|
|
| << | < | > | >> |IndiceIl delirio surrealista, tra Eros e Thànatos di Pasquale Di Palmo 3 PICCOLO ALBUM ICONOGRAFICO 15 I GRANDI CHIERICI 31 André Breton traduzione di Flavio Santi 33 Une maison peu solide Una casa poco solida 34 Au regard des divinités Quanto alle divinità 36 Tournesol Girasole 38 «Ma femme à la chevelure de feu de bois» «La mia donna: capelli di fuoco di legna» 40 Les attitudes spectrales Atti spettrali 44 Toutes les écolières ensemble Tutte le scolare insieme 48 Le sphinx vertébral La sfinge vertebrale 50 Vigilance Vigilanza 52 «Le marquis de Sade a regagné l'intérieur du volcan en eruption» «Il marchese de Sade ha riguadagnato l'interno del vulcano in eruzione» (traduzione di Pasquale Di Palmo) 54 «Il vont tes membres déployant autour de toi des draps verts» «Vanno le tue membra spiegando intorno a te lenzuola verdi» (traduzione di Pasquale Di Palmo) 56 Paul Eluard traduzione di Gianni Priano 59 Pour vivre ici Per vivere qui 60 L'amoureuse Donna in amore 62 [...] Louis Aragon traduzione di Massimo Gezzi 85 La force La forza 86 [...] Benjamin Péret traduzione di Carmine Mangone 109 Immortelle maladie Immortale malattia 110 [...] I RIBELLI 131 Antonin Artaud traduzione di Pasquale Di Palmo 133 Première neige Prima neve 134 [...] Philippe Soupault traduzione di Federico Italiano 157 Rag-Time Rag-Time 158 [...] Robert Desnos traduzione di Pasquale Di Palmo 181 21 heures le 26-11-22 26-11-'22, ore 21 182 [...] GLI ERETICI 205 René Daumal traduzione di Pasquale Di Palmo 207 Il suffit d'un mot Basta una parola 208 [...] Roger Gilbert-Lecomte traduzione di Maurizio Casagrande e Pasquale Di Palmo 227 Formule palingénésique Formula palingenetica 228 [...] Georges Bataille traduzione di Andrea Ponso 243 L'aurore L'aurora 244 Le vide Il vuoto 256 GLI IRREGOLARI 259 René Char traduzione di Stefano Strazzabosco 261 Les soleils chanteurs I soli canori 262 [...] Raymond Queneau traduzione di Marco Munaro 281 Texte surréaliste Testo surrealista 282 [...] Michel Leiris traduzione di Pasquale Di Palmo 297 Les aruspices Gli aruspici 298 [...] CONTINUATORI 313 Gisèle Prassinos traduzione di Paola Turroni 315 [...] Jean-Pierre Duprey traduzione di Pasquale Di Palmo 327 De derrière les loups Da dietro i lupi 328 [...] Jehan Mayoux traduzione di Carmine Mangone 339 «J'aime une femme plus belle qu'un débarcadère» «Amo una donna più bella di un imbarcadero» 340 [...] Aimé Césaire traduzione di Marco Dotti 347 Le griffon Il grifone 348 [...] Joyce Mansour traduzione di Danni Antonello 359 «Ne mangez pas les enfants des autres» «Non mangiate i bambini degli altri» 360 [...] Bibliografia 371 Schede bibliografiche dei poeti surrealisti 371 Riferimenti bibliografici essenziali 376 |
| << | < | > | >> |Pagina 3Il delirio surrealista, tra Eros e ThànatosLa scrittura è tutta una porcheria. Antonin Artaud
Piccola cronistoria del surrealismo
Affrontare un argomento complesso come quello che concerne le opere surrealiste, a distanza di quasi quarant'anni dalla morte del suo indiscusso leader André Breton, è un'impresa oltremodo ostica, considerati i numerosi contributi che autori spesso molto dissimili tra loro apportarono in seno a un movimento che ha cambiato la concezione moderna dell'espressione artistica. Su ammissione di Breton la data d'inizio del surrealismo si può far risalire al 1919, data in cui lo stesso Breton e Philippe Soupault cominciarono a rendere pubblici alcuni brani, composti sotto l'influsso dell' écriture automatique, che confluiranno nella fondamentale raccolta di prose e versi Les Champs magnétiques che uscì nel 1920 per i tipi di Au Sans Pareil di Parigi. Com'è noto i due autori, che insieme ad Aragon animarono la rivista di orientamento dadaista "Littérature" che nel numero di dicembre del 1919 anticipò i tre primi capitoli del libro, si proponevano di scardinare le porte tradizionali delle percezioni sensoriali attraverso il ricorso a un flusso verbale liberatorio che prorompesse dal subcosciente, come sosterrà Breton nei suoi Entretiens