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| << | < | > | >> |Indice3 Restare a terra 7 Pomeriggi da nerd 9 La matematica del contagio 11 Erre con zero 13 In questo pazzo mondo non-lineare 15 Fermare il contagio 17 Augurarsi il meglio 19 Fermare davvero il contagio 21 La matematica della prudenza 23 Bocca-mani-piedi 25 Il dilemma della quarantena 27 Contro il fatalismo 30 Ancora contro il fatalismo 32 Nessun uomo è un'isola 34 Volare 36 Caos 38 Al mercato 4o Al supermercato 42 Traslochi 44 Una profezia troppo facile 46 Piove col sole 49 Parassiti 51 Esperti 53 Le multinazionali straniere 55 La Grande Muraglia 57 Il dio Pan 60 Contare i giorni |
| << | < | > | >> |Pagina 3Restare a terraL'epidemia di coronavirus si candida a essere l'emergenza sanitaria piú importante della nostra epoca. Non la prima, non l'ultima e forse nemmeno la piú raccapricciante. È probabile che al suo termine non avrà prodotto piú vittime di molte altre, ma a tre mesi dalla sua comparsa si è già guadagnata un primato: Sars-Cov-2 è il primo virus nuovo a manifestarsi cosí velocemente su scala globale. Altri molto simili, come il suo predecessore Sars-Cov, sono stati sbaragliati in fretta. Altri ancora, come Hiv, hanno tramato nell'ombra per anni. Sars-Cov-z è stato più audace. E la sua sfacciataggine ci svela qualcosa che prima sapevamo ma faticavamo a misurare: la molteplicità di livelli che ci collegano gli uni agli altri, ovunque, nonché la complessità del mondo che abitiamo, delle sue logiche sociali, politiche, economiche, ma anche interpersonali e psichiche. [...] Quando leggerete queste pagine, la situazione sarà cambiata. I numeri saranno diversi, l'epidemia si sarà diffusa ulteriormente, avrà raggiunto ogni angolo civilizzato del mondo o sarà stata domata, ma non ha importanza. Certe riflessioni che il contagio suscita adesso saranno ancora valide. Perché quanto sta accadendo non è un accidente casuale né un flagello. E non è affatto nuovo: è già accaduto e accadrà ancora. | << | < | > | >> |Pagina 8Le epidemie, prima ancora che emergenze mediche, sono emergenze matematiche. Perché la matematica non è davvero la scienza dei numeri, è la scienza delle relazioni: descrive i legami e gli scambi fra enti diversi, cercando di dimenticarsi di cosa sono fatti quegli enti, astraendoli in lettere, funzioni, vettori, punti e superfici. Il contagio è un'infezione della nostra rete di relazioni.| << | < | > | >> |Pagina 27Contro il fatalismoQuindi l'epidemia c'incoraggia a pensarci come appartenenti a una collettività. Ci obbliga a uno sforzo di fantasia che in un regime normale non siamo abituati a compiere: vederci inestricabilmente connessi agli altri e tenere in conto la loro presenza nelle nostre scelte individuali. Nel contagio siamo un organismo unico. Nel contagio torniamo a essere una comunità. Ecco un'obiezione sollevata di frequente in queste ore: se la letalità del virus è modesta come sembra, specialmente per le persone giovani e in salute, perché uno come me non dovrebbe correre il suo rischio personale e proseguire con la vita di sempre? Un pizzico di fatalismo non è forse un diritto inalienabile di ogni cittadino libero? No, non dobbiamo correre rischi. Per almeno due ragioni. | << | < | > | >> |Pagina 44Una profezia troppo facileI virus sono fra i tanti profughi della distruzione ambientale. Accanto a batteri, funghi, protozoi. Se riuscissimo a mettere da parte un po' di egocentrismo, ci accorgeremmo che non sono tanto i nuovi microbi a cercarci, ma noi a stanare loro. Il bisogno crescente di cibo induce milioni di persone a mangiare animali che sarebbe meglio lasciar stare. Nell'Africa occidentale, per esempio, sta aumentando il consumo di selvaggina a rischio, fra cui i pipistrelli, che in quella zona sono malauguratamente anche i serbatoi di Ebola. I contatti fra i pipistrelli e i gorilla, dai quali Ebola può passare facilmente all'uomo, sono resi piú probabili dalla sovrabbondanza di frutti maturi sugli alberi, dovuta a sua volta all'alternanza sempre piú violenta di piogge anomale e periodi asciutti, dovuta a sua volta al cambiamento climatico... Fa girare la testa. Una concatenazione micidiale di cause ed effetti. Ma le concatenazioni come questa, che sono moltissime, hanno bisogno di essere pensate urgentemente da sempre più persone. Perché al loro termine potremmo trovare una nuova pandemia, ancora più terribile di questa. E perché alla loro origine remota ci siamo sempre e comunque noi, con tutti i nostri comportamenti. Mi sono permesso un po' di enfasi, all'inizio, nell'affermare che quanto sta accadendo è già accaduto e accadrà ancora. Non era una profezia improvvisata. Non era nemmeno una profezia. Anzi posso aggiungere ora, spassionatamente, che quanto sta accadendo con la Covid-19 accadrà sempre piú spesso. Perché il contagio è un sintomo. L'infezione è nell'ecologia. | << | < | > | >> |Pagina 53Le multinazionali straniere
Laddove non c'è concordia crescono le
erbacce, come negli interstizi. Le erbacce
della scienza sono congetture, manipolazioni o vere e proprie falsità.
Siamo liberi di credere che Cov-2 si sia
diffuso nella popolazione cinese da una fiala trafugata a un laboratorio dov'erano in
corso esperimenti militari segreti. Forse è
piú affascinante rispetto all'ipotesi del travaso dai pipistrelli. È una teoria, però, che
richiede molte piú assunzioni arbitrarie rispetto a un fenomeno documentato che si è
già ripetuto innumerevoli volte: l'esistenza del laboratorio, di un progetto militare,
della fiala e di un piano per rubarla. In casi come questo la scienza ricorre al Rasoio di
Occam, ovvero: prendere sempre la scorciatoia. Ovvero: la soluzione piú semplice,
quella che comporta meno dispendio
di fantasia, è con ogni probabilità quella
corretta. Sul laboratorio segreto, magari,
faremo un film.
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