|
|
| << | < | > | >> |IndiceINTRODUZIONE 1 Note all'introduzione 4 I. Robot, cyborg, androidi 7 I.1 La sindrome di Olimpia e il morbo di Frankenstein 7 I.2 Robopsicologia matematica 10 I.2.1 Le tre leggi della robotica e i dilemmi insolubili 10 I.2.2 Il dilemma insolubile della robopsicologia 14 I.2.2.1 Primo corno: robot troppo ubbidienti 14 I.2.2.2 Secondo corno: robot troppo liberi 19 I.3 Le evoluzioni biomeccaniche 22 I.3.1 Dalla macchina all'organismo, e ritorno 22 I.3.2 Il cyborg 24 I.3.3 Gli androidi, o i Simulacri 27 Note al capitolo I 33 II. Alieni e mutanti 39 II.1 L'alieno come rompicapo biologico 39 II.1.1 "Trovare il punto debole" 39 II.1.2 "Determinare un ciclo di vita aliena" 43 II.1.2.1 Sesso e riproduzione. Elementi di genetica vesuviana 43 II.1.2.2 Simbiosi e parassitismo 50 II.1.2.3 Organismi collettivi, o "gestalt" 52 II.1.3 Fantascienza ed evoluzionismo 54 II.1.3.1 Il darwinismo di Wells 54 II.1.3.2 L'uomo, l'alieno e la legge della predazione 50 II.2 I mutanti 60 II.3 L'alieno come "forma informe" 63 II.3.1 La Cosa, ovvero l'Innominabile63 II.3.2 L'alieno metamorfico 68 II.3.3 Fantascienza e "divenire" 72 Appendice a II.3. Il caso Solaris 74 II.4 L'alieno come rompicapo linguistico76 Appendice a II.4. Alcune lingue aliene 81 Note al capitolo II 88 III. L'uomo e il superuomo 97 III.1 Il trapianto dell'anima 97 III.1.1 Scambio mentale. Psionica e quantistica psiconeurologica 97 III.1.2 Pluralità di anime in un unico corpo 101 III.2 Il superuomo. o il Signore del Linguaggio 104 III.2.1 La grammatica del mondo 104 III.2.2 Dalla Semantica Generale alla dianetica 108 III.3 Linguaggio e società 111 III.4 L'home gestalt e i superlinguaggi sistemici 117 Note al capitolo III 119 IV. Geometrie congetturali e metafisiche125 IV.1 Altre dimensioni dello spazio 125 IV.1.1 La quarta dimensione 125 IV.1.2 Mondi a due dimensioni 127 IV.1.3 I mondi a due dimensioni come propedeutica alla quarta dimensione 130 IV.1.4 Kant, Wittgenstein e la mano del signor Plattner 132 IV.1.5 Una casa a quattro dimensioni. L'ipercubo, o tessaratto 135 IV.1.6 Più di quattro dimensioni 140 IV.2 La forma sbagliata. Fantascienza e architettura 142 IV.3 "La magia è una geometria" 149 Note al capitolo IV 153 V. Breve storia dell'astrogazione 161 ... VI. Le macchine del tempo 213 ... VII. Universi paralleli 263 ... VIII. Il dio del piano di sopra 291 ... IX. Onnipotenza della logica, irriducibilità del caos 315 IX.1 Storiografie predittive 315 IX.1.1 Il controllo della storia attraverso le scienze sociali315 IX.1.1.1 Psicostroriografia 315 IX.1.1.2 Altri esempi: sociologia computerizzata, sociodinamica, antropologia culturale interplanetaria 320 IX.1.2 Spazioanalisi 324 IX.1.3 Algebra escatologica 326 IX.2 Giochi e guerre 329 IX.2.1 Una teoria matematica del Partito rivoluzionario 329 IX.2.2 Fantascienza e Teoria dei Giochi 334 IX.2.2.1 Strategia minimax 334 IX.2.2.2 La teoria della ricerca e i giochi di coordinazione 337 IX.2.2.3 Il gioco ideale 339 IX.3 Metalogica e calcolo modulare 345 IX.4 Due paradigmi a confronto 350 IX.4.1 La fantascienza neopositivista 350 IX.4.2 La fantascienza critica 354 Note al capitolo IX 360 Indice delle figure 367 Indice degli autori citati 369 |
