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| << | < | > | >> |Indice9 Premessa 22 1. Il processo segnico 22 1.1. Il segno come elemento del processo di comunicazione 24 1.2. Il segno come elemento del processo di significazione 28 1.3. Tre modi di considerare il segno: semantica, sintattica e pragmatica 28 1.4. L'unità segnica minimale 32 2. Le classificazioni dei segni 32 2.1. Segni distinti per la fonte 33 2.2. Significazione e inferenza 36 2.3. Segni distinti per il grado di specificità segnica (ovvero, segni il cui significante si presta a usi non segnici) 38 2.4. Segni distinti per l'intenzione e il grado di coscienza del loro emittente 43 2.5. Segni distinti per canale fisico e apparato ricevente umano 45 2.6. Segni distinti in rapporto al loro significato 49 2.7. Segni distinti per la replicabilità del significante 51 2.8. Segni distinti per il tipo di lega- me presunto col referente 58 2.9. Segni distinti per il comportamento che stimolano nel destinatario 61 2.10.Le funzioni del discorso 63 2.11.Il tentativo di una classificazione generale riassuntiva dei segni 66 3. La struttura dei segni linguistici 66 3.1. Le componenti elementari del segno e le sue articolazioni 67 3.2. Paradigma e sintagma 68 3.3. Struttura del fonema: i tratti distintivi 71 3.4. Il sistema 72 3.5. Sistema e codice 73 3.6. Espressione e Contenuto, Sostanza e Forma 75 3.7. I tratti semantici 77 3.8. L'analisi componenziale 80 3.9. Il Sistema del Contenuto 82 3.10.Lingua, Parola, Discorso 84 3.11.Denotazione e connotazione - Metalinguaggio 86 3.12.Le articolazioni dei segni non linguistici 89 3.13.I limiti del modello linguistico 90 3.14.Conclusioni 92 4. I problemi filosofici del segno 92 4.1. L'uomo come animale simbolico 94 4.2. Le metafisiche pansemiotiche 99 4.3. I rapporti tra segno, pensiero e realtà 132 4.4. Il mito dell'univocità del segno 136 4.5. L'interpretante e la semiosi illimitata 139 5. Lineamenti di una teoria unificata del segno 139 5.l. Premessa 140 5.2. Il segnale 140 5.3. Il segno 141 5.4. Legge di progressività del processo segnico o della semiosi illimitata 142 5.5. Natura relazionale del segno 142 5.6. Convenzionalità del segno 143 5.7. Il codice in senso stretto 144 5.8. L'interpretante 145 5.9. Semiosi e riferimento 146 5.10.Gli indici vettori 148 5.11.Le unità culturali 150 5.12.Socialità e osservabilità delle unità culturali 151 5.13.Il sistema semantico 152 5.14.La denotazione 152 5.15.La connotazione 153 5.16.Il semema 153 5.17.La definizione 154 5.18.Il codice come sistema di sistemi 155 5.19.Il semema e il contesto 155 5.20.Il senso 156 5.21.Cultura come sistema di segni 156 5.22.Cultura come segmentazione del contenuto 157 5.23.La produzione del segno 157 5.24.La ristrutturazione dei sistemi semantici 158 5.25.Decodifica e interpretazione 159 5.26.La pratica sémiotica 160 Guida bibliografica |
| << | < | > | >> |Pagina 9PremessaLes paroles seules comptent. Le ceste est bavardage. IONESCOI. Supponiamo che il signor Sigma, durante un soggiorno a Parigi, cominci ad avvertire dei disturbi alla "pancia". Ho usato un termine generico perché il signor Sigma ha ancora una sensazione confusa. Ora fa mente locale e cerca di definire il disturbo: bruciori di stomaco? spasimi? dolori viscerali? Egli cerca di dare un nome a stimoli imprecisi: dando loro un nome li culturalizza, cioè riassume quello che era un fenomeno naturale sotto precise rubriche "codificate", cerca quindi di dare a una sua esperienza personale una qualifica che la renda simile ad altre esperienze già nominate nei libri di medicina o negli articoli di giornale. Ora ha trovato la parola