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| << | < | > | >> |IndicePREFAZIONE di Enfio Tortora 9 AUTOBIOGRAFIA SINTETICA 11 PARTE PRIMA 13 SKETCH TELEVISIVI 1. L'uomo dalla parola facile 15 2. Il playboy 17 3. Venga a prendere il caffè da noi 20 4. Cinque interviste al direttore generale della F.A.M.E. (Fabbrica Autonoma Manufatti 'E niente) 22 I I buchi 22 II Il marmo 24 III Il legno 26 IV Il caffè 29 V Cicche e costumi da bagno 31 5. Una signora per bene 34 6. Lei è morto, non insista! 36 7. Ufficio case popolari 42 8. Ufficio di collocamento 47 9. L'immaginazione 59 10. Franceschiello, un Borbone re d'Italia 63 11. La statua della libertà 65 12. La legge 67 13. La psicanalisi 71 14. L'economia 74 15. La medicina 77 16. Le poste 81 17. La politica 84 PARTE SECONDA GLI ASTERISCHI DEL TG2 (1988/1990) 87 INTRODUZIONE di Alberto La Volpe 89 [...] PARTE TERZA INTERVISTA AL PROFESSOR LUPARELLA SULLE ORIGINI E LO SVILUPPO DELLA MAFIA. BREVE MA VERIDICA STORIA DI COSA NOSTRA 129 PARTE QUARTA IL CINEMA IN TV. SCENE DA AGRODOLCE - RAI TRE 143 PARTE QUINTA LA PUBBLICITÀ. IL CAFFÈ TORRISI IN TELEVISIONE (1981-1994) 171 [...] |
| << | < | > | >> |Pagina 11Nasco improvvisamente a Palermo. Perché improvvisamente? Perché non me l'aspettavo, nessuno mi aveva avvertito. Vengo al mondo, quindi, a tradimento, di notte (i bambini nascono quasi sempre di notte: li pigliano nel sonno) il 12 ottobre dell'anno di grazia del 1934. Appena nato, è scoppiata la seconda guerra mondiale. Quasi che Hitler e Mussolini stessero aspettando me: "È nato?", "Sì", "Allora possiamo cominciare". Cresco, dunque, sotto le bombe, in mezzo alle sirene d'allarme e trascorro molte ore di notte nei rifugi sotterranei. Era bellissimo: quando gli americani bombardavano e tremavano le lampadine colorate del rifugio, come fossero luci psichedeliche, sembrava di stare in una discoteca. Ne consegue che, oggi, vado matto per le discoteche. Quando ho nostalgia della guerra, vado subito in discoteca. È lo stesso che stare in mezzo ai bombardamenti. La musica, tanto, sempre quella americana è. Inoltre, la mia era una famiglia povera, ma così povera che, nella scala sociale, dopo di noi, venivano soltanto gli animali da cortile. Ed è a causa della povertà che fotografie dell'infanzia io non ne ho. Non potevamo permettercelo, il fotografo, in famiglia. E allora facevamo a memoria: papà ci riuniva in salotto e diceva: "Guardiamoci bene in faccia". E noi, con gli occhi, clic! scattavamo le fotografie. Ce l'ho tutte qua. Peccato che le possa vedere solo io. Da sei a dieci anni frequento le scuole elementari. E lì mi fermo. La cultura, si sa, costa, mentre l'ignoranza è gratis (ecco perché è così diffusa). E io non mi sono lasciato sfuggire l'occasione. Ma, attenti, non sono ignorante in un settore specifico, la mia ignoranza spazia in vari campi: io non so un po' di tutto. Ho, insomma, quella che si dice una ignoranza enciclopedica. [...] | << | < | > | >> |Pagina 22Lo studio in cui mi ricevette non aveva niente di lussuoso, anzi non aveva niente: non aveva divani, non aveva