Copertina
Autore Guy Dauncey
CoautorePatrick Mazza
Titolo Clima tempestoso
Sottotitolo101 soluzioni per ridurre l'effetto serra
EdizioneMuzzio, Roma, 2003, Energie 4 , pag. 318, cop.fle., dim. 172x240x19 mm , Isbn 978-88-7413-015-3
OriginaleStormy Weather. 101 Solutions to Global Climate Change [1999]
PrefazioneDomenico Gaudioso
TraduttoreElina Lo Voi
LettoreFlo Bertelli, 2004
Classe ecologia , natura , economia , energia
PrimaPagina


al sito dell'editore


per l'acquisto su IBS.IT

per l'acquisto su BOL.IT

per l'acquisto su AMAZON.IT

 

| << |  <  |  >  | >> |

Indice

Presentazione all'edizione italiana di Domenico Gaudioso 11
Prefazione di Ross Gelbspan 13
Premessa di Guy Dauncey 15

Clima tempestoso

È tempo di muoversi 19
La nostra storia 20
Lo svezzamento del pianeta 22
Quanto petrolio è rimasto? 23
L'effetto serra 24
I gas-serra 26
Carta dei gas-serra 28
L'aumento dell'effetto serra 30
Gli effetti sul clima 32
Un effetto serra incontrollato 34
Le controargomentazioni 36
Una riduzione dell'80% entro il 2025 38
Quei dati noiosi sull'energia 40
Energia sostenibile per un pianeta sostenibile 42
Costruire un mondo più efficiente 44
Energia solare 46
Energia eolica 48
Energia geotermica 50
Energia idroelettrica 51
Energia delle onde e delle maree 52
Energia delle biomasse 54
Idrogeno 56
Gas naturale ed energia nucleare 58
Il sequestro di carbonio 60
Ipotesi bizzarre 62
Quanto ci verrà a costare? 64
I baroni del carbonio 66
Uno sforzo globale 68
Risorse web 70
Note 76

    101 soluzioni per ridurre l'effetto serra


    10 SOLUZIONI INDIVIDUALI


1.  Cogliere il quadro complessivo 85
2.  Muoversi in modo più sostenibile 87
3.  Passare ad automobili a basso consumo 89
4.  Scegliere elettrodomestici a basso consumo 91
5.  Rendere la propria casa più efficiente 93
6.  Usare l'energia solare 95
7.  Acquistare energia verde 97
8.  Passare a una dieta biologica e vegetariana 99
9.  Investire in fondi solari 101
10. Vivere in maniera più sostenibile 103

    10 SOLUZIONI PER LE ORGANIZZAZIONI DEI CITTADINI

11. Organizzare un gruppo locale 105
12. Organizzare un gruppo regionale 107
13. Organizzare iniziative nelle scuole 109
14. Organizzare iniziative nelle chiese 111
15. Organizzare iniziative nelle università 113
16. Organizzare una domenica senza auto 115
17. Creare un'organizzazione di car sharing 117
18. Scuotere le coscienze 119
19. Educare i politici 121
20. Collegarsi con altri gruppi 123

    10 SOLUZIONI PER CITTÀ, PAESI E PROVINCE

21. Aderire alla Campagna delle Città per la Protezione
    del Clima 125
22. Rendere più sostenibile il funzionamento
    della propria città 127
23. Comprare elettricità verde 129
24. Rendere efficiente l'intera città 131
25. Riempire di verde la propria città 133
26. Ridurre, riusare, riciclare 135
27. Costruire un sistema di trasporto sostenibile 137
28. Promuovere l'uso della bicicletta e la pedonalità 139
29. Pianificare uno sviluppo urbanistico intelligente 141
30. Costruire una città sostenibile 143

    10 SOLUZIONI PER IMPRESE ED ORGANIZZAZIONI

31. Arrivare a emissioni zero di CO2 145
32. Diventare energeticamente efficienti e ridurre
    gli sprechi 147
33. Viaggiare in modo sostenibile 149
34. Ridurre le altre emissioni e comprare energia verde 151
35. Comprare crediti di carbonio 153
36. Per le aziende agricole 155
37. Per le aziende forestali 157
38. Per architetti, costruttori e chi si occupa
    di sviluppo 159
39. Per le istituzioni finanziarie 161
40. Aderire al capitalismo naturale 163

    15 SOLUZIONI PER LE AZIENDE ENERGETICHE

41. Stabilire nuovi obiettivi 165
42. Sviluppare una rete distribuita 167
43. Installare energia solare 169
44. Promuovere l'eolico e le altre fonti rinnovabili 171
45. Promuovere l'efficienza energetica degli edifici 173
46. Promuovere l'efficienza energetica nel settore
    commerciale e industriale 175
47. Fondare un partenariato di comunità 177
48. Chiudere gli impianti alimentati a carbone 179
49. Esplorare nuove tecnologie 181
50. Per le compagnie petrolifere:
    ridurre le emissioni dirette 183
51. Diventare una compagnia solare-idrogeno 185
52. Comprare crediti di carbonio per le proprie
    emissioni residue 187
53. Interrare l'anidride carbonica 189
54. Convertire i combustibili fossili in idrogeno 191
55. Aiutare il mondo 193

    5 SOLUZIONI PER LE CASE AUTOMOBILISTICHE

56. Scegliere un carburante sostenibile per il futuro 195
57. Dare la priorità all'efficienza dei veicoli 197
58. Diventare una azienda amica della Terra 199
59. Vendere il trasporto, non le automobili 201
60. Creare nuove alleanze 203

    10 SOLUZIONI PER PROVINCE E STATI

61. Stabilire obiettivi chiari 205
62. Mostrare capacità di leadership 207
63. Costruire una democrazia dell'energia 209
64. Produrre elettricità più pulita e più verde 211
65. Costruire uno stato o una provincia
    energeticamente efficienti 213
66. Costruire un sistema dei trasporti sostenibile 215
67. Rinverdire il sistema fiscale 217
68. Catturare il metano emesso 219
69. Promuovere agricoltura e forestazione sostenibile 221
70. Costruire un'economia verde 223