con André Parinaud: «Incontestabilmente si tratta della prima opera surrealista (e niente affatto dada) poiché è il frutto delle prime applicazioni sistematiche della scrittura automatica. Quest'opera è già compiuta da molti mesi. La pratica quotidiana della scrittura automatica — ci è capitato di consacrarci a essa per otto o dieci ore consecutive — ha comportato da parte nostra osservazioni di grande portata, ma che non si coordineranno e non arriveranno pienamente alle ultime conseguenze se non in seguito. Non è meno vero che in quel momento viviamo nell'euforia, quasi nell'ebbrezza della scoperta. Siamo nella condizione di chi ha trovato un filone prezioso». | << | < | > | >> |Pagina 9La poesia surrealistaIl surrealismo continuò stancamente la sua attività fino alla morte del suo ideatore, avvenuta nel 1966. Ma era chiaro che si trattava di una brutta copia di quello straordinario movimento che aveva imposto all'attenzione critica, prima del secondo conflitto mondiale, alcune delle figure più interessanti del Novecento e che aveva avuto diramazioni in parecchi paesi stranieri, dalla Cecoslovacchia al Belgio, dagli Stati Uniti al Messico, finanche in Perù e in Giappone (si vedano al riguardo le ultime sezioni dell'esauriente catalogo I surrealisti, curato da Arturo Schwarz per Mazzotta nel 1989, dedicate appunto agli sviluppi internazionali del surrealismo). Lo stesso Breton aveva fatto terra bruciata intorno a sé e aveva finito paradossalmente per arroccarsi intorno a un nucleo di irriducibili fedelissimi, a causa dei suoi atteggiamenti considerati troppo intransigenti, come ammette il diretto interessato nelle sue interviste radiofoniche succitate con Parinaud: «[...] non è senza rammarico che nel Seconde manifeste me la prendo con molti di coloro su cui ho contato, con cui ho fatto più o meno a lungo la strada insieme. Una delle più gravi contropartite dell'attività intellettuale impegnata sul piano collettivo è la necessità di subordinare le considerazioni di simpatia umana al proseguimento, a ogni costo, di questa attività. In quel momento c'è per me il bisogno imperioso di reagire contro vari ordini di deviazioni». Il dogmatismo ideologico che caratterizzerà la seconda fase del surrealismo contiene in nuce quelli che saranno i motivi che porteranno il gruppo a dipendere sempre più dall'indirizzo etico e politico assunto da Breton, con conseguente progressivo allentamento delle proprie file. La poesia surrealista si proponeva di sondare il mondo dell'inconscio attraverso la tecnica degli accostamenti analogici casuali propugnata da Breton. È indicativo a questo riguardo l'esempio coniato sulla scorta di una reminiscenza ducassiana in cui si asserisce che il bello può nascere «dall'incontro fortuito di una macchina da cucire e di un ombrello su una tavola anatomica» che aprirà la strada alle sperimentazioni analogiche più ardite, in cui l'humour gioca un ruolo di fondamentale importanza (si pensi anche alla famosa Anthologie de l'humour noir di Breton in cui vengono recuperate figure fino ad allora sottovalutate come quelle dei poeti simbolisti Tristan Corbière, Charles Cros, Germain Nouveau, oltre naturalmente a quelle di Lautréamont e Rimbaud, che anticiparono certe soluzioni verbali tipiche del surrealismo come il ricorso al verso libero in un contesto allucinatorio e fortemente visionario). | << | < | > | >> |Pagina 41André Breton
«La mia donna: capelli di fuoco di legna»