poltrone, non aveva quadri alle pareti, né di valore né di poco conto. Lui stava dietro a un tavolo e fingeva di essere seduto: il suo sedere si teneva sospeso nell'aria, nemmeno inquinata (che, come si sa, è più densa) della stanza. Mi aveva invitato a prendere posto, indicandomi lo spazio vuoto davanti a sé. Mi sembrò indelicato chiedergli se non avesse qualcosa di meno scomodo e mi sistemai anch'io col sedere poggiato (si fa per dire) sul vuoto. Con un gesto si scusò e rispose al telefono che non aveva squillato. – Pronto! qui parla la FAME: Fabbrica Autonoma Manufatti 'E niente... sì, sono il direttore generale... no, quella partita di ghiaccio al forno non è ancora partita... sì, il ghiaccio noi lo mettiamo nel forno, poi, però, quando andiamo ad aprire il forno, quello, il ghiaccio, non ci sta più... è un fatto curioso, lo so... deve esserci qualche inconveniente. Ci riproveremo, va bene? Arrivederci. E riattaccò. – Caro dottore, sono a sua disposizione, Purtroppo, posso concederle soltanto pochi minuti. Siamo sotto pressione: dobbiamo consegnare entro la fine del mese duecentocinquantamila buchi... L'intervista era cominciata. Gli chiesi: – Ha detto buchi? – Sì, ho detto buchi. – È difficile fare i buchi? – Dipende dal buco. Mi spiego: il buco di solito tutti lo fanno con qualcosa intorno che lo caratterizza; difatti, si dice buco di muro, buco di scarpa, buco di pantalone e per decenza mi fermo qua. Noi, invece, ecco la novità, il buco lo facciamo senza niente intorno, allo stato puro, in modo che l'acquirente se lo mette dove gli pare a lui: sulla maglietta, sulle mutande, sulla punta del calzino... – E come li fabbricate? – Fabbricarli? Li troviamo. – Dove? – Nell'aria... ecco, vede, questo è un buco... questo, un altro buco – e infilzava con l'indice teso l'aria, che effettivamente, si rivelava prodiga di buchi – attento, dottore, attento, ha un buco nell'orecchio, ecco, l'ho preso. L'aveva preso, ma poco mancò che nell'entusiasmo non prendesse anche il mio occhio. Continuò: – L'aria è piena di buchi, dottore. Basta saperli estrarre. – Si trovano solo nell'aria? – Nossignore, si trovano pure nell'acqua; anzi, i buchi nell'acqua sono proprio quelli che ci riescono meglio. E ne vendiamo, sa? – e fece con la mano un gesto per indicare una quantità enorme – Sapesse quanti ne vendiamo. La Cassa del Mezzogiorno, tanto per dirne una, è il nostro cliente più forte: quanti ne consuma! Mamma mia quanti ne consuma! Purtroppo, siamo costretti a fare tutto da soli. Lo stato latita. Dicono sempre che devono aiutare il mezzogiorno, promettono di sostenere il mezzogiorno... ma quale mezzogiorno e mezzogiorno?! Guardi qua – e mi mostrò l'orologio da polso – sono quasi le due e ancora non si vede nessuno. Capii che l'intervista era finita. Mi alzai e lo salutai. Varcavo la soglia della porta, quando il Direttore Generale, lanciandomi la voce dietro, urlò: – Non chiuda la porta, per favore. Mi fu facilissimo accontentarlo: non c'era nessuna porta. | << | < | > | >> |Pagina 63Il re è seduto su un trono sistemato nel mezzo di una pedana. Accanto