    10 SOLUZIONI PER I GOVERNI NAZIONALI

71. Lanciare un nuovo progetto Apollo 225
72. Equilibrare il campo di gioco 227
73. Introdurre tasse e rimborsi sul carbonio 229
74. Elaborare una strategia per l'efficienza energetica 231
75. Elaborare una strategia per le fonti rinnovabili 233
76. Elaborare una strategia per i veicoli
    a emissioni zero 235
77. Sviluppare una strategia di trasporto sostenibile 237
78. Promuovere l'agricoltura sostenibile 239
79. Promuovere la forestazione sostenibile 241
80. Virare verso la sostenibilità 243

    10 SOLUZIONI PER LE NAZIONI IN VIA DI SVILUPPO

81. Seguire una linea di condotta sostenibile 245
82. Costruire villaggi solari 247
83. Costruire città ecologiche 249
84. Prendere esempio da Gaviotas 251
85. Massimizzare la propria efficienza energetica 253
86. Adottare l'energia rinnovabile 255
87. Soluzioni per l'India 257
88. Soluzioni per la Cina 259
89. Creare forti organizzazioni dei cittadini 261
90. Richiedere programmi di aggiustamento
    per la sostenibilità 263

    10 SOLUZIONI GLOBALI

91. Rinsaldare e rinnovare il Protocollo di Kyoto 265
92. Lanciare un accordo verde globale 267
93. Creare un Fondo mondiale per il clima 269
94. Includere gli aerei 271
95. Accelerare l'abbandono dei CFC, degli HCFC e
    degli HFC 273
96. Riformare le istituzioni finanziarie globali 275
97. Fermare la deforestazione globale 277
98. Costruire un movimento globale 279
99. Formare un'Alleanza Ecologica Globale 281
100.Dichiarare un secolo di ricostruzione ecologica 283

    1 SOLUZIONE PER TUTTI NOI

101.Adesso, pensa! 285

    Risorse web 287

    Note 311

 

 

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 15

Premessa


Il 28 febbraio 2001 un terremoto di 6,80 di magnitudo ha scosso Seattle. Gli urbanisti di Seattle, i costruttori, gli ingegneri, gli amministratori e i cittadini si erano preparati per anni a un terremoto di questa portata. Sapevano di trovarsi in una zona pericolosa, e dunque erano allertati sui terremoti e avevano preso le precauzioni necessarie. Proprio grazie a queste precauzioni, Seattle riportò solo dei danni minori e solo alcuni edifici furono danneggiati.

Oggi, tutta la Terra è zona a rischio - e non a rischio terremoto, ma a rischio riscaldamento globale. Lo scopo di questo libro è di aiutare ognuno di noi a prestare attenzione al clima e di evitare di ripeterei che non sappiamo cosa fare. Possiamo anche continuare a negare che il problema esiste, e continuare finché la dipendenza dai combustibili fossili ci porterà alla rovina; o possiamo imparare dall'esperienza di Seattle - accettando che ci troviamo in una zona a rischio, usando la nostra creatività per portare la nostra civiltà a un livello più alto, in cui possa operare in armonia con la natura, e non contro di essa.

La cosa allarmante che mi ha spinto a scrivere questo libro è stata la sequela di notizie che quotidianamente ricevevo sugli impatti del cambiamento climatico. Mi è venuto il mal di pancia al solo pensiero che entro l'arco della mia vita, entro il 2040, potremmo perdere gli orsi polari per lo scioglimento dei ghiacci dell'Artico, e potremmo vedere morire la foresta amazzonica perché l'aria la inaridisce. Mi sono sentito allarmato al massimo quando mi sono reso conto che sappiamo ben poco delle relazioni esistenti fra gli oceani, l'atmosfera, e il clima. Siamo come degli adolescenti, che giocano con cose che non capiscono. Non sappiamo ancora per quale motivo è finita la precedente epoca interglaciale, che ha fatto ripiombare il mondo in un'altra età dei ghiacci, e stiamo già facendo un esperimento nient'affatto pianificato sulla nostra atmosfera. Se c'è un motivo per evolvere come specie e mettere fine alla nostra ossessione sul denaro, eccolo: il clima globale.

La cosa esaltante nello scrivere questo libro è stato l'impegno di tanta gente e tante organizzazioni che lavorano per attuarla. Alcune, come Greenpeace, lavorano sotto i fari dei media. Altre, come il Sustainable Energy and Economy Network (www.seen.org) operano con dedizione senza comparire.

Nelle poche settimane dopo aver finito questo libro, le stesse poche settimane che hanno visto il presidente Bush sbarazzarsi degli impegni USA su Kyoto, preferendo accettare la riprovazione dei leader del mondo piuttosto che mollare i baroni dell'industria petrolifera e carbonifera che avevano finanziato la sua elezione, ho imparato qualcosa su:

- il progetto solare più grande del mondo, che servirà 400.000 persone nelle aree rurali delle Filippine;

- il più grande impianto eolico del mondo (300 MW), che verrà costruito sul confine fra lo Stato di Washington e quello dell'Oregon;

- l'installazione della cella a combustibile più grande del mondo, un sistema da 1,2 MW che sarà installato in Connecticut nella Juvenile Training School di Middletown; e

- una nuova organizzazione di cittadini, chiamata "Aria pulita - Pianeta fresco" (www.cleanaircoolplanet.org) che lavora con le università, con le chiese, con le città e le imprese nel nord est degli USA per aiutarle a ridurre le emissioni.

D'altro canto, ha saputo anche dei nuovi tentativi dell'industria nucleare per proporsi come soluzione al cambiamento climatico, e degli sforzi delle case automobilistiche americane per liberarsi della normativa della California sui Veicoli ad Emissioni Zero malgrado uno studio dell'Istituto Scripps di Oceanografia che dimostra un legame indiscutibile fra il riscaldamento degli oceani su scala globale e l'aumento delle emissioni di CO2.

Tecnologia e soluzioni sono pronte: ma noi lo siamo altrettanto?

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 20

La nostra storia


- 15 miliardi di anni fa: Comincia il mistero. È nato l'universo.

- 4,6 miliardi di anni fa: Una stella diventa una supernova, originando il Sole e i suoi pianeti.

