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| << | < | > | >> |IndiceDeceduto prima dell'arrivo 11 Chi sono io per criticare? 17 Agente pubblico 30 Trak Trak Trak 35 Risposta precoce 46 Il caso della Kali di celluloide 67 L'operazione maya 79 Io Sekuin 91 Fingersi interessati 95 Ultimi consigli 110 Dove la tenda sbatte 115 La strada del caso 129 Il posto a cui appartieni 163 L'uraniano Willy 166 I gong della violenza 169 Le dita morte parlano 181 Attraverso le galassie ferite 194 Appendice a La macchina morbida 199 Una cura che neutralizza la tossicodipendenza 201 Piano di dipendenza dalle droghe 208 La galera è la miglior ricetta per i tossicodipendenti dicono i medici 210 |
| << | < | > | >> |Pagina 11Mi lavoravo il metrò col Marinaio e non ce la passavamo male quindici sacchi di media a notte taccheggiando di pomeriggio e tirando l'alba per filarcela dalla terra della libertà ma cominciavo a non avere più vene... Mi avvicinai al banco per un'altra tazza di caffè... nella tavola calda di Joe a bere il caffè con un tovagliolino sotto la tazza come fanno quelli che passano molto tempo nei self-service e nelle tavole calde... aspettando il nostro Uomo... «Che si fa?» mi chiese una volta Nick col suo sussurro oltretombale da tossico. «Sanno che aspetteremo...». Sì, lo sanno... Seduto al banco c'è un ragazzo un ragazzino con la faccia smagrita e gli occhi tutta pupilla... Vedo che è scoppiato e una faccia familiare, forse l'ho già incontrato nella sala da biliardo dove andavo qualche volta a comprare l'erba o chissà dove negli strati grigi del metro nei self-service aperti tutta la notte carne da camera mobiliata. Ammiccò con aria interrogativa. Gli feci un cenno in direzione del mio tavolo. Venne a sedersi di fronte a me con la sua tazza di caffè. Il dottore vive fuori Long Island... sonno leggero e agitato interrotto a ogni fermata. Cambiare. Partire... tutto è netto e chiaro le antenne della TV risucchiano il cielo... L'orologio fece il balzo che fa il tempo dopo le quattro del pomeriggio. «Il nostro Uomo è in ritardo di tre ore... Ce l'hai la grana?». «Tre sacchi». «Ce ne vogliono almeno cinque. A sentir lui sono buste da dieci». Lo guardai in faccia... bella faccia... «Senti un po' ragazzino conosco una vecchia zietta di dottore che ti scriverebbe una ricetta senza pensarci due volte... Chiamalo tu. Non voglio che mi riconosca». Più o meno a quell'epoca incontro un Sarto italiano conosciuto a Lexington che spaccia e mi dà una buona dose di ero... Buona all'inizio ma poi sempre più scarsa... «Tony Peso Scarso» lo chiamiamo... Senza roba in un'alba di astinenza a East St. Louis si buttò sul lavandino premendo lo stomaco contro la porcellana fredda. Coprii il suo corpo con il mio ridendo. Le mutande gli si dissolsero in muco rettale e sapone fenico. odori di alba estiva da un terreno abbandonato. «Io aspetto qui... Non voglio che mi riconosca...». Quel giorno l'abbiamo fatto sotto la doccia cinque volte bolle di sapone carne viscida tremori sismici rotti da schizzi laceranti di sborra... Raggiunsi la strada, tutto è netto e chiaro come dopo la pioggia. a un tavolo vedo Sid che legge il giornale ha la faccia gialla come avorio alla luce del sole. Gli passai dieci sacchi sotto il tavolo. Spacciare in piccolo tanto per non perdere il Vizio: invadere. danneggiare. occupare. facce giovani al chiarore azzurro della fiamma. «Usatelo quell'alcol. Non siete neanche capaci di aspettare scoppiati di merda e mi annerite sempre i cucchiaini. Mi ci manca solo che la narcotici mi sbatta dentro perché trova un cucchiaio nero nel cesso». La vecchia solfa dei drogati. La roba ti tira prima dentro e poi giù. «Sparati una pera verso la libertà ragazzino». Traccia una riga di pelle d'oca lungo il giovane braccio magro. Facci scivolare dentro l'ago e premi lo stantuffo mentre guardi la roba investirlo in pieno. Sparala dentro e falla risucchiare dalle giovani cellule assetate. C'è un ragazzo seduto come il tuo corpo. Capisco che è il complice. Il mio corpo lo copre già nella sala biliardo. copro col mio corpo il suo self-service e le sue mutande dissolte negli strati del metrò... e tutta la carne della casa... verso il tavolo... di fronte a me... Il nostro Uomo un sarto italiano... Grana, capisco. «Io buona dose di ero». «Stai smettendo? Be' spero proprio che ce la farai, ragazzo mio... Possa cascare per terra e restare secco se non lo spero sul serio... In me hai trovato un amico. Un amico vero e se avrai bisogno eccetera eccetera». Be' l'andirivieni si intensifica e arrivano i taccheggiatori con giacche camicie e cravatte, ragazzini con una radio strappata da una macchina in moto, con ancora tubi e fili attaccati, scippatori di vagabondi con anelli e orologi scintillanti arrivano scoppiati a tutte le ore. Avevo calmato il custode, un vecchio ubriacone, ma con quel viavai