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| << | < | > | >> |Pagina 3 [ inizio libro ]Barney Mayerson aveva un'emicrania fuori del comune quando si svegliò in una camera da letto sconosciuta di un Appartamento Comune sconosciuto di un edificio sconosciuto. E per di più accanto a lui, coperta dal lenzuolo fino alle spalle rotonde e lisce, dormiva una ragazza sconosciuta. Una ragazza sconosciuta che respirava con le labbra socchiuse il respiro regolare del sonno del mattino. Una ragazza sconosciuta con i capelli bianchi che parevano tanti batuffoli di cotone.
Scommetto che arriverò in ritardo al laavoro, mormorò
tra sé Barney. Scostò il lenzuolo, senza fare rumore, posò
un piede a terra e poi, chiudendo gli occhi, si alzò,
cercando di ricacciare indietro l'ondata di nausea che
minacciava di travolgerlo. Per quello che ne sapeva, poteva
trovarsi a molte ore di volo dal suo ufficio; poteva
addirittura trovarsi fuori del territorio degli Stati Uniti.
Però di una cosa era sicuro: si trovava ancora sulla Terra.
La gravità che schiacciava il suo stomaco era familiare,
normale.
E nella stanza attigua, accanto al divano, c'era una valigetta conosciuta, quella del suo psichiatra, il Dottor Sorriso. Camminò a piedi nudi ed entrò nel soggiorno, sedendosi accanto alla valigetta; la aprì, girò un paio di bottoni, schiacciò un pulsante, e il Dottor Sorriso si accese. I quadranti si mossero, i nastri cominciarono a registrare, e il meccanismo cominciò a ronzare. - Dove sono? - domandò Barney alla macchina. - Quanto è distante New York? - Era questa la cosa più importante. Dal punto in cui si trovava, riusciva a vedere la parete della cucinetta del com, l'Appartamento Comune; sulla parete c'era l'orologio, e l'ora non era quella che lui temeva. Le sette e mezzo del mattino. Non era tardi. | << | < | > | >> |Pagina 207 [ fine libro ]La mia mente evoluta mi dice tutte queste cose, pensò. Quelle sedute di Terapia E non sono state fatte invano... forse non avrò vissuto quanto Eldritch, in un senso, ma in un altro senso sì; ho vissuto centomila anni, gli anni della mia evoluzione accelerata, e grazie a essi sono diventato molto saggio; ho speso bene il mio denaro, ho avuto in cambio l'esatto valore. Adesso nulla potrebbe essere più chiaro, per me. E nelle città residenziali di Antarctica raggiungerò quelli come me, e mi unirò a loro; noi saremo una corporazione di Protettori. Salveremo gli altri. Tutti gli altri.- Ehi, Blau - disse, dando una gomitata con il braccio naturale alla cosa semiumana che stava accanto a lui. - Io sono il suo discendente. Eldritch è venuto da un altro spazio, ma io vengo da un altro tempo. Capito? - Uhm - mormorò Felix Blau. - Guardi la mia fronte alta, la mia testa a cupola; io sono una testa a bolla, vero? E questa corteccia; non è solo in cima, è dappertutto. Cosi, nel mio caso, la terapia ha funzionato davvero. Così non si arrenda, non disperi. Abbia fede in me. Creda in me. - Va bene, Leo. - «Leo»? Come mai continua a chiamarmi «Leo»? Rigido sul sedile accanto al suo, appoggiato ai braccioli con entrambe le mani, Felix Blau lo fissò, implorante: - Pensi, Leo. Per l'amor di Dio, pensi! - Oh, già - calmandosi, annuì; si sentì in colpa. - Mi dispiace. E' stato solo un momento. Capisco cosa vuol dire; so di che cosa ha paura. Ma non significa nulla. - Aggiunse, - continuerò a pensare, come dice lei. Non lo dimenticherò per la seconda volta. - Annuì solennemente, per dare forza alla promessa.
L'astronave continuò a volare nello spazio,
avvicinandosi sempre di più alla Terra.
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