Copertina
Autore Anna L. Dallapiccola
Titolo Induismo
SottotitoloDizionario di storia, cultura, religione
EdizioneBruno Mondadori, Milano, 2005, Dizionari , pag. 350, ill., cop.ril., dim. 130x194x22 mm , Isbn 978-88-424-9841-4
OriginaleDictionary of Hindu. Lore and legend
EdizioneThames & Hudson, London, 2002
TraduttoreMaria Cristina Coldagelli
LettoreFlo Bertelli, 2006
Classe religione , paesi: India
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Indice

  XI Introduzione

   1 Dizionario


 305 Principali dinastie e imperi

 313 Cronologia

 325 Bibliografia

 335 Indice dei soggetti

 349 Fonti delle illustrazioni


 

 

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Pagina XI

Introduzione


"Unità nella diversità", "diversità e continuità": sono solo due dei tanti cliché che siamo soliti associare all'India. Pur essendo luoghi comuni, essi contengono qualcosa più che un briciolo di verità. L'India è talmente vasta — più o meno quanto l'Europa dall'Atlantico agli Urali — che ogni regione è un paese a sé, con la sua lingua e i suoi usi, la sua religione e le sue tradizioni culturali; sistemi sociali comuni, saldamente radicati nelle convinzioni religiose, costituiscono tuttavia una forza di coesione in grado di tenere insieme oltre un miliardo di persone dalle esistenze più varie.


Il territorio

Il subcontinente indiano è separato dal resto dell'Asia dalla poderosa catena dell'Himalaia, la "Dimora delle nevi" dove la mitologia indù vuole che abitino gli dèi. Con la sua forma di triangolo rovesciato, la penisola si protende nell'oceano Indiano per circa 3200 chilometri da nord a sud e quasi altrettanti da est a ovest. Caratteristiche fisiche diverse danno origine a zone climatiche diverse, che vanno dai terreni inospitali e flagellati dal vento dell'estremo nord alle fertili regioni subtropicali del meridione.

Il paese è attraversato da imponenti sistemi fluviali. Nella zona settentrionale scorre l'Indo (Sindhu), dal quale il paese prende il nome, che nasce dall'Himalaia e attraversa aride zone desertiche in direzione occidentale, fino al mar Arabico. I suoi cinque affluenti diedero il nome al Punjab, la regione delle "cinque acque". Dall'Himalaia nascono anche i due fiumi sacri più importanti del subcontinente, il Gange e la Jumna (le dee Ganga e Yamuna), che scorrono verso est, per confluire ad Allahabad (Prayaga) e poi unirsi al Brahmaputra. Attraversano una vasta distesa pianeggiante e sfociano nel golfo del Bengala formando l'amplissimo delta del Gange, un'area umida molto fertile.

[...]

Lingue e culture regionali

Nel corso della sua lunga storia, la parte settentrionale dell'India è stata più volte occupata da ondate di popoli invasori provenienti da nordest. I primi identificati furono gli Arii, che comparvero nella metà del II millennio a.C.; tra il I secolo a.C. e il I d.C. seguirono gli Shaka, i Parti e i Kushana, nel VI gli Unni e infine, in ondate successive a partire dal XII secolo, i musulmani. Tra le principali dinastie musulmane che governarono l'India vi furono i Moghul (1526-1858), famosi nel mondo per gli splendidi monumenti che lasciarono in campo artistico. Malgrado le differenze culturali, etniche e religiose, i popoli invasori subirono un graduale processo d'integrazione.

La popolazione locale, appartenente a diversi gruppi etnici, era tanto varia quanto gli invasori venuti dall'esterno. Per la maggior parte viveva lungo i fiumi e nelle zone fertili, spesso separata dagli altri gruppi da zone aride, da colline o montagne ricoperte di foreste. Ogni comunità sviluppò una lingua propria e tradizioni culturali, artistiche e religiose a sé, alcune delle quali sopravvivono a tutt'oggi.

Nell'India moderna esistono diciotto lingue ufficiali, la maggior parte delle quali dotata di una scrittura propria. Gli abitanti dell'India settentrionale, occidentale, centrale e orientale, oltre a quelli del Deccan settentrionale, parlano lingue che si sono sviluppate dal sanscrito, forse la più antica tra le lingue del gruppo indoario. Nel 1956, quando il sistema britannico delle province fu abbandonato in favore della formazione di stati su base linguistica, i vari idiomi diedero il nome a stati come il Maharashtra, il Bengala, il Tamil Nadu, il Karnataka. Nel corso dell'ultimo millennio, varie lingue dell'India settentrionale, parlate dal Bihar al Rajasthan, si sono fuse tra loro dando origine al moderno hindi, la lingua ufficiale del paese. La seconda lingua per importanza è l'urdu, il cui nome deriva dalla parola turca che significa "accampamento". È una lingua raffinata, con forti influssi del persiano, dell'arabo e dell'hindi, che ebbe origine nell'India settentrionale probabilmente tra i secoli XIII e XIV; è impiegata principalmente negli ambienti culturali e religiosi islamici. Hindi e urdu sono diffusi in tutto il subcontinente e, insieme con l'inglese, fungono da lingua comune tra gli indiani. Oltre alle diciotto lingue ufficiali, la maggior parte delle quali vanta una cospicua produzione letteraria, vi sono centinaia di dialetti, alcuni dei quali parlati da gruppi molto ristretti.