- 4,4-4,1 miliardi di anni fa: La Terra forma una sottile crosta di rocce. I vulcani espellono magma bollente sulla superficie, il vapore si condensa in pioggia, i fiumi confluiscono in grandi mari.

- 4 miliardi di anni fa: Il ricco brodo primordiale chimico produce batteri, le prime cellule viventi.

- 3,9 miliardi di anni fa: Le cellule inventano la fotosintesi. Le alghe verdi e blu immagazzinano l'energia del sole, traendo idrogeno dal mare e carbonio dall'atmosfera, e rilasciando ossigeno nell'aria.

- 2 miliardi di anni fa: Appaiono cellule che apprezzano l'ossigeno; i livelli di ossigeno salgono quasi fino a quelli odierni.

- 700 milioni di anni fa: Alcuni organismi si aggregano in colonie, comunicando attraverso messaggi chimici.

- 600 milioni di anni fa: Alcune cellule sensibili alla luce evolvono nella vista. I primi animali (invertebrati) si evolvono negli oceani.

- 460 milioni di anni fa: A questo punto si è formato lo strato di ozono, rendendo sicuro l'abbandono delle acque. Vermi, molluschi e crostacei si avventurano fuori, insieme ad alghe, funghi, e insetti.

- 395 milioni di anni fa: I primi anfibi lasciano le acque.

- 345-280 milioni di anni fa: Periodo Carbonifero. Era degli anfibi. Si formano grandi acquitrini, foreste di felci e delle prime conifere (gimnosperme) che cominciano a immagazzinare carbonio. Appaiono i rettili che si evolvono rapidamente.

- 280-225 miloni di anni fa: Periodo Permiano. Compaiono i primi dinosauri; glaciazioni ed estinzioni marine; si diffondono i rettili e gli anfibi declinano. Il mondo consiste di un ampio continente chiamato Pangea. La temperatura è 18° più alta di quella attuale.

- 225-195 milioni di anni fa: Periodo Triassico. Appaiono i primi dinosauri e i mammiferi primitivi; foreste di gimnosperme e felci.

- 195-135 milioni di anni fa: Periodo Giurassico; culmine dei dinosauri, appaiono rettili volanti, uccelli e piccoli mammiferi; prime piante con fiori (angiosperme), deriva dei continenti.

- 135-65 milioni di anni fa: Estinzione dei dinosauri (Periodo Cretaceo), probabilmente causata dalle perturbazioni atmosferiche date dall'impatto di un grosso asteroide contro la Terra vicino alla penisola dello Yucatan. Piante con fiori, marsupiali, e mammiferi insettivori diventano numerosi. Comincia l'era dei mammiferi.

- 65-55 milioni di anni fa: Qualcosa (possibilmente il rilascio di idrati di metano o l'attività vulcanica) causa il balzo dei livelli di CO2 a 3000-3500 parti per milione, 8-10 volte di più del livello attuale. Seppellimento su larga scala del surplus di carbonio in paludi; formazione del carbone.

- 7-26 milioni di anni fa: Era del Miocene; balene, scimmie, mammiferi che pascolano. Si diffondono le praterie e le foreste si riducono.

- 7 milioni di anni fa: Comincia il Pliocene; appaiono grandi carnivori e i primi ominidi. Temperatura 2,5 °C più alta di oggi.

- 4 milioni di anni fa: Gli ominidi lasciano la foresta e cominciano a diffondersi per il mondo.

- 1,6 milioni di anni fa: Comincia il Pleistocene e l'epoca dei ghiacci. Approssimativamente 5 °C più freddo di adesso.

- 400.000 anni fa: I primi uomini cominciano a usare il fuoco come fonte di energia.

- 395.000 anni fa: Comincia una nuova era glaciale.

- 335.000 anni fa: La glaciazione finisce. Un breve periodo caldo.

- 310.000 anni fa: Comincia la successiva era glaciale.

- 240.000 anni fa: L'era glaciale finisce. Breve periodo caldo.

- 230.000 anni fa: Comincia una nuova era glaciale.

- 135.000 anni fa: L'era glaciale termina. Comincia il periodo caldo interglaciale Emiano.

- 125.000 anni fa: Metà delle calotte di ghiaccio della Groenlandia si sciolgono, facendo innalzare il livello del mare di 4-5 metri.

- 122.000 anni fa: Un improvviso evento di raffreddamento del Nord Atlantico, interrompendo la corrente oceanica, probabilmente conduce alla fine del periodo caldo.

- 100.000 anni fa: Moderni esseri umani abbandonano l'Africa, sviluppano linguaggio, religione, arte.

- 11.500 anni fa. Termina l'era glaciale. Inizia il periodo caldo interglaciale dell'Olocene.

- 10.000 anni fa: Gli uomini sviluppano l'agricoltura e cominciano a dare forma al nostro ambiente.

- 3.000 anni fa: Sviluppiamo la scrittura, le città, e le religioni classiche.

- 500 anni fa: Impariamo a scrivere e a condividere il sapere in modo più ampio.

- 350 anni fa: Cominciamo una seria esplorazione del mondo materiale (la Rivoluzione Scientifica).

- 250 anni fa: Cominciamo a bruciare i combustibili fossili (la Rivoluzione Industriale).

- 177 anni fa (1824): Jean Fourier suggerisce che le emissioni di CO2 derivate dall'uso dei combustibili potrebbero accumularsi nell' atmosfera della Terra, intensificando l'effetto serra del pianeta.

- 142 anni fa (1859): Prima perforazione di un pozzo di petrolio a Oil Creek, Pennsylvania.

- 141 anni fa (1860): Etienne Lenoir sviluppa in Belgio il primo motore a combustione interna.

- 105 anni fa (1896): Svante Arrhenius conferma il rapporto fra C02 e temperatura della Terra.

- 46 anni fa (1955): Charles Keeling conferma che i livelli di C02 nell'atmosfera stanno salendo.

- 35 anni fa (1966): Per la prima volta vediamo la Terra dallo spazio.

- 10 anni fa (1992): Decidiamo di proteggere l'ambiente del nostro pianeta (Conferenza di Rio).

- 5 anni fa (1997): Decidiamo di ridurre le nostre emissioni di gas-serra (Protocollo di Kyoto).

