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| << | < | > | >> |Pagina 3Elèuthera, quest'isola dell'utopia verso la quale ci siamo messi in rotta un quarto di secolo fa, senza aspettarci davvero di raggiungerla, non si è mai considerata una casa editrice «normale», né tanto meno ha considerato il libro un prodotto il cui scopo è «incidere sul fatturato». Se fosse stato così, verosimilmente il viaggio si sarebbe interrotto prima, perché ne avremmo perso il senso e il gusto. Piuttosto, elèuthera si è sempre considerata un progetto culturale libertario la cui ragion d'essere è stata quella di dare un contesto originale e coerente alle tante riflessioni che, in modo non univoco, si propongono di cambiare la realtà a partire da una critica radicale del potere e del principio d'autorità.Pirati, forse, più che marinai, in questa navigazione a vista verso l'isola che (ancora) non c'è, abbiamo imparato a seguire le regole che le rotte commerciali impongono. E le abbiamo allegramente infrante in uno squilibrio programmatico e fecondo grazie al quale non ci siamo omologati, senza rimanere però del tutto alieni. Non è facile raccontare venticinque anni di sperimentazione, andata avanti per tentativi ed errori, incursioni e ritirate, deviazioni e ritorni. E tuttavia ci auguriamo che questo catalogo storico riesca a disegnare una mappa intelligibile del viaggio intrapreso. Che certo non abbiamo fatto da soli. Elèuthera, piccola cooperativa orgogliosa della sua dimensione artigiana, verosimilmente non è stata un'impresa memorabile per la Storia dell'editoria italiana, ma speriamo che lo sia stata per le singole storie di tutti quelli che hanno condiviso questa riflessione collettiva. | << | < | |