| << | < | > | >> |Pagina 54 [ alieni, marziani, Wells, tentacoli, piovra, Huxley ]Tra le tante cose che gli alieni novecenteschi hanno ereditato dai marziani di Wells c'è anche una delle loro più tipiche morfologie, quella di cefalopode. Quei protoalieni somigliavano molto, infatti, ai polpi terrestri, ed è sufficiente scorrere le copertine delle riviste dell'"età d'oro" (ma si vedano anche i "videogames" degli anni Settanta, per esempio "Space Invaders") per convincersi che gli essere di altri mondi scoperti successivamente, e persino i robot, sono molto spesso tentacolati. La stabilizzazione di questa morfologia è dovuta certamente in gran parte al senso di ripugnanza che una Cosa provvista di tentacoli può suscitare (e in effetti la piovra è un tema iconografico tipico anche del semplice racconto d'avventure); in Wells, tuttavia, le caratteristiche anatomiche dei marziani (e quelle fisiologiche: per esempio le loro abitudini alimentari vampiriche) sono spiegate nei termini dell'evoluzionismo darwiniano e in particolare della morfologia comparativa di Thomas Henry Huxley, le cui lezioni Wells frequentò per un anno che in seguito ebbe a definire il più istruttivo della sua vita.| << | < | > | >> |Pagina 126 [ quarta dimensione, dimensione, Stifel, Wallis, Ozanam, Kant, Leiniz, Mobius ]Di una "quarto dimensio" si cominciò a parlare intorno al XVI secolo per negarne la realtà o attribuirle significati metafisici. Stifel (1486?-1567) ha scritto che essa è "contro natura", John Wallis (1616-1703) che è "meno possibile che una chimera o un centauro", Ozanam (1640-1717) che non c'è nulla in natura che abbia più di tre dimensioni.In seguito gli spazi con più di tre dimensioni (o "iperspazi") hanno perso il loro carattere chimerico o mistico, diventando oggetti di studio della normale geometria. Kant, seguendo Leibniz che aveva parlato di "ipervolumi", affermò che "la premessa della impossibilità di uno spazio a più di tre dimensioni [...] sembra da rimuovere". Kant, come vedremo in IV.1.4, avrebbe potuto gettare nuova luce su un problema che gli stava molto a cuore, se avesse sviluppato l'idea in una direzione che, soltanto in seguito, sarebbe stata esplorata da Ferdinand Mobius (1790-1863), l'inventore del celebre mastro con una faccia sola. Questi ricavò per analogia dal comportamento delle figure bidimensionali che i punti rispettivi di figure tridimensionali simmetriche possono essere fatti coincidere dopo aver ribaltato una delle due figure nella quarta dimensione. | << | < | > | >> |Pagina 132 [ Wells, quarta dimensione, macchina del tempo, Mobius, Kant, Wittgenstein ]Wells è uno dei primo autori di fantascienza a fornire verosimili visioni, se non della quarta dimensione, degli effetti straordinari che essa potrebbe avere sulle nostre povere tre dimensioni. Manipolando la quarta dimensione ha inventato la macchina del tempo (vedi VI.1.1) ed è giunto a un passo dalla soluzione del problema dei viaggi interstellari (vedi V.3.1), il quale a dire il vero, quando lui scriveva, non si era ancora posto.In un altro racconto, estrapolando, come già aveva fatto il matematico Mobius, il dato che una figura bidimensionale ribaltata nella terza dimensione si trasforma nella figura simmetrica, Wells racconta la storia del signor Gottfried Plattner, che ritorna da un viaggio nella quarta dimensione letteralmente rovesciato. ... La trasformazione della mano destra di Plattner in quella sinistra ha un posto importante nella storia della filosofia. Kant, per dimostrare che lo spazio e il tempo non sono "proprietà reali inerenti alle cose in sè", bensì "semplici forme dell'intuizione sensibile", aveva proposto il seguente paradosso: "Che cosa può essere più simile e più uguale in tutte le parti alla mia mano o al mio orecchio, che la loro immagine nello specchio? [...] eppure il guanto dell'una non può venir usato per l'altra mano." ... Qualche anno dopo Ludwig Wittgenstein riprenderà, o reinventerà, la soluzione di quello che nel suo "Tractatus logico-philosophicus" è definito "il problema kantiano della mano destra e della sinistra, che non si possono far coincidere". Wiitgenstein aveva letto Wells e lo ha poi usato per rispondere a