- 2 anni fa (2000): Non riusciamo a raggiungere l'accordo su come ridurre le emissioni (L'Aia).

- 2001: Prima chiara evidenza dell'effetto serra visto da un satellite dallo spazio.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 24

L'effetto serra


Il sole diffonde la sua energia all'intero sistema solare, che per sua natura è piuttosto freddo. Se stessi su un pianeta come Marte, che non ha atmosfera e non ha effetto serra, il sole ti riscalderebbe a 36,7 °C durante il giorno, ma la notte, quando la temperatura cade a -122,8 °C, scopriresti quanto possa essere freddo il cosmo. Addio vita, addio astronauta surgelato. Se stessi su Venere, invece, dove l'atmosfera intrappola a tal punto il calore del sole che la temperatura media è di 460 °C, capiresti veramente cosa significa "caldo". Addio vita, addio astronauta in tegame.

La differenza è provocata da un'atmosfera che contiene dei gas che intrappolano il calore del sole, dandoci l'effetto serra. Sulla Terra, da quando sono apparsi gli esseri umani, l'effetto serra si è verificato in misura "giusta" negli ultimi 10.000 anni. Con un'atmosfera fatta per il 77% di azoto, per il 2l % di ossigeno, per lo 0,9% di argon, per 1,1% di vapore acqueo, e per lo 0,3 di gas in traccia (CO2, 275 parti per milione; metano 700 parti per miliardo; ossido nitroso 275 parti per miliardo) siamo in grado di goderci una piacevole temperatura media di 15 °C, perfetta per le coltivazioni e per far crescere le foreste. È la minuscola presenza di vapore acqueo e di tracce di gas a fare la differenza. Essi creano un buon effetto serra. Se non avessimo un effetto serra, la temperatura media della Terra sarebbe -18 °C, pessima per pomodori e alberi.

Non è stato sempre tanto piacevole. Vapore acqueo, C02, ozono, metano, e ossido nitroso intrappolano il calore della Terra non appena viene rimandato all'indietro nel freddo dello spazio, anche se il gas che fa la differenza più grande è la C02. Nei passati 400.000 anni, per quattro volte i livelli di C02 sono crollati al di sotto delle 200 parti per milione, provocando un abbassamento della temperatura media superficiale di circa 5 °C, e facendo piombare il mondo in un'era glaciale. In tutti quegli anni, i livelli di C02 non si sono mai innalzati al di sopra di 298 parti per milione, e la temperatura della Terra non è stata più di 3 °C più alta di quella di oggi. Nel 2000, i livelli di C02 hanno raggiunto 370 parti per milione, i livelli più alti in 20 milioni di anni. È dannatamente importante che capiamo come funziona l'effetto serra, e che riduciamo le nostre emissioni a livelli meno preoccupanti.

Quando i raggi del sole colpiscono la Terra, il 30% della luce visibile viene riflessa indietro nello spazio, il 25% a causa delle nuvole e il 5% dal ghiaccio; il restante 70% viene catturato dai gas-serra, riscaldando la Terra e specialmente gli oceani. Le piante, le alghe, e il fitoplancton oceanico catturano l'energia del sole tramite la fotosintesi, e la usano per convertire l'anidride carbonica in carbonio, come parte del ciclo naturale del carbonio, un processo che possiamo chiamare sequestro di carbonio. Il ciclo del carbonio determina quanta della nostra C02 in eccesso può essere assorbita e quanta rimane nell'atmosfera a catturare più calore.


Il primo pozzo: gli oceani

In generale, metà della fotosintesi della natura è causata negli oceani dal fitoplancton, e metà sulla terraferma da batteri, piante e alberi. Ogni anno l'oceano assorbe circa 92,4 miliardi di tonnellate di carbonio e ne rilascia 90 miliardi di tonnellate, accumulando 2,4 miliardi di tonnellate come carbonio inorganico disciolto nelle profondità dell'oceano (vedi diagramma). Durante i millenni, gli oceani hanno immagazzinato 40.000 miliardi di tonnellate di carbonio, dove, si spera, rimarrà. Un quarto di esso è immagazzinato come idrati di metano, che possono sciogliersi con il riscaldamento dell'oceano, innescando una serie di eventi disastrosi (vedi Un effetto serra incontrollato). C'è anche la preoccupazione che, in un oceano che si riscalda, le diatomee possano prevalere sulle alghe che assorbono carbonio, ostacolando la capacità degli oceani di assorbire C02.


Il secondo pozzo: il suolo

Il suolo non è semplicemente "sporcizia". È una massa di minerali, umidità, batteri, e centinaia di altri microrganismi che assorbono carbonio dagli alberi e dalle piante finché non muoiono. Ogni anno, il suolo della Terra assorbe 50 miliardi di tonnellate di carbonio dalla vegetazione morente e ne rilascia 50 miliardi di tonnellate attraverso la decomposizione. la distruzione delle foreste e l'agricoltura, tuttavia, indeboliscono il suolo, provocandone una dispersione nell'atmosfera valutata in 1.5 miliardi di tonnellate. Quando si disbosca una antica foresta di abeti Douglas nel Canada occidentale, possono volerci anche 150 anni perché suolo e foresta possano recuperare il carbonio che avevano prima che gli alberi fossero abbattuti, il che spiega perché bisogna cambiare i nostri metodi di forestazione. Nel corso dei millenni, il suolo del pianeta ha accumulato 1.500 miliardi di tonnellate di carbonio, di cui 500-800 miliardi di tonnellate sono racchiusi nei territori ricchi di torba, compresi i 500 miliardi di tonnellate della Tundra artica, dove il rialzo delle temperature lo sta sbloccando con la scomparsa della coltre di neve, aprendo un altro scenario problematico (vedi Un effetto serra incontrollato).


