Copertina
Autore Friedrich Dürrenmatt
Titolo L'incarico
EdizioneMarcos y Marcos, Milano, 2004, Biblioteca germanica 39 , pag. 154, cop.fle., dim. 120x190x10 mm , Isbn 978-88-7168-405-5
OriginaleDer Auftrag oder Vom Beobachten des Beobachters der Beobachter
EdizioneDiogenes, Zürich, 1986
TraduttoreGiovanna Agabio
LettoreElisabetta Cavalli, 2004
Classe narrativa svizzera
PrimaPagina


al sito dell'editore


per l'acquisto su IBS.IT

per l'acquisto su BOL.IT

per l'acquisto su AMAZON.IT

 

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 13

I



Quando Otto von Lambert fu informato dalla polizia che ai piedi della rovina di Al-Hakim era stata rinvenuta sua moglie Tina violentata e priva di vita e che il delitto era rimasto insoluto, lo psichiatra, noto per il suo libro sul terrorismo, fece trasportare il cadavere con un elicottero al di là del Mediterraneo, per cui la bara che lo conteneva, fissata sotto l'apparecchio tramite un cavo portante, oscillando dietro a esso volò ora al di sopra di smisurate pianure illuminate dal sole ora attraverso brandelli di nubi, sulle Alpi fu anche investita da una bufera di neve, in seguito da rovesci di pioggia, sinché infine, circondata dal corteo funebre, si lasciò calare dolcemente nella tomba aperta, subito ricoperta di terra, dopo di che von Lambert, accortosi che anche la F. stava filmando l'avvenimento, chiuse l'ombrello nonostante la pioggia, la squadrò brevemente e la invitò a recarsi da lui con la sua troupe la sera stessa, poiché aveva un incarico per lei che non ammetteva indugi.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 15

II



La F., nota per i suoi ritratti cinematografici, che si era proposta di tentare vie nuove e inseguiva l'idea ancora vaga di realizzare un ritratto globale, cioè quello del nostro pianeta, e sperava di ottenerlo tramite un collage di scene casuali, anche per questo aveva filmato la strana sepoltura, seguendo sconcertata con lo sguardo quell'uomo massiccio, von Lambert, che l'aveva interpellata bagnato di pioggia e non rasato, col cappotto nero sbottonato e poi si era allontanato senza un saluto, esitò prima di decidersi ad accettare l'invito, perché una sensazione spiacevole le diceva che qualcosa non quadrava e inoltre correva il rischio d'imbarcarsi in una storia che l'avrebbe distolta dai suoi progetti, cosicché di fatto si recò controvoglia con la sua troupe a casa dello psichiatra, spinta soltanto dalla curiosità di sapere che cosa questi volesse da lei e decisa a non contrarre alcun impegno.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 17

III



Von Lambert la ricevette nel suo studio, chiese subito di essere filmato, subì di buon grado tutti i preparativi, quindi, dinanzi alla macchina da presa in azione, seduto dietro la sua scrivania, si dichiarò colpevole della morte di sua moglie, dal momento che lei soffriva spesso di depressione acuta e che lui l'aveva sempre trattata più come un caso che non come una donna, finché lei, dopo che incidentalmente le erano capitati sott'occhio gli appunti del marito sulla sua malattia, di punto in bianco aveva lasciato la casa, secondo la dichiarazione della governante soltanto con la sua pelliccia rossa su un completo di jeans e una borsetta, e da allora lui non aveva più avuto sue notizie, [...]

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 36

VI



La F., che aveva ascoltato il logico con attenzione e si era ordinata un campari, replicò che D. probabilmente si era chiesto perché lei avesse accettato l'incarico di von Lambert, la differenza tra osservare e non osservare era senz'altro un gioco logico divertente, ma a lei interessava ciò che lui aveva detto dell'uomo, a cui aveva negato qualsiasi possibilità di identificarsi con se stesso perché l'uomo, scaraventato nel tempo, era sempre diverso, se lei aveva ben compreso D., il che però avrebbe significato che non esiste un Io, o meglio, esiste soltanto una serie infinita di Io che emergono dal futuro, balenano nel presente e sprofondano nel passato, di modo che ciò che si definisce il proprio Io è soltanto un nome collettivo per tutti gli Io collezionati nel passato, in continuo aumento e ricoperti dagli Io che dal futuro sarebbero piombati nel presente, un ammasso di brandelli di esperienze e di ricordi paragonabile a un cumulo di fronde in cui le foglie più a contatto con la terra da tempo sono diventate humus, e che diventa sempre più alto per via delle foglie cadute di recente e portate dal vento, un procedimento che porta a una finzione dell'Io, poiché ciascuno simula il proprio Io, si immagina in un ruolo che tenta di sostenere più o meno bene, per cui dipende dall'abilità teatrale che uno esista come personaggio oppure no, quanto più sostiene un ruolo in modo inconscio, spontaneo, tanto più risulta autentico, ora lei riusciva a spiegarsi anche perché gli attori fossero così difficili da ritrarre, recitano il loro personaggio in modo troppo evidente, l'elemento consapevolmente teatrale risulta falso, e in generale lei, ripensando alla sua carriera, agli individui che aveva ritratto, aveva l'impressione di aver filmato soprattutto guitti, tra i politici in particolare pochi erano stati interpreti di grande statura del proprio Io, quindi si era proposta di non fare più ritratti, [...]