Kant? Comunque, la soluzione di Wittgenstein è quella di Wells. | << | < | > | >> |Pagina 190 [ iperspazio, buchi neri, Preuss ]Un'altra versione dell'iperspazio fondata sui buchi neri è stata proposta, come si è detto, da Paul Preuss, un autore noto anche come divulgatore scientifico, in due romanzi dell'inizio degli anni Ottanta.Il primo inizia con la scoperta che un'astronave caduta in un buco nero è riemersa nelle vicinanze del pianeta Tau Ceti Cinque, a dodici anni-luce di distanza dalla Terra. Preuss dimostra una buona conoscenza della fisica contemporanea (cita, per esempio, Hawking e "Gravitation" di Misner-Thorne-Wheeler) e certamente non gli sono ignoti neppure i ponti di Einstein-Rosen, i quali tuttavia non intervengono nella spiegazione fisica di questo singolare evento. L'astronave, in effetti, non si è imbattuta in un semplice buco nero, bensì in un "buco nero binario", cioè in due buchi neri che, analogamente alle stelle doppie, gravitano l'uno intorno all'altro. Preuss conosce l'obiezione che gli farebbe un fisico: "Due masse di quelle dimensioni, orbitanti così vicino l'una all'altra, dovrebbereo avvicinarsi [per effetto della reciproca attrazione] [...]. Una configurazione simile non dovrebbe sopravvivere più di una frazione di secondo." Ma il problema è subito risolto postulando che ognuno dei due buchi neri ruoti su se stesso. "Da un buco nero rotante si può estrarre energia", spiega Preuss facendo implicito riferimento a un artificio teorico ideato da Penrose intorno al 1970. | << | < | > | >> |Pagina 221 [ tempo, antitempo, Wells, Davies, entropia, freccia del tempo ]Veniamo ora all'idea di antitempo come tema narrativo autonomo. Ricordiamo la definizione di Wells, che molti "nuovi fisici" sarebbero disposti a sottoscrivere: « Non esiste altra differenza fra il tempo e una qualsiasi delle tre dimensioni dello spazio, "se non per il fatto che siamo coscienti" di procedere nel tempo » (virgolette mie). Dunque il tempo è un effetto puramente psicologico: c'è una dissimetria nel tempo - la crescita del disordine (dell'entropia) decretata dalla seconda legge della termodinamica - ma è poi così assurdo immaginare coscienze che si muovono a ritroso nel tempo e per le quali questa è la direzione normale? Paul Davies, in un suo libro di divulgazione scientifica particolarmente speculativo, dice che potrebbero esserci universi« che dopo aver avuto un inizio del tutto disordinato, si evolvono verso l'ordine. Sono universi nei quali il tempo "scorre all'indietro", rispetto a questo nostro mondo: ma dove, se fossero abitati, si dovrebbero supporre processi ribaltati anche nei cervelli degli osservatori, con il risultato che la loro percezione del loro universo differirebbe di poco dalla nostra percezione del nostro (salvo che lo considererebbero in contrazione anziché in espansione). » In fantascienza è diffusa l'idea (rifiutata dai fisici) che se l'universo cessasse di espandersi e cominciasse a contrarsi (il che è possibile) anche la freccia del tempo si invertirebbe. | << | < | > | >> |Pagina 357 [ patafisica, Jarry ]Che si metta in luce l'uno o l'altro aspetto della fantascienza critica, essa sembra imparentata con la patafisica, la "scienza delle soluzioni immaginarie" proposta da Alfred Jarry nel suo libro "Gesta e opinioni del dottor Faustoll, patafisico". Questa scienza, dice Jarry,"studierà le leggi che reggono le eccezioni [...]; o meno ambiziosamente descrivera un universo che si può vedere e che forse si deve vedere al posto del tradizionale.. [...] Invece di enunciare la legge della caduta dei corpi verso un centro, perché non si preferisce la legge dell'ascenzione del vuoto verso una periferia [...] ?" | << | < | |