Il terzo pozzo: foreste e vegetazione

Le foreste e la vegetazione del mondo contengono circa 550 miliardi di tonnellate di carbonio, di cui il 40% si trova nelle foreste tropicali. Ogni anno, le foreste perdono 50 miliardi di tonnellate di carbonio al suolo e 50 miliardi di tonnellate nell'atmosfera attraverso la respirazione, ma ne assorbono 101,5 miliardi di tonnellate dall'atmosfera, riducendo la quantità accumulata in atmosfera di 1,5 milardi di tonnellate. Sì, gli alberi contano. Nel nostro mondo che si sta riscaldando, tuttavia, gli scienziati temono che per il 2050 le foreste cesseranno di accumulare la C02 e cominceranno a rilasciarla, aggiungendo un altro fattore alla prospettiva spiacevole di un effetto serra incontrollato.

Nel ciclo naturale del carbonio, circa metà della C02 atmosferica viene scambiata con le foreste e il suolo, e metà con tutti gli oceani, dando come risultato nessun aumento netto nell'atmosfera. Nel ciclo perturbato del carbonio che stiamo creando, circa un quarto sta andando al suolo e alla vegetazione, un quarto agli oceani e la metà si sta accumulando nell'atmosfera, intrappolando il calore del sole, il che spiega perché siamo alle prese con questo problemino.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 38

Una riduzione dell'80% entro il 2025


Cosa si dovrebbe fare, dunque? Il Protocollo di Kyoto chiede una diminuzione delle emissioni del 5,2% al di sotto dei livelli del 1990 entro il 2012. Tornando al 1990, gli scienziati dell'IPCC dicevano che avevamo bisogno di una riduzione immediata del 60% delle emissioni di C02 sotto i livelli del 1990 per riuscire a stabilizzare la loro concentrazione nell'atmosfera. Jerry Mahlman, direttore del laboratorio geofisico di dinamica dei fluidi di Princeton, New Jersey dice: "Ci vorranno altre 30 Kyoto nel prossimo secolo per ricondurre alla norma il riscaldamento globale".

Abbiamo visto quali potrebbero essere le conseguenze se non riportiamo sotto controllo le emissioni di gas-serra. Il tempo di permanenza della maggior parte dei gas nell'atmosfera è lunga (per la C02 più di 100 anni; per la N20, 120 anni; per il CF4, 50.000 anni), così i gas rimangono lì, e quelli che continuiamo a rilasciare avranno un impatto sulla vita dei nostri figli, dei nostri nipoti, e dei nostri bis-nipoti per tutti gli anni a venire.

Se non fosse per l'ostinata resistenza degli Stati Uniti e per le forti pressioni per proteggere gli interessi dei combustibili fossili dei delegati dell'Arabia Saudita e del Kuwait, i paesi che hanno preso parte ai negoziati del Protocollo di Kyoto nel 1997 probabilmente avrebbero sottoscritto un'ampia riduzione, forse del 12%-15%. Il governo britannico si era impegnato a una riduzione del 20% entro il 2012, e diverse altre nazioni europee la pensavano allo stesso modo. Il governo francese si era impegnato a produrre il 21 % dell'elettricità da fonti rinnovabili entro il 2010. Al momento di andare in stampa, abbiamo sentito che l'Olanda sta considerando una riduzione dell'80% dei gas-serra entro il 2040.

La principale ragione della resistenza del governo degli USA è che molti senatori e personaggi del Congresso devono la loro elezione alle donazioni che le multinazionali del carbone, del petrolio e delle automobili hanno fatto per la riuscita della loro campagna elettorale. Queste compagnie, che hanno piantato la testa nella sabbia, e vogliono che i tempi d'oro continuino, hanno fondato strutture come la Global Climate Coalition (Coalizione del clima globale, vedi I baroni del carbonio) che ha speso grandissime quantità di soldi per persuadere le gente e i politici che non c'è nessun accordo scientifico sui cambiamenti climatici e nessun bisogno di riduzioni. Alla gente è stato fatto credere che rispondere al cambiamento del clima avrebbe un costo economicamente insostenibile e la visione di una transizione abbandonando i combustibili fossili è stata dipinta come negativa e frutto di intransigenza. La fiducia in se stessi degli americani circa la loro capacità di affrontare le sfide e realizzare i sogni è svanita ed è stata rimpiazzata dalla convinzione quasi lamentosa che non si possa cambiare nulla. Il fatto che le riserve di petrolio siano anche sul punto di declinare viene ignorato perché interferisce con questo atteggiamento.

Tuttavia, appena si muove un passo fuori dalla negatività, e si cominciano a incontrare persone impegnate nell'energia solare e eolica, nell'idrogeno, nell'agricoltura biologica, nella forestazione sostenibile, nei veicoli elettrici, nel recuperare le aree verdi nelle città, nell'architettura verde, e così via, l'eccitazione è palpabile. Sostengono che abbiamo raggiunto una rivoluzione coronata dal successo 100 anni fa, quando la benzina, l'elettricità, il gas e le automobili divennero dominanti nell'arco di 20 anni fra il 1890 e il 1910, e che una nuova rivoluzione dell'energia sarebbe una gran cosa per quanto riguarda lavoro, investimenti per l'economia e l'ambiente. Indicano la rivoluzione portata dai computer, che ha cambiato radicalmente l'economia mondiale in appena 20 anni, come segno di quanto può cambiare velocemente l'economia se ci impegnamo a farlo. E allora, bisogna andare avanti con la rivoluzione dell'energia pulita!


Cosa occorre?

Con una riduzione del 60%, la concentrazione di gas-serra sarebbe ancora elevata. Serve una riduzione del 90% al di sotto dei livelli del 1990, e questo entro il 2025. Scrivendo questo libro, i nostri obiettivi erano i seguenti:

- Per i gas emessi dalle industrie (12% del problema), questo significa eliminarli al 100%, cosa che può essere recepita dalla legislazione visto che l'alternativa esiste (vedi Soluzione 95).

- Per il protossido d'azoto (5% del problema), significa abbandonare i combustibili fossili e passare dai fertilizzanti a base di azoto a coltivazioni biologiche e a una migliore gestione del suolo. In Austria, dal 1997, l'8% di tutte le fattorie è stata certificata come biologica; in Italia oltre un milione di ettari è già biologico.

- Per il metano (17% del problema), significa abbandonare i combustibili fossili, bloccare le fughe di metano dalle discariche, e passare a una gestione sostenibile del bestiame.

