Copertina
Autore Enrico Fontanari
Titolo Paesaggi terrazzati dell'arco alpino - ESPERIENZE DI PROGETTO
EdizioneMarsilio, Venezia, 2008 , pag. 124, ill., cop.fle., dim. 24x29x1 cm , Isbn 978-88-317-9486-2
CuratoreEnrico Fontanari, Domenico Patassini
LettoreGiorgia Pezzali, 2008
Classe urbanistica , montagna , storia sociale
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Indice


  6 Progetto ALPTER: un modello di partnership
    che si apre al mondo
    Luca Lodatti, Domenico Patassini


  7 Introduzione
    Enrico Fontanari, Domenico Patassini


    QUESTIONI PROGETTUALI

 10 Oltre la nostalgia
    Enrico Fontanari


    PREVENZIONE DEL RISCHIO

 16 Metodi di analisi del dissesto e del rischio
    in zone terrazzate nell'ambito del progetto ALPTER
    Gerardo Brancucci

 18 Valutazione del rischio nel paesaggio terrazzato ligure
    Gerardo Brancucci

 20 Modellazione del flusso idrico e delle condizioni
    deformative nei versanti terrazzati
    Tiziana Apuani, Marco Masetti, Alessio Conforto

 23 Fenomeni franosi a Goriska Brda
    Blaz Komac, Matija Zorn

 28 Valutazione della pericolosità in aree terrazzate
    nel Canale di Brenta: un approccio su base LIDAR
    Andrea Ninfa

 31 Il ruolo antierosivo dei terrazzamenti
    nelle gole della Roya e del Cians
    Mohamed Ben Jeddou, Jean-Marie Castex,
    Andrèe Dagorne, Gourguen Davtian


    RECUPERO AGRONOMICO/PRODUTTIVO

 36 Introduzione
    Michele Freppaz, Alberto Agnelli

 37 Pedologia e fertilità: indagini in Valle d'Aosta
    Michele Freppaz, Alberto Agnelli, Barbara Drusi,
    Silvia Stanchi, Cristina Galliani,
    Valeria Revel Chion, Ermanno Zanini

 40 I terrazzamenti di Goriska Brda:
    studio del caso di Medana
    Luéka Azman Momirski, Andreja Skvarc, Ivan Kodric

 47 Opzioni colturali nei terrazzi del Canale di Brenta
    Adriano Garlato, Andrea Dalla Rosa

 51 Col delle ventidue ore: il paesaggio vegetale
    dei campi terrazzati in Canale di Brenta
    Leonardo Filesi

 55 Gli asini e i terrazzamenti nella Valle dell'Estéron
    Jean-Marie Castex, Andrée Dagorne, Francis Gorda

 57 Recupero di un agrumeto storico
    Annalisa Cevasco, Angela Rollando

 60 Recupero di un castagneto storico
    Silvio Werder, Franziska Andrei, Mirko Beti,
    Maurizio Michael


    VALORI CULTURALI E TURISMO

 66 Tre indagini
    Lisa Garbellini, Daniele Magni

 67 L'interesse per i paesaggi terrazzati
    Lisa Garbellini, Daniele Magni

 70 Preferenze e scenari a Ödenkirchen. Percezione e domanda
    Arne Arnberger, Renate Eder

 73 Conclusioni e buone pratiche
    Lisa Garbellini, Daniele Magni


    PROGETTAZIONE INTEGRATA

 76 Approccio integrato alla riqualificazione
    Enrico Fontanari

 77 "Parco del sole": progetto per località Mattietti e Casarette
    Giuseppe Benetti, Angelo Chemin, Enrico Fontanari,
    Domenico Patassini


    ESPERIMENTI NORMATIVI

102 Norme e politiche
    Enrico Fontanari

104 Principi e norme di tutela, conservazione e restauro
    per i terrazzi del Canale di Brenta
    Giuseppe Benetti, Domenico Patassini

109 Paesaggi della Bregaglia: piani e politiche
    Silvio Werder, Maurizio Michael

114 Tutela in assenza d norme specifiche
    Gerardo Brancucci


116 Conclusioni

    Domenico Patassini

121 Indice degli autori


 

 

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Pagina 10

Oltre la nostalgia

Enrico Fontanari


Le esperienze progettuali descritte in questo volume rappresentano i primi risultati di una sperimentazione realizzata nei paesi dell'arco alpino che partecipano al progetto ALPTER. Obiettivo principale del progetto è trovare gli strumenti per riqualificare i paesaggi terrazzati e reinserirli nel mondo e nei modi di vita contemporanei, pur sapendo che si tratta di un contesto e di modalità di vita profondamente diversi rispetto ai mondi e alle realtà socio-economiche che hanno prodotto quei paesaggi. Questi primi interventi sperimentali, tuttora in corso di realizzazione, costituiscono in realtà un'attività di ricerca, che ha come obiettivo quello di identificare dei percorsi di progetto che permettano non solo di conservare questi paesaggi, ma anche di recuperarli e rivitalizzarli, riscattandoli da quella memoria di disagi economici e fatiche che ha portato al loro declino in gran parte della realtà alpina.