che gli sembra giusta: questa parola sta per il disturbo che egli avverte. Visto che intende comunicare i suoi disturbi a un medico, egli sa che potrà usare la parola (che il medico è in grado di capire) in luogo del disturbo (che il medico non avverte e forse non ha mai avvertito in vita sua). Chiunque sarebbe disposto a dire che questa parola, che il signor Sigma ha individuato, sia un segno. Ma il nostro problema è più complesso. | << | < | > | >> |Pagina 1395. Lineamenti di una teoria unificata dei segno5.1. Premessa Una teoria unificata del segno aspira a definire la categoria di Segno in modo tale che la definizione si adatti a tutte le varietà di segni registrabili e classificabili, così da costituirne l'insieme di caratteristiche fondamentali comuni. Una teoria unificata del segno non può che proporre un modello astratto, il quale rischia di sembrare tautologico perché, nello spiegare come un segno funziona, fa appello a nozioni quali "regola", "collegamento", "componente", eccetera, i quali hanno indubbiamente valore metalinguistico ma non spiegano di fatto cosa sia una regola e cosa sia un collegamento. Questa impressione dipende dal fatto che tali nozioni in ultima analisi corrispondono presumibilmente a comportamenti neurali. Quindi una teoria del segno sembra rinviare a fenomeni mentali non altrimenti analizzabili. Si evita tuttavia questo inconveniente se si intendono tutte le definizioni seguenti come definizioni operazionali, nel senso che potrebbero dar luogo alla costruzione di un automa capace di comportamento segnico. Se si fosse in grado di costruire un automa capace di associare a uno stimolo significante un comportamento per cui esso fornisce in uscita un altro significante che ne costituisce l'interpretante, ovvero la traduzione in termini di altri segni e così via all'infinito, si sarebbe realizzata una situazione affine al comportamento segnico umano, nel corso del quale segni-stimolo suscitano segni-risposta senza che mai si possa attingere la realtà mentale sottostante, se non attraverso segni. Lette in tal modo le definizioni che seguono non appariranno più né vaghe né tautologiche: esse costituiranno la teoria di un'intelligenza artificiale capace di comunicare attraverso rapporti di significazione. |
| << | < | > | >> |RiferimentiBibliografia generale AUTORI VARI 1929 Il circolo linguistico di Praga, Milano, Silva, 1966 1962 Usi e significati del termine struttura, Milano, Bompiani, 1965 1966 I problemi attuali della linguistica, Milano, Bompiani, 1968 ANTAL, Lázló 1963 Problemi di significato, Milano, Silva, 1967 ARCAINI, Enrico 1967 Principi di linguistica applicata, Bologna, Il Mulino ASHBY, Ross 1960 Progetto per un cervello, Milano, Bompiani, 1970 AUSTIN, J.L. 1958 Performative constative, in Philosophy and ordinary language, a cura di E. Caton, Urbana, 1963 1962 How to do things with words, Oxford Un. Press AUZIAA, Jean Marie 1967 La chiave dello strutturalismo, Milano, Mursia, 1969 BALLY, Charles 1932 Linguistica generale, Milano, Il Saggiatore, 1963 BARTHES, Roland 1964 Elementi di semiologia, Torino, Einaudi, 1966 1967 Sistema della moda, Torino, Einaudi, 1970 1970 La retorica antica, Milano, Bompiani, 1972 BAUDRILLARD, Jean 1968 Il sistema degli oggetti, Milano, Bompiani, 1972 BENSE, Max 1965 Estetica, Milano, Bompiani (in pubblicazione) BENVENISTE, Emile 1966 Problemi di linguistica generale, Milano, Il Saggiatore, 1971 BETTETINI, Gian Franco 1968 Cinema: lingua e scrittura, Milano, Bompiani 1971 L'indice del realismo, Milano, Bompiani 1972 La crisi dell'iconicità nella metafora visiva, in « VS », 3 [...] | << | < | |