- Per l'ozono troposferico (12% del problema), significa abbandonare i combustibili fossili, ed eliminare gli inquinanti che provocano il formarsi dell'ozono.

- Per gli aerosol carboniosi (percentuale indefinita), significa abbandonare i combustibili fossili.

- Per le emissioni di C02 provocate dalla distruzione delle foreste del mondo (13% del problema), significa muoversi a livello globale verso una forestazione eco-certificata e mettere fine al disboscamento illegale.

- Infine, per le emissioni di C02 derivate dall'uso dei combustibili fossili (39% del problema), significa ancora una volta abbandonare i combustibili fossili.

Complessivamente, abbandonare i combustibili fossili eliminerebbe il 57% del problema, passare a pratiche di agricoltura sostenibile eliminerebbe 1'8%. Nel 2000, lo scienziato James Hansen, avvertendo quanto fosse difficile ottenere un sostegno politico per la riduzione della C02 negli USA, rivolse la sua attenzione agli altri gas, suggerendo che concentrarsi sulla riduzione del metano e dello smog avrebbe prodotto risultati più rapidi a causa del loro ridotto periodo di vita, acquistando tempo cosi per ridurre le emissioni di C02. Notò anche che, poiché gli aerosol inquinanti come gli ossidi di zolfo proteggono il mondo dai cambiamenti climatici, dal momento che risultano dalla combustione di combustibili fossili, riducendo questi ultimi si ridurrebbero del pari gli aerosol, cancellando la maggior parte del vantaggio. Gli ossidi di zolfo sono già stati eliminati dalla legislazione e dalle nuove tecnologie di controllo dell'inquinamento, perché causano piogge acide e costituiscono la minaccia maggiore per la salute - una tendenza che è improbabile che possa essere rovesciata. L'articolo di Hansen è stato frainteso da alcuni, per i quali lo scienziato sosteneva che non avesse importanza una riduzione della CO2, cosa che non era affatto nelle sue intenzioni. L'ampia gamma di soluzioni descritta in queste pagine dimostra che la riduzione di C02 può essere più facile di quel che la gente pensi, ma solo se lavoriamo di concerto per creare una strategia che combini tecnologie sostenibili, politiche governative e iniziative fiscali (incluso l'azzeramento dei sussidi ai combustibili fossili), la costituzione di forti gruppi di azione dei cittadini, e la creazione di una convenzione globale come parte di un nuovo trattato globale (vedi Soluzione 92).

Torniamo alla riduzione dell'80% delle emissioni di C02. È possibile? Prima, però, c'è bisogno di una breve digressione nel mondo spesso confuso delle statistiche energetiche. Fate un respiro profondo!

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 62

Ipotesi bizzarre


Cosa dire di alcune delle idee che si sentono in giro? Potrebbero contenere la risposta al riscaldamento globale? È utile mantenere una mentalità aperta, e ricordare queste immortali parole: "Far volare macchine più pesanti dell'aria è impossibile" (Lord Kelvin presidente della Royal Society, 1895); "Chi diavolo vuole sentire due attori che parlano?" (H.M. Warner, Warner Brothers, 1927); "Tutto ciò che poteva essere inventato è stato inventato" (Charles Duell, Commissario, Ufficio Brevetti USA, 1899).


Anti-materia

La NASA sta lavorando a un sistema di propulsione di un veicolo spaziale basato su un motore ad anti-materia, come quello usato per la nave stellare Enterprise. L'universo consiste di un'uguale quantità di particelle e anti-particelle che hanno la stessa massa, rotazione e tempo di vita, ma carica opposta. Quando la materia entra in collisione con l'anti-materia, si cancellano reciprocamente rilasciando energia pura. Per ora, nessuno è stato in grado di radunare abbastanza anti-materia da essere utile.


Anti-gravità

La NASA sta cercando anche di capire la gravità, la forza di attrazione intrinseca che esiste fra tutti i corpi che hanno una massa. Nel XIX secolo, quando gli scienziati hanno penetrato i misteri dell'elettromagnetismo, ci hanno dato l'energia elettrica. I segreti della gravità potranno darci l'energia della gravità? Forse i veicoli potrebbero viaggiare senza frizione, e l'acqua fluire in salita e poi in discesa dentro una turbina elettrica? Per ora, piccoli progressi.


Luce Nera

Blacklight Power è stata fondata da Randell Mills come ricaduta del suo lavoro sulla grande teoria unificata (quantistica). Le celle di energia a "luce nera" generano energia attraverso un processo chimico brevettato che apparentemente forza gli elettroni degli atomi di idrogeno a cadere in un'orbita più bassa, rilasciando l'energia in eccesso sotto forma di un gas caldo ionizzato che può essere convertito in elettricità e usato per creare idrogeno dall'acqua al 10% del costo che si avrebbe usando combustibili fossili. L'impresa è stata finanziata dalle aziende elettriche, ma altri sono scettici.


Fusione fredda

La fusione è il processo in cui nuclei atomici si fondono insieme a temperature elevatissime per produrre un singolo nucleo (a differenza della fissione, dove il nucleo si scinde). La fusione è stata raggiunta su scala incontrollata nella bomba all'idrogeno, ma nessuno è stato sinora in grado di farlo in maniera controllata. Nel 1989, Stanley Pons e Martin Fleischmann annunciarono che avevano prodotto abbastanza energia da scaldare una tazza di tè, con la fusione fredda, per quanto nessuno è stato in grado di replicare il loro risultato. Per quelli che ci credono (compreso Arthur C. Clarke, uno dei più grandi scrittori di fantascienza), la fusione fredda è la risposta a tutti i nostri guai climatici.


Energia di punto zero

La teoria dei quanti ci dice che uno spazio vuoto contiene un ammontare ampio di energia elettromagnetica non sfruttata nota come energia di punto zero (ZPE). Secondo quelli che ci credono, c'è abbastanza energia nello spazio vuoto di una tazza da caffè da far evaporare tutti gli oceani del mondo. Per alcuni, la ZPE è l'energia della consapevolezza che pervade l'universo. L'energia può esistere, ma nessuno è stato in grado di dimostrare la teoria, e per ora non potete collegarci una teiera.