ha un tavolino, e si sta versando il caffè. Canticchia. Chi bella cosa 'na jurnata 'e sole, l'aria serena doppo la tempesta, pe' l'aria fresca pare già 'na festa, chi bella cosaaa... E dire che si potrebbe vivere tanto bene qua: il sole ce l'abbiamo, le industrie ce l'abbiamo, il Vesuvio ce l'abbiamo, a Eduardo De Filippo ce l'abbiamo... che ci manca? Ci manca che, mannaggia me e a quando mi sono lasciato convincere a diventare re d'Italia. Io, un Borbone, declassato così!... Glielo avevo pure detto a don Peppino Garibaldi: "Peppino, lascia perdere, lascia stare... guarda, ti faccio re di Capri", "Nossignore, io sono l'eroe dei due mondi e non mi va di diventare Peppino di Capri...". E ha sbagliato, ché se avesse accettato canterebbe ancora. Invece ha fatto una fesseria lui e m'ha 'nguaiato a me. Si è preso mille uomini e con tre navi: la Nina, la Pinta e la Santamaria... no, un momento mi sto confondendo... quello è un altro (un altro che ha combinato nu bellu guaio) il tenente Colombo, il poliziotto che ha scoperto l'America, mentre Garibaldi ha fatto l'unità d'Italia. Ma, dico io, guarda tu questi italiani: uno scopre l'America, un altro fa l'unità d'Italia... ce ne fosse mai uno che si fa i cazzi suoi! Insomma, Garibaldi è sbarcato a Torino con i Mille, direttamente dal Po, sui Murazzi, e mi ha annesso tutto il settentrione. M'ha regalato 'nu regno, dice lui; m'ha regalato 'na rogna! Altro che 'nu regno! Disoccupazione, inflazione, emigrazione, brigantaggio della Bassa Padana, mafia veneta, latifondo piemontese, 'ndrangheta emiliana, camorra ligure, abigeato lombardo... e che Madonna! Tutte a me! Ora, i settentrionali dicono che è colpa mia; ma che ci posso fare io se al nord sono per natura indolenti? lo dice pure il Mantegazza: "È la razza!". E lo conferma Gianni Brera: "È l'atmosfera". E, mentre io mi danno l'anima, gli altri si prendono le soddisfazioni. Don Peppino Garibaldi, tanto per dirvene una, ha vinto il Festival dei Due Mondi di Spoleto, per la regia dell'Unità d'Italia. Opera Prima. E ultima; perché io a quello regie non gliene faccio fare più. Sono insidiato, questa è la verità, sono insidiato. Mazzini, tanto per dirvene un'altra, ha fondato contro di me il Partito Repubblicano Italiano, il PRI... (con tutto il rispetto pare pure 'na pernacchia). E non è finita: a Nizza, in Francia c'è un fuoruscito, un certo Sandro Pertini, che di giorno fa il muratore e di notte congiura per diventare presidente della repubblica. Questo, prima o poi, mi scalza, questo ci riesce, questo è 'nu fetentone!
Ma io lo sai che faccio? Lo nomino io Presidente della repubblica, con
decreto reale. Così passo alla storia come il primo re
repubblicano del mondo. E lo frego. Tiè! Gli lascio tutti i guai a
lui e io me ne vaco in vacanza. A Capri!
(canta) O sole, o sole miooo, sta 'nfront'a tee, sta 'nfront'a teeeeeeeee! | << | < | > | >> |Pagina 65Caruso, immobile su di un piedistallo, è vestito e truccato come la statua della libertà di New York, con una tunica bianca come il marmo. Ha il braccio teso in alto e regge la famosa fiaccola.