Una prima importante componente che caratterizza le azioni progettuali in corso di realizzazione è la consapevolezza del fatto che il processo di progettazione è anche un processo di conoscenza, che ci permette di rivelare i caratteri e soprattutto i valori che queste realtà paesistiche rappresentano e che in parte sono nascosti, in parte non riusciamo più a vedere.

Sono valori di carattere storico, che spesso vengono dimenticati o cancellati; valori di carattere ecologico-ambientale, con riferimento in particolare al rapporto tra tecniche costruttive e difesa del suolo e al contributo fornito dai paesaggi terrazzati alla biodiversità; valori di carattere socio-economico, per cercare di capire quali sono le ragioni che hanno determinato il declino di questi paesaggi e come possiamo ridare una funzionalità economica a questa realtà, che ci permetta di conservarla e di capire quale ruolo potrebbe svolgere nella realtà contemporanea.

Il quarto valore importante da rivelare nei luoghi terrazzati è il valore estetico-percettivo di questi paesaggi. Questo è il vero passaggio cruciale del processo di costruzione dei valori paesistici, noi ci proponiamo di dare un valore paesistico a una realtà oggettiva, una forma di organizzazione del territorio, che è il risultato di una cultura materiale che non aveva questo obiettivo. In tal modo noi facciamo un'operazione di artificializzazione, un operazione culturalmente importante, trasformiamo in un valore estetico un oggetto che non era percepito come tale da chi lo ha costruito in origine, ma contemporaneamente ci poniamo l'obiettivo di intervenire in un processo che, se lasciato a sé stesso e alle sue tendenze naturali, porterebbe alla scomparsa di questi siti, alla loro cancellazione (che nel caso dei paesaggi terrazzati è rappresentato dall'avanzamento del bosco). Quindi noi ci assumiamo il compito di riconoscere all'interno di questa complessa realtà valori e opportunità che ci possano spingere a intervenire e a non lasciare questo processo al suo naturale cammino verso la scomparsa.

Un passaggio significativo per l'impostazione delle scelte progettuali consiste nel riconoscere che il paesaggio terrazzato è un paesaggio costruito. In queste zone più che costruire nel territorio l'uomo ha costruito il territorio, ha fatto un'operazione di vera e propria artificializzazione di una realtà naturale, che rispondeva a obiettivi di sopravvivenza, di ottimizzazione delle attività produttive e di miglioramento delle condizioni socio-economiche, una operazione artificiale che oggi noi vogliamo riscattare. Questo riconoscimento comporta una parziale messa in discussione di alcuni atteggiamenti di tipo unicamente conservativo che hanno caratterizzato molte azioni pianificatorie degli anni passati. Fino a oggi, l'attenzione a questi paesaggi e all'insieme di valori prima menzionati (che spesso sono stati considerati separatamente, privilegiando un aspetto rispetto a un altro, soprattutto con riferimento al valore storico) hanno comportato un atteggiamento, in particolare da parte del mondo urbanistico, di carattere sostanzialmente protettivo nei confronti di queste realtà. In questi casi, l'azione urbanistica si riteneva soddisfatta se riusciva ad arrivare all'identificazione di questi paesaggi, alla loro perimetrazione e alla definizione di norme di tutela, e lì si concludeva l'intervento. Obiettivo dei progetti e degli interventi avviati con ALPTER è invece mettere in atto un'azione di riprogettazione e di rivitalizzazione di questi paesaggi, con precise finalità di tipo operativo. Quando si parla di progetto, si fa riferimento sia agli interventi di trasformazione di carattere fisico sia alla promozione di specifiche politiche economiche e sociali. Gli interventi presentati fanno riferimento a una concezione ampia del termine pianificazione, che include le politiche che possono essere messe in atto dagli enti che governano il territorio e i progetti concreti di intervento.