La mia donna: capelli di fuoco di legna Pensieri di lampi di calore Vita di clessidra La mia donna: vita di lontra tra i denti della tigre La mia donna: bocca da coccarda e fascio di stelle di ultima grandezza Denti a impronta di topo bianco sulla terra bianca Lingua d'ambra e vetro lucidati La mia donna: lingua d'ostia trafitta Lingua di bambola che apre e chiude gli occhi Lingua di pietra incredibile La mia donna: ciglia di aste di scrittura infantile Sopracciglia a bordo di nido di rondine La mia donna: tempie d'ardesia di tetto di serra Vapore sui vetri La mia donna: spalle di champagne Fontana con teste di delfini sotto ghiaccio La mia donna: polsi di fiammiferi La mia donna: dita d'azzardo e d'asso di cuori Dita di fieno tagliato La mia donna: ascelle di martora e faggiola Notte di San Giovanni Ligustro e nido di scalari Braccia di schiuma marina e di chiusa Miscuglio di grano e mulino La mia donna: gambe di missile Movimenti d'orologeria e disperazione La mia donna: polpacci di midollo di sambuco La mia donna: piedi a iniziale Piedi a mazzi di chiavi, piedi di calafati che bevono La mia donna: collo d'orzo imperlato La mia donna: gola di Val d'Or Appuntamenti persino nel letto del torrente Seni notturni La mia donna: seni di monticelli di talpa marina La mia donna: seni di crogiolo di rubini Seni di spettro della rosa rugiadosa La mia donna: ventre spiegato di ventaglio dei giorni Ventre d'artiglio gigante La mia donna: schiena d'uccello che fugge verticale Schiena d'argento vivo Schiena di luce Nuca a sasso levigato e gesso bagnato Caduta di bicchiere nel quale si è bevuto La mia donna: anche di navicella Anche a lampadario e penne di freccia Nervature di piume di pavone bianco Bilancia insensibile La mia donna: natica di arenaria e amianto La mia donna: natica a dorso di cigno La mia donna: natica primaverile Sesso di gladiolo La mia donna: sesso di giacimento aurifero e di ornitorinco La mia donna: sesso d'alga e vecchie caramelle La mia donna: sesso di specchio La mia donna: occhi pieni di lacrime Occhi di panoplia violetta e ago magnetizzato La mia donna: occhi di savana La mia donna: occhi d'acqua da bere in prigione La mia donna: occhi di legno sempre sotto l'ascia Occhi dei livelli d'acqua d'aria di terra e fuoco | << | < | > | >> |Pagina 71Paul Eluard
Nessuno mi può conoscere
Nessuno mi può conoscere Come tu mi conosci I tuoi occhi dove dormiamo Tutti e due Hanno dato ai miei fanali umani Una sorte migliore che alle notti del mondo I tuoi occhi dove viaggio Hanno offerto ai gesti delle strade Un senso tolto alla terra Nei tuoi occhi che ci svelano La nostra infinita solitudine Niente è più ciò che credevamo Chi ti può conoscere Meglio di me. | << | < | > | >> |Pagina 103Louis Aragon
Per te
Io mi ricordo di una prigione Completamente senza ragione Io mi ricordo di un cimitero Che somigliava alla patria intera Io mi ricordo di un po' di sangue In piazza ai piedi dei passanti Io mi ricordo di questa stazione In cui scrutavamo stravolte persone Io mi ricordo soldati grigi Nel bel deserto di Parigi Io mi ricordo di mille cose Si direbbe che un morto riposi I viaggiatori si sono affrettati Incrociavamo il treno rovesciato Del paese bruciato la sera Non rimaneva che un quadro nero Io mi ricordo alla fine dei campi Di tre povere tombe toccanti Io mi ricordo io mi ricordo E a ridirlo non vale un soldo Della radio che si ascolta Di un amico di un passo per strada E il ricordo forse che mente Tutto suona così banalmente La fiamma sola può comprendere Ciò che un tempo fu la cenere Elsa è per te che sto dicendo Questa memoria di incendio | << | < | > | >> |Pagina 285Raymond Queneau
«L'erba: sull'erba non ho niente da dire»
L'erba: sull'erba non ho niente da dire ma ancora che sono queste botte queste botte del giorno e della notte Il vento: sul vento non ho niente da dire La quercia: sulla quercia non ho niente da dire ma chi dunque canticchia a mezzanotte chi dunque rosicchia il piede del letto Il topo: sul topo non ho niente da dire La sabbia: sulla sabbia non ho niente da dire ma cos'è che cigola? è l'uscio chi dunque ansima? se non lui La roccia: sulla roccia non ho niente da dire La stella: sulla stella non ho niente da dire è un suono agro come un frutto è un mormorio che vuole tutto La luna: sulla luna non ho niente da dire Il cane: sul cane non ho niente da dire è un sospiro è un grido è uno spasimo uno strido La città: sulla città non ho niente da dire Il cuore: sul cuore non ho niente da dire del silenzio per sempre fatto a pezzi il sordo scopa via i resti Il sole: o mostro, o Gorgone, o Medusa o sole. | << | < | |