A un certo punto, abbassa il braccio e sedendosi sul piedistallo dice:
Aaahhh, che bello! Che sollievo! Pare niente, ma questa fiaccola pesa, eh!... Mussolini, buonanima, me la voleva levare, mi aveva detto: "Ma perché non resti così (la statua mima il saluto fascista), che è meglio? Poi sono arrivati gli americani e non se ne è fatto niente. Gli americani arrivano sempre. Sono arrivati persino in America: con quella barca a vela, il Mayflower, messa su da una agenzia di viaggi religiosa... insomma, hanno organizzato tutto i preti: quelli di Comunione e Occupazione. Un'associazione cattolica di Padri Pellegrini: i Pilgrim Fathers. Sono sbarcati tutti insieme. Perché quello che più conta in America è l'associazionismo, l' association. Lo stare insieme. Qui ci sono associazioni di tutti i tipi. Che nascono spontaneamente. Per esempio, metti che tu ci hai in testa un cappello di paglia di Firenze — capita che uno ci ha un cappello di paglia di Firenze — e incontra un altro che ci ha in testa un cappello di paglia di Firenze: "Ma che ci ha un cappello di paglia di Firenze?", "Sissignore, ci ho un cappello di paglia di Firenze", "E perché non facciamo un'associazione di tutti quelli che ci hanno un cappello di paglia di Firenze?". E così appena si accorgono di avere un cappello di paglia di Firenze, fanno subito l'associazione di tutti quelli che hanno un cappello di paglia di Firenze. Ma c'è anche l' Association dei Solitari Men. Cioè l' association delle persone sole; che ha, però, qualche difficoltà a costituirsi perché è obbligatorio essere persone sole per entrare; sennonché, appena si riuniscono, diventano persone in compagnia e le espellono dall'associazione; appena sono espulse ridiventano sole e possono rientrare, ma appena rientrano le espellono, e così via... Non è come in Italia, dove l'unica associazione che funzionava l'hanno sciolta: P2, cioè pi due persone soltanto. Perché gli altri erano innocenti: non sapevano a che associazione erano iscritti. Difatti, i giudici li hanno assolti, dicendo: che senso ha un'associazione dove gli iscritti non sono in condizioni di intendere e di volere a che associazione sono iscritti? Non ci stanno, insomma, con la testa. E poi in America c'è l'associazione, la più importante di tutte: l' Association White Men. L'Associazione degli uomini bianchi, che poi sono quelli che hanno inventato i film a colori, perché non sopportavano, nei film in bianco e nero, di non potere separare il nero dal bianco. Insomma, in America c'è di tutto e, soprattutto, c'è l'America, il più grande paese d'Europa. Paese forte, pacifico... ché il presidente americano glielo ha detto a quello sovietico: "Noi, è vero, abbiamo un grande esercito, ma è per la difesa, non vogliamo aggredire nessuno". E il presidente sovietico, a sua volta, ha detto: "Anche noi non vogliamo aggredire nessuno, il nostro esercito è per la difesa", "Ma siamo nella stessa situazione!", "Ma tu guarda che situazione!...". C'era un signore di passaggio che aveva sentito tutto. Non c'è migliore occasione, pensò, ora approfitto e glielo domando: "Scusate, io non vorrei interferire...", "No, prego, dica!", "Ma se nessuno dei due vuole aggredire l'altro, da che cosa vi dovete difendere?", "Che tipo spiritoso! Glielo dici tu?", "Glielo dico io: senta lei ce l'ha presente a Zorro?", "Ma chi quello spadaccino che segnava con la spada una erre sulla fronte dei suoi nemici?", "Quello; Quello!", "Ma che ha fatto?", "Sino a ora niente; ma ci può aggredire da un momento all'altro!".
Roba che uno ci resta di sasso!
Pino Caruso si rimette in piedi, inalberando la fiaccola, e canta, insieme a Frank Sinatra (registrato): "Strangers in the night (straniero nella notte) exchanging glances wond'ring in the night what were the chances we'd be sharing love before the night was through... ". | << | < | > | >> |Pagina 71Esistono nella psiche umana dei processi d'involuzione, dovuti a una transazione analogica tra formazione simbolica del sogno e sviluppo delle forze meccaniche interne dell'aggressività da depressione... Detto questo, però, si può anche dire tanto per chiarire che un caso patologico da definire è quasi sempre dato da un soggetto umano traumatizzato dal peccato sin dal suo più lontano passato. Vale a dire che anch'io, che pure ho studiato sono rimasto alquanto impressionato quando appena nato, mi sono ritrovato tutto denudato. Tanto che, lo confesso mi sono messo a