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| << | < | > | >> |IndiceVEDERE AMSTERDAM VII Un'isola d'oltremare nel bel mezzo dell'Europa 1 CONOSCERE AMSTERDAM 3 LA STORIA 4 Erasmo da Rotterdam 5, Provos 8 ECONOMIA E SOCIETÀ 11 MAGAZZINO GENERALE DELL'UNIVERSO 11, Prodotti coloniali 12, XXI secolo 13, LA CITTÀ COSMOPOLITA 15, FUMO D'AMSTERDAM 17, Esotismo del tabacco 19, LUCCIOLE 20 LA STRUTTURA DELLA CITTÀ 22 IL RAGNO CHE TESSE LA TELA: GENESI E SVILUPPO URBANISTICO 22, L'idraulica e l'estetica: A'dam vs Venezia 26, LE PAROLE E LE CASE: UN PRONTUARIO ARCHITETTONICO 27, Spazio olandese e mulini a vento 27, Torri, timpani e frontoni 28, Rinascimento e classicismo 28, Hendrick de Keyser (1565-1621) 28, Pieter de Keyser (1595-1676) 29, Jacob van Campen (1595-1657) 29, Philips Vingboons (1607-78) e Justus Vingboons (1621-98) 30, Traslochi e montacarichi 31, Blasoni estemmi 32, Daniël Stalpaert (1615-76) 33, Adriaan Dortsman (1625-82) 33, Il Settecento: gli stili Luigi XIV, XV, XVI 34, L'Ottocento: stagnazioni 36, Il Novecento: la città in prosa 38, Hendrik Petrus Berlage (1856-1918) 38, La Scuola di Amsterdam 39, Capricci creativi: note sulla Scuola di Amsterdam 40, Funzionalismo 42, Strutturalismo 42, Gli ultimi decenni 43, Futuro 44 FIGURE DI A'DAM 45 LUCE INDOMABILE 45, Frans Hals (1580-1666) 45, Hendrick Avercamp (1585-1634) 46, Rembrandt van Rijn (1606-69) 46, Rembrandt Rembrandt? 47, Gerard ter Borch II (1617-81) 48, Jan Havicksz Steen (1626-79) 48, Pieter de Hooch (1629-84) 49, Jan Vermeer (1632-75) 49, Falso d'autore? 49, Jan van der Heyden (1637-17121 50, Cornelis Troost (1697-1750) 50, Vincent van Gogh (1853-90) 51, Piet Mondrian (1872-19441 52, La stenografia della natura 52, Movimento CoBrA 53 LINGUA E CULTURA 54 LINGUA 54, Risorse on line 53, Grammatiche e dintorni 53, Elementari regole di pronuncia 56, LIBRI 58, Narrativa 58, Per far venire l'acquolina in bocca... 60, Storia e dintorni 61, Architettura moderna 61, Pittura olandese 62, Van Gogh 62, Mondrian 62, Provos 62, Riviste 62, Un libro nella zaino 63, CINEMA 68, Per un pugno di film 68, Musica-Muziek 69, Classica 70, Jazz 71, World music 72, Rock e Pop 73, Dance 74 SCOPRIRE AMSTERDAM 75 GUIDA RAPIDA NELLA CITTÀ PLURIMA 76 NELLA CITTÀ PLURIMA 76, Orientamento e disorientamento 76, Amsterdam portatile 77, Geografia essenziale ad usum turisti 79, Amsterdam vegetale 81, Istruzioni per l'uso 83, Cantico di sorella bici 84 LA CITTÀ MEDIEVALE 86 Il sistema dei canali 86, DAMRAK, PIAllA DAM E ROKIN 88, Damrak 88, Piazza Dam 89, Stato civile 90, Madame Tussauds 92, Rokin 93, DA NIEUWEZIJDS VOORBURGWAL AL BEGIJNOHF 93, Amsterdams Historisch Museum 94, Rachel Ruysch 95, Begijnhof 96, Beghinaggio 98, DA PIAZZA SPUI ALL'OUDE ZIJDE 100, Katverstraat e Heiligeweg 101, Il 'Miracolo di Amsterdam' 102, Oude Zijde 103, WALLETIJES 104, Il quartiere a luci rosse 105, Rasphuis e Spinhuis 107 IL QUARTIERE EBRAICO E IL PLANTAGE 108 ZEEDIJK E NIEUWMARKT 109, Tracce 109, Zeedijk 110, Nieuwmarkt 111, Fantastoria di un'amicizia 112, NEL CUORE DI JODENHOEK 113, Zuiderkerk 114, Da Zandstraat a Rembrandtplein 115, Tulipomania 116, DA WATERLOOPLEIN A MR. VISSERPLEIN 118, Waterlooplein 118, Jodenbreestraat 120, Mr. Visserplein 121, Ritratti 121, NEL VERDE DEL PLANTAGE 123, Plantage Middenlaan 123, Plantage Kerklaan 124 IL QUARTIERE DEI MUSEI E IL GRACHTENGORDEL MERIDIONALE 127 LEIDSEPLEIN 127, La città di carta: quotidiani e riviste 128, RIJKSMUSEUM 132, L'edificio 132, Le collezioni del Quattrocento e del Cinquecento 134, Il Secolo d'Oro 135, Rembrandt 136, Rijksmuseum: lavori in corso 137, MUSEUMPLEIN 138, Van Gogh Museum 138, Quotazioni di Van Gogh 140, Stedelijk Museum 141, Concertgebouw 142, INTORNO AL VONDELPARK 142, GRACHTENGORDEL MERIDIONALE 143, Herengracht 143, Amstel 144, Keizersgracht 146, Un ponte davvero magro? 