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 114

[...] e per quanto riguardava lui - rise, si versò dell'altro latte in polvere con acqua, mentre lei aveva terminato da tempo la sua colazione - be', doveva cominciare un po' più da lontano, ognuno aveva la sua storia, lei la sua, lui la sua, non sapeva quando fosse cominciata quella di lei e neppure voleva saperlo, la sua era cominciata un lunedì sera, a New York nel Bronx, suo padre aveva un piccolo studio fotografico, aveva fotografato matrimoni e chiunque volesse farsi fotografare, e una volta aveva esposto la fotografia di un signore senza sapere che non avrebbe dovuto esporla, come gli aveva fatto capire in seguito un membro della banda con una mitragliatrice, cosicché suo padre, crivellato di buchi, si era afflosciato dietro al banco del negozio sopra di lui, che, seduto a terra, stava facendo i compiti, appunto quel lunedì sera, perché suo padre si era messo in testa di dargli un'istruzione superiore, i padri vogliono sempre troppo per i loro figli, ma lui aveva aspettato un momento dopo la fine degli spari ed era scivolato fuori da sotto il corpo del padre, e alla vista del negozio distrutto dalle pallottole si era reso conto che la vera istruzione consiste nel capire come si gira il mondo, e cioè servendosi del mondo che si vorrebbe girare, e munito soltanto della macchina fotografica, che non era stata crivellata come suo padre, lui, un ometto alto tre soldi di cacio, per così dire, era sceso nei bassifondi e dapprima si era specializzato in borseggiatori, la polizia aveva pagato poco le sue istantanee e aveva arrestato pochi borseggiatori, così nessuno l'aveva notato, in seguito era diventato più audace e si era avvicinato agli scassinatori, la sua attrezzatura in parte l'aveva accumulata con i furti e in parte se l'era costruita, era vissuto con l'intelligenza di un ratto, per fotografare scassinatori bisogna pensare come gli scassinatori, che sono scaltri e temono la luce, qualche ladro, di quelli che si arrampicano sulle facciate, abbagliato dal lampo della sua macchina fotografica era precipitato, ne provava dispiacere ancora oggi, ma la polizia aveva continuato a corrispondergli un compenso misero e d'altra parte se avesse dato le sue fotografie alla stampa avrebbe allarmato il mondo dei bassifondi, quindi aveva avuto fortuna, nessuno aveva sospettato che lo smilzo ragazzo di strada fosse un fotografo, per cui era diventato megalomane e si era avvicinato ai sicari, in realtà senza riflettere sulle conseguenze, a dire il vero la polizia era diventata più generosa, un killer dopo l'altro era finito a Singsing, ed era morto sulla sedia elettrica o era stato fatto fuori, per prudenza, dai mandanti, ma poi per caso al Central Park era incappato in un colpo di grazia, che aveva rovinato la carriera di un senatore e suscitato una valanga di scandali, per cui la polizia era stata costretta a notificare alla commissione d'inchiesta parlamentare la sua esistenza, peraltro ignorata da tutti, l'FBI l'aveva scoperto, la commissione l'aveva fatto a pezzi, e quando era ritornato nel suo studio con la fotografia sul giornale l'aveva trovato nelle stesse condizioni del negozio del padre a suo tempo, per un certo periodo si era tenuto a galla vendendo alla polizia fotografie di sicari e ai sicari fotografie d'investigatori, ma ben presto gli avevano dato la caccia tutti, polizia e sicari, e non gli era rimasto altro da fare se non mettersi al sicuro nell'esercito, anche lì servivano fotografi, legali e illegali, ma nella sua affermazione di essersi messo al sicuro, proseguì, appoggiato alla spalliera della poltrona con le gambe sul tavolo, c'era una buona dose di esagerazione, le guerre, anche quando erano definite semplici misure amministrative, erano impopolari, bisognava convincere deputati e senatori, diplomatici e giornalisti, se non si convincevano bisognava corromperli, se non era possibile corromperli bisognava ricattarli, a tale scopo gli avevano messo a disposizione bordelli di lusso, le fotografie che aveva scattato lì dentro erano dinamite per il mondo della politica, [...]

| << |  <  |