[...]

Religioni dell'India

Benché la religione principale dell'India sia l'induismo, altre fedi continuano a influenzare la vita del subcontinente, come l'islam, che conta circa 120 milioni di seguaci, più o meno un terzo della popolazione complessiva. L'islam ha svolto un'importante funzione culturale e politica nella storia dell'India, e uno scambio continuo tra la cultura islamica e indù ha lasciato un'eredità durevole sul pensiero, sulle arti e sulla letteratura.

Tra le altre religioni che hanno plasmato l'India vi è il sikhismo, fondato nel XVI secolo da Guru Nanak e seguito da circa quindici milioni di persone. La religione dei sikh mutua elementi dall'induismo e dall'islam. Contributi allo sviluppo del pensiero indù sono venuti dal giainismo e dal buddhismo, fedi più antiche che risalgono all'incirca al VI secolo a.C. Oggi il giainismo conta circa tre milioni di seguaci, e il buddhismo, dopo essere praticamente scomparso per quasi un millennio, sta vivendo una fase di rinascita.

[...]

Sviluppo dell'induismo

L'induismo in senso lato è costituito da un numero folto e indeterminato di divinità, santi, asceti, veggenti ed eroi divinizzati, cui si affiancano culti devozionali e credenze locali. Benché alcuni studiosi ne ricerchino le origini nelle tradizioni religiose della civiltà di Harappa, fiorita tra il III e il II millennio a.C., l'induismo contemporaneo non è tanto antico. I movimenti di teismo devozionale (bhakti) e l'adorazione di una divinità individuale (ishtvadevata), un "dio o dea prescelto", su cui l'induismo si fonda, risalgono infatti ai secoli immediatamente precedenti l'era volgare. Il messaggio trasmesso da questi culti è che soltanto la bhakti, la via dell'amore e del completo abbandono a una divinità, può aiutare i devoti a raggiungere i loro obiettivi e a ottenere la liberazione dai vincoli di morte e rinascita (samsara).

Le divinità del primo induismo derivano principalmente da quelle del vedismo, il sistema religioso dominante all'incirca tra il 1500 e il 900 a.C., modificate dalle tradizioni locali e dai culti popolari e quasi interamente assenti dalla letteratura più antica. Tra queste divinità non vediche, le prime e più importanti sono gli yaksha e le yakshi (spiriti della natura), i naga (serpenti) e i vrikshadevata (spiriti degli alberi), associati a montagne, fonti, laghi, grotte, alberi e piante; vi sono poi i graha, demoni "che si impossessano", provocando le malattie mentali, e numerose divinità femminili che, se non adeguatamente propiziate, scatenano epidemie, siccità e carestia. Da ultimo entrò nel pantheon indù il culto degli eroi divinizzati, le cui gesta sono celebrate nei poemi epici classici come il Ramayana e il Mahabharata e in numerose epiche locali, accrescendo ulteriormente il numero già considerevole di divinità. Questo approccio universalistico al divino costituisce il cuore dell'induismo; anche oggi la sua grande elasticità si riflette nella creazione di nuove divinità, come Santoshi Mata tra gli anni cinquanta e i sessanta del XX secolo.

[...]

Letteratura sacra

Il sanscrito è la lingua della letteratura sacra indù, che comprende i Veda, i Brahmana e le Upanishad, considerati la base della religione e dell'etica. La fonte più importante per comprendere l'induismo popolare sono tuttavia le epiche, con il Ramayana e il Mahabharata, i Purana ("storie dei tempi antichi") e i Dharmashastra, o Libri della Legge, che raccolgono le norme che governano la vita dell'individuo dalla nascita alla morte. Questa vasta produzione letteraria ebbe inizialmente una trasmissione orale e fu affidata alla scrittura solo durante i primi secoli dell'era volgare. Non c'è modo di stabilire la datazione esatta di queste opere; la cronologia è approssimativa e soggetta a revisioni continue, che tengono conto delle nuove ricerche filologiche e archeologiche.

