto viaggio
303  Animali in libertà
317  Un uomo celebre
322  Fior di cavallo
328  Il gran gioco dell'erba
332  La coperta

 

 

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Pagina 7 [ inizio libro ]

La piú bella donna della città



Cass era la piú giovane e la piú bella di 5 sorelle. Cass era la piú bella ragazza di tutta la città. Mezzindiana, aveva un corpo stranamente flessuoso, focoso era e come di serpe, con due occhi che proprio ci dicevano. Cass era fuoco fluido in movimento. Era come uno spirito incastrato in una forma che però non riusciva a contenerlo. I capelli neri e lunghi, i capelli di seta, si muovevano ondeggiando e vorticando come il corpo volteggiava. Lo spirito, o alle stelle o giú ai calcagni. Non c'era via di mezzo, per Cass. C'era anche chi diceva ch'era pazza. Gli imbecilli lo dicevano. Gli scemi non potevano capirla. Agli uomini in genere Cass pareva una macchina da fottere, e quindi non gliene fregava niente, fosse o non fosse pazza. E Cass ballava e civettava, si lasciava baciare dagli uomini, ma, tranne qualche rara volta, quando si stava per venire al dunque, com'è come non è, Cass si eclissava, Cass aveva eluso gli uomini.

Le sorelle l'accusavano di sprecare la sua bellezza, di non fare buon uso del cervello. Ma Cass ne aveva da vendere, di cervello e di spirito. Dipingeva, danzava, cantava, modellava la creta, e quando qualcuno era ferito, mortificato, nel corpo o nell'anima, Cass provava compassione per costui. Il suo cervello era, ecco, differente; la sua mentalità non era pratica, ecco quanto. Le sorelle eran gelose perché essa attraeva i loro uomini; ce l'avevano su con Cass perché, secondo loro, sciupava un sacco d'occasioni. Di solito Cass era gentile con quelli piú brutti; i cosiddetti fusti non le dicevano niente. Le facevano schifo. «Senza nerbo,» diceva, "senza grinta. Arrivano, alti in sella, con quei nasi ben fatti, quelle orecchie ben disegnate... Tutta esteriorità, e niente dentro." La sua indole era affine alla pazzia; aveva un temperamento che certi chiamano pazzia.

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