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| << | < | > | >> |IndiceIntroduzione 9 PRIMA PARTE De italicorum natura, ovvero la terra dei fessi 19 Sprecopoli 20 Il paese degli eco-zotici 28 Mostri munnezza: discariche della camorra, sostanze tossiche e malattie 34 Attenzione al capitalismo ecologista 48 Biocarburanti? 59 E ci riparlano di nucleare 64 Piccole truffe crescono 75 SECONDA PARTE Due rivoluzioni in un sol colpo: culturale e tecnologica 89 Noi cambieremo 90 Le tecnologie che stanno per cambiare il mondo 107 Esempi virtuosi 124 Hai mai sentito parlare di Curitiba? 133 Manuale di autodifesa dagli sprechi 141 Le micro ecotecnologie 142 Promemoria ecologista 146 La casa ecologica 150 La nostra esperienza 169 Ci siamo legati alle inferriate dell'Enel 169 Guida all'acquisto dei pannelli solari 173 Come guadagnare subito 173 Appendice 186 |
| << | < | > | >> |Pagina 9Credo che la classe politica italiana e internazionale si vedrà costretta a operarare un cambiamento drastico solo a seguito di una mutazione culturale nella quale agiranno due forze: la protesta e la costruzione di pezzi di economia e cultura alternativi ma oltremodo concreti (gruppi d'acquisto, ecotecnologie, commercio equo, cultura, ricerca e informazione, nonchè rifiuto dei prodotti che veicolano e alimentano guerre, sfruttamento del lavoro, inquinamento). Se da un lato la contestazione implica un soggetto in grado di capirla e di tradurla in azione; dall'altra, l'azione diretta, nel momento in cui ottiene un risultato positivo, è già cambiamento. Intendiamoci, costruire non è mai facile; ideare e realizzare qualcosa di innovativo genera quasi sempre forti critiche e innumerevoli problemi. Ciononostante, sono proprio le esperienze nuove ed efficienti a ottenere i più grandi risultati perché le cose che funzionano tendono a essere imitate.
Ecco dunque il più autentico dei cambiamenti:
quello alla portata di tutti. Migliaia di persone
stanno mutando le loro abitudini, i costi sostenuti per la gestione familiare
calano, il bisogno di dipendere da politiche distruttive e guerrafondaie
diminuisce di conseguenza.
L'idea di scrivere un libro sulla salvaguardia
dell'ambiente - che, attenzione, non solo può
essere sostenibile ma persino piacevole! - è nata
da un'esperienza personale: dal pazzesco successo di un'iniziativa di risparmio
energetico e dalle migliaia di adesioni che essa ha ricevuto in tutta
Italia. Il nostro paese più di ogni ogni altro ha
bisogno di punti di rottura, di iniziative semplici
ma efficaci perché sono in molti ormai ad aver
capito che non servono grandi o eclatanti gesti per
salvare l'ambiente. In fin dei conti, se ci pensate
bene, le basi per ivoltare il pianeta come un calzino sono "giusto" un
paio: la
consapevolezza
(e qui gioca un ruolo cruciale l'informazione) e il
buon senso.
La prima, la consapevolezza, per scoprire e capire fino in fondo cosa non
funziona nell'attuale gestione politica ed economica rispetto
alle questioni ambientali, chi sta agendo in maniera scorretta, quali sono i
reali problemi che affliggono sia l'ambiente che le persone che lo popolano,
quali saranno le conseguenze che noi e le
generazioni future dovremo subire. Il secondo, il
buon senso, per capire come migliorare la situazione con piccoli passi nemmeno
definibili "sforzi", come imparare a prevenire le emergenze attraverso la
gestione responsabile e quotidiana delle
risorse a nostra disposizione.
Il libro che avete tra le mani nasce dunque da questi due semplici presupposti e, nella sua ideazione e realizzazione, vuole rispettare tale semplicità presentandosi come una guida immediata e chiara. In poche parole: alla portata di tutti, proprio come il cambiamento di cui parlavo poco fa. Le parti di cui si compone il libro sono due: la prima in cui si ritrae la situazione attuale e la seconda in cui vengono presentate molte proposte per modificare quanto c'è di sbagliato e valorizzare gli esempi virtuosi. Leggendolo, non troverete un approfondimento accademico o giornalistico su tutte le problematiche ambientali, ma uno strumento concreto e agile, per muoversi, per agire. E per farlo subito. PERCHÉ IL MOMENTO DI SALVARE IL MONDO È ADESSO! NON ABBIAMO UNA SECONDA POSSIBILITÀ!
O siamo in grado di cambiare completamente
il nostro modello di sviluppo entro i prossimi
dieci anni, oppure l'umanità è spacciata.
