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| << | < | > | >> |IndiceIdentikit 3 Avviso agli amici di Nicola 4 Prefazione di Renzo Arbore 5 Le zucchine sono sveglie già da un po' 6 Il brutto del jazz 9 Aglio, olio e peperoncino 17 Il menù dei concerti 46 Un matto per amico 49 Gianni Basso - Swingando con Mister Aglio 50 Renato Sellani - La batteria in fondo al mare 51 Franco Cerri - Fece impazzire il prete 53 Bruno De Filippi - Che coppia quei due sul palco! 70 Vita Pallavicini - Pronto chi dorme? 72 Giorgio Calabrese - L'ho visto ballare con la sposa 95 Carlo Alberto Rossi - Bravo come Sinatra 99 Virgilio Savona - Non siamo mica qui per divertirei 101 Enrico Vaime - Due pugliesi americani 103 Pino Massara - In quella cascina al buio 105 Luis Bacalov - Faceva l'asino 116 Mario Schiano - La controindicazione delle controindicazioni 117 Giampaolo Ascolese - Come in un film dell'orrore 119 Nicola, i cantautori e il birignao 123 Meglio un uovo oggi e una gallina domani 126 Buon compleanno Mister Sinatra 130 Discografia a cura di Luciano Ceri 153 Arigliano in pubblicità 172 Arigliano al cinema 178 Dramatis personae 180 |
| << | < | > | >> |Pagina 9Il brutto del jazzN.A. Nicola Arigliano
E.P. Ernesto De Pascale
N.A.: Lo studio era in Via Asiago. Era una specie di garage. E.D.: Ah, ho capito. N.A.: Io cominciai allora. Poi, me ne andai per qualche anno. Ritornando fui fortunato, perché una sera, alla "Taverna Messicana", capitarono Monica Vitti - che non era ancora notissima -, Diana Torrieri, Franco Volpi, e un regista - ma che fosse un regista lo seppi solo dopo -, Giacomo Vaccari che in quel periodo stava realizzando un giallo, Il Tunnel. Mi invitò al loro tavolo - io ero con Franco Cerri e con un gruppo con cui si faceva un po' di jazz e di swing - e mi propose di partecipare a questo suo programma, che veniva trasmesso [in differita] dopo diversi giorni... allora era così. E.D.: Certo, certo. Era come il teatro, insomma... N.A.: Eh già. Era interessante! Quindi, accettai in quanto Vaccari mi diceva: "Vorrei che nella mia cave (allora si parlava di esistenzialismo) ci fossero le atmosfere che lei crea in questo ambiente"; ma mi rifiutai di lavorare con i musicisti della Rai, perché avevo [già] il gruppo, in cui [tra gli altri] c'era Franco Cerri. Eravamo affiatati! E.D.: Insomma, volevi lavorare con loro... N.A.: Certo! Con l'affiatamento che avevamo noi! E.D.: E quindi, come andò a finire? N.A.: Andò a finire che scritturarono il quartetto. E abbiamo guadagnato! Ci pagavano un tanto al giorno, e poiché le riprese andarono avanti per quasi un mese... Quando poi questo lavoro andò in onda, cominciarono a contattarmi subito, dal giorno seguente. Mi telefonavano dalla Rai per dirmi: "Signor Arigliano, molti ci chiamano per sapere se lei è bianco, se è nero, se è rosso, se ha inciso dischi..." e tutte queste cose... E.D.: E tu, li avevi fatti i dischi, Nicola? N.A.: E no! Con Giancarlo Testoni, che collaborava con Polillo. Allora il Testoni traduceva molti testi di canzoni americane e, siccome aveva interessi in una piccola edizione, mi chiese se avessi voluto realizzare un po' di pezzi che lui aveva già tradotti. Gli risposi che non avrei cantato in italiano, bensì in originale: non mi interessava cantare le canzoni americane in italiano! E.D.: E poi, come sei arrivato a cantare i pezzi italiani? Quando è successo? N.A.: Dopo che ho partecipato alla trasmissione Il Tunnel, il giorno appresso, si sono scatenati tutti: discografici che offrivano contratti, ecc. Allora, ho cominciato a stringere rapporti con la Columbia, della Emi. [E poiché] non avevo repertorio, in quanto facevo dello swing, ecco che lì ho dovuto cantare delle canzoni vecchie. Per cominciare, allora, riproposi un po' di pezzi vecchi, di classici italiani. E poi dopo, con Pino Calvi, siamo andati nelle case editrici per cercare brani nuovi. E.D.. E quali canzoni avete trovato? N.A.: Sul pianoforte di una casa editrice, trovammo una canzone, in tempo bayon. Quando ho sentito che era bayon ho detto a Pino che avrei voluto eseguire un repertorio swing; poi trovammo un pezzo di due ragazzi giovani, che avevo conosciuto a Vigevano, quando con Franco Cerri andavamo a fare qualche serata, i quali mi avevano chiesto di accettare le loro canzoni che allora erano in quelle edizioni. E.D.: E chi erano? N.A.: La canzone era I Sing Ammore, e gli autori Giorgio Calabrese e Pino Massara. Quindi, ad un certo punto, con Pino Calvi si disse che se pure lo spartito presentava la dicitura bayon, noi avremmo eseguito il pezzo alla nostra maniera... e abbiamo fatto un po' di samba e poi di swing, con l'inciso swing. Il testo è un po' "napoletano Brukklìn". Ci siamo divertiti! Poi, lo stesso Massara, con un pianista che qualche volta mi accompagnava se avevo degli impegni, Buffoli, aveva composto una bella ballata, in stile americano, Amorevole... E.D.: Che divenne un grande successo. N.A.: Ecco: io ho cominciato con questi pezzi. E.D.: Che anno