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| << | < | > | >> |IndiceSOMMARIO 11 I. CARTE D'ASIA 31 II. LE VIE DELLA CARTA 51 III. I MULINI D'EUROPA 81 IV. L'ERA INDUSTRIALE 103 V. LA CARTA DEL TERZO MILLENNIO 130 TESTIMONIANZE E DOCUMENTI Carte e cartiere a Fabriano Il museo dei mastri cartai La filigranatura Carta e ambiente La carta nel mondo Il caso Italia Cinque carte per un libro 166 APPARATI Indice delle illustrazioni Indice dei nomi Bibliografia |
| << | < | > | >> |Pagina 46L'industria di FabrianoI commercianti italiani, principali importatori di carta araba in Europa, si servono normalmente di questo materiale per i propri documenti scritti a partire dalla metà del XII secolo. Un secolo dopo, la carta diventa per l'Italia un bene d'esportazione prodotto in loco con un metodo meccanizzato. Principali artefici dello spostamento degli eserciti durante le crociate e importanti transitari nel commercio delle merci orientali, gli armatori veneziani e genovesi svolgono un ruolo essenziale in questo passaggio, che è probabilmente avvenuto direttamente dal Medio Oriente all'Italia, attraverso Costantinopoli e le strade dell'antica Bisanzio, senza passare per l'Africa o la Spagna. Verso la metà del XIII secolo i fabbricanti della piccola città di Fabriano, fra Ancona e Perugia, incominciano improvvisamente a produrre la carta secondo un metodo completamente nuovo, che non ha più nulla a che vedere con quello arab. Lindustria di Fabriano riscuote subito un notevole successo commerciale. Altri mulini vengono creati a Bologna, Genova, Padova, Venezia, Voltri, Milano, Salò, Nocera...
La carta italiana - di una qualità migliore, meno cara e per di più
cristiana! - sottrae progressivamente mercato a quella araba e si impone sulle
piazze europee. Nel XIV secolo tutte le grandi città dell'Europa occidentale,
tutte le istituzioni importanti e tutti i centri di decisione politica o
economica possiedono considerevoli scorte di carta italiana.
Una rivoluzione tecnologica I quattrocento mulini in funzione a Fès nel 1184 utilizzavano la forza umana o animale per fare girare le mole, il che costituiva un considerevole vantaggio sulla tecnica cinese della sfibratura manuale dei vegetali e della battitura degli stracci nel mortaio. A Fabriano tutti i mulini menzionati nel 1268, 1276 e 1283 sono dotati di un dispositivo tecnico nuovo, la pila idraulica a magli multipli con ruota a pale. Mentre a Xativa, nel 1273, gli scarti della canapa e del lino continuano a essere triturati con la mola rotonda, alla stessa data, a Fabriano, il tessuto viene ridotto a fibra elementare dalle pile a magli multipli che lavorano in verticale, azionati da alberi a camme. Il rendimento aumenta, la qualità è più uniforme, il prezzo di costo diminuisce e le vendite crescono. La nuova tecnologia della carta si inserisce nella logica del nascente capitalismo mercantile. Anche la forma che viene immersa nel tino è diversa. L'intreccio dei fragili fili di cotone, di bambù o di canne - che obbligava a stendere il foglio lentamente attraverso lo srotolamento della forma morbida - viene sostituito con un intreccio in fili di ottone. Il nuovo utensile rimarrà identico dal XIII al XVIII secolo.
Mentre le carte orientali e arabe subiscono una collatura con l'amido di
riso o di grano, verso la fine del XIII secolo i cartai italiani inventano un
collante a base di gelatina animale, ricavata dagli scarti delle locali
concerie. Nel XIV secolo il procedimento si diffonde in tutti i mulini del nord
poiché, oltre a essere economico, il nuovo collante presenta caratteristiche di
traslucidità, fluidità, impermeabilità e resistenza assai superiori a quelle
dell'amido e protegge più efficacemente la carta dagli insetti e dai
microrganismi.
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