Parallelamente a quella in sanscrito, esiste una cospicua letteratura nelle diverse lingue regionali dell'India, che rielabora secondo le tradizioni locali le epiche e alcune vicende dei Purana. Un genere letterario particolarmente importante è lo sthalapurana o mahatmya, la celebrazione di una singola località dove è apparsa una divinità o dove si è svolto un episodio della mitologia. La maggior parte degli sthalapurana è composta nelle lingue regionali o in sanscrito corrotto; si tratta di testi fondamentali per comprendere alcune delle raffigurazioni scultoree o pittoriche che compaiono nei templi.

[...]

Struttura sociale

Un'altra grande conquista dell'India nel suo insieme sta nella coesione garantita dal sistema sociale, fondato sulle credenze religiose. Un ordine sociale complesso, strutturato gerarchicamente, fa sì che ogni individuo si senta parte di un tutto più grande, al quale può portare un contributo, per quanto modesto. La prima documentazione di un ordine sociale si trova nel Rigveda (ca. 1500 a.C.), dove, nell'inno 90, Mandala X, V.12, si legge: «il brahmano era la sua bocca [del creatore], lo kshatriya [classe dei guerrieri] le sue braccia, il vaishya [classe mercantile] le sue cosce e lo shudra [contadini e lavoratori] i piedi». È possibile che questo brano sia una interpolazione più tarda; tuttavia esso legittimò la rivendicazione dei brahmani a considerarsi la classe privilegiata. Movimenti come il buddhismo, il giainismo (VI secolo a.C.) e, più tardi, i virashaiva e i sikh (XVI secolo), oltre a quelli avviati da singole figure di santi, si sono opposti fortemente al sistema castale, ma senza successo. A tutt'oggi prevale un sistema di caste chiaramente strutturato, in cui ciascuno dei diversi gruppi ha un compito specificamente assegnato.

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Pagina 315

Cronologia


a.C.

ca. 3000-1700 Civiltà di Harappa. Una raffinata cultura fiorì nelle città, come Mohenjo Daro sull'Indo e Harappa sul Ravi (nell'attuale Pakistan). In questi siti sono stati rinvenuti numerosi sigilli, statuette e altri manufatti.

ca. 2000-1000 Arrivo degli Arii.

ca. 1500-600 Compilazione dei Veda e dei Brahmana.

ca. 700-300 Compilazione delle Upanishad.

ca. 525 o 526 Morte di Mahavira, fondatore storico del giainismo (secondo le fonti giainiste).

Fine VI secolo Il re persiano Dario conquista parte del Pakistan.

ca. 486 Morte del Buddha, secondo la tradizione indiana; nella cronologia cinese, 483 a.C.

ca. 400 Compilazione della prima grammatica del sanscrito. Ashtadhyayi di Panini.

secc. IV a.C. - IV d.C. Composizione del Ramayana e del Mahabharata.

327-325 Alessandro Magno invade l'India settentrionale.

ca. 321-181 Dinastia Maurya, fondata da Chandragupta.

ca. 300 Megastene, ambasciatore greco, visita il re Maurya. Data ipotetica dell' Arthashastra, che altri studiosi datano invece al 100 d.C.

ca. 268-233 Regno di Ashoka, l'imperatore Maurya che abbracciò il buddhismo. Inizio dell'architettura rupestre.

ca. 185-75 La dinastia Shunga governa l'India centrale.

secc. II a.C. - III d.C. Massima influenza in India del buddhismo e del giainismo.

secc. I a.C. - I d.C. Shaka, Parti e Kushana invadono l'India.

secc. I a.C. - I d.C. Dominio dei Satavahana.

58-57 Inizio dell'epoca Vikrama Samvat.


d.C.

78 Inizio dell'epoca Shaka.

secc. I-III Regno della dinastia Kushana. Prime raffigurazioni dei tirthankara giainisti e delle divinità indù con molte braccia.

secc. IV-V Dominio Vakataka sull'India centrale e il Deccan.

secc. IV-VI Periodo Gupta nell'India centrale e settentrionale.

ca. 500 Ultimati i templi rupestri buddhisti di Ajanta. Primi templi in pietra liberi, come il tempio Dashavatara a Deogarth (Madhya Pradesh).

secc. V-VII ca. Diffusione del vishnuismo, specialmente del culto di Krishna. Culti locali. Compare il tantrismo.

secc. V-VI Invasione degli Huna (Unni).

sec. VI La dinastia Kalachuri governa la costa occidentale dell'India.

secc. VI-VIII Dinastia Pallava nell'India meridionale. Inizio dell'architettura rupestre nel meridione; fioritura dell'architettura templare a Mamallapuram e Kanchipuram.

secc. VI-X Poesia devozionale tamil.

secc. VII-VIII Declino del buddhismo nell'India settentrionale. Rinascita dell'induismo.

[...]

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