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| << | < | > | >> |Pagina 15 [ inizio libro ]PrimaveraI. Funghi in città Il vento, venendo in città da lontano, le porta doni inconsueti, di cui s'accorgono solo poche anime sensibili, come i raffreddati del fieno, che starnutano per pollini di fiori d'altre terre. Un giorno, sulla striscia d'aiola d'un corso cittadino, capitò chissà donde una ventata di spore, e ci germinarono dei funghi. Nessuno se ne accorse tranne il manovale Marcovaldo che proprio lí prendeva ogni mattina il tram.
Aveva questo Marcovaldo un occhio poco adatto alla vita
di città: cartelli, semafori, vetrine, insegne luminose,
manifesti, per studiati che fossero a colpire l'attenzione,
mai fermavano il suo sguardo che pareva scorrere sulle
sabbie del deserto. Invece, una foglia che ingiallisse su
un ramo, una piuma che si impigliasse ad una tegola, non gli
sfuggivano mai: non c'era tafano sul dorso d'un cavallo,
pertugio di tarlo in una tavola, buccia di fico spiaccicata
sul marciapiede che Marcovaldo non notasse, [...]
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