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| << | < | > | >> |Pagina 5Il signor Mack stava andando alla stazione. Era una bella giornata di sole. Gli uccellini sui rami degli alberi cantavano la loro canzone preferita, e spirava un'arietta piena dei profumi della prima colazione: pancetta, uova, zampe di rana e cavolo verzo. «Mmm» disse tra sé il signor Mack. Il signor Mack era felice. Davvero felice. Portava con sé un bel pranzetto nella sua cartella e una sorpresa nel thermos; e i baci dei suoi figli gli facevano ancora il solletico sulle guance. Stava andando al lavoro. Gli piaceva molto il suo lavoro, anzi, a dire la verità, il signor Mack adorava il suo lavoro. Faceva l'assaggiatore di biscotti in una fabbrica di biscotti. | << | < | > | >> |Pagina 8Dunque, il signor Mack adorava il suo lavoro. Il suo lavoro era quello di controllare che nei biscotti ci fosse la quantità giusta di cioccolato, se doveva esserci del cioccolato. Poi li misurava per essere sicuro che fossero perfettamente quadrati, se dovevano essere quadrati o perfettamente rotondi, se dovevano essere rotondi. Meglio ancora, li assaggiava. Non tutti. Ne assaggiava tre al mattino e quattro al pomeriggio, per essere sicuro che avessero proprio il sapore giusto. Non vedeva l'ora (li essere al lavoro, perché quel giorno era il turno dei suoi biscotti preferiti, i biscottini alla marmellata di fichi. La fabbrica faceva 365 tipi di biscotti, un biscotto diverso per ogni giorno dell'anno. Al signor Mack piacevano quasi tutti e qualcuno gli piaceva moltissimo. Ma i biscottini alla marmellata di fichi erano sempre i primi della lista. Gli piaceva tanto la loro forma, gli piaceva tanto il loro odore, e gli piaceva tanto la loro intelligenza. Erano talmente bravi, quei biscotti. Riuscivano a essere squisiti anche senza nessun aiuto da parte del cioccolato. E quello era proprio il giorno in cui si assaggiavano i biscottini alla marmellata di fichi. Perciò il signor Mack era molto felice. Ma mentre andava alla stazione, subito dopo aver girato l'angolo, vide un gabbiano appollaiato sul ramo di un albero. «La sa una cosa, signore?» disse il gabbiano. «A me non piace il pesce». «Non sapevo che i gabbiani si appollaiassero sugli alberi» ribatté il signor Mack. Andò avanti a camminare, ma si voltò per lanciare ancora un'occhiata al gabbiano. E fu un peccato, perché così non vide la cacca di cane che era proprio lì davanti a lui, sul marciapiede. Povero signor Mack. La sua scarpa puntava dritta su quella cacca. | << | < | |