146 JORDAAN E GRACHTENGORDEL OCCIDENTALE 148 NEL JORDAAN 149, Antiquariato e modernariato 149, Tutto il calcio dalla A alla X 150, Il maestro Rembrandt è morto 152, Bruin kroeg 154, GRACHTENGORDEL OCCIDENTALE 156, Prinsengracht 156, La grande arancia 157, Westerkerk 158, Anne Frank Huis 159, Gaypolicy 159, Galleria di Van Gendt 160, Koninginnedag 160, Herengracht 161, Anatroccolo 162, Keizersgracht 163, Felix Meritis 163, Deviazioni 164, Groote Keyser 164, Multatuli Museum e Ronde Lutherse Kerk 165, Huis met de Hoofden e Groenlandsche Pakhuizen 166, Il colonialismo olandese 166 QUARTIERI PERIFERICI 168 DE PIJP 168, Il gruppo degli ottantisti 168, Sarphati, 'il padre della moderna Amsterdam' 170, DALL'OUD ZUID AL NIEUW ZUID 171, Le olimpiadi delle 'prime volte' 172, ZEEBURG E OOSTELIJK HAVENGEBIED 175, Java Island 175, Sporenburg 177, Borneo Island 178, Immigrazione 178, Ijburg 179, AMSTELVEEN 180, Amsterdamse Bos 181, I musei 181, AMSTERDAM NOORD 182, BIJLMERMEER 183, Papa de Kom 185 UN GIORNO A SCUOLA. ITINERARIO TEMATICO 186 DA CENTRAAL STATION A MERCATORPLEIN 186, Spaarndammerstraat 187, Nationoal Pop Instituut 188, Prins Hendrikkade 189, Verso Planzuid 190, Mercatorplein 191 LUNGO L'IJ. ITINERARIO IN BICICLETTA 193 WESTERDOK 194, Isole occidentali 194, Aringa fiamminga 195, HAARLEMMERDIJK E HAARLEMMERSTRAAT 196, La strada dei golosi 197, OOSTERDOK: I MUSEI SULL'ACOUA 198, NEMO 198, Sede attuale dello Stedelijk 198, ARCAM e Nederlands Scheepvaartmuseum 199, Le spiagge di Amsterdam 199, Entrepotdok 200 ALLA SCOPERTA DEI DINTORNI 202 HAARLEM 202, Il centro 202, Musei e hofjes 204, I dintorni 205, ZAANDAM E ZAANSE SCHANS 206, Zaandam 206, Zaanse Schans 207, HOORN 207, Centro storico 208, Periferia 209, ALKMAAR 209, Waag 210, Musei 211, VIVERE AMSTERDAM 213 SOMMARIO DELLA SEZIONE 214 PRIMA DI PARTIRE 215, IL VIAGGIO 226, UNA VOLTA ARRIVATI 230 INDICI 276 Indice dei luoghi 276, In città 276, Dintorni 280 |
| << | < | > | >> |Pagina 1UN'ISOLA D'OLTREMARE NEL BEL MEZZO DELL'EUROPA
di Claudio Canal
Esistono città in cui si scivola lentamente e città in cui si precipita. Dipende da chi si è e da che pasta si è fatti. O dipende dalla città? Io, che mi considero uno scivolatore patentato, in realtà ho provato i brividi del precipizio e ne sono stato inghiottito. Pur consapevole che, come scrive Borges, "forse il vero modo di stare in un posto è starne lontano e sentirne la nostalgia". Adesso lo vado a raccontare. C'è un'isola d'oltremare nel bel mezzo dell'Europa. Case sull'acqua, pescatori, barche e navi, occhi neri, capelli neri, occhi chiari, capelli biondi, accenti di lingue piene di salsedine. Il continente spesso non approva ciò che avviene sull'isola. Chi vi approda ha le sue buone ragioni. Quasi nessuno ci capita per caso. Magari è solo una diceria che l'ha portato lì. Ma basta per sentirsi isolano, una volta arrivato. Perché l'isola, Amsterdam, ha una sua peculiare devozione per i forestieri che vi ormeggiano. Li coccola e li tenta. Come nessun'altra città europea. Perché, a sua volta, Amsterdam (dam, cioè diga, sull'Amstel) è un arcipelago, in cui ciascuna isola ha la propria fisionomia urbana. C'è chi attracca nel Jordaan e si ferma lì, chi lo fa nel De Pijp, chi nel Walletijes — alias quartiere a luci rosse —, chi in un canale a caso. Così se si vuole far rotta attraverso la città bisogna procurarsi una bussola, come la guida che state leggendo. In Europa ci sono città dell'emozione e città dello stupore. Luoghi da cui esci spossato di nostalgia e luoghi che ti inondano di chiarore i pensieri. I viaggiatori accorti si troveranno tra le mani una città che ha molto tatto e molto coraggio, un luogo che non è il paradiso ma rispetto all'inferno di altre realtà è sicuramente un buon purgatorio. Un