Copertina
Autore Oreste del Buono
Titolo Facile da usare
EdizioneFeltrinelli, Milano, 1962, Universale Economica 401
LettoreRenato di Stefano, 1962
Classe narrativa italiana
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al sito dell'editore








 

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Indice


Pag.  5  Un minimo di pietà      [1962]
     28  Dopo le vacanze         [1961]
     51  La casa nuova           [1960]
     77  L'infedele              [1959]
     98  Ciao, eccetera          [1958]

 

 

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Pagina 5 [ inizio libro ]

Un minimo di pietà


Forse dovrei rifarmi la barba. Sí, dovrei rifarmela, ma la sua faccia è accanto alla mia nello specchio, cosí lascio ricadere le dita che saggiavano la guancia, la pelle tremola, ritornando a posto, la pelle tremolante, questa buccia che ancora non mi sono rassegnato ad accettare, la sua faccia è accanto alla mia nello specchio, le lunghe ciglia palpitanti, il labbro inferiore sporgente, le ciglia pesanti di rimmel, il labbro troppo pulito, luce non meno premeditata dell'ombra, un contrasto che sa, svolazzare di cupa farfalla, sbocciare d'ingenuo frutto, di calcolo difficile, di giudizio impegnativo, la sua faccia è accanto alla mia nello specchio, risplende compatta e misteriosa, giudica e magari condanna la mia che a poco a poco si confonde e stinge, arretra, macchia indecisa, bluastra e grigia, in pratica inesistente, è mai esistita?

"E poi dicono che sono vanitose le donne..." dice.

"Perché... non lo sono?..." dico.

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Pagina 122 [ fine libro ]

[...] Invece comincio a spogliarmi, so che non potrò trovare sonno tra quei lenzuoli equivoci, tendenti al grigio, ma mi spoglio. Avrei potuto trattenerla se avessi veramente voluto. Non le ho impedito di andarsene tante altre volte? Ma questa volta, questa volta, basta, era ora. Pazienza, se comincia il dolore. Dolore? Adesso, pensiamo a dormire, debbo riuscire a dormire anche tra questi lenzuoli piuttosto sudici, nel disordine di questo letamaio. Domani: penserò a tutto, domani prenderò le mie decisioni, domani avrò la mente piú lucida, domani senz'altro, domani, eccetera, eccetera, eccetera, eccetera, eccetera, eccetera, eccetera, eccetera, eccetera, quel treno sarà a Piacenza ormai. Spengo la luce, via, è meglio, buonanotte. Sí, dovrebbe essere a Piacenza, ormai, anche oltre, forse, ma mica dormono quei due, eccetera, eccetera, eccetera, eccetera, eccetera, eccetera, eccetera, eccetera, eccetera, eccetera, eccetera, eccetera. E' adesso che comincia il dolore, l'hai perduta, coccodrillo. Dolore? Ma fammi il piacere, dolore del cazzo.

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