strillare come un ossesso per lo scandaloso eccesso e mi è venuto pure il complesso di essere stato generato da un amplesso. Insomma per dirla in vernacolo, sarebbe stato meglio fossi nato sotto un cavolo che è un più decente abitacolo e non ci sarebbero state conseguenze. Mentre ora per via di tutte queste interferenze, mi ritrovo con le tendenze motrici innate tutte alterate e una evoluzione comportamentale tale che il pensiero concettuale allo stato prestrutturale in relazione a una condizione caratteriale di natura anche orale mi scende lungo la cervicale scivola sulla parete laterale e palatale e non c'è verso di poterla fermare. Anche se sarà bene considerare come questo sia solo quello che appare a livello conscio poiché se andiamo nel subconscio e magari pure nel preconscio dove tutto è inconscio ci troviamo secondo una diffusa diceria: algolagnia, pedofilia, pederastia, zoologia, sodomia e magari pure a mia zia con tutta la dinastia compresa sua figlia Rosalia che siccome soffre di claustrofobia ci l'avi puru cu mia e pretenderebbe che mi facessi l'autopsia senza anestesia. Il che comunque sia non mi parrebbe ben fatto poiché di fatto, sarebbe come se un chirurgo si facesse da solo l'autoritratto. E nessuno è così matto. Ma torniamo all'antefatto, Io non so come è successo: so solo che a un tratto non ho più trovato me stesso. E dire che mi sono cercato come un ossesso: al senato, al sindacato, al supermercato dentro il portierato di un palazzo diroccato e persino all'Istituto poligrafico dello Stato ma senza risultato. Ho soltanto incontrato: una professoressa che anche lei cercava se stessa un magistrato che invece cercava un poco di bicarbonato un avvocato che si era perso l'unico imputato che gli avevano affidato e un deputato dimenticato dall'elettorato... Tanto che siamo tutti finiti all'Ufficio Oggetti Smarriti. Ora chi me l'ha fatto fare a mia di studiare psicopatologia che me ne potevo stare a casa mia con mia zia, invece di venirne via per fare lo studente che me ne sono pentito amaramente e chissà dove sono andato a finire che sarebbe come dire chi s'è visto s'è visto e vuoi vedere che magari non esisto? | << | < | > | >> |Pagina 107Ho letto le norme che regolano l'allacciamento, in auto, delle cinture di sicurezza per gli adulti e dei seggiolini per i bambini. C'è tutto un articolato. "Seggiolini di prima categoria: bambini da zero a nove mesi e da zero a dieci chili...". E già un moto di raccapriccio, e di pietà, me lo suscita questa creatura di zero chili: mai visto un bambino così deperito. Ma a chi pensava il legislatore? A un essere incorporeo e trasparente? E avrebbe bisogno del seggiolino? E come legarglielo? Con corde invisibili? Proseguiamo. "Seggiolini di seconda categoria: bambini da nove mesi a quattro anni e dai nove ai diciotto chili. Terza categoria: dai quattro ai sei anni e dai quindici ai venticinque chili. Quarta categoria: dai sei ai dieci anni e dai ventidue ai trentasei chili". Problema: avendo un bambino di quattro anni (che rientra tanto nella seconda categoria — che va dai nove ai diciotto chili — quanto nella terza — che va dai quindici ai venticinque chili) e pesando esso bambino diciotto chili e trecento grammi, a quale categoria appartiene questo bambino? Intanto serve sapere se il bambino va pesato al netto o al lordo; cioè: se nudo o vestito. E, soprattutto, se dopo o prima che abbia fatto i suoi bisognini, piccoli e grandi. Altro problema: un automobilista si mette in viaggio con un bambino di tre chili. Detto bambino mangia s'appesantisce e sconfina da una categoria all'altra. Al primo controllo, la polizia lo pesa. Come fa il genitore a dimostrare d'essere partito con un bambino regolamentare? Che può fare un povero padre se non praticargli un clisterino per farlo rientrare nel peso. O una povera madre per indurlo a fare la cacchina prima dell'arrivo della polizia? "Devi fare la cacchina, Robertuccio; falla per mammina tua (il ricatto), sennò a paparino gli pigliano la multa (altro ricatto)". Erode! Erode! Almeno tu li ammazzavi senza farli soffrire. Offro alla vostra pietà il caso del mio bambino: come chili appartiene alla seconda categoria, come età alla terza. Cosa dovrei fare? Squartarlo? Un pezzetto in un seggiolino, l'altro pezzetto in un altro? Si vuole forse una strage degli innocenti? Leggi inumane!
Comprensibilmente le nascite calano.
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