laboratorio di sperimentazione, capace di ridefinirsi e rimettersi in gioco, se è il caso. Disponibile a mutare rotta, a scommettere sul futuro. È questo che appassiona di Amsterdam (per gli amici A'dam): il fatto che anche il passato non se ne sta lì imbalsamato, ma si offre al presente e al futuro come pezzo di ricambio, come molla ben tesa. E il forestiero che vi arriva viene subito preso dal flusso vivo passato-presente, dal continuo richiamo che il presente fa al passato, quasi un'antifona per scorgere meglio il futuro. Perché A'dam è una città visibile, a misura di sguardo. Non ti sottomette, non stabilisce nessun rapporto di forza, non s'impone per maestà o per superbia. Si accorda con te. Si fa guardare, dovunque. Anche ai bordi, là dove sfuma nella non-città. Anche nei luoghi meno previsti dall'ufficialità turistica. Perché è una città leggibile, senza sancta sanctorum inviolabili. La sua visibilità non è fondata su questa differenza, che è quella che attanaglia molte città italiane. Dunque campo aperto, mare urbano navigabile, accessibile a tutti gli approdi. Questo si aspetta da voi Amsterdam. Perché è una città multiuso. Che cosa ci fa un'isola d'oltremare in mezzo all'Europa? Serve a ricordarci che anche senza muoverci dal caro vecchio continente possiamo navigare il mondo. Accovacciati nella piazza giusta, dalla finestra di un bruin kroeg, in sella a una bicicletta, si assisterà alla sfilata di umanità trasparenti di culture e di storie di lontana e opposta provenienza, ma tutte sintonizzate sulle tonalità base. Perché Amsterdam ha proprio questo di invidiabile: è una continua variazione di se stessa. Senza perdersi, senza ripetersi. Come un concerto di Vivaldi, sempre riconoscibile. Amsterdam è una città di acqua e di pietra, di liquidità e di durezze, di morbidità e di rigidezza, di disordine, di anarchia, di licenza e di ordine, di regola, di legge, di allucinati e di razionalisti, di sballati perduti e di borghesi laccati. Città in cui l'economia della merce e l'economia della vita coesistono miracolosamente e in perenne conflitto. Amsterdam è la complicità di queste anime diverse. Se vi lascerete avvincere da una sola di esse, il suo segreto vi sfuggirà e non vedrete altro che quello che avete sempre visto. C'è un rimedio. Venite ad A'dam con il poeta che è in voi. Tornerete a casa con la mente radiosa. | << | < | > | >> |Pagina 11Magazzino generale dell'universoNew York prolungamento di Amsterdam o viceversa? Le geometrie della storia sono bizzarre, vanno per centri e periferie continuamente mobili. Prima era Venezia, poi Anversa, quindi Amsterdam, Londra, New York. La centralità newyorkese oggi va sempre forte, e Tokyo non l'ha soppiantata. Si accettano scommesse per Shanghai. Ma chi poteva saperlo quando Oriente e Occidente erano immense periferie di Amsterdam da esplorare e sfruttare? Vent'anni dopo la Compagnia delle Indie Orientali (Vereenigde Oostindische Compagnie, VOC) è la volta della Compagnia delle Indie Occidentali (West-Indische Compagnie, WIC), meno fortunata della consorella ma altrettanto energica. Il centro strategico era nella Casa della Compagnia, in Herenmarkt 99. Pare quasi impossibile che proprio di qui sia partita la guerra contro spagnoli e portoghesi, il commercio di oro e schiavi africani, quello dello zucchero in Brasile, la decisione di acquistare per 60 fiorini dagli indiani l'isola di Manhattan e tutto quello che ne è seguito. Rimane questa villetta seicentesca e, nel cortile, la statua di Peter Stuyvesant (1612-72), ultimo governatore olandese della Nuova Olanda — la colonia alla foce dell'Hudson che includeva la città di Nuova Amsterdam, l'attuale New York —, noto per la sua gamba di legno ornata da bande d'argento (aveva perso l'arto in guerra) e morto nella sua fattoria di Bouweri, oggi