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| << | < | > | >> |Pagina 1 [ inizio libro ]Era stata una brutta serata, e quando cercò di ritornare a casa ebbe una terribile discussione con la sua automobile. - Signor Garden, lei non è affatto in condizioni di guidare. La prego di innestare il meccanismo auto-auto e di sdraiarsi sul sedile posteriore. Peter Garden sedette davanti ai comandi e disse, cercando di pronunciare distintamente le parole: - Stammi a sentire, tu, sono perfettamente in grado di guidare. Un bicchierino, o anche parecchi bicchierini, aiutano a sentirsi piú lucidi. Perciò piantala di dire stupidaggini. - Premette il pulsante dell'avviamento, ma non accadde nulla. - Avviati, maledizione! - Non ha inserito la chiave - disse l'auto-auto. - E va bene, mi arrendo - rispose Garden. Si sentiva umiliato. Forse la macchina aveva ragione. Inserí la chiave, con un gesto rassegnato. Il motore si avviò, ma i comandi non rispondevano. Si rendeva perfettamente conto che, sotto il cofano, l'Effetto Rushmore, faceva ancora sentire la sua influenza: era inutile insistere. - E va bene, guida tu - disse, con tutta la dignità che riusci a ostentare. - Visto che ci tieni tanto. Probabilmente sbaglierai tutto, come fai sempre tutte le volte che io sono... tutte le volte che non mi sento bene. Prese posto sul sedile posteriore e si sdraiò, mentre la macchina si sollevava da terra e saettava attraverso il cielo notturno, facendo lampeggiare le luci di posizione. Dio, quanto stava male. Quel dolore di testa lo stava uccidendo. Come sempre, il suo pensiero corse al Gioco. | << | < | > | >> |Pagina 211 [ fine libro ]Mentre avviava la macchina, l'uomo disse, cortesemente: - Sono il dottor E.G. Philipsen.Lei lo fissò. Sapeva chi era: era certa di saperlo. O meglio, sapeva che cosa era. - Vuole scendere? - le chiese il dottor Philipson. - Se vuole, posso lasciarla dove l'ho trovata. - N-no! - mormorò Freya. Si rilassò sul sedile, scrutando attenta l'uomo e riflettendo. - Signora Gaines - le disse il dottor E.G. Philipson, - le piacerebbe lavorare per noi, tanto per cambiare? - La guardò, sorridendo: un sorriso privo di calore e di allegria. Un sorriso assolutamente gelido. - E' una proposta interessante - rispose Freya. - Ma dovrei pensarci sopra. Non posso decidere cosí, all'improvviso. - Era una proposta molto interessante, davvero, pensò. - Avrà tempo per decidere - disse il dottor Philipson. - Noi siamo pazienti. Avrà tutto il tempo del mondo. - E gli occhi gli scintillarono. Freya gli sorrise.
Canterellando soddisfatto fra sé e sé, il dottor
Philipson diresse la macchina verso l'Idaho, sfrecciando nel
buio cielo notturno della Terra.
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