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Pagina 9
[ libro inizio ]
Il 7 marzo 1974, un'ora prima
dell'alba, nel suo appartamento di
via Siroká 5 che dava sul vecchio
cimitero ebraico di Praga, Kaspar
Utz morì di un secondo colpo da
tempo previsto.
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Pagina 20
[ museo, collezionista ]
«Un oggetto chiusi in una teca
di un museo» scriveva «deve patire
l'innaturale esistenza di un
animale in uno zoo. In ogni museo
l'oggetto muore - di soffocamento e
degli sguardi del pubblico -,
mentre il possesso privato
conferisce al proprietario il
diritto e il bisogno di toccare.
Come un bimbo allunga la mano per
toccare ciò di cui pronuncia il
nome, così il collezionista
appassionato restituisce
all'oggetto, gli occhi in armonia
con la mano, il tocco vivificante
del suo artefice. Il nemico del
collezionista è il conservatore del
museo. In teoria, i musei
dovrebbero essere saccheggiati ogni
cinquant'anni e le loro collezioni
dovrebbero tornare in
circolazione...».
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Pagina 93
[ porcellana, alchimia ]
Per la maggior parte degli
esperti di porcellana, proseguì, la
scoperta di Bottger era un utile
sottoprodotto dell'alchimia - come
la cura mercuriale di Paracelso per
la sifilide.
Utz non era d'accordo; gli
pareva sciocco attribuire a epoche
passate gli interessi
materialistici della nostra.
L'alchimia, tranne che per gli
adepti più terra terra, non è mai
stata una tecnica per moltiplicare
la ricchezza all'infinito. Era un
esercizio mistico. La ricerca
dell'oro e la ricerca della
porcellana erano due aspetti di
un'identica indagine, quella vòlta
a scoprire la sostanza
dell'immortalità.
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Pagina 129
[ libro fine ]
Poi alzò gli occhi verso
l'arcobaleno e disse: «Ja! Ich bin
die Baronin von Utz».
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