non poteva durare. «Sai ragazzo stai proprio bene. Adesso fa' una bella cosa e stanne fuori. Ultimamente ho trovato della roba pazzesca. Ti ricordi quella scura di un giallo tipo tabacco da fiuto che scaldata diventava scura e limpida...» Tossico nel gabinetto di destra... corpo di sogno invisibile e tenace... faccia familiare forse... andavo a comprare un po' di tempo o un corpo... in quel grigio odore di muco rettale... self-service notturni e gli odori dell'alba nella stanza di un tossico. a tre ore da Lexington l'ho fatto cinque volte... viscida carne di sapone... «Ne pretende due da cinque per farti passare la scimmia». «Be' credevo che stavi smettendo...». «Non ci riesco». «Impossíble quitàr eso». Mi alzai a farmi nei flauti del Ramadan in un'alba di astinenza. «William tu tomas mas medicína?... No me hégas caso, William». Casa della casbah nell'odore della polvere e l'abbiamo fatto; mucchi di scatole vuote di eukodal alti più di un metro contro i muri... morta sulle coperte d'avanzo dell'esercito... la ragazza strilla... irrompono i vecinos... «Di che cosa è morta?». «Non so, è morta e basta». Bill Gains nella stanza di città del Messico con il suo apparecchio per le irrigazioni e la scorta di pillole di codeina polverizzate dentro un barattolo di bicarbonato; «Dirò che ho problemi di digestione». caffè e sangue dappertutto. buchi di sigaretta nella coperta rosa... Il Console non ha voluto darmi altra informazione a parte quella sul luogo di sepoltura nel Cimitero Americano. «Al verde? Ma non si vergogna? Si rivolga al suo Console». Mi diede una sveglia che continuò a funzionare per un anno dopo la sua morte. Leif rimpatriato dai danesi. Il mercantile in viaggio da Casa a Copenaghen affondò con tutto l'equipaggio al largo dell'Inghilterra. Ti ricordi il mio metodo di comunicazione digitale a distanza? – «Di che cosa è morta?». «Fine». «Certe cose me le trovo io». Il Marinaio fece una brutta fine. Impiccato alla porta di una cella dai suoi capi: «Mi trovo a fare certe cose che meglio sarebbe farla finita e basta». un coltello da pane nel cuore... uccidere e morire... rimpatriato con una prescrizione di morfina... quelle da Casa a Copenaghen scritte su speciale carta gialla... «Tutto l'equipaggio al verde? Ma non vi vergognate?». La sveglia funzionò per un anno. «Si sedette sul bordo del marciapiede e morì». Esperanza mi parlò sulla Niño Perdido e incassammo una ricetta di morfina. queste ricette messicane per i narcotici su carta speciale gialla tipo banconota... come un biglietto da mille dollari... o un Congedo Disonorevole dall'Esercito degli Stati Uniti... e farsi nel cubicolo che si raggiunge salendo questa scala a pioli. i flauti di chiamata del Ramadan di ieri: «No me hágas cáso». Camicie insanguinate e luce. L'americano segue nella scia... Andò a Madrid. Questa delirante checca cubana trova Kiki con una novia e lo pugnala al cuore con un coltello da cucina. (Ragazza che strilla. Entrano i vicini). «Quédase con su medicína, William». A metà della cura mezza bottiglia di Fundador, nell'Ospedale Ebraico. pere di demerol a lume di candela. Chiudevano l'acqua e spegnevano la luce. polvere impalpabile e l'abbiamo fatto. pareti vuote. Guardare ovunque. Non va bene. No bueno. Andò a Madrid... La sveglia funzionò per ieri... «No me hàgas cáso». deceduto prima dell'arrivo... all'Ospedale Ebraico si potrebbe dire... sangue rovesciato sull'americano... luci e acqua nella scia... Il Marinaio fece una fine così brutta in quella carne grigia... Sedette e sparì. Mi ciondolava la testa sulla Niño Perdido il suo caffè era in ritardo di tre ore... Se ne andarono tutti e spedirono documenti... L'Uomo Morto scrive senza pensarci due volte... Entrano i vecinos... Il mercantile che odora di muco rettale affondò al largo dell'Inghilterra con tutto l'odore dell'alba del metodo digitale a distanza... All'incirca a quest'epoca andai dal tuo Console. Mi diede un messicano dopo la sua morte... Cinque volte polvere e l'abbiamo fatto... con bolle di sapone di astinenza intervallate da mille notti tossiche... Subito dopo l'intervallo entrarono le mezze mappe a lume di candela... occupare... Perdere i canali di rifornimento... Stanne Fuori... Bill Gains con il Morbo Giallo... guardando foto sconce con l'indifferenza di un ventilatore da soffitto tirare l'alba facendolo nell'odore di granturco del muco rettale e del sapone fenico... faccia familiare forse dal terreno abbandonato... tubi e fili elettrici attaccati... «Non-siete-neanche-capaci-di-aspettare-scoppiati-di-merda!...». sepoltura nel Cimitero Americano. «Quédase con su medicína»... sulla Niño Perdido la ragazza strilla... Se ne andarono tutti dalla Casa nella Casbah... «Non potevi scrivermi un po' meglio? Andato via... Guardate pure dove vi pare».
Non va bene. No bueno.
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