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| << | < | > | >> |IndicePROLOGO: DINOSAURI, MA NON SOLO. 9 PAROLE UTILI 13 PARTE I: UOMINI E DINOSAURI 1. IL '68 DEI DINOSAURI 21 2. SOTTO IL CIELO DEL MONTANA 31 3. CALDI E AGILI CORRIDORI 41 4. I DINOSAURI IN MEZZO A NOI 47 5. IL MISTERO DI UN TRIONFO 53 6. DA UNA CATASTROFE ALL'ALTRA 59 7. NERA BELLEZZA DI TIRANNOSAURO 69 8. UN CARNOSAURO DI NOME SUE 73 PARTE II: LA PRESUNZIONE GENETICA 9. SANGUE DI DINOSAURO 81 10. LA GUERRA DEGLI ENZIMI 89 11. DNA: LA DOPPIA ELICA DELLA VITA 93 12. CENTOMILA GENI IN ATTESA DI BREVETTO 101 PARTE III: INGEGNERI O BIOLOGI? 13. BIOSCIENZA, BIOINDUSTRIA E BIOFINANZA 107 14. LA DIVERSITA` DEL COSTA RICA 115 PARTE IV: L'ORDINE DEL CAOS 15. GRANDI COMPUTER CROLLANO 125 16. MASSICCIO E PARALLELO: IL SUPERCALCOLO 133 17. LA FARFALLA DI PECHINO 137 PARTE V: SCHEDE 18. NEI RECINTI DELL'ISOLA NUBLAR 145 19. I TRUCCHI DI SPIELBERG 169 BIBLIOGRAFIA 173 |
| << | < | > | >> |Pagina 62 [ dinosauri, gradualismo ]«Non capisco perché alcuni paleontologi, che poi sono coloro che hanno detto tutto sulle estinzioni e senza i quali non avremmo mai visto i dinosauri nei musei, negano oggi addirittura che vi sia stata un'estinzione catastrofica. Quando noi diciamo: "Ecco come l'estinzione di è verificata", c'è chi risponde: "Quale estinzione? Non crediamo affatto che ci sia stata una estinzione improvvisa. I dinosauri si estinsero per ragioni che non hanno nulla a che fare con il vostro asteroide"». Così si lamentava Luis Alvarez di fronte all'incredulità con cui la gran parte dei paleontologi avevano accolto la sua ipotesi. A quella idea, infatti, molti subito obiettarono che i dinosauri erano già in estinzione da milioni di anni; i più benevoli ammisero che al massimo l'asteroide di Alvarez avrebbe potuto rappresentare il «colpo di grazia», ma non certamente la "vera" causa. Il dibattiro tra i ricercatori è ancora aperto, ma all'inizio degli anni '90 il favore si è spostato ulteriormente dalla parte deli catastrofisti, perché è stato finalmente trovato il cratere provocato dal misterioso corpo celeste. I calcoli di Alvarez dicevano che esso avrebbe dovuto avere un diametro di 200 chilometri circa, ma nessuna ferita di questo tipo era mai stata segnalata sulla superficie terrestre. Grazie a rivelazioni geomagnetiche e a perforazioni in profondità, ora è stato identificato un tale enorme buco nei Caraibi. Il suo centro si trova nella penisola dello Yucatan, vicino alla cittadina di El Progreso.Il fatto è che gli studiosi di paleontologia, per abito mentale, non amano gli eventi improvvisi e meno che mai quelli che arrivano dallo spazio come «deus ex machina». È una diffidenza che si può capire, quando ci si trovi di fronte a ipotesi troppo fantasiose, ma in questo caso sembra di avvertire qualcosa di più, un istintivo atteggiamento conservatore. Molti infatti sembrano pensare che della teoria dell'evoluzione faccia parte intrinsecamente anche il «gradualismo», in base al quale le specie compaiono sulla terra, migliorano il loro adattamento all'ambiente grazie a piccole mutazioni casuali e, alla fine, altrettanto gradualmente, scompaiono. «Devono estinguersi perché il tempo lotta contro di loro», scrisse già nel Settecento Buffon, il grande naturalista. | << | < | > | >> |Pagina 126 [ computers, software ]Il guaio è che il sistema telefonico americano son solo è il più grande e il più complicato del mondo, ma è pure il più moderno. ...Il primo allarme era scattato nel 1988 quando un grande incendio scoppiò negli uffici della compagnia telefonica dell'Illinois. ... il 15 gennaio dell'anno successivo si verificava il più gigantesco «outage» (fuori servizio) della storia telefonica mondiale. Protagonisti ancora i computer di centrale della At&t. Ma questa volta non c'entravano gli eventi esterni, gli incendi, gli uragani o i terremoti. Era tutta colpa di una parentesi graffa, all'interno di un software enorme, di dieci milioni di istruzioni. L'interruzione telefonica durò nove ore, dalle 14.25 