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| << | < | > | >> |Pagina 131 [ Giappone, muri, rinchiudersi, guardie ]La guardia scese dall'auto esibendo un gran pancione e s'incamminò su per le scale. Connor si girò a guardare il muro. «Sai che ormai ci sono più guardie giurate che poliziotti? Tutti innalzano grandi muraglie e assumono guardie private. Ma in Giappone puoi passeggiare in un parco a mezzanotte e sederti su una panchina e non ti succede niente. Sei del tutto al sicuro, giorno e notte. Puoi andare dovunque, senza essere derubato, aggredito o ucciso. Non devi continuamente guardarti alle spalle né stare sul chi vive. Non hai bisogno di muri di cinta né di guardie del corpo. La tua sicurezza è la sicurezza di tutta la società. Sei libero. È una sensazione meravigliosa. Qui, non facciamo altro che chiuderci dentro. Chiudiamo la porta. Chiudiamo l'auto. Chi trascorre la propria vita rinchiuso dentro qualcosa è come se fosse in prigione. È una follia. Uccide lo spirito. Ma lo facciamo da così tanto tempo che ormai noi americani abbiamo dimenticato che cosa vuol dire sentirsi veramente "al sicuro". Lasciamo perdere. Ecco la nostra macchina. Andiamo in centrale».| << | < | > | >> |Pagina 227 [ Giappone, economia americana, individualismo, violenza ]«È così che la vedono i giapponesi?».«Vedono miliardi e miliardi dei loro dollari investiti in un paese che è nei guai sino al collo, "kohai". Un paese pieno di strana gente individualista che non fa altro che parlare. Che lotta l'uno contro l'altro, che litiga in continuazione. Gente non molto preparata che non sa granché del mondo, e le uniche informazioni le ricava dalla televisione. Gente che non lavora con grande impegno, che tollera la violenza e l'uso della droga, e che non sembra molto turbata da questo stato di cose. I giapponesi hanno miliardi di dollari investiti in questo curioso paese e vorrebbero ottenere un congruo interesse sui loro capitali. E sebbene l'economia americana stia crollando - ben presto saremo un paese del Terzo Mondo, in coda al Giappone e all'Europa - vale comunque la pena di tenerla in piedi. Ed è quello che stanno cercando di fare». | << | < | > | >> |Pagina 239 [ dumping, giapponesi, mercato, affari/guerra, profitti, concorrenza ]«Ma se si vende sottocosto non si perde denaro?».
«Per un certo periodo, sì. Ma
vendendo milioni di pezzi, si
riesce a rendere più efficiente e
meno costoso il sistema di
produzione. In capo a un paio
d'anni, non ci si rimette più. Nel
frattempo hai distrutto i
concorrenti e controlli il mercato.
Vedete, i giapponesi ragionano in
termini di strategia... di tempi
lunghi, quello che succederà tra
cinquant'anni. Un'azienda americana
deve mostrare dei profitti ogni tre
mesi, altrimenti l'amministratore
delegato e l'alta dirigenza
rischiano di trovarsi in mezzo a
una strada. I giapponesi invece non
sono interessati al profitto a
breve termine. Mirano a quote di
mercato. Gli affari sono come una
guerra per loro. Conquistare
territorio. Distruggere la
concorrenza. Controllare il
mercato. È quello che hanno fatto
negli ultimi trent'anni.
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