Idrati di metano

C'è un'enorme quantità di idrati di metano congelati lungo le secche continentali degli oceani del mondo, teoricamente sufficienti per 2000 anni di consumi energetici. Il potenziale per il disastro tuttavia è spaventoso; una sola frana sott'acqua potrebbe innescare un vasto evento destabilizzante (vedi L'effetto serra incontrollato). La Japanese National Oil Company sta ancora perforando alla ricerca di idrati in un programma di ricerca da 60 milioni di dollari. Persino se si riuscisse a estrarli in tutta sicurezza, gli idrati sono combustibili fossili, e quindi potrebbero solo peggiorare le cose.


Energia solare dallo spazio

Il sole brilla nello spazio per 24 ore al giorno, e così dei collettori solari non potrebbero irraggiare la sua energia verso la Terra? La NASA sta esplorando la possibilità di una "torre solare" da 1.200 MW lunga 35 km in orbita stazionaria a 35.000 km, che trasmetta la sua energia alla Terra con microonde. I ricercatori giapponesi suggeriscono di mandare l'energia con i laser a dei dirigibili atmosferici, per poi irraggiarla per mezzo di microonde a un'antenna ricevente di 24 km di diametro. Se la tecnologia può essere messa al lavoro, gli ostacoli sarebbero le preoccupazioni della gente sulle radiazioni delle microonde su larga scala. Un altro approccio è una catena lunga 35.000 km larga meno di un cm di superconduttori a "gambo-di-fagiolo" composta di tubicini di fibre di carbonio che prendono il nome dall'ingegnere visionario R. Buckminster Fuller.


Conversione dei gas di scarico delle macchine in diamanti

La più affascinante di queste "ipotesi bizzarre" è quella di un apparecchio della grandezza di una bottiglia di vino chiamato "convertitore a emissione di microonde", presentato nell'ottobre del 2000 dagli ingegneri australiani Elias Siores e Carlos Distefani. Attaccato al tubo di scappamento di un veicolo, porta il gas di scarico a 5.000 °C per mezzo delle microonde, rompe i legami molecolari del gas e crea un plasma di ioni liberi. Quando questa miscela si raffredda, gli ioni si ricombinano in sostanze meno dannose, riducendo del 70% la CO2 e le altre emissioni. Questo aumenta il numero delle particelle di carbonio rilasciate, così gli ingegneri hanno creato un filtro elettrostatico allineato al tubo di scappamento per raccogliere le particelle. Le particelle possono essere raccolte e trattate secondo un altro processo per creare diamanti di grado industriale. Tenetelo d'occhio!


Geo-ingegneria

Alcune delle cose che seguono sono stravaganti; altre sono bizzarre e preoccupanti. Primo, c'è l'idea di coprire tutti gli oceani del mondo con una schiuma di stirene per riflettere i raggi del sole all'indietro nello spazio. Bene, giusto. Poi c'è la proposta di posizionare una serie di specchi spaziali fra la Terra e il Sole per impedire alla luce del sole di raggiungerci, come un'eclisse rotatoria perenne, o riempire il cielo con un ampio numero di palloni d'alluminio, pieni di idrogeno, per creare uno schermo riflettente. Mah! Poi c'è l'idea di seminare gli oceani con limatura di ferro per stimolare la crescita del plancton (vedi L'effetto serra). Ma la proposta più preoccupante è quella di aumentare l'albedo della Terra iniettando nell'atmosfera delle quantità di polvere, di acido solforico, o di alluminio. I fisici Edward Teller e altri del Lawrence Livermore National Laboratory hanno calcolato che inserendo 10 milioni di tonnellate di aerosol dielettrici, l'albedo della Terra aumenterebbe dell'l %, eliminando l'effetto di raddoppiare le emissioni di C02 a 560 parti per milione. La preoccupazione è che l'esperimento sembra già avviato, usando un aereo per spruzzare alluminio con i gas di scarico. Ci sono molti rapporti e fotografie di persone che vedono strane scie chimiche nei cieli, e che riportano insolite malattie collegate a dicerie che comunque vanno chiarite, anche se le interpretazioni a volte sono paranoiche.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 66

I baroni del carbonio


        Stiamo andando alla grande, grazie a Dio. L'economia
        americana è fiorente. Stiamo usando più combustibili
        fossili. Stiamo mettendo più CO2 nell'aria.
        Le centrali a carbone vanno a livelli record.
        Gli affari non sono mai stati migliori.
        Stiamo andando alla grande!
                       Fred Palmer, Western Fuel Association



È quasi impossibile esaminare le soluzioni al riscaldamento globale senza andare a sbattere contro i tentativi delle industrie dei combustibili fossili per fare affondare il Protocollo di Kyoto, e fare aumentare carbone, benzina e gas. Le multinazionali dei combustibili fossili hanno speso milioni in pubbliche relazioni, in lobby, in donazioni a campagne politiche. I loro sforzi hanno gettato dubbi sulla scienza, hanno esagerato i costi di un cambiamento, hanno minimizzato gli impatti, hanno disinformato il pubblico, hanno boicottato il processo del trattato di Kyoto, e hanno assicurato l'elezione di politicanti vicini alla loro causa. È vero che alcuni dei magnati del carbonio hanno anche investito nelle tecnologie del solare, dell'eolico e in quelle delle celle a combustibile (vedi Soluzioni 51, 54, 56 e 60), e che la BP ha addirittura cambiato il suo nome in Beyond Petroleum ("Oltre il petrolio"), ma per l'industria nel suo complesso, l'ordine del giorno principale è il "business-as-usual", qualunque cosa questo comporti.