EST (ora di New York) alle 23.30. ... Invece quel lunedì maledetto, la malattia si propagò come un virus in tutta America, nel giro di soli dieci minuti. Collassavano una dopo l'altra le centrali di tutti gli stati: automaticamente si spegnevano, automaticamente provavano a ripartire e di nuovo si bloccavano. ... L'unico indizio disponibile, durante quelle nove ore, era che il crash avveniva solo nelle centrali telefoniche dotate di un nuovo software, chiamato System 7. Le altre, che usavano la versione precedente, il System 6, ne rimanevano indenni. ... ... ogni centrale della rete controlla continuamente la condizione di salute delle altre e ne prende nota in un'area di memoria che si chiama «mappa di stato» della rete. Quel 15 gennaio, dunque, la centrale di Manhattan andò giù per una causa relativamente rara, ma non grave. Quando terminò il suo "restart", mandò nella rete il debito messaggio di OK. E le centrali gemelle, ne presero nota diligentemente sulla loro mappa. Qui entrò in gioco il perfido errore. Il quale, in poche parole, consiste in questo: se, mentre sta prendendo nota dell'OK altrui, alla centrale arrivano contemporaneamente due chiamate telefoniche nell'arco di un solo centesimo di secondo, allora, per uno strano giro del software, alcuni dati vengono persi. ... Fin qua la dinamica del disastro. La causa beffarda stava in un'istruzione scritta nel linguaggio di programmazione C, uno dei più diffusi nel mondo dei computer. Tra quei milioni di righe di software a un certo punto compariva l'istruzione: } break;in quella giusta, invece, la parentesi doveva andare in fondo, così: break; }Sembra una differenza minima, ma era tale da compromettere, in certe circostanze, il funzionamento dell'intera rete. Al colossale fuori servizio l'At&t cercò di riparare offrendo per il successivo giorno di San Valentino (quando molti fidanzatini si telefonano dall'una parte all'altra del paese) un servizio completamente gratuito. Ma al di là delle colpe aziendali, il problema generale rimaneva tutto: nei sistemi complicati, quali sono i grandi software, l'errore è sempre in agguato, anzi praticamente certo. Così il problema dei costruttori di programmi è di mettere in vendita il loro prodotto con il minimo di sbagli. Saranno poi gli utenti a segnalare via via qualche evento strano e il software verrà corretto, dando luogo a versioni successive (release 1.0, 1.1 eccetera). Come è possibile tale intrinseca e rassegnata inaffidabilità? Il fatto è che - per definizione - non è possibile verificare matematicamente la corretteza di un programma. L'unico mezzo è empirico: collaudarlo in tutte le condizioni possibili e con tutti i valori numerici possibili. Ma per farlo occorrerebbe un tempo infinito e bisognerebbe anche che il progettista riuscisse a immaginare tutte le condizioni in cui il suo sistema si verrà a trovare. Gli errori più insidiosi (e più disastrosi, come si è visto) si generano proprio quando il programma finisce in uno stato che al momento del progetto non era stato previsto. | << | < | > | >> |Pagina 139 [ scienza, scienzati ]Quelli che sventolano la «nuova» Complessità contro la «vecchia» Razionalità scientifica dimostrano innanzitutto di non aver mai inteso bene cosa la scienza fosse e quali limiti - esplicitamente enunciati - essa si assegnasse. Per esempio quelli di studiare solo fatti riproducibili (ripetibili) in laboratorio oppure trattabili teoricamente, attraverso le matematiche. Non solo: lo scienziato moderno non ha mai preteso - se non nelle sue versioni caricaturali e devianti - di spiegare il "perchè" delle cose, ma solo il "come". Si propone dunque di identificare delle regolarità, di tradurle in modelli e teorie, e di usare quest'ultime per delle predizioni di altri eventi. Facilmente i detrattori di oggi vanno cercati tra gli apologeti un po' ingenui di ieri. Si erano fatta un'idea miracolista della scienza, ne avevano osannato i protagonisti e ora scoprono che i loro miti sono caduti. Ma erano miti, per l'appunto.| << | < | |