era,questo? N.A.: ... sarà stato il '57, il '58... È stato subito dopo che mi hanno proposto questa trasmissione televisiva. | << | < | > | >> |Pagina 17Aglio, olio e peperoncino...Arigliano è uno strano tipo. Non sai mai "se ci è o se ci fa". È un suo sistema di autodifesa, che a volte lo rende insopportabile. Per capire qualcosa di più dell'uomo Pasquale nel corso dei nostri incontri abbiamo realizzato che la tavola è il luogo fisico dove confluiscono molti dei suoi pensieri esistenziali. Intorno al rito del cibo, insomma, Arigliano butta giù la maschera. Tutto questo avviene con beneficio d'inventario, e tutto passa attraverso modi e modalità che lasciano a prima vista sconcertati. Ma non si può che sorridere e sottolineare il carattere antico di certi gesti, vista l'unicità del personaggio. Cosa accade "a tavola con Nicola" lo scoprirete fra poco. Viene solo da chiedersi se la sua è una punizione infertasi per un passato incontinente o distratto, se è quella paura del domani di certe generazioni che avevano vent'anni durante la seconda guerra mondiale o se, piuttosto, all'epoca della Dolce Vita il nostro mangiava davvero le freselle bagnate sotto l'acqua corrente... Come ne Il Profeta di Dino Risi (con Vittorio Gassman, girato non lontano dai luoghi di Arigliano, il Monte Soratte), Nicola, pardon, Pasquale, vive il suo buen retiro salvo poi scolarsi una bottiglia di Brunello d'annata o lanciarsi, sazio e felice, in autostrada alla guida della sua fiammante Twingo a 150 all'ora, coppola calata sulla fronte, per esclamare al camionista appena superato una sola, immortale, parola: "Strunz!". Nicola Arigliano invita a casa sua per una chiacchierata i giornalisti Luciano Ceri, Ernesto De Pascale, Michele Manzotti ed il videomaker Paolo Donati. È questo il pretesto per metterlo a suo agio, permettergli di mostrarci de facto la sua "ricetta di lunga vita" e per porgli altre domande sulla sua lunga carriera e non solo. Nella casa a tre piani di sua proprietà costruita nei tardi anni Settanta nell'alta campagna romana, verso Magliano Sabina, Nicola conduce una vita tranquilla dividendosi tra il pianoforte, sul quale svetta un vecchissimo libro di standard americani e letteralmente coperto da spartiti, e la cucina, un luogo apparentemente spoglio che nasconde molte sorprese. Ad osservare bene non manca niente e l'aria dimessa dell'arredamento in qualche modo corrisponde alle abitudini alimentari di Nicola (ma anche voi, per favore, chiamatelo Pasquale). Che dimostra di saperne una più del diavolo. Il "rito" del pranzo inizia con l'aglio da sbucciare, impresa apparentemente facile... | << | < | > | >> |Pagina 126Meglio un uovo oggi e una gallina domaniRileggendo Il Sadico nel villaggio e i 100 Neo Proverbi di Marcello Marchesi (1912-1978) realizzai che gran parte di ciò che aveva distillato nei suoi motti calzava a pennello per riprodurre con meno equilibrismi possibili la filosofia di vita di Nicola. Scelsi, quindi, con una certa accuratezza e ripercorrendo le abitudini e i modi di Arigliano raccolti in questi anni di incontri, trentacinque di questi detti e li affidai al giovane amico e videomaker Paolo Donati che in occasione di una data di Nicola e del suo trio a Quarrata, in provincia di Pistoia nella bislacca estate 2002, tra una sosta al bar del paese, una scorpacciata di susine e quattro chiacchere in pugliese con alcuni improvvistati amici del luogo, ha sapientemente estorto a Pasquale quei commenti che riuniti e riletti senza soluzione di continuità restituiscono quei pochi ma precisi principi su cui l'artista basa la sua tournée terrena. Nicola partecipa al gioco modificando qua e là i motti di Marchesi che non suonano per nulla obsoleti, nonostante siano stati pensati e scritti quasi 40 anni fa. Una sorta di saggezza popolare riaffiora. Un sottile filo rosso pare legare i due personaggi, il cantante e l'umorista, che in quegli anni Sessanta frequentavano, con grande probabilità, gli stessi luoghi milanesi, le stesse fascinazioni. Ma entrambi con lo spirito schietto e diretto di chi è nato e cresciuto in una Italia ben differente da quella del boom. E il gioco continua oggi con Arigliano in grande forma che risponde a tono e rilancia. Fino a che non si annoia, si alza e se ne va.
E salutame a soreta!
Chitarra vecchia onor di Celentano Gallina vecchia fa buon brodo Chi guida dopo mangiato digerisce da ingessato Chi guida da ingessato è meglio che vada a fare il bucato Chi va piano, va sano e viene tamponato poco lontano Chi va lontano è meglio che non vada piano perché non arriva più. Deve correre un po' di più La gallina che canta ha fatto il disco Eh no, il disco l'ha fatto quell'altro... come si chiama quello lì? Celentano, l'ha fatto L'unione fa lo sciopero E lo sciopero fa la forza Senza sesso non c'è successo Col successo ci vuole anche il sesso La miglior vendetta è il pernacchio
Il pernacchio è quello che ci vuole dopo il perdono
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