Autore Emiliano Di Marco
CoautoreAnna Resmini [illustrazioni]
Titolo Abbecedario filosofico
EdizioneLa Nuova Frontiera, Roma, 2017, junior , pag. 54, ill., cop.rig., dim. 20,4x26,6x0,8 cm , Isbn 978-88-98519-47-7
LettoreSara Allodi, 2018
Classe ragazzi , filosofia












 

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Pagina 8

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Pagina 10

A come AMORE

Un tempo gli uomini non erano fatti come ora, ma assomigliavano a delle palle. Avevano quattro braccia, quattro gambe e due teste che guardavano in direzioni opposte. Questi uomini, anche se un po' buffi, erano fortissimi e felicissimi, così tanto che iniziarono a diventare prepotenti e antipatici. Allora gli dei per punirli li presero e li spaccarono a metà, creando gli uomini che ci sono adesso: due braccia, due gambe e una testa sola; con la pelle che avanzava coprirono la schiena e fecero un bel nodo sulla pancia, dove ora c'è l'ombelico. Gli uomini però sentivano la mancanza della loro metà, e stavano tutto il giorno a piangere. Fu così che gli dei, per risolvere il problema, inventarono l'Amore in modo che coloro che erano stati una persona sola potessero riunirsi abbracciandosi.

Questa storia non è vera, però spiega perché ancora oggi cerchiamo la nostra metà e ci innamoriamo sentendo che da soli ci manca qualcosa, infatti parliamo di "anime gemelle". E questo spiega anche perché il vero amore è uno solo, e perché quando perdiamo la persona che amiamo è come se ci portassero via un pezzo di noi stessi. Ma è davvero sempre così? E che dire dei genitori che hanno sei bambini: ne possono amare solo uno alla volta? Forse allora l'amore non è una cosa che posso dare a una sola persona o che devo dividere se amo più persone. Certo però, se l'amore fosse infinito...

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Pagina 50

Z come ZERO

C'era una volta un 1, che non voleva restare un numero piccolo. Allora andò da un 3 e gli propose di seguirlo.

«Diventeremo un 13!»

Il 3 rispose che se al contrario lui lo avesse seguito sarebbero stati un 31, che era quasi tre volte più grosso. Oppure potevano sommarsi, e sarebbero diventati un bel 4.

«4? Ma 4 è meno di 13 e di 31! Non se ne parla nemmeno.»

E allora l'1 cercò un modo di diventare più grande, senza sommarsi con nessuno. La soluzione era semplicissima: bastò trovare uno O, che si mise dietro di lui senza protestare visto che comunque da solo non contava niente. E fu così che diventò un 10, e si mise a guardare quel 3 dall'alto in basso.

Ma questo fu solo l'inizio: di zeri ne trovò a bizzeffe, così tanti che in men che non si dica diventò un miliardo di miliardi.

Senonchè si rese conto che per quanto crescesse, non sarebbe mai diventato il numero più grande di tutti: per batterlo bastava che qualcuno grosso quanto lui si aggiungesse un piccolo, misero, insignificante 1 come era stato lui. Preso dallo sconforto si girò per cercare una spiegazione, ma dietro di lui trovò solo un mucchio di zeri.

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Se vuoi saperne di più...


Amore

La storia che hai letto è stata raccontata per la prima volta da Platone, in un libro che si intitola Simposio. Se vuoi saperne di più puoi leggere Il mio primo libro di filosofia, oppure te la puoi far raccontare da Aldo, Giovanni e Giacomo nel film Tre uomini e una gamba.

[...]


Zero

L'idea della storia l'ho ripresa nientemeno che da William Shakespeare, che in Re Lear fa dire a un re caduto in disgrazia: "Adesso sei uno zero senza cifre davanti". Per capire come sia possibile che un numero piccolo piccolo possa diventare una cifra mostruosa se tanti zeri lo seguono, puoi farti raccontare qualcosa su Adolf Hitler e sulla Germania nazista.

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