I giullari del carbonio

Sono 2000 gli scienziati dell'United Nations Intergovernmental Panel on Climate Changes (lPCC), impegnati a rivedere accuratamente gli ultimi studi prima di rilasciare dichiarazioni concordate. Di fronte a loro si trova un manipolo di "scettici-dell'effetto-serra" che sostengono che il riscaldamento del clima non sta avvenendo affatto, o scaturisce da una variazione naturale {vedi Le controargomentazioni), i cui lavori spesso non vengono esaminati con altrettanta attenzione. Quando i baroni del carbonio pagano, gli scettici cantano. Le loro canzoni sono raccolte da dozzine di "pensatoi" della destra e vengono trasmesse dal mercato dei media in tutto il mondo. Tre degli scettici principali sono: il dottor Pat Michaels, che ha ricevuto 160.000 dollari dalla Western Fuel, dalla German Coal Mining Association, dalla Cyprus Mineral, dall'Edison Elettric; il dottor Robert Balling, che ha ricevuto 350.000 dollari dalla German Coal Mining Association, dalla Cyprus Mineral, dalla British Coal Corporation, e dall'OPEC e 48.000 dollari dalla Kuwait Foundation for the Advancement of Science; e Fred Singer, che ha ricevuto contributi dalla Exxon, dalla Shell, dall'Unocal, e dall'ARCO.


I giornalisti del carbonio

È triste da dire, ma molti giornalisti nordamericani non conoscono la differenza tra l'effetto serra e il buco nell'ozono. Un gruppo di scienziati dice una cosa, un altro ne dice un'altra, e cosi loro le riportano equamente ambedue. Tuttavia, spesso c'è molto più di questo che salta agli occhi. La News Corporation, ad esempio, è di proprietà del magnate australiano dei media Rupert Murdoch. Le sue proprietà includono la Fox TV (produttrice delle serie Allie MCBeal e X-File), stazioni via cavo, giornali, il New York Post, il Times inglese, il Sunday Times, il News of the World e il 70% dei quotidiani australiani. La Fox News tiene una rubrica, chiamata Scienza spazzatura, scritta da Steve Milloy, che sbeffeggia tutti i discorsi sul riscaldamento globale. Steve lavora per il Cato Institute un pensatoio della destra che si oppone ai provvedimenti del governo democratico, e che è stato finanziato dalla Chevron, dalla Exxon, dalla Shell, dall'American Petroleum Institute, e dall'Amoco. Per quanto riguarda la scienza, si basa sul lavoro di Fred Singer e di Pat Michaels (vedi sopra) per giustificare le sue posizioni sul cambiamento climatico. Rupert Murdoch è nel consiglio di direzione del Cato Institute, e tutto il pacchetto appoggia gli interessi dei magnati del carbonio, che a loro volta li appoggiano.


I lobbisti del carbonio

Durante gli anni '90, i magnati del carbonio hanno finanziato una lobby chiamata Global Climate Coalition (GCC), che ha speso milioni nello sforzo di confondere il pubblico, compresi 13 milioni di dollari per una campagna di opposizione al trattato di Kyoto. Il suo comitato direttivo comprendeva i rappresentanti della Chevron, della Exxon, della Ford, della General Motors, della Mobil, della Southern Company, e della Texaco. Jeremy Leggett, geologo di una compagnia petrolifera, che è stato uno degli scienziati sul cambiamento climatico per Greenpeace alle sessioni negoziali che hanno portato al Protocollo di Kyoto del 1997, riferisce di come uno stretto sostenitore della GCC, Don Pearlman, rappresentante di un'oscura organizzazione non governativa chiamata Global Climate Council, impartiva delle lezioni individuali ai delegati dell'Arabia Saudita e del Kuwait su come fare ostruzionismo e come rallentare le trattative, arrivando addirittura a passare loro delle note scritte durante le sessioni negoziali. I sauditi e i kuwaitiani hanno giocato lo stesso ruolo ostruzionistico sul rapporto dell'IPCC del 2001. Nel 1999 e nel 2000, la BP, la Shell, la Ford, la Daimler-Chrysler, la Texaco, la Southern Company e la General Motors in massa hanno abbandonato la GCC, costringendola a una ritirata strategica. Ci sono anche gruppi come la Coalition far Vehicle Choice, che rappresenta i maggiori produttori di auto, che fa un lavoro intensivo di lobby per evitare che vengano elevati gli standard di efficienza CAFE (Corporate Average Fuel Economy) per le auto {vedi Soluzione 57).


I politicanti del carbonio

I baroni del carbonio hanno bisogno di politicanti amici a Washington, ad Ottawa e in ogni altro posto, e spendono milioni per procurarseli. Per la campagna presidenziale degli USA, le compagnie del petrolio e del gas hanno speso 30 milioni di dollari (il 78% ai repubblicani il 20% ai democratici); le compagnie dei trasporti hanno speso 51 milioni di dollari (72% ai repubblicani, 27% ai democratici). Dal 1989 al 1999, i membri della Global Climate Coalition hanno speso 63 milioni di dollari, il 69% ai repubblicani, il 31 % ai democratici. Con George Bush e Dick Cheney alla Casa Bianca, i baroni del carbonio hanno il pieno controllo del sistema, aiutati da gente come Alexander Haig, che sta promuovendo gli investimenti delle compagnie petrolifere in Cina e in Turkmenistan; come Caspar Weinberger, precedentemente impiegato della Bechtel con contratti per l'energia in Medio Oriente; come Andrew Card, capo dei lobbisti dell'industria delle auto prima di diventare Capo dello Staff della Casa Bianca; e come Spencer Abraham, il nuovo Segretario all'Energia, che come senatore si era opposto all'aumento degli standard CAFE e aveva suggerito che il Dipartimento per l'Energia dovesse essere drasticamente ridotto.


I banchieri del carbonio

Fino a quando il mondo ha continuato a espandere l'uso dei combustibili fossili, i baroni del carbonio erano contenti. Ma cosa fare quando paesi come la Cina cominciano a chiudere le loro miniere di carbone? Nel 1997 il capo della Exxon, Lee Raymond, spronava la Cina a usare di più i combustibili fossili, e sosteneva che la colpa del riscaldamento globale era della natura. Fortunatamente per i baroni del carbonio, la Banca mondiale è controllata saldamente dai nord americani e dagli europei. Dal 1992, ha speso 25 volte più per progetti sui combustibili fossili di quanto abbia speso sulle fonti rinnovabili; il 90% dei contratti vanno alle nazioni del G7 (vedi Soluzione 96). Finanzia anche progetti di deforestazione, e dà sovvenzioni per oleodotti e gasdotti. Il mondo è stato buono con i baroni del carbonio, ma per quanto ancora?

| << |  <  |