L'elemento che ci pare importante sottolineare è il cambio di visione strategica che, grazie anche alla riflessione e ai progetti promossi da ALPTER, si viene di fatto delineando nell'azione di salvaguardia del paesaggio terrazzato. Gli interventi avviati dalle pubbliche amministrazioni e dall'UE dichiarano il proprio intento di avviare un processo di conservazione e valorizzazione di questi paesaggi, con l'obiettivo di contrastare il sottoutilizzo e il progressivo, apparentemente inesorabile, processo di abbandono di questi luoghi, che determina un fenomeno di spopolamento che implica non solo abbandono ma anche perdita di identità.

L'interpretazione che viene oggi data alle questioni della conservazione e valorizzazione delle aree terrazzate determina due settori principali di intervento, che troppo spesso vengono affrontati separatamente.

Da un lato viene privilegiato il tema della salvaguardia idrogeologica del territorio, che rappresenta un tema di indiscutibile valore e che affronta un grave problema: fermare il degrado e il conseguente aumento del rischio idrogeologico causato, oltre che dal processo di urbanizzazione, anche dal progressivo abbandono di zone con sistemazioni territoriali antiche ed efficaci dal punto di vista della prevenzione, che avevano fino a oggi garantito la resistenza di questi suoli e la protezione delle aree abitate. Si tratta di un tema di indubbia valenza e realismo, ulteriormente legittimato dalle sempre più frequenti situazioni di emergenza conseguenti a disastri naturali, ma che può portare, se affrontato in forma isolata e settoriale, alla protezione e anche al restauro di porzioni tutto sommato limitate dei terrazzamenti esistenti, sia pur integrandole con altre forme di salvaguardia e protezione del territorio. E che comunque lascia aperta la questione della manutenzione di queste sistemazioni, che sono abbastanza costose in termini di risorse finanziarie e umane.

Il secondo settore di intervento, nel quale ricadono in parte le azioni di restauro e ripristino delle antiche sistemazioni a terrazzo qui documentate, è quello che cerca di individuare delle nuove forme di utilizzo economicamente sostenibile per questi luoghi. Il perseguimento di questo obiettivo incontra notevoli ostacoli, da una parte a causa degli alti costi e delle disagevoli condizioni di lavoro, dall'altra per le difficoltà nel costruire attività realmente redditizie in luoghi che in maggioranza erano legati a produzioni di sussistenza o ad attività agricole di carattere interstiziale, come nel caso, ad esempio, della coltivazione del tabacco. Anche per questo settore di intervento, se lo si affronta in forma isolata il rischio è quello di mettere in essere azioni frammentate e delimitata territorialmente, che non rispondono a sostanziali criteri di "durabilità", la cui efficacia è sempre in dubbio e che non riescono a sfruttare le nuove potenzialità d'uso che stanno emergendo nello spazio alpino.

Dall'esperienza condotta nei progetti qui documentati sono emersi due importanti criteri guida per orientare l'approccio e l'impostazione delle azioni progettuali, che possono aiutare a evitare di incorrere in questi pericoli e che sono attualmente in corso di sperimentazione.

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Pagina 116

Conclusioni

Domenico Patassini


Il testo propone alcune esperienze nei paesaggi terrazzati dell'arco alpino e non ha pretese di esaustività. Consente tuttavia di riconoscere come in diversi sistemi e culture della pianificazione del territorio e dell'ambiente la cura del suolo, dei suoi depositi storici e delle sue pratiche tradizionali diventi fertile fonte di conoscenza e contribuisca ad aggiornare le regole di tutela nelle comunità locali. I significati e l'efficacia di questa cura mutano con i contesti e determinano un valore aggiunto che l'assenza di confronto non farebbe emergere. Il materiale proposto offre un potenziale comparativo che va oltre queste sintetiche conclusioni. I progetti presentati rispondono ad alcune istanze locali su cui poggia la struttura del testo: prevenzione del rischio, recupero agronomico, attribuzione di "valore". Esse declinano un impegno sociale crescente: "difensivo" nel caso della prevenzione, soprattutto dove abbandono, incuria, consumo di suolo e cambiamenti climatici hanno determinato micro-catastrofi e criticità; di valorizzazione e riqualificazione, dove il circuito agroalimentare cerca di riproporre la dimensione locale, scopre le peculiarità ecosistemiche e il gusto dei prodotti della terra; culturale, quando il "paesaggio terrazzato" diventa "documento", attributo di qualità nelle pratiche di vita, nei piccoli progetti come in programmi, piani o politiche territoriali.