Bowery, Lower Manhattan. Amsterdam, deposito dell'Oriente e dell'Occidente. Case per uomini e case per merci. Spiccano una data, 1642, quella della Ronda di notte di Rembrandt, e la scritta 'Compagnia delle Indie Occidentali' su quattro magazzini in 'S Gravenhekje I. Il potere dell'organizzazione e il genio creativo. Epoca di molteplici lasciapassare per le individualità forti. Nella sezione di storia olandese del Rijksmuseum (-> 132) — se ammirate gli ammiragli — spade, cuscini, catene d'oro, bibbie, orologi di Michiel de Ruyter, vincitore della flotta anglo-francese nella battaglia del 1673, che, dalle finestre di casa sua, controllava il viavai dei velieri e dei profumi d'Oriente. Che erano profumi di spezie, di tè, di caffè, di tabacco. D'Oriente anche quelli che erano d'Occidente, perché sempre dalle 'Indie' venivano. | << | < | > | >> |Pagina 26L'idraulica e l'estetica: A'dam vs VeneziaNew York, Il Cairo, Amsterdam, Berlino? Forse voleva proprio riferirsi a ogni città del mondo la contemporanea poetessa palestinese dal melodico nome di Salma Khadra Jayyusi. Io so qual è per me l'ora di incantevole purezza di Amsterdam. Se la rivelassi sarebbe meno incantevole, ma c'entra la luce e il suo moltiplicatore, l'acqua. Chi dice 'Amsterdam Venezia del Nord', deve aver visto queste città solo sull'atlante. L'acqua di Venezia è un'acqua estetica colata direttamente dal sogno, quella di Amsterdam è un'acqua idraulica, utile alle faccende umane. Venezia è una città sul mare, Amsterdam sta sulla terra. Amstel dam: diga sul fiume Amstel, per fermare l'acqua, controllarla, ben piantati sulla terra. Durezza e resistenza della pietra, dolcezza e fluidità dell'acqua. I canali sono stati scavati nella terra, per imporre un ordine, non per tracciare un disegno. Ma, alla fine, chi guardi dall'alto Amsterdam, cioè dall'aereo, perché non ci sono alture che lo consentano, vede proprio un disegno e non la sezione del tumore fibroso di cui parlava l'architetto americano Frank Lloyd Wright [1869-1959) a proposito delle mappe urbane. Perché Amsterdam è una città duplice, di acqua e di terra, di ordine e di bellezza, di lavoro e di felicità. Mancano le piazze con il palazzo signorile prominente, le case patrizie sono allineate in un ordine quasi democratico. Non ci sono balconi da cui apparire e arringare le folle. Assenza di demagogia in Olanda. È la luce acquatile a stabilire parentele veneziane, nient'altro. I bagliori che si intravedono tra le case, sui ponti, sono della stessa pasta. Chi, uscendo da Van Puffelen (Prinsengracht 375-377), dopo aver inneggiato all'Europa vinicola nella sala interna, si avvicinasse ai bordi del canale, vi rifletterebbe i propri fantasmi nautici con la stessa rifrazione di chi esce dall'Osteria il Milion a Venezia.
Più che da altre parti, qui l'acqua è simbolo di potenza e di intimità.
Solcare i mari, sfidare l'avventura e raccogliersi di dentro. Più di 2000
battelli nei canali sono in realtà case, che potrebbero domani mollare gli
ormeggi. È possibile visitarne una nell'Houseboat Museum Hendrika Maria
(-> 243). Sull'acqua scorrono le chiatte che fanno parte del traffico urbano,
con regole che non dovrebbe essere difficile riconoscere: il canale per il
vitto, quello per l'immondizia, per i ricambi, i traslochi. Non ho mai capito se
il gioco delle chiuse e paratie faccia sì che le acque siano divise in dolci e
salate o si tratti invece di una miscela indefinibile. E i pesci? Ad Amsterdam
si pesca sul bordo di casa. Pesci d'acqua dolce o d'acqua salata? I pesci di
Herengracht hanno movenze più signorili di quelli del più periferico
Singelgracht? Una storia di Amsterdam subacquea deve ancora essere scritta e non
è detto che il punto di vista ittico vada scartato a priori.
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