Ormai non sono solo gli ecologisti sfegatati a essere spaventati, anche organismi tradizionalmente lontani da ogni allarmismo ambientalista hanno realizzato ricerche scientifiche giunte a conclusioni altrettanto tragiche. Persino il Pentagono e George W. Bush si sono resi conto che l'era del petrolio è finita. E proprio il Presidente americano, portabandiera dei petrolieri texani, ha iniziato una campagna serrata per lo sviluppo della produzione di biodiesel e di biobenzina (etanolo). L'emergenza ambientale, dunque, è divenuta di dominio pubblico, la consapevolezza è oltremodo diffusa. Bisognerebbe essere ciechi o sordi per non rendersene conto. Ed è terminato il tempo della teoria; lo stato dell'emergenza è così avanzato che non possono nemmeno più tentare di nasconderlo o camuffarlo. Basta guardare le fotografie satellitari dell'Estremo Oriente per osservare una sinistra e immensa nube di smog che si addensa. Quando, anni fa, qualcuno iniziò a lanciare evidenti segnali d'allarme rispetto, per esempio, alla tossicità ormai allarmante dell'atmosfera, immediatamente venne relegato ai margini del dibattito sia ambientale che mediatico (figuriamoci politico) e tacciato di irrimediabile e inutile catastrofismo. Oggi, fortunatamente, no. Oggi negare l'esistenza di una simile emergenza sarebbe come sostenere che la meteora piantata nel bel mezzo del nostro giardino deve averla tirata per caso il figlio del vicino giocando a sassi... Non è possibile. L'evidenza è davanti agli occhi di tutti. Secondo alcune stime, ogni anno, solo in Cina, una nube tossica provoca la morte di mezzo milione di persone. Stando ai dati forniti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, la vita media in alcune zone della pianura padana è inferiore di 5 anni rispetto ad aree meno inquinate. E ci sono città come Brescia (a causa dell'inceneritore) o Acerra (a causa della discarica e della diossina generata dai rifiuti) dove il numero dei tumori e delle malformazioni neonatali è aumentato in modo considerevole (e assolutamente spaventoso). Tuttavia, come ho già anticipato, in questa sede eviterò di analizzare nel dettaglio i pericoli ambientali oramai tristemente assodati. Ci sono decine di libri e inchieste che hanno già documentato in modo esauriente l'entità delle minacce che mettono a rischio il futuro del pianeta e, conseguentemente, dell'umanità. PERICOLI? MINACCE? FUTURO DELL'UMANITÀ? QUESTO SIGNIFICA CHE CI ATTENDERÀ IL MEDIOEVO POST-INFORMATICO, LA CRIMINALIZZAZIONE DEL LUSSO O LO STERMINIO DI MILIARDI DI ESSERI UMANI? Da quando sono piccolo sento parlare d'imminenti disastri totali. Il mito dell'Apocalisse non cessa di minare la tranquillità delle persone. Negli anni Sessanta si temeva una nuova era glaciale e la Prima Guerra Mondiale Atomica, poi venne il panico per l'esplosione demografica, poi fu la volta dell'Aids e del buco nell'ozono fino ad arrivare al Baco di fine Millennio (Mille e non più mille!). Adesso ci garantiscono che la desertificazione ci ucciderà tutti. In effetti, ragioni per prevedere disastri ce ne sono eccome. Soprattutto se si considera che il governo americano ha tutta l'intenzione di garantire ai propri cittadini la stessa disponibilità energetica e gli stessi consumi per almeno i prossimi cinquant'anni, anche nell'era del post-petrolio, accaparrandosi buona parte del mais e della soia prodotti nel mondo. In questo modo anche i carburanti di derivazione vegetale diverranno monopolio dei paesi ricchi e, ovviamente, una politica simile finirebbe col provocare inevitabilmente l'aumento del prezzo dei cereali e dei legumi. Detto altrimenti: una disastrosa ecatombe per i più poveri del pianeta. Due miliardi di morti perché gli americani (bè anche noi europei stiamo decisamente mettendo del nostro) possano andare a fare la spesa col gippone. Ma, attenzione, potete tirare un sospiro di sollievo: l'Amministrazione americana non sterminerà un terzo dell'umanità, non torneremo al Medioevo, non dovremo rinunciare all'IPod e a fare sesso sul sedile posteriore dell'auto. Ho scritto questo libro proprio per dimostrare questo: la rivoluzione delle ecotecnologie sarà fantastica. Ci toglierà da una serie incredibile di guai. E questo non perché Bush (o chi ci sarà dopo di lui) diventerà buono e pacifista (andiamo, cerchiamo di essere realistici). Il mondo cambierà in modo rapido ed estremamente soddisfacente perché l'ecologia oggi è finalmente conveniente. E, rispetto a questa incredibile potenzialità, una minoranza che vuole tenere il potere stretto nelle proprie mani, può veramente poco. Noi italiani, che siamo i peggiori spreconi inquinatori del pianeta (e se non siamo proprio i peggiori comunque siamo dei ritardati tecnologici), cambieremo questo approccio quando capiremo che salvare i nostri figli, il nostro paese e il futuro, oltre a essere lungimirante e sensato, è meno dispendioso che distruggerlo. Del resto, distruggere il mondo è sgradevole! Perché dovremmo farlo? Quello che le menti più pagate del pianeta non riescono a comprendere è che abbiamo di fronte la mamma di tutte le rivoluzioni. La rivoluzione informatica e la scoperta dei cellulari hanno cambiato drasticamente la nostra vita. Chi si ricorda quando non ci si trovava agli appuntamenti e si cercava una cabina telefonica? Che poi magari il telefono era rotto o non trovavi la monetina? Chi si ricorda quanto era difficile scrivere una lettera a macchina senza fare neanche un errore? E quanto tempo costava spedire una lettera che poi magari non arrivava? La rivoluzione delle ecotecnologie farà molto di più per la nostra vita: cambierà il mondo. Non è difficile capire come: basta osservare quello che sta già succedendo.
In questo libro non voglio proporre delle teorie
ma solo tentare di mettere in relazione fatti concreti. Allora vediamo come sta
il mondo, perché, e come lo salveremo.
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