Questa crescente consapevolezza guida i progetti secondo due linee di pensiero. In primo luogo, chiede al progetto di esporre la sua "teoria", la sua ipotesi di trasformazione o tutela del contesto, il suo modo di criticarlo e interpretarlo. Quindi ne discute la plausibilità, ovvero la capacità di mobilitare risorse palesi o nascoste, come accade nei "paesaggi dell'abbandono" quando queste sono appese al ricordo di tempi difficili e quasi dimenticati. Teoria e plausibilità del progetto diventano così risorse per la costruzione di capitale sociale e materia di sperimentazione.

I progetti presentati nella sezione Prevenzione del rischio assumono, con diversa gradazione, la prevenzione del rischio come prerequisito, come condizione necessaria e preliminare a qualsiasi altro intervento. Per questa ragione la prevenzione del rischio viene considerata prima degli altri temi.

Significativa è in proposito la valutazione del rischio nel paesaggio terrazzato ligure, in particolare nelle aree campione dei bacini idrografici dei torrenti Bisogno e Argentina e nei versanti delle Cinque Terre. Un insieme di analisi geomorfologiche, litologiche e climatiche aiutano a configurare e testare ipotesi di relazione fra pendenza ed erosione, fra esposizione solare delle aree coltivabili e precipitazioni. Restituiscono, in particolare, la geografia dei dissesti dovuti a incuria e a un difettoso meccanismo di riconoscimento dei valori ambientali. Al di là del fattore "pendenza" (la criticità aumenta considerevolmente oltre il 30°), rilevante appare il nesso empirico fra mancanza di presidio, permeabilità dei manufatti e franosità. Basterebbero queste tre "variabili" per costruire modelli geografici robusti, assumendo come "date" le caratteristiche fisico-chimiche dei suoli. La conclusione dell'esperienza ligure è semplice, ma severa con le pratiche costruttive: qualsiasi recupero incapace di garantire la permeabilità è dannoso quanto e forse più dell'abbandono.

Le caratteristiche costruttive del terrazzo che garantiscono la permeabilità e limitano erosione e franosità sono note: i casi di Goriska Brda, Roya e Cians forniscono informazioni utili in proposito. Ma essendo in genere un portato della cultura locale, influenzata dall'ambiente di appartenenza, da modelli di vita specifici e da definiti periodi climatici, le caratteristiche costruttive stentano ad attualizzarsi in "patrimonio scientifico". Per questo, una lettura comparata dei testi suggerisce la possibilità di trasformare queste conoscenze "ordinarie" in conoscenze "scientifiche", riscattandole dai depositi museali e mantenendole in opera. Questa trasformazione evidenzia una difficoltà di fondo che tende a crescere con il passare del tempo. Diventa, cioè, sempre più difficile rendere scientifici frammenti di conoscenza ordinaria che un tempo traeva la sua legittimazione ed efficacia da un approccio olistico. Non è difficile riconoscere nei terrazzi le formazioni sociali e le pratiche che ne garantivano la sopravvivenza: per qualche tempo ci aiuterà ancora la memoria dei sopravvissuti. Allora, questo severo modello di uso del suolo, avaro di soddisfazioni, richiedeva un'attenta calibrazione delle attività, rendendole in certa misura tutte domestiche e quindi interne a un bilancio familiare che, se positivo, si proponeva con orgoglio ai bilanci di contrada e di comunità. In questa delicata calibrazione maturavano le pratiche di restauro a livello micro e di sistema. Oggi questo non è più possibile e nemmeno la cura più attenta ai particolari costruttivi e ambientali può dare ragione all'intelligenza del presente. Questa non potrà che vivere di nostalgia.

Da questo punto di vista è sintomatica la modellazione del flusso idrico e delle condizioni deformative nei versanti terrazzati della Val Chiavenna. Si tratta di uno sforzo apprezzabile, ma costretto a isolare il manufatto da pratiche sociali che non esistono più. La misura della risposta idraulica dei terreni per gradienti di disponibilità idrica è utile a diversi fini: innanzitutto per monitorare sui versanti le azioni delle diverse componenti idrologiche; in secondo luogo per valutare le spinte sulle murature dovute a forti precipitazioni, per alterazione del regime idrologico nei terreni a tergo di murature con scarse o nulle capacità drenanti (dovute a intasamenti o cedimenti); per stimare i rischi di crollo e, infine, per gestire il regime di irrigazione per stagioni e colture. Ma le funzioni di questo modello scientifico, per quanto calibrate, non potranno essere interamente testate se manca un contesto vissuto.

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